
La diffusione del cristianesimo è stato un fenomeno caratteristico della generazione apostolica (30-70 d.C.). Quella prima evangelizzazione, tuttavia, non avrebbe avuto un effetto duraturo se nelle prime comunità non si fossero radicate le credenze e la forma di vita cristiana. A tale compito si dedicò pazientemente la generazione successiva (70-110 d.C.), una generazione anonima che continuò il lavoro iniziato dai primi missionari e che fu decisiva per il futuro del cristianesimo. Guijarro fa luce su questo consolidamento partendo dall'analisi di due casi concreti, le comunità cristiane del Ponto e della Bitinia alla fine della seconda generazione, servendosi di due testimonianze di origine assai diversa eppure complementari: la Prima lettera di Pietro e la Lettera di Plinio il Giovane a Traiano. Se il primo testo permette di esaminare dall'interno il fenomeno del radicamento nei suoi inizi, il secondo dà l'opportunità di osservare dall'esterno i risultati di tale processo. Lo studio condotto su questi testi offre un aiuto inestimabile per comprendere l'affermazione del culto cristiano, offrendo una prospettiva esegetica di sorprendente profondità, in grado di rischiarare anche gli aspetti storico-sociali.
Le prime comunità cristiane si trovarono ad affrontare un gran numero di problemi: come conciliare la radicalità dell'evangelo con le necessità della vita quotidiana? come convivere con le comunità ebraiche rivendicando al tempo stesso un'identità propria? in che modo le comunità domestiche potevano influenzare la società? Scritto da un esperto di storia del cristianesimo delle origini, il libro consente di comprendere i motivi che hanno permesso alla nuova religione di conoscere una grande diffusione nel inondo del Mediterraneo e di penetrare nel cuore dell'impero romano. In ciascuna delle tre parti - da Pasqua alla missione paolina; dalla missione paolina alla guerra giudaica; la fine del periodo apostolico -, François Vouga riesamina le più recenti acquisizioni della ricerca esegetica e studia gli scritti, i protagonisti e i dibattiti più rilevanti del cristianesimo delle origini.
La problematica dei rapporti del cristianesimo con le altre religioni è da sempre più intricata e ardua che mai. Se l'incapacità mostrata dal cristianesimo di comprendere l'ebraismo è data per acquisita, il bilancio dei modi in cui esso ebbe a confrontarsi con le religioni cosiddette pagane resta disastroso, e oggi le chiese cristiane si trovano eredi di una tradizione teologica per la quale missione cristiana ha significato salvataggio di pagani da pratiche intrinsecamente malvagie. Nella sua indagine sul cristianesimo dei primordi e le religiosità pagane in età greca e romana, Luke Johnson muove da una definizione articolata di religione che consente di evitare le sacche usuali di attacco e difesa, gettando nuova luce su un dibattito tanto annoso quanto attuale.
La figura storica di Gesù, la nascita del cristianesimo e la modernità in che rapporto sono tra di loro? Il volume ne affronta la complessa relazione esaminando una serie di questioni fondamentali e focalizzando l'attenzione sulla critica del cristianesimo e la riscoperta dell'ebraicità di Gesù e di un cristianesimo originario. L'impatto della scienza moderna sul sistema teologico cristiano, le concezioni politiche e le dichiarazioni dei diritti dell'uomo emerse grazie all'Illuminismo hanno avuto un effetto positivo e di trasformazione non solo sulle diverse forme di cristianesimo, ma anche sull'ebraismo e sull'islam. La sterminata ricerca storica moderna su Gesù non è frutto di un atteggiamento anticristiano ma delle molteplici e diversificate correnti cristiane che assumono di volta in volta i vari fattori culturali della modernità.
Tutti hanno un nome, in questa storia: il Maestro, che alla fine si rivela e svanisce, e il mio compagno, che si chiamava Cleopa. Di me soltanto non rimane che l'ombra. Io sono un'impronta sulla strada per Emmaus.
L'Apocalisse sviluppa una delle cristologie più ricche ed elaborate dell'intero Nuovo Testamento. Se si considera, infatti, il solo dato statistico le attribuzioni cristologiche del libro sono di gran lunga superiori a molti altri scritti. Ugualmente le sfumature e la valenza dei diversi appellativi dati a Gesù presentano una vasta gamma di significati e implicazioni di carattere cristologico, ecclesiale, sociologico, escatologico e culturale in genere. Questo studio affronta aspetti che attraversano l'intera opera fornendo uno sguardo d'insieme sulla persona di Cristo. In particolare, vengono presi in esame i titoli «Figlio dell'uomo» e «Cristo-Agnello», i temi del giudizio e del regno, la metafora matrimoniale come immagine del rapporto di Gesù con la Chiesa. Infine, a partire dalla prima qualifica cristologica «il martire fedele», si rilegge la vicenda di Cristo morto e risorto in rapporto alla Chiesa e si considera l'intera rivelazione dell'Apocalisse nella sua valenza cristologica.
