
"La strada su cui Arturo cammina da 93 anni è fiancheggiata dai ruderi di molte ideologie, speranze, illusioni, civiltà, filosofie, piccoli Mozart (per dirla con Saint-Exupèry) assassinati dalla miseria. Sulla stessa strada ha camminato la Chiesa, la 'sua' Chiesa: quella che egli enormemente ama ma della quale conosce il dramma di essere semper casta et meretrix, come la definivano gli antichi Padri: congregata intorno al Crocifisso risorto e però popolata da uomini quasi sempre, quasi tutti, infedeli per viltà e per egoismo.[...] Per questo il vecchio indomito torna e ritorna fra noi, lasciando le sue nuove patrie. Viene come un messaggero" (dalla Prefazione di Ettore Masina).
"La decifrazione della mitologia e del rito è una questione che pertiene alla storia della nostra abilità di riconoscere fenomeni di persecuzione. Quello che ci prefiggiamo di raggiungere è un punto al di là dell'ultimo traguardo raggiunto cento anni fa, quando gli ultimi resti del pensiero magico vennero liquidati. In quel momento la nostra cultura raggiunse una soglia oltre la quale tutti i testi mitici e religiosi dell'umanità divengono materiali da demistificare o "decostruire", allo stesso modo dei processi alle streghe e di altre forme di persecuzione collettiva. Sono ormai cinquecento anni che indugiamo su quella soglia, senza mai trovare il coraggio di oltrepassarla. La teoria mimetica del capro espiatorio è il passo oltre quella soglia".
Il libro raccoglie i racconti inediti in Italia e un'antologia delle lettere di Clive Staples Lewis, insigne medievista e scrittore inglese, amico e collega di Tolkien. Animatore, insieme allo stesso Tolkien e a Charles Williams, del gruppo degli Inklings, è autore di opere di grande successo come "Le Lettere di Berlicche" e "Le Cronache di Narnia", ciclo di sette romanzi di fantascienza, che hanno recentemente ispirato il cinema.
Nel libro si ricostruiscono la vita e le opere, con largo uso di citazioni da documenti, lettere, testimonianze dell’epoca, sottolineando tutti gli incroci con gli altri autori e amici di Lewis (Tolkien, per esempio, fu fraterno amico di Lewis).
Si sottolineano molto i legami di Lewis con l’Italia: il singolare carteggio, in latino, con don Giovanni Calabria, prete veronese iniziatore dell’omonima Opera; il nome Narnia, viene dall’odierna cittadina umbra di Narni; la prima edizione delle "Lettere di Berlicche" era dedicata a mons. Francesco Olgiati, cofondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Gulisano riesce quindi a dipingere un profilo attento e variegato, ricco e suggestivo come lo sono le opere di questo grande scrittore.
Il Profeta ha trascorso lunghi anni di riflessione e di solitudine nella città di Orfalese. Ora la sua nave è giunta per riportarlo nell'isola dov'è nato e il popolo si raccoglie intorno a lui. È l'addio. Prima di andarsene risponde alle domande della gente e dona la sua saggezza: il lavoro, il matrimonio e i figli, l'amore e la bellezza, la casa, il dare e il ricevere, il delitto e il castigo, i vestiti, l'amicizia, il piacere... Su questi e su molti altri argomenti il Profeta parla alla gente di Orfalese e a noi tutti.
La prima parte del volume comprende saggi più propriamente di teologia fondamentale: Verbo, Scrittura tradizione; Verbo e storia; Le implicazioni del Verbo; Dio parla come uomo. Nella seconda dove prevalgono tematiche cristologiche ed ecclesiali l'autore propone con forza il superamento del divorzio tra teologia e preghiera.
