
Il mondo digitale e iperconnesso della Chiesa è sempre più affollato di influencer che, con messaggi accattivanti e formule semplificate, propongono un’evangelizzazione fatta di moralismo, devozionismo e facili retoriche psicologico-umoristiche. Ma è davvero questa la strada per riscoprire la fede e la spiritualità? L’autore propone una formula diversa e molto valida valida: il silenzio, l’ascolto, l’attenzione verso l’altro e le letture capaci di nutrire l’anima.
Giuseppe Pani, sacerdote dell’Arcidiocesi di Oristano, direttore dell’Ufficio per la pastorale scolastica e delegato per la pastorale universitaria, la cultura e l’evangelizzazione digitale, è docente stabile di teologia morale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Sassari-Tempio Ampurias, socio dell’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale) e giornalista pubblicista.I suoi recenti studi si concentrano sull’etica delle tecnologie emergenti, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale e all’educazione mediatica. Si dedica anche alla riflessione filosofica applicata a questi temi, promuovendo un uso critico e responsabile delle nuove tecnologie.È autore di saggi che affrontano le sfide etiche, culturali e spirituali del nostro tempo:Violenza e Sacro. Un’analisi antropologico-religiosa del contesto barbaricino (2009); I Buchi dell’anima. Sulle note dell’esistenza (2011); La gioia dell’eros. Corpo e desiderio nella Chiesa (2012); Le tue labbra stillano nettare. Lettura al «cinema» del Cantico dei Cantici (2014); Lettura all’aria aperta della Laudato si’ (2016); Famiglia: un’opera d’arte. Riflessioni sull’Amoris laetitia attraverso i grandi pittori (2017); Piangere (2019); Pietre che rimbalzano sull’acqua. Cerchi di teologia del limite per vivere il nuovo presente (2020); per le edizioni Sanpino: Tutti contro uno. Un’intelligenza spirituale per staccarsi dalla folla degli haters. In dialogo con René Girard (2022); Sacro caos. Viaggio fra app, influencer e devozionismo online (2025).
A 750 anni dalla morte di Tommaso d'Aquino vengono riproposti gli studi di Carlo Lupi sulla sua proposta politica. L'attualità del suo pensiero risiede nella centralità del concetto di persona, attorno al quale viene a realizzarsi la comunità politica. Le istanze del personalismo cristiano vengono così a dare spunto efficace per i problemi che toccano la politica odierna, specialmente dal punto di vista dei valori di riferimento.
I saggi contenuti in questo volume, in prima edizione italiana, mostrano in modo organico la peculiarità del «realismo cristiano» di Niebuhr, una teoria politica tra le più originali del Novecento che ha ispirato negli Stati Uniti il New Deal di Roosevelt. Niebuhr propone una teologia politica antiperfettista dell'esistenza umana e della storia, che mira a comprendere realisticamente in tutte le sue contraddizioni la vicenda personale dell'individuo e la vicenda globale dell'umanità. Sono analizzati, con chiarezza e disincanto, i grandi temi della politica: ottimismo\pessimismo nella vita delle democrazie liberali, il ruolo delle utopie nella azione politica, la pace e la Chiesa, le illusioni di un governo mondiale, il dilemma nucleare, i limiti da porre al potere militare anche in caso di guerra. La sua attualità è una difesa della tradizione democratica che si ispira al pensiero di Sant'Agostino.
La tesi provocatoria di E. Käsemann (1906-1998), celata nella sua metafora genetica – l’apocalittica (diventata) la ‘madre’ di tutta la teologia cristiana – per quanto inevasa, è un punto di partenza storico-teologico permanente per le questioni fondamentali circa il rapporto tra Cristianesimo e ciò che si può intendere per “apocalittica”. Dalle sue origini il Cristianesimo viene plasmato dall’apocalittica, una sensibilità che chiama in causa i vari contributi scientifici nel solco del paradigma-transdisciplinare attuale, proprio per le sue aperture di senso già dal giudaismo del Secondo Tempio. A partire da una prospettiva ermeneutico-escatologica, il presente volume prende parte a tale riflessione ricavando, dagli approcci storico-religiosi che segnano una “ricerca apocalittica” e dalle tracce di alcuni teologi – K. Rahner, H.U. von Balthasar, J.B. Metz, J. Moltmann, W. Pannenberg, J. Ratzinger, et al. –, una chiave euristica originale: l’apocalittica in quanto sensibilità è una dimensione originaria del cristianesimo e trova una sua rifusione nel metodo della teologia.
