
"Sono rimasto a vivere presso la Casa Santa Marta. Io ho necessità di vivere fra la gente e se io vivessi solo, un po' isolato, non mi farebbe bene"
La luce della fede: con quest'espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: "Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre" (Gv 12,46).
La luce della fede: con quest'espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: "Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre" (Gv 12,46).
L'originalità di questo studio scaturisce dalla fusione di due pensieri sui misteri fondamentali della fede cristiana, espressi nella riflessione teologica di Papa Benedetto XVI sul Credo, e nell'esperienza mistica di Concepcion Cabrera de Armida, simbolizzata nella Croce dell'Apostolato.
Che cos'è il giorno festivo delle grandi tradizioni religiose? Che cos'è il sabato? Qual è il suo rapporto con la "sorgente del tempo", con "l'eterno che non ha tempo"? Sono questi i temi che Heschel affronta con competenza teologica, filosofica e letteraria. Il volume non è solo un saggio di cultura, ma anche una meditazione offerta ai lettori, credenti e non, sul giorno di festa e sul suo significato profondo, un invito a rispondere alle nevrosi della civiltà moderna ricominciando ad ascoltare il richiamo del trascendente.
La luce della fede: con quest'espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: "Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre" (Gv 12,46).
La luce della fede: con quest'espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: "Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre" (Gv 12,46).
Il 13 marzo 2013, quando il nuovo Papa, con il sorprendente nome di Francesco, si affacciò alla Loggia della Basilica di San Pietro e chiese ai romani e al mondo una preghiera silenziosa per il suo predecessore e poi per sé, fu subito chiaro il nuovo stile del 265° successore di san Pietro. Uno stile che fin dalle primissime settimane del pontificato ha fatto breccia nel cuore non solo dei cattolici, ma anche dei fedeli di altra (o di nessuna) religione. Ma chi era il cardinale gesuita Jorge Mario Bergoglio, e chi è Papa Francesco? Alla domanda, non solo di curiosità, hanno risposto parecchi instant book e il libro di Mariano Fazio ha la peculiarità di presentare "le chiavi del suo pensiero", con riferimento ai testi e, soprattutto, con la testimonianza della frequentazione personale con il cardinale arcivescovo di Buenos Aires. L'analisi dei capisaldi della spiritualità del nuovo Papa - la centralità dell'unione con Cristo e il primato della preghiera, la missionarietà di ogni cristiano, chiamato a uscire verso le periferie esistenziali; l'affidamento costante alla misericordia di Dio; il valore delle devozioni; l'inesausta passione per il dialogo che cerca convergenze - s'intrecciano al racconto, ricco di aneddoti.
Alcuni dei più importanti giuristi del mondo di area cattolica si confrontano con i discorsi di papa Ratzinger su giustizia e democrazia, rivelando un pensatore di grande modernità e apertura.
Lungo il corso del suo pontificato, Benedetto XVI è stato chiamato a confrontarsi con i leader politici e culturali di numerosi Paesi europei e delle principali istituzioni internazionali. Da tale confronto è scaturito un consistente complesso di riflessioni sull'ordinamento politico e giuridico liberale, che tocca le problematiche fondamentali della democrazia, del rapporto tra legge, diritto e giustizia, della libertà religiosa e del ruolo dei credenti nella sfera pubblica. In questo volume, che raccoglie per la prima volta tali interventi, alcuni giuristi e intellettuali di diversa estrazione culturale, politica, religiosa e geografica si confrontano con i principali "discorsi giuridici" di Benedetto XVI, a partire da quello di Regensburg del 2006 fino a quello al Bundestag di Berlino del 2011, avviando così una discussione pubblica intorno alla preziosa eredità culturale di un Pontefice particolarmente sensibile alle problematiche della convivenza civile. Il pensiero pubblico di Benedetto XVI rivela, alla luce di questa analisi, contenuti inattesi, che mettono in discussione gli stereotipi più diffusi intorno alla cultura cattolica, al rapporto fede-ragione e alla posizione dello stesso Pontefice di fronte alla contemporaneità. Concepito prima della "rinuncia" di Benedetto XVI, questo volume assume il valore di un omaggio al Papa emerito, testimone di una ragione aperta che consente il dialogo con l'altro.
Prefazione di Giorgio Napolitano.
La fede in Gesù risorto è una luce che illumina tutto il percorso dei credenti; non come luce illusoria, valida solo nel passato, bensì come luce da riscoprire perché significativa anche per il presente e per il futuro.
Papa Francesco organizza l’esposizione del tema della fede in quattro capitoli: 1. Abbiamo creduto all’amore: se vogliamo capire che cosa è la fede, dobbiamo raccontare il suo percorso, la via degli uomini credenti, a partire da Abramo, Mosè..., per arrivare a Gesù Cristo morto e risorto, fondamento della fede e specchio nel quale ogni credente scopre la propria immagine realizzata.
2. Se non crederete, non comprenderete: comprendere le vie del Signore, trovando nella fedeltà di Dio il piano di saggezza che governa i secoli. Richiamare la connessione della fede con la verità è oggi più che mai necessario, proprio per la crisi di verità in cui viviamo. Dialogo fede e ragione.
3. Vi trasmetto quello che ho ricevuto: la Chiesa, madre della fede dei credenti. La parola ricevuta si fa risposta, confessione e, in questo modo, risuona per gli altri, invitandoli a credere. La trasmissione della fede, che brilla per tutti gli uomini di tutti i luoghi, passa anche attraverso l’asse del tempo, di generazione in generazione. I sacramenti, i comandamenti. 4. Dio prepara per loro una città: la fede e il bene comune; la fede e la famiglia; la fede come luce e consolazione.
Il deserto nella città è un percorso di preghiera e di meditazione sulle scritture da svolgersi nell'arco di una settimana, nell'intenzione di ricreare anche nella vita frenetica della città quel "deserto" dei Padri che non è da intendere come luogo della lontananza dagli uomini, ma come occasione per la riscoperta e il riavvicinamento a Dio. Il testo forse più intenso di Carlo Carretto, nato proprio nel momento in cui aveva deciso di smettere di scrivere libri. Nel corso di un viaggio a Hong Kong, di fronte alle immense città della Cina popolare, il monaco di Spello cede all'insistenza di un giovane che gli domanda "Fratel Carlo, aiutami a pregare nella mia città". Nasce così "Il deserto nella città", presto diventato un classico della meditazione nello stile dei Piccoli Fratelli. Si può fare il "deserto" anche nella città: ricavarsi una nicchia di silenzio e di solitudine, nella frenesia della nostra vita quotidiana, in cui pregare e mettersi all'ascolto di Dio. Deserto non significa assenza di uomini, ma presenza di Dio.