
"Si può fare!" è uno strumento destinato prima di tutto ai gruppi giovani e giovanissimi - e ai loro educatori - per aiutare a riflettere su alcuni temi quali democrazia, legalità e giustizia, studio e lavoro, ambiente e sviluppo sostenibile, cura del territorio, multiculturalità e cura degli ultimi, ma soprattutto a trasformarli in prassi e stili di vita concreti. Ogni tema viene approfondito, con linguaggio chiaro e semplice, a partire da un brano della parola, da un estratto della Dottrina sociale della Chiesa e dalla Costituzione. Vengono infine proposti degli esercizi di gruppo, tracce di impegno concreto che permettano di comprendere l'importanza della partecipazione alla vita della città e della responsabilità di ciascuno nella costruzione del bene comune.
Amare un po’ di più e un po’ meglio gli adolescenti che gli sono affidati: è questo lo scopo che muove l’impegno di ogni educatore. Amarli significa conoscere il loro mondo e incontrare le loro storie, dotandosi dei giusti strumenti per farlo.
Una sfida appassionante dalla quale ha preso vita un percorso di studio, promosso dal Settore giovani di Azione cattolica, che ha approfondito quattro dimensioni della vita degli adolescenti: la costruzione dell’identità, la vita spirituale, il rapporto con la sessualità e quello con i social network. Le riflessioni scaturite vengono ora
riconsegnate a tutti i responsabili associativi e a tutti gli educatori d’Italia. Il libro unisce approfondimenti tematici e spunti operativi per qualificare, ripensare e innovare la proposta formativa per i giovanissimi.
Questo libro non è un trattato di sociologia. Racconta il "vissuto" di un cammino tra gli "ultimi". Nel testo si parla in modo originale e creativo di emergenza educativa. L'autore opera un missaggio tra la condizione giovanile della città di Torino dei tempi di Don Bosco e quella dei nostri giorni. Le risposte date allora rivivono attraverso i racconti di ieri e di oggi. L'ascolto, la tolleranza, l'attenzione all'altro, la promozione della retta coscienza sono alcuni tra i tanti temi toccati dall'autore attraverso uno stile narrativo frutto non di teorie culturali, ma di un'esperienza quotidiana a contatto con diritti negati e miserie sociali: esperienza vissuta con il cuore di Don Bosco. Non mancano concreti suggerimenti e strategie per quanti operano nel sociale o si trovano a qualsiasi titolo a gestire un rapporto educativo.
Quando si diventa papà, la vita cambia. E le parole nuove diventano un riflesso di questo cambiamento: "post partum", "ciuccio", canzoncine, nuovi rituali serali... Gli amici di sempre si ritrovano ora a discutere non più di serate ma di quali siano i passeggini migliori e più pratici per superare i tornelli della metropolitana. Attraverso la loro penna e i loro disegni, Alexandre e Yannick ci raccontano questa nuova vita. Con umorismo, tenerezza e, a volte, impegno, passano in rassegna 100 parole che come un ABC accompagnano i neopapà a scoprire come affrontare e vivere i primi 100 giorni di una vita decisamente cambiata per sempre. Un libro progettato per essere adatto a una nuova vita: una pagina è una parola (a volte anche due), una sorta di spuntino letterario da sgranocchiare durante la giornata, tra una poppata e l'altra.
Da Socrate alla Montessori fino ad arrivare a Obama, un’antologia dell’educazione che passa in rassegna i grandi personaggi (e i temi) che, con il loro esempio e le loro opere, hanno segnato profondamente il modo di educare della loro epoca.
«Che una nuova generazione d’insegnanti si levi e si metta all’opera! Il compito sarà esaurito quando ciascuno di essi potrà dire: Il discepolo cui ho dato formazione progredisce sulla via del bene; per ottenere questo risultato, sul piatto della bilancia ho posto ogni mia risorsa».
Destinatari
Un libro per chi si occupa di educazione, ma che interesserà – per la sua natura – un ampio pubblico di lettori, affascinati dai personaggi presentati.
L'autore
Laura Alestra, laureata in Psicologia all’Università Cattolica di Milano, ha lavorato presso il Dipartimento per le problematiche sociali e giovanili della ASL di Bergamo, ha collaborato con l’ufficio per la pastorale della famiglia sviluppando corsi di educazione alla sessualità e all’affettività; ha inoltre operato come consulente familiare presso il consultorio diocesano di Bergamo.
