
Mons. Antonio Bello, da tutti conosciuto come Don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente lo chiamavano), è morto il 20 aprile 1993. Da quel giorno si è incominciato a parlare e a scrivere sempre più di lui, e, di volta in volta, Don Tonino è stato definito “uomo che ha lottato con Dio”, “pellegrino degli ultimi”, “profeta della pace”, “profeta degli ultimi”, “vescovo della speranza”, “vescovo nuovo”, “vescovo giovane”... Ognuna di queste espressioni contiene qualcosa di vero; tutte, però, rimangono approssimazioni e avvicinamenti graduali.
Ben vengano allora queste note di don Giuseppe De Candia (“Pippi” per Don Tonino), segretario di Mons. Antonio Bello dal 1983 al 1990, tratte dai suoi diari (anni 1986-1987), che hanno il pregio di riportarci all’origine, allo statu nascenti del “fenomeno Don Tonino”.
Scandite dal lento trascorrere dei giorni e degli eventi feriali, queste note ci immergono nella vita quotidiana di Don Tonino, ci fanno toccare con mano non solo la sua grandezza, la sua magnanimità e la sua profonda interiorità, ma anche la sua sofferenza, la sua solitudine e la difficoltà ad essere compreso dai suoi, dandoci così la possibilità di incontrare ancora una volta Don Tonino dal vivo.
Don Giuseppe De Candia, nato nel 1932, è sacerdote della diocesi di Molfetta dal 1956. Dopo varie esperienze pastorali in seminario, in parrocchia, nell’Azione cattolica, oggi è parroco e delegato regionale della Migrantes, commissione pastorale per la migrazione della Conferenza Episcopale Italiana. Nel 1972 Mons. N. Nervo lo chiama a collaborare alla stesura dei Regolamenti e degli Statuti della Caritas Nazionale e nel contempo la Regione Puglia gli affida la fondazione della Caritas regionale come delegato della Puglia Nord. Diplomato in Organo e Composizione organistica nel 1981 al Conservatorio di Bari, sotto la direzione del M. Nino Rota, ha lavorato anche in campo artistico e didattico musicale, applicandosi particolarmente ad un metodo di apprendimento fonetico vibratorio per i bambini audiolesi. Nel 1983 lascia l’insegnamento perché nominato “Addetto alla segreteria” del Vescovo Don Tonino Bello e in tale veste lo segue nelle sue peregrinazioni alla ricerca dei Molfettesi in Australia, Argentina, Venezuela, Usa. Come “Attuario” – così lo chiama Don Tonino – scrive gli appunti di viaggio di questo periodo con due pubblicazioni: Nato a… provincia di… (Argentina) e Dove le ombre sono lunghe (Venezuela). Dal 1990 parroco in una parrocchia cosmopolita di Molfetta (San Gennaro), don Giuseppe De Candia dà una scossa alla pastorale giovanile parrocchiale e conduce i suoi giovani ad esperienze estive intense incominciando dall’Albania. Da quella esperienza nasce Abbagliati dalla libertà, diario di un camposcuola e ogni estate pubblica il diario estivo delle attività parrocchiali. Come direttore regionale Migrantes continua le sue peregrinazioni accompagnando l’attuale vescovo, Mons. Luigi Martella, in Argentina e in Australia e puntualmente ne descrive le visite con Un Manto fatto Ponte (Argentina) e con Australia in primavera (Australia).
Il ministero pastorale di Tonino Bello (fu vescovo di Molfetta dal 1982 al 1993, anno della morte) si distinse per il coraggio profetico con cui fu capace di indicare le strade per la costruzione di una pace che non sfuggisse alle ragioni della nonviolenza cristiana. Rimane famosa la sua definizione della "chiesa del grembiule", di una comunità cristiana che sa chinarsi umilmente sui piedi degli uomini senza tralasciare di analizzare in profondità le cause delle nuove povertà. L'autore del libro, prendendo spunto dalle categorie bibliche di profeta, sacerdote e re, traccia le linee guida della missione pastorale di don Tonino che, partendo da una condivisione autentica delle contraddizioni e delle miserie della nostra epoca, sono riuscite a rileggere nella profondità e nella trasparenza degli avvenimenti la presenza "feriale" di Dio.
Questo libro si propone di mettere in luce quanta attenzione don Tonino Bello ha prestato alla politica in un contesto storico in cui essa andava perdendo spessore e passione per consegnarsi a un declino etico e ideale che non pare esaurito. L'autore rilegge i numerosi interventi pubblici e alcuni scritti in cui il Vescovo di Molfetta unisce profonda religiosità, slancio poetico, cultura "laica" e attenzione alla storia: essi costituiscono, oggi come ieri, un incoraggiamento a quella "cura del bene comune" in cui deve consistere la politica; prestando attenzione agli altri, a partire dagli ultimi, e non agli interessi personali o particolari. Una lettura inedita di un uomo tra i più aperti e affascinanti del cattolicesimo moderno, destinata a chi, credente o no, abbia a cuore un sistema di valori alti e condivisi su cui costruire la convivenza civile e democratica.
Il convegno di Studi "Don tonino Bello cantore di Maria, donna dei nostri giorni", promosso dalla diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca, sostenuto dal Comune di Alessano e dalla Fondazione "don Tonino Bello", ha coinvolto la Pontificia Facoltà Teologica "Marianum" di Roma e la Facoltà Teologica Pugliese di Bari. I loro docenti hanno compiuto interessanti riflessioni sugli scritti mariani del vescovo Bello pubblicati in questo volume.La convergenza di attenzione della sua Chiesa particolare e dei suddetti centri accademici è significativa della loro apertura all'ascolto dello Spirito che continua a parlare al popolo cristiano, per la voce dei suoi profeti.Di questo vescovo, teologo e poeta, sono riconosciute la densità riflessiva e al tempo stesso la intensità dei sentimenti, la novità del suo linguaggio.Si tratta, infatti, di una "riscoperta" di don Tonino, che gioverà non poco allo studio della sua ricca e complessa personalità e della solida cultura che fu alla base dell'intera attività educativa nelle due diocesi pugliesi. C'è da auspicare che la riflessione complessiva del convegno contribuisca a ri-pensare la fede cristiana e a ri-dirla oggi.
