
Un'inchiesta condotta sul campo, in Argentina, che fa piena luce sul modo di muoversi di Jorge Mario Bergoglio negli anni dei desaparecidos. Lungi dall'essere stato connivente o passivo, Bergoglio mise in salvo quanti poté, preti e laici, cattolici come lontani dalla fede, a costo di elevati rischi personali e con stratagemmi talora rocamboleschi. A dittatura finita, il cardinale di Buenos Aires si è fatto voce della richiesta di perdono da parte della chiesa per le sue responsabilità in quella "guerra sporca".
"Papa Francesco si è presentato al mondo con la sua semplicità. Subito abbiamo saputo riconoscere i segni dell'essenzialità e della libertà, della sua assoluta autonomia: povero per essere massimamente libero senza cedere a forme sentimentali di pauperismo di facciata. Mai un papa nella storia recente si è permesso così 'tante libertà'. Ci sta facendo sognare una Chiesa capace di accogliere la sfida sempre nuova di ritornare al Vangelo. L'elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio a Pontefice è stata salutata con la parola 'novità'. I suoi comportamenti, il suo abbigliamento, la sua croce pettorale, le sue sorridenti e spesso gioiose avventure sulla jeep o a piedi, in mezzo a decine di migliaia di persone in piazza San Pietro, i suoi discorsi, le sue prese di posizione, il continuo richiamo alla 'Chiesa povera e dei poveri': tutto 'nuovo', dunque, e tutto meritevole di attenzione? O tutto invece radicato in una tradizione evangelica che va solo recuperata? Questo libro è qualcosa di molto diverso rispetto alla pubblicistica corrente. L'autore, un fratello della famiglia benedettina, presenta Francesco non come un 'nuovo', ma come un 'figlio' immutato del Dio altrettanto immutato che ha incontrato a diciassette anni dopo una confessione; e come il frutto di una visione della fede cristiana e della Chiesa in cui si compenetrano l'uno con l'altro il passato, il presente e il futuro." (dalla Prefazione di Beppe del Colle)
"Lo sguardo della contemplazione si fa azione antimondana, diviene sfida a ogni istituzione 'ansiosa, indaffarata, competitiva e dominante'. Il cristiano è chiamato a mostrare che il Vangelo rimane attraente: da qui nasce la gioia, gioia per la visione del volto di Cristo, gioia per la comunione reciproca, da qui nasce l'annuncio credibile." (dall'Introduzione di Enzo Bianchi)
Il filo rosso del volume è dato dall'unione indispensabile di tre termini: giustizia, solidarietà, speranza. Alla base di una convivenza occorre la giustizia, la giustizia genera solidarietà, ma se manca la giustizia la solidarietà può farsene promotrice. La speranza è portata da Gesù ed è un bene fondamentale per l'uomo. Il volume raccoglie gli interventi del cardinale Bergoglio il 25 maggio nella cattedrale di Buenos Aires e il 7 agosto al santuario di San Gaetano, tra il 1999 e il 2005. San Gaetano è il patrono dei lavoratori. Le omelie di Bergoglio affermavano anzitutto il diritto al lavoro per ogni uomo, il diritto al salario e a giuste condizioni: così il futuro papa Francesco svolgeva una vera pastorale sociale. Il 25 maggio in cattedrale si festeggiava il giorno della nascita della nazione argentina. Bergoglio era solito non limitarsi alla memoria storica, ma affrontava i problemi economici e sociali che il popolo argentino stava incontrando. Il secondo volume sul pensiero sociale e politico di papa Francesco dopo "Noi come cittadini, noi come popolo" (Jaca Book-LEV, 2013).
Don Gallo, il prete da marciapiede che non si è mai piegato alle logiche conformiste della Chiesa. Bergoglio, un papa che si sottrae a ogni schema, rinuncia alle cerimonie istituzionali mondane e va in visita a Lampedusa per abbracciare i migranti. Questo libro raccoglie il pensiero, così vicino, del "prete degli ultimi" e del "papa dei poveri", portatori di un messaggio rivoluzionario di giustizia e libertà per una Chiesa nuova. Don Gallo è stato un contestatore della Chiesa, ma non ha mai pensato di uscirne, poiché credeva in una sua trasformazione dall'interno. Proprio quello che sta facendo papa Francesco, un pontefice che incarna le speranze del Don di avere finalmente un papa "povero, servo dei servi, giusto".
In questo libro il fondatore della Comunità di Sant’Egidio fa un ritratto di Francesco I e di questi primi mesi di pontificato. Il rifiuto di trasferirsi nell’appartamento papale e di tanti riti della curia romana sono i segni esteriori di un Papa che vive lontano dal potere e vicino ai fedeli. Fin dal giorno dell’elezione il Papa ha detto:
“E adesso, incominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi”. Riccardi si interroga su quale sia il segreto di questo Papa, e lo scopre nella simpatia intesa “nel senso profondo della parola, che si è instaurata tra Francesco e la gente: simpatia non è qualcosa di superficiale, ma vuol dire compassione, capacità di partecipazione alla vita altrui, ai suoi problemi, ai suoi sentimenti”.
La semplicità di Papa Francesco – secondo Riccardi – nasconde una vera profondità: il “popolo”, con il suo intuito, lo ha capito e lo segue.
