
Bisogna imparare a guardare la liturgia attraverso il ritmo, il movimento, lo scam­bio, le interazioni, le relazioni, la mobilità dei simboli, la trasformazione delle singole identità, in una comunione di diversità che vibra, che si versa e che si espande, verso la vita eterna. Intesa in questo senso, la pro­fonda e autentica qua­lità relazionale che esiste tra i credenti in Cri­sto, si rende possibile e visibile anche attra­ver­so il mo­vimento armonico dei corpi che ce­le­brano il loro Signore. Cogliere i movimenti e le di­na­miche di una celebrazione, esaminan­do­­ne in particolare il movimento, ci rende ca­pa­ci di comprendere e gestire meglio la qua­lità relazionale che la liturgia esprime. Stu­dia­re il ritmo e le direzioni spaziali del corpo nel rito, ci aiuta a prendere coscien­za della finalità del rito stesso: la comunio­ne tra Dio e l’uma­ni­tà.
Giuliva Di Berardino laureata in Let­tere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Uni­ver­sità Antonianum di Roma, la Licenza pres­so l’Istituto di Liturgia Pastorale di Pa­do­va e il Dottorato in Teologia con specializzazione in Liturgia, nello stesso Istituto. Consacrata nel­l’Or­do Virginum della dio­ce­si di Verona, guida laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizza­zio­ne e all’accompagnamento spirituale. E’ an­che pedagogista del movi­men­to, inse­gnan­te di educazione al movimento e di re­li­gio­ne nella scuola pubblica. Insegna li­tur­­gia per laici nelle Scuole Vicariali della dio­cesi di Verona e nella Scuola di Spiritualità S. An­­tonio Dottore di Padova. Cura la rubrica “Ef­fatà” sul giornale online “Informazione cattolica”. Collabora inoltre con l’ufficio pel­le­gri­nag­gi della diocesi di Verona proponendo itinerari di spiritualità.
Lo studio di Vincenzo Pierri in modo ampio e con scrupolosa indagine scientifica sulle fonti esamina i formulari eucologici delle Missae rituales in Dedicatione ecclesiae et altaris e quelli della sezione Pro sancta Ecclesia delle Missae pro variis necessitatibus vel ad diversa della terza edizione tipica del Messale romano. I trentaquattro formulari esaminati offrono già di per se stessi una ricca documentazione e, compendiando sapientemente nova et vetera, offrono uno spaccato di teologia liturgica sul mistero della Chiesa nel quale dialogano allusioni scritturistiche e patristiche, insegnamenti dottrinali del Concilio Vaticano II, sedimentate acquisizioni della spiritualità cristiana. L'autore però si spinge oltre e, nella seconda parte, fa emergere e dà sistematica lettura dei temi ecclesiologici presenti nella lex orandi.
La grandiosa ouverture scelta, il Salmo 150, si erge come orizzonte interpretativo di tutta la questione “strumenti musicali e liturgia”. Vera perla preziosa di grande valore è poi il capitolo secondo, dove lo psal­te­rium iu­cun­dum costituisce un distillato della migliore eredità patristica sul tema, della quale Duri­ghello è grande conoscitore e appassionato. Tutta la seconda parte, infine, è un condensato di sapienza frutto di un lungo apprendistato alla scuola di tanti anni di insegnamento di mu­sicologia litur­gi­ca, di composizione di musica sacra e di prassi celebrativa vissuta sulla propria pel­le, oltre che sulle corde e sui flauti. I due ca­­pitoletti introduttivi della seconda parte offrono ancora un orizzonte di grande respiro nel comporre armonicamente Musica e Paro­la, Suono e Silenzio. E come non gu­stare an­co­ra quella sapienza evocata nelle ultime pa­gi­ne, dove viene esplicitata l’unica vera chiave interpretativa di ogni dibattito liturgico, cioè il ritmo del servizio che dovrebbe sempre bat­te­re il tempo di ogni canto e musica dei cri­stia­ni? Come parlare di strumenti musicali senza essere strumenti di servizio, di lode, di comu­nione? (don Giulio Osto, Prefazione)
Gianmartino Durighello, musicista, com­positore e insegnante di Conservatorio, collabora con l’Ufficio Liturgico Nazionale come docente al Coperlim. Insegna nelle Scuole di Musica per la Liturgia delle dio­cesi di Padova, Oppido Mamertina-Palmi e Venezia. Dal 2004 collabora come relatore a Celebriamo cantando, giornate di approfondimento promosse dalle Figlie della Chiesa, Roma, e con altre comunità e congregazioni religiose. Ha pubblicato testi di spiritualità liturgica e Lectio divina.