Un Kit con un DVD contenente un documentario storico più un agile volume a firma di Claudio Ragaini.
Come scritto nell'introduzione: "La biografia di don Tonino ha radici nella sua terra e nel suo tempo. Una terra solare e accogliente come il Salento. Un tempo di fermento come quello del Concilio.
É una biografia, la sua, che ha il sapore della profezia, come le immagini del cortometraggio firmato da Alessandro Torsello ci fanno vedere. Ad accompagnare le immagini, la riflessione di Claudio Ragaini "don Tonino e il suo tempo conciliare" al convegno voluto dalla diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi celebrato a dieci anni dalla sua morte, il cui titolo fu appunto “don Tonino, vescovo secondo il Concilio”.
Immagini e parole per rinnovare l’invito della Gaudium et Spes: “ Le gioie e le speranze, le tristezze degli uomini di oggi…”".
Contenuto
La figura di don Tonino Bello è sempre molto viva nella chiesa italiana. Egli è stato un autentico testimone dell'amore impegnandosi totalmente per la comunione, il dialogo, la pace, i poveri. Per questo era noto e amato in particolare dai giovani che apprezzavano in lui la semplicità e la franchezza, insieme alla capacità di saper parlare al loro cuore, coinvolgendoli nei suoi ideali e nelle sue iniziative concrete per i valori più autentici. Il curatore ha raccolto il meglio del messaggio di mons. Bello, affinché queste briciole di spiritualità continuino a irradiare il cammino di uomini e donne del nuovo millennio.
Destinatari
Tutti
Autore
RENATO BRUCOLI, giornalista pubblicista, è nato e vive a Terlizzi (Bari). Per anni ha collaborato attivamente con don Tonino Bello, in particolare dirigendo il settimanale diocesano e il «settore emergenze» della Caritas, in prima linea nell'aiuto agli albanesi, sia ai profughi e clandestini che a quelli rimasti in patria.
Sono rimasto gradevolmente sorpreso quando l’arcivescovo emerito Benigno Luigi Papa, mio confratello cappuccino, mi ha consegnato il manoscritto di una sua conferenza-meditazione su don Tonino Bello tenuta ad Alessano il 30 ottobre 2003, in occasione del decimo anniversario della sua morte.
Sono contento che per volontà espressa da mons. Papa questa sua riflessione su don Tonino Bello sia pubblicata dal Convento dei frati minori cappuccini di Alessano, che io ho rinominato “Convento di don Tonino Bello”. Da qualche anno sulla portone d’ingresso i frati hanno posto una lapide con l’intestazione: Casa francescana di spiritualità don Tonino Bello!
Dopo l'avvio della causa di beatificazione, proliferano le testimonianze sulla figura di don Tonino Bello. Anche mons. Vincenzo Pellegrini, primo fra i parroci nominati da don Tonino in diocesi di Molfetta, spigola tra i ricordi: dal primo incontro con il vescovo salentino, alla sua ansia di rinnovamento pastorale; dall'amore per l'Eucaristia, alla profetica destinazione dei beni diocesani. In poche pagine, un'immagine efficace del vescovo santo, corredata da fotografie inedite e da una preziosa appendice documentaria.
La vita di don Milani, l’infanzia tra Firenze e Milano, il suo carattere anticonvenzionale, la passione per la pittura e poi la vocazione che lo portò prima a convertirsi e poi a entrare in seminario; la storia del prete educatore che ha lasciato un segno dan- do ai professori una lezione di vita sul modo di con- siderare i ragazzi, elaborando un metodo pedago- gico che intendeva formare i suoi studenti come cittadini, consapevoli dei propri diritti e padroni della lingua italiana.
In risposta all'ultimo libro di Adolfo Scotto di Luzio "L'equivoco don Milani", Cesari redige un accurato pamphlet per reagire non tanto alle critiche verso la figura e le opere di don Milani, quanto alle affermazioni gratuite, alle insolenze e alle proposizioni contrarie alla verità storica. Soprattutto risponde a quanti vedono in Milani una esperienza chiusa e da storicizzare, che sarebbe incapace di dire qualcosa al mondo della scuola di oggi e rintracciando in lui l'origine dei suoi mali. Il priore di Barbiana viene riproposto al contrario come simbolo di una scuola inclusiva e circolare, che deve essere sostenuta anche da una seria riforma della società nei suoi valori e nelle sue relazioni.
Don Lorenzo Milani (1923-1967), sacerdote ed educatore, è stato il fondatore della scuola di Sant'Andrea di Barbiana, il primo tentativo di istruzione a tempo pieno espressamente rivolta alle classi popolari. A lungo frainteso e ostacolato dalle autorità scolastiche e religiose, don Milani è stato una delle personalità più significative del dibattito culturale del dopoguerra e la sua vita rappresenta per molti una testimonianza di scelta radicale in favore degli ultimi. I progetti di riforma scolastica e il tema della libertà di coscienza, anche nei confronti del servizio militare, compaiono in molte sue opere. Sulla base di documenti editi e inediti, di testimonianze e interviste ai suoi allievi ancora oggi viventi, viene ricostruita la parabola umana e spirituale di un grande protagonista del Novecento.