´Summaª della vicenda speculativa di Newman (1801-1890) che sostanzia con singolare coerenza e continuit‡ tutto líarco della sua lunga, intensissima esistenza, la Grammatica dellíassenso (1870) presenta ancora e soprattutto oggi una straordinaria attrattiva ideale. Il nichilismo contemporaneo proclama líimpossibilit‡ e dunque líinutilit‡ di ogni tentativo di individuare il senso dellíesistere; Newman propone uno scavo paziente, tenace e aderente alla realt‡ data per rintracciare le radici a cui si ancora líitinerario dellíuomo, dalla prima aurorale consapevolezza alle forme pi˘ alte e complesse dellíintuizione di universi e mondi che da ultimo si proiettano al di l‡ dellíorizzonte stesso del mondo presente. La domanda iniziale circa la natura e la validit‡ della conoscenza di fede porta cosÏ a un cammino a ritroso armoniosamente e coralmente articolato secondo le nervature interne della realt‡ verso il fondamento primo dellíesperienza, in cui líesistere e il conoscere si congiungono in un misterioso saldissimo connubio. Sta in ciÚ la novit‡ e líunicit‡ di questo testo capitale, manifesto del metodo naturale del pensare, richiamo allíimmediatezza del dialogo con la realt‡, invito a ritrovare la semplicit‡ e lo stupore dellíinfanzia spirituale, da cui soltanto nasce ogni forma di autentica edificazione umana.
Dalla introduzione di Luca Orbetello
Il testo, proposto in una nuova edizione coedita con Jaca Book, è un classico della teologia del Novecento. Hans Urs von Balthasar vi esprime i fondamenti della dottrina cristiana.
Esiste un "mistero di Torino"? Cosa nasconde la città della Sindone e dell'autoritratto di Leonardo, dei tecnici della Fiat e dei satanisti, di san Giuseppe Cottolengo e del re lussurioso e scomunicato? Prediletta da Nostradamus, ospita la più grande raccolta di mummie e libri egizi, eccitava Nietzsche e ispirava a De Chirico la sua pittura metafisica... L'enigma di questa "strana metropoli" è indagato nel libro da due autori diversissimi per età, opinioni, formazione, che raccontano le atmosfere e i personaggi di Torino, sempre sorprendente, a volte inquietante, da due opposte prospettive - cattolica e laica - che a volte si scontrano e a volte si mescolano. La città sabauda diviene così metafora del mondo, luogo geografico e spirituale dove luce e ombra, peccato e grazia convergono e si sfidano a duello. Sullo sfondo, il paradosso di Umberto Eco: "Senza l'Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa. Ma senza Torino, l'Italia sarebbe molto diversa".
Classico del pensiero cristiano del Novecento, Il Signore di Romano Guardini nasce dall'esperienza della predicazione. Per diversi anni Guardini illustrò la figura di Gesù Cristo a un'assemblea liturgica composta prevalentemente di studenti, ripercorrendo la narrazione evangelica con l'intento di delineare la figura e l'identità del Signore. La fortuna che nei decenni ha accompagnato l'opera è certo dovuta anche a questa vividezza di contesto, propizia all'emergere del senso della parola biblica. Guadini si prefigge di far cogliere il significato profondo dei testi evangelici, e del Nuovo Testamento tutto: tale rivelazione non si dà anzitutto attraverso un'analisi storica e filologica, bensì nell'approfondimento religioso che fa spazio al 'cuore'. Essa è la chiave d'accesso a quell'«incandescente realtà» che la Scrittura custodisce. Per chi voglia aprirsi alla verità della persona di Gesù è necessario «l'incontro della narrazione con il cuore disponibile ad accoglierla». Ciò richiede pazienza e rispetto, e insieme «un'attenzione calma, che attende, che domanda». A tale condizione il volto di Cristo si svela: dagli inizi dell'esistenza storica fino allo splendore dell'Apocalisse, passando attraverso il destino di morte da Lui assunto obbediente, consapevole che solo da lì sarebbe scaturita la redenzione dell'uomo. La figura che Guardini ci consegna, invita alla 'conversione': eccede infatti ogni misura che pretenda di rinchiuderla in parametri abituali, perché Gesù è la misura del tutto - il Signore.

