
Il libro presenta una nuova edizione della più antica biografia di sant'Ambrogio (339/340-397). L'opera, risalente agli inizi del V secolo, fu scritta da Paolino, testimone oculare degli ultimi anni della vita del santo. Grazie al proprio lavoro come notarius - una sorta di segretario che metteva per iscritto quanto Ambrogio dettava -, Paolino seppe garantire al proprio racconto precisione documentaria; rimanendo legato a un'impostazione agiografica, concesse ampio spazio a episodi miracolosi e straordinari. Il filo conduttore della narrazione è la grazia di Dio, che ha scelto Ambrogio come campione dell'ortodossia, strenuo difensore dei diritti della Chiesa, modello di vescovo totalmente dedito al proprio ministero pastorale.
"La coincidenza dell'anno della vita consacrata con la canonizzazione della beata Maria Cristina Brando, Fondatrice delle suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato fa riflettere, in quanto Ella è stata un'innamorata dell'Eucaristia e ha fatto della sua vita un'Eucaristia, un'adorazione continua e vittima di riparazione dei peccati del mondo. Il suo profondo amore per l'Eucaristia e la sua esperienza l'hanno portata a creare una comunità che vivesse di e per l'Eucaristia, così è divenuta una vera maestra di spiritualità eucaristica. Questa pubblicazione vuol essere una semplice guida per approfondire la nostra spiritualità alla luce del fondamento della nostra vita nell'eccezionale carisma di amore a Gesù Sacramentato. Solo nell'indispensabile rapporto con Gesù è possibile vivere gioiosamente la vocazione religiosa. È l'augurio che faccio alle mie carissime consorelle e a chiunque avesse tra le mani questi piccoli e brevi pensieri di santa Maria Cristina, perché trovi in essi l'incoraggiamento per essere gioiosamente fedeli alla vocazione e perché la nostra vita sia sempre un rendimento di grazie, un'Eucaristia gradita a Dio." (Madre Carle Di Meo. Superiora generale)
Gregorio Magno nei suoi Dialoghi invitava chi voleva avvicinarsi alla vita di san Benedetto a leggere la Regola. Quasi obbedendo all'esortazione di Gregorio, in numero crescente i monaci accolsero come norma di vita la Regola di Benedetto al punto che questa sostituì tutte le altre e divenne in pratica la Regola dei monasteri, favorendo la ben nota diffusione del monachesimo in tutta l'Europa cristiana durante i secoli dell'alto Medioevo. A proposito della Regola, Gregorio Magno infatti scrive: "Non voglio in alcun modo tacere che l'uomo di Dio, tra i tanti miracoli che lo hanno reso celebre, rifulse altresì per la dottrina; scrisse, infatti, la regola dei monaci, notevole per la discrezione e chiara per il linguaggio".
Tra la letteratura francescana a lungo sono stati preferiti i Fioretti, che in modo ingenuo e delicato raccontano le gesta del giullare di Dio. Oggi però sempre più spesso i lettori vogliono conoscerlo sulla base dei suoi scritti. Alcuni di essi, come il Cantico delle creature e il Testamento, sono entrati a far parte della letteratura mondiale, mentre altri, pur se meno noti, hanno fatto tanta parte della storia e della santità della Chiesa dal Medioevo in poi. Con questa pubblicazione degli scritti di san Francesco si vuole offrire una traduzione fedele e scorrevole, "semplicemente e senza glossa", come il santo voleva fossero intesi. Essi ci mostrano al vivo come pensava, pregava e viveva un cristiano autentico diventato padre di una moltitudine di frati, suore e terziari nel mondo, e guida spirituale per tanta parte dell'umanità.
