
Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. A quarant'anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'autore racconta alcune testimonianze dirette (come quelle di suor Letizia Giudici che "arrestò" il terrorista Ali Ag? ca o del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa) e tantissimi dettagli ricordati dal cardinale Stanislao Dziwisz - già segretario personale del Papa - e da tanti altri testimoni. Il racconto coinvolge il lettore come in un "film" che ha una duplice regia: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita a quel Papa che quel giorno "doveva morire").
Il volume racconta come la terribile pandemia del 1918 - la cosiddetta “spagnola”, che fece strage di giovani vite nel mondo – abbia coinvolto duramente Padre Pio, toccandolo personalmente e nei familiari più stretti. Anche in questa situazione, come in tutta la sua vita, Padre Pio vive la sofferenza con profonda fede e abbandono alla volontà di Dio, chiedendo nella preghiera un aiuto per gli altri e mai per se stesso. Si coglie in questo atteggiamento l’amore grande che ha per la Madre di Dio, chiamata la «mammina mia», che sente sempre vicino, sia nella Messa che ne confessionale. La Madonna diventa così la colonna fondamentale che regge tutta la “casa spirituale” di ogni persona. Completano il volume una sezione di preghiere di Padre Pio e di grandi personalità religiose – tra le quali Papa Francesco - per l’attuale pandemia di covid.
Stefano Campanella, giornalista e scrittore, è direttore di Tele Radio Padre Pio e di Padre Pio TV.
Se Francesco, al culmine della propria esistenza, riceve le stimmate come sigillo della sua somiglianza con Cristo, Chiara alle soglie della morte riceve un abbraccio talmente intimo da Maria da non permettere più agli astanti di poter distinguere chi sia il modello e chi la copia. Come per la Poverella di Assisi la Madre di Dio è riferimento fondativo, così lo è per Francesco, al punto che entrambi vedono generati i loro Ordini proprio sotto la protezione della Vergine. In questo libro il lettore sarà accompagnato in un viaggio alla ricerca della spiritualità mariana di Francesco e Chiara, in un gioco di continui e affascinanti rimandi.
Padre Massimiliano Kolbe fu testimone pacifico fino alla morte e allo stesso tempo combattente indomito (fondò la Milizia mariana, i "soldati di Maria"). È possibile coniugare queste due icone? Sì, ma solo comprendendo lo spirito mariano di Kolbe. Ad Auschwitz egli accetta di perdere la vita e però continua a proclamare la fede. Queste pagine indagano le radici di questa capacità di parresia, di resilienza secondo la fede, scoprendo come fu proprio il suo amore per Maria a rendere per lui imprescindibile anche il perdono del nemico.
Bernardo è, nella Commedia dantesca, colui che presenta Dante alla Vergine e definisce, in questo modo, la fine del suo cammino, la realizzazione di un intero percorso, il cui esito sarà l'inenarrabile visione trinitaria prima dell'uscita a «riveder le stelle». Nel Canto XXXI del Paradiso Bernardo si era presentato come colui che arde «tutto d'amor» per la Madre di Dio e nel XXXIII è sempre lui a innalzare il canto di lode della Vergine «Madre, figlia del suo Figlio». Perché questa scelta, da parte del Sommo Poeta? Perché Bernardo di Chiaravalle? Perché quest'ultimo è, nel sentire dell'epoca in cui Dante scrive, il teologo cantore di Maria per eccellenza.
L'icona di Giuseppe, padre affidatario di Gesù, si presta ad accompagnare ognuno di noi in questo cammino, che vede uomini e donne a cavallo di due millenni, come Giuseppe. Giuseppe che trasforma una nobiltà di stirpe in nobiltà di spirito. Che feconda il proprio essere giusto con l'apertura all'amore. Che tace perché ascolta la Parola incarnata in un fragile bambino. Che si innamora ed è traumatizzato dalle sue umane aspettative, che è turbato e preso dal dubbio, che domanda, che dorme, sogna, ascolta e interpreta. Che prende con sé. Che contempla e medita. Che ama senza possedere. Che obbedisce, si alza, parte e va in terra straniera. Che ritorna e trova la giusta dimora. Che lavora, istruisce, attende in una trasfigurata quotidianità. Giuseppe siamo noi, il suo cammino è il nostro cammino, il suo sogno è il nostro sogno.
Dall'8 dicembre 2020 all'8 dicembre 2021 si celebra, come voluto da papa Francesco, un anno particolare dedicato a san Giuseppe, in occasione del 150° anniversario dalla sua proclamazione a patrono della Chiesa cattolica. Quest'anno offre l'occasione per ciascuno di fare memoria su una delle figure più importanti nell'avvenimento della redenzione: figura di cui i Vangeli dicono pochissime ma estremamente significative cose, ricordandolo come lo sposo che accoglie Maria e il figlio, che a loro provvede, che tiene sempre il cuore aperto a ogni parola che gli viene dall'Alto. In questo senso, san Giuseppe è figura di credente a cui fare riferimento per ciascuno, proprio nelle grandi e fondamentali scelte della vita. Per entrare nel mistero di questo uomo, il presente libro offre diverse strade: quella della meditazione quotidiana, scandita dalle riflessioni di don Luigi Maria Epicoco; quella dell'approfondimento del pensiero di papa Francesco, secondo il testo della lettera Patris corde, offerta integralmente; quella di una voce originalissima come fu don Tonino Bello, che su san Giuseppe ci ha lasciato una pagina di altissimo lirismo e profondità.