È destinato agli alunni (e docenti) del­­le Scuole e Istituti diocesani e par­roc­­chiali di mu­sica sacra. Utile anche ai di­rettori di cori e ai loro cantori più sen­­si­bili e preparati, com­presi gli alun­ni dei Con­servatori. È un’opera che non dovrebbe man­ca­­­re tra gli strumenti di con­sultazione e di ap­profondimento di tutti gli ani­ma­to­ri mu­­sicali della liturgia.
Il libro pubblica gli Atti della 70ª Settimana Litur­gica Nazionale tenutasi a Messina, dal 26 al 29 agosto 2019.
« Dalle parole indirizzate da papa Francesco ai par­tecipanti alla Plenaria della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, si esce chia­ramente sostenuti e incoraggiati per il tema della 70^ Settimana Liturgica Nazionale, individuato dalla feli­ce convergenza del Centro di Azione Liturgica e del­l’ar­civescovo di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela e i suoi più stretti collaboratori nell’am­bi­to della pastorale li­turgica. Il tema era suggerito dal­la straordinaria ricchez­za di testimonianza di san­tità che la città dello Stret­­to, offertasi per ospitare l’evento, e la storia del­l’ar­ci­diocesi sicula conserva e consegna al nostro presente ecclesiale. A porre la santità sotto il cono di luce della riflessione della nostra Settimana, contribuiva non po­co il dono che papa Francesco porgeva a tutta la Chie­sa il gior­no di San Giuseppe del 2018 consegnando a pastori e fedeli l’esortazione apostolica sulla santità nel mondo contemporaneo Gaudete et exsultate. Inol­tre, l’attenzione alla santità si presentava come un’op­portuna e indovinata prosecuzione del tema affrontato nella precedente Settimana Liturgica di Matera: “La liturgia risorsa di umanità”. Avendo sem­pre davanti agli occhi la lapidaria espressione conciliare di Gaudium et Spes 41: “Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo”, contempliamo il Santo come l’uomo “pienamente riuscito” in Cristo e la vita cristiana come il “passo affrettato” verso il suo pieno e definitivo conseguimento (MR 661) »
Nei mesi della pandemia mentre lo smarrimento coinvolgeva intere comunità inermi dinnanzi al virus e si affacciava lo spettro non solo della morte ma anche del disagio economico e della fame l'anziano ex vescovo di Caserta continuava a sostenere con l'ascolto e la condivisione chiunque bussasse alla sua porta. L'esperienza di questa difficile condizione unita ad un costante rapporto con la Scrittura e in particolare con la Parola di Gesù si sono tradotte nelle omelie raccolte in questo prezioso volume affidato oggi ai tanti lettori di Nogaro che di lui ricordano i libri e il trentennale impegno a difesa di tutti gli esseri umani.
C'è un momento della giornata in cui la luce sembra mescolarsi all'intonaco della case ed evaporare con infinita delicatezza. Le strade s'illuminano. È l'ora della preghiera. L'ora di Dio nella nostra vita.
La Parola è il pane necessario che nutre la vita del cristiano lungo tutto l'intero itinerario terreno perché egli non soffra di stenti e non venga meno nel cammino; è il pane che, quando lo si mangia, libera da sé tutto il dinamismo e l'efficacia per fortificare coloro che si siedono alla sua mensa; è il pane che sta alla base del motivo per cui i fratelli si riuniscono per celebrare l'agape che comunica forza, che arricchisce ed eleva spiritualmente.
Il pane è la Parola-dabàr, cioè è Parola-evento, Parola-azione, che agisce, che crea, illumina, rinnova, trasforma; è il pane-Parola che interpella la coscienza dell'uomo, guida il cammino della storia, abbatte ogni ostacolo e ogni resistenza e consegue infallibilmente l'obiettivo che si è prefissato.