Gesù in sinagoga è un testo innovativo perché offre una ricchissima presentazione di voci ebraiche – e un confronto con esse alla ricerca del cuore teologico di un possibile dialogo ebraico-cristiano – su Yehoshùa ha-Nozri, Gesù di Nazaret, secondo le ricerche condotte da studiosi e pensatori nel corso del Novecento e agli inizi del nuovo millennio, a fronte della domanda essenziale che Gesù pose storicamente fin dall’inizio anzitutto al suo popolo: “Chi sono io, per voi?”. A tale dilemma corrispose di fatto una duplice risposta, che lacerò la comunità ebraica: una parte di essa lo accolse come l’Atteso, l’altra lo rifiutò, pur lasciandosi seriamente interpellare dalla sua persona.
In queste pagine incontriamo il frutto di un rigoroso impegno intellettuale che ha prodotto, in ambito ebraico, molteplici e anche discordanti approcci al “mistero” di Gesù di Nazareth, il figlio di Israele che ha saputo interrogare la coscienza di molti e in ogni epoca.
Il lettore non ebreo potrà indagare personalmente su “chi sia Gesù” collocando la sua persona all’interno della storia e della cultura del popolo ebraico e, in particolare, il cristiano troverà in questi studi un motivo profondo di riflessione sulla propria fede in Gesù. In ambito ecclesiale, l’approfondimento del mistero di Cristo, indissolubilmente congiunto con quello di Israele, assume una valenza spirituale primaria nella ricerca dell’unità delle chiese. Quanto a chi non si riconosce in alcuna confessione religiosa, le tante voci ebraiche riportate e discusse nel testo offrono l’occasione preziosa per proseguire nella libera ricerca di una propria “cristologia”.
A ogni modo, sullo sfondo e al centro dello sviluppo di questo libro sta l’invito rivolto alle tradizioni ebraica e cristiana «a smettere di percepirsi come isole identitarie e a porsi invece alla ricerca di sorgenti comuni della fede e della storia delle fedi».
Possiamo promuovere seriamente una Chiesa sinodale senza un rinnovamento vocazionale che dia energia alla partecipazione, alla comunione e alla missione delle comunità cristiane? Questo rinnovamento deve tuttavia prendere la misura della sfida antropologica odierna, che richiede una risposta adeguata in dialogo con le attuali condizioni della cultura. Gli Atti del Simposio Romano del marzo 2024 offrono un approccio multidisciplinare al tema antropologico, che colloca i fondamenti perenni della visione cristiana in relazione alle diverse opzioni che circolano in merito alle questioni di identità e appartenenza, migrazione e integrazione, in una prospettiva di apertura alla fratellanza universale. Questa riflessione teologica vocazionale è una risorsa preziosa per la formazione a tutti i livelli, in continuità con il lavoro del Simposio sul Sacerdozio del 2022. Con una Omelia di Robert Francis Prevost/Leone XIV
Este volumen ofrece un panorama sintético de los aspectos más relevantes e incisivos que han determinado la fisonomía del pontificado de cada papa de los Jubileos.
This volume offers a synthetic overview of the most relevant and incisive aspects that have determined the physiognomy of the pontificate of each pope of the Jubilees.
Un breve perfil histórico de cada Papa, desde San Pedro hasta Francisco, que se centra en los aspectos más significativos del papado.
A brief historical profile of each Pope, from Saint Peter to Francis, in which attention is focused on the most significant aspects of the Papacy.
Este volumen ofrece una vision concisa de los aspectos más relevantes y incisivos que han determinado la fisonomía del pontificado de cada papa de los Jubileos. El análisis, desde Bonifacio VIII (1300) hasta 2015, sigue el orden cronológico en el que se proclamaron y celebraron los Años Santos. Finalmente, la referencia a algunos detalles que despiertan curiosidad convierte el texto en una herramienta útil para el conocimiento básico y la consulta.