Scritte tra il 397 e il 400, le Confessioni sono l'opera di Agostino che più di ogni altra esercita un fascino particolare. Ciò non deriva unicamente dall'interesse per la singolarità dell'avventura intellettuale e religiosa che vi si racconta, né soltanto perché si tratta di un capolavoro letterario, ma dalla grande modernità, intensità di accenti e vivezza umana con cui Agostino arriva alla mente e al cuore, creando un legame di profonda partecipazione spirituale e psicologica. Le Confessioni sono un'opera aperta che può esser letta partendo da angolazioni diverse: come esplorazione interna e itinerario filosofico (la ricerca di sé e del proprio destino; il desiderio di sapienza e verità); come esperienza umana (l'amicizia, la passione, l'amore, il male, la morte); come cammino di fede (il mistero di Dio e il suo piano di salvezza; la conversione, l'incontro con Cristo); come illuminazione spirituale e ascesi mistica. Dei tanti insegnamenti che si possono trarre da quest'opera, uno resta fondamentale per tutti: l'invito a non smettere mai di interrogarsi con sincerità, ad avere cioè il cuore un po' sempre inquieto, sanamente inquieto, nella ricerca di Dio e di se stessi.
Levitazione, bilocazione, digiuno protratto per mesi e anni, stigmate, profezia, visioni e molto altro ancora sono fenomeni tipici della mistica di tutti i tempi: eventi apparentemente incredibili, ma talmente ben documentati e testimoniati da non consentire di dubitare della loro realtà. In questo libro tale fenomenologia viene per la prima volta presentata, inquadrata e discussa nel suo completo, con ricchezza di esempi e di testimonianze; ne risulta un quadro sorprendente che evidenzia l'impronta soprannaturale del misterioso colloquio dei mistici col Signore e che, in quanto tale, rafforza la nostra fede.
Lodi alla Vergine madre è annoverato tra gli scritti giovanili di Bernardo da Chiaravalle. Stese tra il 1124 e il 1125, le Lodi hanno al centro il mistero di Dio, ma visto e descritto mediante Maria. La Vergine è la "stella" e l'amante il cui fiat innalza a vette divine il mistero dell'amore tra Dio e l'uomo. Vertice dell'umanità, Maria può riassumere la storia umana ed ergersi al di sopra di essa, come faro - o stella del mare, appunto - che guida verso un porto sicuro. Questo volume fa parte di una nuova collana che raccoglie i grandi classici della devozione a Maria, scritti antichi e moderni che testimoniano l'incessante lode e preghiera che la Chiesa ha sempre innalzato a Colei che è Madre di Dio e Madre nostra. "Seguendo Maria non andrai fuori strada, pregando lei non dispererai, pensando a lei non sbaglierai".
Tra gli strumenti pastorali per vivere il Giubileo non poteva mancare un testo dedicato ai Santi, a tutti quegli uomini e quelle donne che in ogni tempo e in diverse parti del mondo hanno incarnato nella loro esistenza il volto della misericordia. Essi non si sono limitati a esprimere la loro testimonianza mediante le opere di misericordia ma, come scrive papa Francesco, "sono entrati nelle profondità della misericordia" e per questo hanno sentito l'urgenza di esprimerne la bellezza nella loro vita di santità. La lettura e la meditazione delle loro testimonianze, raccolte in questo volume, possa esserci di aiuto a vivere quest'Anno Giubilare nell'incrollabile certezza e fiducia dell'Amore misericordioso del Padre.
Louis Martin e Marie-Azélie Guérin in Martin furono i genitori di Thérèse Martin, più nota come Teresa di Lisieux, e di altre quattro figlie, tutte religiose. Beatificati nel 2008 per l’esemplarità della loro vita di coppia, sono stati canonizzati nel 2015. Luigi e Zelia, malgrado il secolo che ci separa, hanno sperimentato condizioni di vita molto vicine alle nostre. Tutti e due hanno lavorato per allevare i loro figli, sono corsi dietro al tempo, hanno conosciuto le gioie e le pene di una famiglia ordinaria e sono morti di malattie che ci sono familiari. Ciò che ha costituito la loro santità non sono stati gli avvenimenti in se stessi ma il modo in cui li hanno vissuti. In tutti gli aspetti della loro vita essi non hanno avuto che una fonte e uno scopo: l’amore di Dio. Questo orientamento del cuore non li ha disincarnati ma ha fatto della loro vita ordinaria un’avventura d’amore.