Le fiabe e i racconti sono importanti occasioni di crescita e un tassello fondamentale delle interazioni tra adulto e bambino, in ogni cultura e Paese. Questa raccolta, realizzata in collaborazione con i missionari fidei donum della Diocesi di Milano, ci conduce attraverso i vari continenti, tra paesaggi fantastici e personaggi indimenticabili, per scoprire insieme i valori della fratellanza, dell'altruismo, dell'umiltà, della condivisione, alimentando curiosità e immaginazione. E per tradurre tutto questo "in pratica", i racconti sono accompagnati da giochi (uno per Paese) adatti a ogni età: un altro modo per conoscere tradizioni diverse ed esplorare insieme il mondo. Età di lettura: da 6 anni.
Per costruire un solida armonia nella coppia è necessario gestire i momenti difficili, riconoscere le aspettative illusorie o irrealistiche, cambiare le personali rigidità e controllare le reazioni emotive inappropriate. Fare in modo cioè, che la consapevolezza di sé possa essere un faro capace di illuminare la rotta per andare verso l’altro, valorizzando una grande risorsa di cui tutti disponiamo: la capacità di cambiare. Per costruire una sana relazione a due occorre oltrepassare i limiti di un individualismo eccentrico che obbliga a una solitudine soffocante.
Non è frequente, almeno nella diocesi di Roma, che un prete si trovi a prestare servizio in una parrocchia urbana durante l'arco intero di quarantatre anni, come è accaduto all'autore di queste note tra il 1969 e il 2011: dapprima da vicario, poi da parroco nella parrocchia di San Fulgenzio. Negli anni del post-concilio forte e sentita era l'istanza alla partecipazione da parte dei laici di fronte all'esigenza di innovare lo stile dei rapporti all'interno della Chiesa e della Chiesa stessa col mondo ad essa esterno. A San Fulgenzio poi, la comunità era in quel momento singolarmente sensibile e reattiva e, a cominciare dal suo primo parroco, aveva saputo definire una linea pastorale coerente con le prospettive che il dibattito conciliare aveva posto in luce e codificato soprattutto nelle costituzioni "Dei Verbum" sulla Sacra Rivelazione, "Sacrosanctum Concilium" sulla liturgia, "Lumen gentium" sulla Chiesa e la sua missione, "Gaudium et spes" sulla Chiesa e il mondo contemporaneo. Nell'attenzione ai tempi e alle circostanze concrete con cui l'azione pastorale doveva fare i conti, era nata non solo una serie di iniziative più o meno efficaci, ma uno stile a cui la comunità intera ha continuato ad attenersi negli anni, facilitata dal fatto che al primo parroco don Ivan Natalini, era subentrato il suo viceparroco don Giorgio Alessandrini, presente e attivo con lui quasi subito, da appena un anno dopo l'inaugurazione della parrocchia avvenuta l'otto febbraio del 1968. Il successore, autore di queste note, fortemente convinto e motivato a restare nel solco tracciato, ha voluto rendere di pubblica ragione un'esperienza dai molteplici risvolti, in cui sono intrecciati, oltre ad aspetti pastorali che interessano le dinamiche della Chiesa italiana di quegli anni, anche fatti e circostanze che hanno sfiorato questioni non secondarie della vita pubblica e civile in genere, in cui alcuni tra i parrocchiani erano personalmente impegnati.
Quattordici schemi di catechesi, che accompagnano giovani e adulti in ricerca di Dio, fondati su tre icone del Vangelo di Giovanni. Le tre pericopi permettono di vedere Gesù nell'arte dell'educatore, che non solo si fa carico delle necessità delle persone, ma si offre come punto risolutivo per una qualità di vita che abbia il sapore della felicità e la prospettiva della speranza.
«Chi cerca Dio, in via ordinaria lo incontra attraverso i Cristiani, nella vita della Chiesa, che con la semplicità dei gesti quotidiani aiuta gli uomini a passare da spettatori a testimoni, da persone di buon senso a persone secondo lo spirito».
Noi, ragazzi di oggi lettere di san Paolo ai cresimandi di Giuseppe Alcamo.
Cinque «lettere inedite» dell’Apostolo delle Genti, per condividere il suo percorso di fedeltà nella sequela di Cristo. Cinque catechesi, nate nella Chiesa di Mazara del Vallo, che coprono tutto l’arco di un anno pastorale. La proposta valorizza lo stile narrativo, dal sapore biblico, e ha come destinatari i ragazzi, con i quali si intende affrontare i temi che riguardano la vita di quanti accettano di portare a compimento la loro iniziazione cristiana. Un percorso che tiene conto della «sfida educativa», compito di tutta la Chiesa, per condurre i ragazzi dai 13 ai 16 anni ad assumere il coraggio di uno sguardo verso il futuro e insieme sostenere, dare significato e aiutare a scendere in profondità nella loro vita di ogni giorno.
