
Viviamo una stagione di complessa e comunque fiduciosa sperimentazione: si cercano nuove vie per l’annuncio del Vangelo e per la trasmissione della fede. L’urgenza e la chance di una sofferta questione educativa incontrano il mistero cristiano, e si impone una domanda: potremmo educare a risorgere? La risposta si distende in un cammino:
Chi VIVE l’incontro, il dono, la parola, e MUORE nel silenzio, nel servizio, nella comunione, RISORGE al perdono, alla speranza, alla vita nuova.
Destinatari
Parroci, catechisti, guide spirituali, responsabili di gruppi di rinnovamento cristiano.
Autore Antonio Napolioni, presbitero della diocesi di Camerino, impegnato nello scautismo cattolico, docente di catechetica e teologia pastorale, ha esercitato il ministero in diversi contesti ecclesiali, soprattutto nella formazione sacerdotale e degli operatori pastorali.Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo La strada dei giovani (San Paolo 1994), Grandi come bambini (LDC 1998)
L'impegno educativo esige che la fede cristiana diventi il cuore di una profonda spiritualità di chi educa. Oggi più che mai l'educazione si gioca soprattutto sulla testimonianza. Educando, saremo effettivamente e concretamente, e non solo a parole, testimoni di Gesù Cristo speranza del mondo e daremo il nostro apporto alla vita del paese collaborando al suo sviluppo materiale e culturale. Questo libro è sorretto dalla speranza di essere un piccolo stimolo nella realizzazione di questo grande sogno: a scuola in primo luogo, ma anche in famiglia e in ogni altro luogo di formazione.
Per quanti credono nella faticosa ma bella opera dell'educazione, seguendo il metodo preventivo di Don Bosco.
Il libro presenta il sistema preventivo di Don Bosco, nella convinzione che esso ancora oggi possa essere molto interessante per educare i giovani alla vita buona del Vangelo. Il titolo fa riferimento agli "Orientamenti pastorali" dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-2020: "Educare alla vita buona del Vangelo", dove si afferma che «nella storia della Chiesa in Italia non pochi santi hanno fatto dell'impegno educativo la loro missione e hanno dato vita a iniziative singolari, parecchie delle quali mantengono ancora oggi la loro validità e sono un prezioso contributo al bene della società». Tra essi, appunto, san Giovanni Bosco e il suo sistema preventivo.
«Educarsi per educare», è sempre più importante per ogni intervento educativo, specie da parte di chi intende educare cristianamente.
La riflessione piglia gli inizi dall’evangelico «pro eis sanctifico me ipsum» (= «per essi santifico me stesso») di Gesù. Da qui si parte per riandare alle sorgenti “teologali” della motivazione e dell’intenzionalità educativa: educare diventa, allora, un modo di seguire Gesù e il suo Vangelo, continuando e ispirandosi a Gesù Maestro, per saper parlare al bisogno di significato e di felicità dei giovani.
In questo grave compito, ecclesiale e civile, “dalla parte dei giovani”, si suggeriscono alcune piste di formazione della personalità degli educatori, che culminano nello sviluppo di una vita vera e buona, ad altezza di mondo, rinnovata dalla fede.
Si conclude indicando nel beato papa Giovanni Paolo II un modello esemplare di educatore dei giovani d’oggi.
Ci auguriamo che leggendo i dodici capitoletti del libro si apprenda a “leggere” il nostro tempo, gli eventi quotidiani, i documenti civili ed ecclesiali, in chiave educativa cristiana, perché – come diceva quel grande educatore che fu don Lorenzo Milani – «il maestro deve essere per quanto può “profeta”, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi oggi vediamo solo in confuso».
Il libro studia i rapporti tra educazione e evangelizzazione alla luce della cosiddetta “nuova evangelizzazione”. Ma più precisamente cerca di mostrare tutta la portata del detto “evangelizzare educando e educare evangelizzando” che si vuole realizzare nella pastorale in genere e in quella giovanile in particolare o anche là dove si vuole educare alla vita buona del Vangelo. Per questo si indica anzitutto un modello comprensivo di rapporti tra evangelizzazione e educazione e si fa opera di coscientizzazione dei presupposti conoscitivi e antropologici che lo rendono comprensibile e attuabile. Dopo di che sulla base delle indicazioni che vengono dai recenti documenti ecclesiali (Educare alla vita buona del Vangelo, i Lineamenta e l’Instrumentum Laboris del XIII sinodo dei Vescovi, la lettera Apostolica “Porta fidei”, ma anche alcune omelie di Benedetto XVI e il Messaggio al Popolo di Dio, di cui si danno ampi stralci nelle tre appendici finali), si delineano gli ambiti, i luoghi e gli itinerari (il dove, il cosa e il come) dell’educare e dell’evangelizzare nell’orizzonte della nuova evangelizzazione. Segue un capitolo dedicato alla formazione di educatori/evangelizzatori operosi, gioiosi e testimonianti sulla scia di Gesù Maestro. In questa linea si può dire che il libro si presenta come un utile strumento per l’azione educativa/pastorale, specie per e dei giovani.