Hélène Mongin, laureata in filosofia, lavora presso l’Office Central di Lisieux. Appassionata della figura di santa Teresa di Gesù Bambino, le ha dedicato il volume Une pensée par jour avec sainte Thérèse de Lisieux (Médiaspaul).
Le lettere di Giorgio La Pira ai papi sono, quasi, un "diario di bordo" della complessa navigazione di questo personaggio, per ben venticinque anni, attraverso la cronaca politica, gli orizzonti della storia, i segni dei tempi, gli eventi quotidiani e i sommovimenti del mondo. Tuttavia, le lettere a Paolo VI, rispetto a quelle a Pio XII e a Giovanni XXIII, hanno un carattere particolare. Sono le lettere a un amico, divenuto papa. Manifestano le sue visioni e i suoi sentimenti negli ultimi quattordici anni di vita. Ricapitolano il suo pensiero e il suo metodo "storico". Anche negli ultimi anni La Pira tiene lo sguardo diretto al futuro, seppure il mondo di domani non sarebbe stato più il suo. Non è facile che una persona anziana non si ripieghi sul presente o sul passato. Ma il professore cercava sempre di leggere la "storia del futuro" cogliendo i segni dei tempi, per usare un'espressione divenuta popolare con il Concilio Vaticano II. Era un vero "scrutatore" dei segni dei tempi. Era quella che lui stesso chiamava, con un'espressione felice, la storiografia del profondo. L'epistolario inedito tra Paolo VI e La Pira, curato da Andrea Riccardi.
Ricco di date, nomi, luoghi e persone, ma soprattutto di una filigrana ininterrotta di eventi straordinari, il volume di Antonio Furioli mette in rilievo la persona di Giustino de Jacobis quale strumento salutare ed efficace di grazia nelle mani di Dio per la rinascita della Chiesa cattolica in Abissinia. Il suo straordinario itinerario missionario, iniziato a fine ottobre 1839, era culminato nell'agosto 1855 con il martirio di abba Gabra Mikael, prova inconfutabile dell'elevato grado di maturità umana e cristiana raggiunta dalla piccola comunità ecclesiale abissina coagulatasi attorno alla persona e al carisma fuori del comune di Giustino de Jacobis. Come Paolo di Tarso, Giustino de Jacobis ha testimoniato che la sofferenza non è stata una realtà cupa e ingrata del suo tenace impegno missionario in Abissinia, ma segno di una straordinaria fecondità apostolica, che ha caratterizzato una delle stagioni più geniali e feconde nella storia dell'evangelizzazione di questo antichissimo e nobile popolo africano.
San Filippo Neri (1515-1595) è tra coloro che, nel Cinquecento, hanno maggiormente contribuito alla riforma della Chiesa. Uomo dalla gioia contagiosa, capace di unire alte forme di devozione alla contingenza del quotidiano, Filippo Neri provava per l'Eucaristia una venerazione particolare. Proprio il rapporto tra il santo e l'Eucaristia è al centro di questo volume. Dopo un primo capitolo dedicato al racconto della vita del Santo, l'attenzione dell'autore si sposta infatti sulle origini della pietà e sulla devozione di Filippo Neri verso il SS.mo Sacramento e sulla straordinaria importanza che Essa ha rappresentato nella sua vita. Adriano Castagna si sofferma inoltre sui fenomeni mistici del santo legati all'Eucaristia, pur nella consapevolezza che la vera devozione non è da ricercare esclusivamente in estasi o ratti straordinari, ma in un rapporto intimo nel quale la creatura accoglie con devozione, amore e riconoscenza il suo Creatore.