Attraverso l'analisi di alcuni importanti appellativi cristologici del quarto Vangelo, il libro offre una panoramica sulla cristologia giovannea in una prospettiva ecclesiale. Giovanni, secondo una tecnica caratteristica della sua narrazione, presenta alcuni titoli cristologici il cui senso appare chiaro non nell'immediato, ma nella dinamica del racconto, con un rilievo specifico riservato alla coesistenza sincronica dei temi dell'incarnazione e del mistero pasquale. Dalla figura del Cristo giovanneo emerge un aspetto ecclesiale; la voce della comunità, infatti, svolge un ruolo attivo e offre una rilettura confessionale della persona di Gesù. In questo modo, la cristologia del quarto Vangelo appare paradigmatica per l'ecclesiologia in quanto il modello ecclesiale riceve le sue coordinate identitarie dalla stessa figura di Cristo. Questo dato si rileva soprattutto nei racconti di risurrezione, dove, in modo ancor più accentuato, l'interesse delle pericopi verte sulla dimensione ecclesiale.
Negli ultimi decenni le ricerche archeologiche relative ai siti sorti nel tempo intorno al mare di Galilea hanno segnato un notevole incremento, rivelando un vivace e per certi aspetti inedito quadro della regione, esplicativo del contesto di vita del Cristo storico, che proprio a Cafarnao, e nell'area geografica relativa alla costa occidentale del lago di Tiberiade, svolge buona parte della sua predicazione pubblica, compiendo numerosi prodigi o apparendo ai discepoli dopo la Resurrezione. Proprio a questi celebri avvenimenti si rivolge il volume, che indaga, rispettando, nelle grandi linee, i confini cronologici dell'età paleocristiana, la traduzione figurativa di tutti quegli eventi, perlopiù disattesi dalla critica iconografica, che si consumano proprio sulle acque, ma anche quelli che si svolgono sullo sfondo o nelle immediate vicinanze del mare di Galilea, approdando talora, per mezzo di un approccio multidisciplinare, a vere e proprie riflessioni e/o acquisizioni di "geografia evangelica".
Il Cristo nascente dimora in ogni interiorità umana. Ci sono semi di divinità disseminati ovunque. Gesù di Nazaret venne a svegliarci e da allora sta albeggiando, nonostante il nostro intorpidimento.
Il libro ci fa contemplare le varie parti del corpo fisico di Gesù: piedi, gambe, mani, costato, cuore, volto... Un percorso affascinante e commovente, alla luce dei testi del Vangelo, che ci svela ancora di più la vita di Gesù Cristo incisa nel suo corpo, l'"anatomia di Dio", all'interno della quale ha senso l'intera esistenza umana. In passato, come ben dimostra il volume, la contemplazione del corpo benedetto e divino di Gesù è stata una fucina di santi e di ispirazioni artistiche e di annuncio infuocante del Vangelo. Ma, per il nostro autore, lo può essere anche per l'oggi. Il cristianesimo deve tornare a contemplare Gesù "dalla testa ai piedi", a immergere il suo sguardo nel Cristo Totale, non vedendolo come una realtà lontana di due millenni, ma contemporaneo a noi, Cristo vivo in mezzo a noi: nell'Eucaristia, nella Chiesa, nella carne piagata del povero. Il corpo di Cristo allora non è soltanto un'icona da contemplare, ma una realtà fisica nella quale siamo inseriti dopo la sua risurrezione e nella quale ognuno di noi può ritrovare se stesso. Prefazione di mons. Francesco Milito.
L'uomo e il suo modo di reagire alla Rivelazione di Dio, l'impatto antropologico della Rivelazione.
Il volume Il rapporto tra la ragione e la fede è stato sempre oggetto di ampia discussione all’interno del mondo teologico, tra la teologia e la filosofia e tra la teologia e la scienza. Il presente studio si propone di fornire un contributo alla riflessione teologica esaminando tale rapporto all’interno della Lettera ai Romani. La riflessione paolina ha un’angolazione particolare: guarda all’uomo e al suo modo di reagire davanti alla rivelazione di Dio con attenzione perciò all’impatto antropologico, per rendere gli interlocutori romani consapevoli delle conseguenze ontologiche ed etiche che derivano dalla fede in Gesù: se è vero che la ragione può sussistere anche senza la fede, non può essere che la fede esista senza la ragione cosicché tra le due viene a darsi una mutua necessità.
L’autore Giancarlo Corvino ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense (PUL), dopo essersi specializzato in Cristologia presso la stessa Università. Attualmente è docente di Teologia Biblica presso PIANUM, l’Istituto Teologico Abruzzese-Molisano di Chieti, affiliato alla PUL. Laico dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, Salesiano Cooperatore, collabora con la Scuola Diocesana di Formazione Teologica per Catechisti, dove insegna materie bibliche.
Gesù conosceva a memoria i salmi, e ne acceca un'intelligenza tutta speciale. Questa è una ragione per cui nelle parole dei salmi possiamo conoscere il cuore di Gesù, ciò che gli stava a cuore. I dieci capitoli di cui si compone questo libro contengono riflessioni e note su dodici salmi (8, 22, 42, 45, 51, 69, 72, 96, 118, 120, 121, 122) e su testi evangelici con riferimenti a questi stessi salmi. L'itinerario proposto con la lettura, la mediazione e la contemplazione di questi testi biblici può essere di conseguenza compiuto in dieci tappe, per esempio da dieci a venti giorni - e che non devono essere necessariamente consecutivi, ma non dovrebbero neppure essere troppo distanti tra loro.