Come possiamo raccontare ai bambini e ai ragazzi di oggi la bellezza della scelta di Cristo e del suo vangelo? Da questa domanda nasce l'esperienza di ricerca e di formazione ricolta ai catechisti della diocesi di Brescia, condotta in collaborazione con il Dipartimento di pedagogia dell'Università Cattolica di Brescia, poi raccolta in questo sussidio. In una cultura dell'infanzia in cui è diffusa "l'indigestione" di parole e di immagini e allo stesso tempo "la carestia" di relazioni e di valori, questo testo si pone come strumento efficace per poter accedere all'universo infantile, riconoscendone i bisogni educativi autentici. Alle indicazioni pedagogiche sono uniti suggerimenti "pratici" per il lavoro di programmazione e di azione nei gruppi, in particolare per le fasce di età 6-8 e 9-11 anni. I catechisti oggi si trovano impegnati in una grande sfida educativa e relazionale, umana e cristiana. Pur essendo l'incontro di catechismo una piccola goccia nella vastitià degli impegni che costellano la vita di fanciulli e ragazzi, questa esperienza può arrecare un contributo inestimabile alla loro forma se condotta nel segno dell'attenzione prioritaria al valore della persona che ogni bambino incarna.
Rispondendo alla domanda che tutti i genitori si pongono: Come educare nostro figlio? Questo libro presenta una chiara linea educativa che, conservando il meglio delle esperienze passate, prende le distanze da certi eccessi e da certe mode attuali. Dopo secoli di educazione rigorista, che obbligava il bambino a sottomettersi all'adulto, di recente si è passati a uno stile diametralmente opposto, che induce i genitori a soddisfare tutti i bisogni del bambino. I risultati non sono stati all'altezza delle speranze. Di che cosa ha bisogno un bambino per "diventare grande"? Per crescere, il bambino ha bisogno di fare esperienze modulate su due assi dell'educazione, quello affettivo e quello normativo, senza che uno abbia a prevalere sull'altro. È importante, secondo l'autore, non perdere i progressi compiuti nella direzione del rispetto verso il bambino e i suoi bisogni... in sintesi: è responsabilità dell'educatore far sì che l'educazione sappia camminare sulle due coordinate. Cardine della nuova educazione è certamente l'affermazione che il bambino è "persona" a pieno titolo, quindi merita tutto il nostro rispetto. Ciò implica che ai bisogni del bambino devono adattarsi ambiente e persone. L'autore, con molta competenza professionale e convinzione umana, essendo egli anche genitore, indica come coniugare, in maniera molto concreta, le due componenti in un'educazione che, si spera, riesca bene.
L’amore è la cosa più grande di tutte. Ma chi lo riduce a una cosetta graziosa come un sentimento romantico non sfrutta per intero la forza che racchiude.
I due autori, Eckhard Nagel e Katrin Göring-Eckardt, lo illustrano con chiarezza: sviluppano in modo creativo un discorso sulle diverse dimensioni dell’amore. E mostrano che è il cuore della fede cristiana: l’amore è più grande della morale, non conosce la paura, supera i limiti; l’amore può diventare energia vitale nelle più diverse situazioni della vita di persone e comunità, in quanto passione, dono di sé, solidarietà, dedizione, fiducia, stima reciproca, misericordia e coraggio.
L’amore è imprescindibile per la vita insieme, in famiglia e al lavoro, nella chiesa e nella politica. Nella fede ha il suo fondamento, che vuole sempre tornare a essere scoperto. Perché l’amore è essere cristiani di tutto cuore.
Il racconto di un caso che ha messo in luce la difficile situazione degli insegnanti di religione, attaccati dalla Chiesa e dal mondo. Prefazione di Giovanni Zenone. Nell'assenza di criteri chiari e di programmi definiti e vincolanti, continuamente sotto scacco per il rischio di perdere studenti, gli insegnanti di religione vivono una situazione istituzionalmente debole e svantaggiata rispetto a quella degli insegnanti di altre materie. E' il caso di Giorgio Nadali, a cui dopo 26 anni è stata revocata l'idoneità a insegnare religione nelle scuole pubbliche per aver proiettato in una classedi liceo un famoso video antiabortista sulla soppr4ssione di feti. La conferma della revoca da parte della Curia di Milano dimostra inoltre come, ancora una volta, gli insegnanti di religione non possano contare nel momento del bisogno sul sostegno della Chiesa, la quale, anzi, è sempre più ansiosa di dialogo con il mondo, magari anche a scapito della Verità.
Creativi, immersi nella rapida evoluzione tecnologica, ambiziosi verso il futuro: ma sapranno crescere determinati anche nella scelta del bene? E la comunità cristiana saprà ancora aiutare in modo efficace i bambini e i ragazzi di oggi a maturare un profilo etico adeguato ai tempi?Questo volume armonizza diversi contributi di specialisti in chiave interdisciplinare sul tema dell'educazione morale nei percorsi di iniziazione cristiana. La proposta di itinerari catechetici per la formazione etica, pensati da presbiteri, catechisti ed educatori, traduce in passi possibili le prospettive delineate nella riflessione pedagogica e teologico-morale, al fine di aiutare i bambini e i ragazzi «a sviluppare quei principi interiori stabili che possono muovere a compiere spontaneamente il bene» (Amoris laetitia, 267).
Come aiutare i presbiteri nel guidare il discernimento morale dei fedeli? La formazione iniziale e permanente può essere migliorata? I modelli attuali, come i seminari, sono ancora adeguati?Il testo traccia alcune linee di rinnovamento nella formazione affinché i presbiteri sappiano accompagnare con competenza la coscienza nel discernimento. Il formatore interessato troverà in queste pagine un modello formativo basato sull'apprendimento riflessivo nell'esperienza pastorale e la proposta del metodo dei vissuti morali personali da sperimentare sul campo.