Punti forti
Proposta formativa riguardante i temi «caldi» della vita cristiana per ragazzi che si preparano al sacramento della Confermazione.
Cinque tappe che coprono tutto l’anno liturgico-pastorale.
Opportunità di continuare la riflessione e la scoperta della figura di san Paolo.
Destinatari
Ragazzi della cresima (13-16 anni), ma non soltanto, e loro catechisti/animatori.
Autore
Giuseppe Alcamo, sacerdote della diocesi di Mazara del Vallo, è docente di catechetica nella Facoltà Teologica di Sicilia e direttore dell’Ufficio Regionale per la dottrina della fede e la catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana. Ha conseguito il dottorato in Teologia con specializzazione in Pastorale Giovanile e Catechetica, presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha pubblicato La catechesi in Sicilia tra il Concilio Vaticano II e il Giubileo del 2000 (2006) e La «sicura bussola» della Chiesa (2008).
Il 2 febbraio 1970 veniva pubblicato il Documento di base Il rinnovamento della catechesi, «un momento storico e decisivo per la fede cattolica del popolo italiano», secondo quanto ebbe a dire Paolo VI.
A distanza di quattro decenni, con la nuova sensibilità ecclesiale acquisita e nel nuovo contesto sociale che si è venuto a creare, soprattutto alla luce degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 20102020 Educare alla vita buona del Vangelo, si sente più che mai il bisogno di rivedere questo importantissimo documento e di ripensare la catechesi come progetto educativo.
Gli interventi dei diversi autori, raccolti in questo volume, con le loro riconosciute competenze pastorali e catechetiche, oltre a ricostruire l’impatto che la pubblicazione del Documento di base ha avuto nella Chiesa italiana, permettono soprattutto di cogliere l’evoluzione della catechesi italiana verso una forma sempre più preminente di educazione alla fede, mettendo in luce anche la straordinaria attualità dei contenuti di tale documento.
Punti forti
Un documento fondamentale della catechesi italiana riletto alla luce degli Orientamenti della CEI per il decennio 2010-2020 e un testo che ben sintetizza l’evoluzione della catechesi come progetto educativo.
La fama e competenza degli autori, tra i massimi esperti di catechetica in Italia.
Destinatari
Sacerdoti, catechisti, educatori.
Autori
Giuseppe Alcamo, presbitero della Chiesa di Mazara del Vallo, è direttore dell’Ufficio Catechistico della sua diocesi e dell’Ufficio Regionale per l’Evangelizzazione e la Catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana.
Carmelo Torcivia, presbitero della Chiesa di Palermo, è docente di Pastorale nella Facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista».
Luciano Meddi, presbitero della Chiesa di Roma, docente di Catechetica missionaria nella Pontificia Università Urbaniana.
Giuseppe Ruta sdb, è docente di Catechetica nell’Istituto Teologico «San Tommaso» di Messina.
Vincenzo Sorce, presbitero della Chiesa di Caltanissetta, già docente di Pastorale e di Catechetica nella Facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista».
Come comunicare la fede all'uomo di oggi in modo semplice, avvincente e personale? Come narrare la storia che vede coinvolti Dio e l'uomo, sempre in modo originale e inedito, non in forma stereotipata e con formule, forse corrette, ma astratte? Ecco le domande che assillano tutti coloro che vivono la fede come valore importante per la propria vita. Chi racconta consegna nelle mani e nel cuore di chi ascolta qualcosa del mistero della sua persona, trasmette un segreto di vita, che aiuta a vivere coloro che recepiscono il segreto. Tutto questo lo è ancor più nel narrare la propria fede. I diversi autori, ognuno dalla propria prospettiva, affermano che la vera narrazione della fede mantiene salda la centralità del contenuto di fede e dà l'opportunità a colui che narra di personalizzare il racconto, così come hanno fatto gli stessi evangelisti e tutti gli scrittori del Nuovo Testamento, testimoniando con entusiasmo e coraggio la loro fede in Cristo, unico Signore. L'evento della storia della salvezza ha bisogno della narrazione per poter essere rappresentato in maniera corrispondente alla condizione umana. Trasmettere la fede non significa trasmettere un deposito, ma comunicare Dio, partecipare Dio che è agape. Trasmettere è innestare il contatto con la visione, l'esperienza con l'interpretazione, la testimonianza con il memoriale. L'educazione è cosa diversa dall'istruzione; non viene data mediante corsi di morale e comportamento...