La tradizione iconografica ci consegna la figura di un Giuseppe avanti negli anni, un anziano dal viso rugoso, un patriarca i cui occhi hanno già visto e vissuto tutto. Eppure la verità è un'altra: è un ragazzo nel fiore degli anni. Giuseppe ha sedici anni quando prende per fidanzata Maria, la ragazza che ama. Sedici saranno anche gli anni ancora a sua disposizione prima di essere pianto, pianto veramente, dal suo Dio, da suo figlio. E sarà lui, Gesù, a chiudere le sue palpebre per l'ultima volta, tremando con quel tremore che segna i passaggi. Queste pagine ci restituiscono in tutta la sua umanità la vera storia di Giuseppe, il falegname di Nazaret.
Ogni volta che si riprende in mano un'opera che parla della vita di Charles de Foucauld è come se ci si immergesse in un fiume fresco. Il personaggio di cui padre Borriello racconta e del quale ci ripresenta i tratti caratteristici della spiritualità, è modernissimo e ben risponde alla domanda su Dio e sul senso della propria esistenza, domanda che ciascuno di noi si pone. Con la sua missione spirituale, mai sfociata nella fondazione di una comunità fino a quando era in vita, la sua storia sembra quella di un uomo di totale insuccesso. Ma proprio per questo, fratel Charles si offre come chi ha saputo conciliare nel suo spirito contraddizioni d'ogni sorta: il bisogno appassionato di preghiera dinanzi a Dio ed il dono smisurato di sé agli altri; l'imitazione fedele della vita di Gesù e la consapevolezza della sua stessa incapacità d'imitare; la conservazione d'una stretta clausura nella sua piccola Nazareth attorno all'Ostia e i giri per trovare cibo lungo le sabbiose piste del Sahara; il desiderio ardente di fondazione d'una famiglia religiosa che continuasse la sua opera e la vocazione a una vita di solitudine. Il padre de Foucauld, con la sua testimonianza di contemplativo nel mondo, ricorda a tutti che i nostri desideri più intimi e primitivi trovano la loro piena soddisfazione solo in Dio.
Questo libro cerca di amplificare la voce di un Angelo ascoltata in sogno da un giovane discendente del Re Davide. Per Giuseppe, figlio di Giacobbe - come per Francesco di Pietro di Bernardone o per Giovanni Bosco e vari altri - obbedire a quel sogno ha significato entrare nella grandezza e divenire affidatari di una storia meravigliosa. Prendendo come esempio il papà terreno di Gesù, il volume propone un cammino per apprendere a non sprecare la bellezza, per aprirsi ad accogliere la grazia, per custodire ciò che è prezioso e nutrire ciò che salva. Alla scuola di un uomo tanto solido quanto umile, tanto forte quanto docile, possiamo imparare l'arte della custodia della vita, quella altrui e quella propria, quella naturale come quella dello Spirito. Egli è quel padre che manca a questa generazione e che dobbiamo riscoprire e ridiventare. Un percorso utile a chiunque, uomo o donna, voglia apprendere l'arte di accogliere e vivere le cose grandi che gli sono riservate.
Una vera e propria "galleria" di opere d'arte, ordinate secondo gli eventi della vita di San Giuseppe, ci permette di osservare come questi sia stato rappresentato nelle varie epoche, diventando testimone di un profondo messaggio umano e cristiano. L'autore non solo ci aiuta a gustare le singole rappresentazioni, ma ci fa accostare alla paternità di San Giuseppe, uomo esposto ai limiti e alle sfide della condizione umana. Questo rende il santo un patrono prezioso sia per la Chiesa universale sia per i padri feriti o inconsapevoli di oggi: in lui essi non trovano un eroe solitario, un campione perfetto e irraggiungibile della paternità umana, ma un uomo, certamente «giusto» (Mt 1,19) e santo, che ha provato a vivere, confidando in Dio, la sua singolare vocazione di padre. Il volume intreccia tre filoni complementari, in costante dialogo: quello artistico (con la presentazioni di dipinti di valore), quello psicologico (con l'approfondimento della tematica del padre) e quello biblico-teologico (con la rilettura di alcune delle pagine più belle del Nuovo Testamento).
Conosco moltissime persone che ogni giorno si rivolgono a Padre Pio. Per loro e per i milioni di devoti di san Pio ho pensato alla presente raccolta che offre un pensiero al giorno del frate cappuccino. I pensieri di Padre Pio, desunti dalle sue lettere, parlano direttamente al cuore di chi legge. Gesù ha promesso di stare con noi tutti i giorni. Attraverso il pensiero quotidiano di Padre Pio la promessa di Gesù diventa più concreta.