ANDREA RICCARDI è noto internazionalmente per essere stato il fondatore, nel 1968, della Comunità di Sant’Egidio. Nel governo Monti ha ricoperto la carica di ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione.
Il 21 marzo 2013 è stato nominato professore emerito dall’Università di Roma Tre.
Questo libro intende aiutare il lettore a leggere attivamente i testi di Sant'Ignazio di Loyola. Leggere i testi di un autore è del resto il modo migliore per conoscerlo. Ignazio è vissuto nel Cinquecento, ciò significa che non sempre i suoi scritti sono facili da comprendere per un lettore del terzo millennio. L'aiuto di uno specialista non è un lusso, ma al contrario un valido e fertile accompagnamento. Il racconto di un pellegrino, gli Esercizi spirituali, La Deliberazione dei primi padri, le Costituzioni della Compagnia di Gesù, il Diario spirituale, alcune Lettere: il filo rosso di tutti questi testi qui presentati è il discernimento spirituale. In esso Ignazio aveva una grande esperienza e su di esso ha scritto alcune regole che sono, in certo senso, una vera e propria "formalizzazione" della sua esperienza. Ogni testo è accompagnato da alcune informazioni storiche circa la sua genesi e da un commentario come guida alla lettura. Al lettore attento che si avventurerà in questi testi apparirà a poco a poco una nuova immagine di Ignazio: più complessa, più vera, più sfumata.
Dopo alcuni anni trascorsi in terra straniera, Almustafa (ovvero l'eletto di Dio), sente che è giunto il momento di fare ritorno all'isola nativa. In procinto di salpare egli affida al popolo della città di Orphalese un prezioso testamento spirituale: una serie di riposte intorno ai grandi temi della vita e della morte, dell'amore e della fede, del bene e del male. Pubblicato a New York nel 1923, "Il Profeta" viene subito accolto con grande favore di pubblico soprattutto presso i giovani, i quali vedono in Gibran un maestro di saggezza. A distanza di tanti anni l'interesse è rimasto immutato: silloge che abbraccia i problemi fondamentali dell'esistenza, il capolavoro del poeta libanese è anche libro di notevole fascino. Il clima sospeso e rarefatto, il ritmo incantatorio di una scrittura lirica di presa immediata, incisiva e visionaria, l'incontro tra due opposte culture, l'orientale e l'occidentale, sono la cifra di uno stile inconfondibile.
La LEV prosegue la pubblicazione dei discorsi e delle omelie del pontefice. In questo terzo volume della collana Le parole di Francesco" sono contenuti i discorsi pronunciati dal Santo Padre a partire dall'udienza generale di mercoledì 22 maggio 2013, fino all'Angelus del 21 luglio, giorno precedente alla partenza per Rio de Janeiro in occasione della XXVIII G.M.G. "
Che siate un manager alla prima esperienza, l’amministratore delegato di un’impresa consolidata o il fondatore di una startup; che lavoriate in un’impresa for profit o non profit, in un’organizzazione non governativa o in un ente pubblico; oppure che gestiate solo casa vostra: gli otto sorprendenti principi di leadership formulati da Madre Teresa e testimoniati dalla sua azione sono universalmente validi, facili da capire e da emulare, a prescindere dalla tipologia di contesto. Se l’impegno ad applicarli sarà costante, la vostra vita e il vostro lavoro potranno davvero cambiare in meglio.
"Al di sopra delle istituzioni, destinate a tutelare il diritto, le persone, le libertà democratiche, bisogna inventarne altre destinate a discernere e a eliminare tutto ciò che nella vita contemporanea schiaccia le anime sotto il peso dell'ingiustizia, della menzogna e della bassezza. Bisogna inventarle, perché sono sconosciute, ed è impossibile dubitare che siano indispensabili".
Le diciotto apparizioni della Vergine Maria nella Grotta di Massabielle, presso Lourdes, sono da più di centocinquant'anni motivo di accese polemiche, soprattutto sulla credibilità dell'unica testimone, la quattordicenne Bernadette Soubirous. Lei sola ha visto, ha sentito, ha riferito. Ma davvero questa ragazzina misera e analfabeta, sulle cui fragili spalle grava il peso del maggior santuario del mondo (cinque milioni di pellegrini ogni anno, sempre in aumento), avrebbe colloquiato a tu per tu con Colei che si definì l'Immacolata Concezione? Le sue non sono forse allucinazioni di un'isterica o, peggio, invenzioni suggeritele dalla vanità di adolescente frustrata, da genitori interessati oppure da qualche ambiguo membro del clero? Molti hanno sostenuto e tuttora sostengono simili tesi. Nel suo impegno per la riscoperta di un'apologetica pacata e rigorosa, Vittorio Messori indaga da decenni sulla verità della testimonianza di Bernadette, attribuendole un valore religioso decisivo. Il risultato è questo libro, segnato dal consueto equilibrio tra il rispetto del credente per il Mistero e il rispetto dello storico per il rigore della ricerca. Nessuna elevazione misticheggiante, qui, nessuno scandalo o invettiva, bensì una mole impressionante di dati e notizie talvolta inediti, spesso nascosti o dimenticati; sempre, comunque, vagliati alla luce della ragione.