Il concilio Vaticano II insegna che la Parola "est res et verba" (evento e Parola intimamente connessi) e che si illuminano a vicenda (DV, 2). Così, il pane-Parola e il pane-Eucaristico si integrano senza confondersi. Si tratta di due dimensioni della stessa realtà. "La Parola proclamata viva ed efficace, prepara la ricezione del Sacramento - precisa Papa Francesco nella Esortazione "Evangelii Gaudium" - e nel Sacramento tale Parola raggiunge la sua massima efficacia" (EG, 174).
Per molto tempo liturgisti e teologi hanno guardato al rapporto tra liturgia e secolarismo in modo troppo ristretto e schematico. Spesso si presume che nell’accogliere la cultura del “secolo”, si debba abbandonare la liturgia, o, al contrario, che nello scegliere la liturgia si debba chiudere la porta alla cultura secolare. A partire dal solco tracciato dai documenti conciliari, l’autore respinge la presunta incolmabile frattura fra liturgia e cultura secolare, cercando di mostrare che, se si è sinceramente preoccupati del futuro della fede cristiana, tali modelli di pensiero possono e devono essere lasciati alle spalle, hanno bisogno di essere risignificati nel modo più profondo possibile. Le riflessioni di questo testo contribuiscono a una più profonda comprensione di come un rinnovato dialogo tra liturgia e cultura può diventare fertile per il futuro della fede cristiana.
Joris Geldhof (Aalst 1976) è professore di liturgia e teologia sacramentaria presso la Facoltà di teologia e studi religiosi dell’Università cattolica di Leuven (Belgio) e preside dell’Istituto liturgico della medesima università. È caporedattore della rivista Questions Liturgiques/Studies in Liturgy. Le sue principali aree di ricerca sono la teologia liturgica, l’eucaristia e le questioni relative alla sacramentalità cristiana in un mondo secolarizzato.
L’autore presenta in questo libro una completa sintesi di quanto ha predicato e insegnato per anni ed anche pubblicato in opere precedenti sul tema dell’Eucarestia.
Nella prima parte sviluppa i temi più dottrinali del sacramento e si richiama all’enciclica di Paolo VI “Eucharisticum Mysterium” e all’Esortazione post sinodale di Benedetto XVI “Sacramentum Caritatis”.
Nella seconda parte offre suggerimenti pastorali e di comportamento.
Nella terza parte svolge un excursus storico dagli Apostoli al Concilio Vaticano II fino al pensiero degli ultimi Arcivescovi della Diocesi di Milano.
Il libretto è una guida quotidiana per i quaranta giorni di Quaresima. È il tempo di preghiera e di approfondimento della propria fede.
La meditazione della Parola, che Dio ci dona nella santa Messa quotidiana, ci aiuta a capire qual è il compito che il Signore chiede da noi per ogni giorno specifico. Mettendo in pratica ciò che ci chiede, facciamo diventare realtà il Vangelo proclamato. Così come il Verbo si fece carne per la nostra salvezza, anche noi facciamo diventare “carne” il Vangelo ascoltato.
Il percorso quotidiano proposto:
*ascolto del Vangelo del giorno
*riflessione sugli spunti più importanti che ne emergono
*proposito personale della giornata: un piccolo gesto che ci aiuterà a mettere in atto la Parola del Vangelo ascoltata e meditata.
«Quando vuoi stare a tu per tu con Dio, quando decidi di dedicare tempo alla preghiera, metti il cellulare in modalità non disturbare o aereo. Ti concentrerai meglio su quello che dici e leggi in queste pagine. E ti accorgerai che ti guarda, ti ascolta e, nell'intimità che si crea tra voi due, parla silenziosamente al tuo cuore». Tra gli oltre 300 testi proposti in queste pagine: il nuovo ordinario della Messa in italiano e latino, una guida per una buona confessione, le preghiere del cristiano, le verità della fede e i precetti della Chiesa, i canti liturgici latini più importanti.
Omelie per l'anno liturgico - Ciclo C - per rivivere i vari misteri della vita, della morte e della resurrezione di Gesù. Come i già pubblicati volumi di Omelie del Ciclo A e B, anche questo libro si articola in gruppi di Omelie pensate e scritte per il tempo di Avvento, di Natale, di Quaresima, per il tempo pasquale e la solennità del Signore, per le domeniche del tempo ordinario.