
Una nuova traduzione del capolavoro tomista che offre un apparato critico puntale, completo e innovativo. Con il presente volume si inaugura una nuova edizione del capolavoro tomista, frutto di un profondo e accurato studio delle fonti tomiste e del pensiero antico classico e cristiano. Il curatore individua gli autori che Tommaso nel corso della sua speculazione lascia non identificati e che nelle edizioni critiche precedenti erano riportati semplicemente in corsivo, senza alcuna indicazione. Nella traduzione del Fiorentino, invece, sono stati individuati e segnalati nelle note. Una ricerca che apre ad una nuova lettura del pensiero di Tommaso e aiuta a rintracciare tutte le fonti cruciali del pensiero tomista. «... si sente il bisogno di riprendere il modo di pensare di S. Tommaso, che aveva fondato il pensiero, sull'obbligo morale per l'uomo di dare ad ogni soggetto il suum. Questo ritorno, fatto allo scopo di trovare un valido aiuto per meglio capire i problemi di oggi, non può prescindere dalla rilettura della Summa theologiae». (Fernando Fiorentino)
Si sente oggi più che mai il bisogno di riprendere il modo di pensare di Tommaso d'Aquino, che aveva fondato il pensiero religioso e laico sull'obbligo morale per l'uomo di dare a ogni soggetto (incluso lo stesso Dio) il suum, non solo quando lo giudica secondo verità, ma anche quando pone in essere atti che devono mettere l'uomo stesso in rapporto con tale soggetto secondo giustizia. Tale ritorno, fatto allo scopo di trovare in questo modo di pensare un valido aiuto per meglio capire allo scopo di meglio risolvere i problemi reali dell'uomo di oggi, non può prescindere dalla rilettura della sua opera principale, la Summa theologiae. Questa, a tutt'oggi, non è stata ancora edita con un apparato critico completo e puntuale né la letteratura critica ha mai sufficientemente richiamato l'attenzione a leggerla secondo la metodologia e l'epistemologia aristotelica, come qui si propone. Temi del tomo 2: «Poiché si dice che l'uomo è stato creato a immagine di Dio, dopo aver parlato dell'esemplare, cioè di Dio, e di quelle cose che procedettero dalla potenza di Dio secondo la sua volontà, ora resta da indagare sulla sua immagine, cioè l'uomo, in quanto anch'esso è principio delle sue opere». Poiché, poi, si agisce in vista di un fine e i fini sono ordinati al fine ultimo, «bisogna indagare per primo intorno all'ultimo fine della vita umana [qq. 1-6] e, per secondo, intorno a quelle cose con cui l'uomo può pervenire a questo fine (mediante le virtù: qq. 6-70) o da esso deviare (mediante i vizi: qq. 71-89)». «Poi bisogna indagare intorno ai princìpi degli atti esteriori», il primo dei quali «è Dio, che muove l'uomo verso il bene, lo istruisce mediante la legge e lo aiuta mediante la grazia. Perciò, bisogna per primo parlare della legge (qq. 90-108), per secondo della grazia (qq. 109-114). Quanto alla legge, per primo bisogna indagare sulla legge in generale (qq. 90-97); per secondo, sulle sue parti»; cioè, dapprima sulla legge antica (qq. 98-105) , poi sulla legge nuova (qq. 106-108).
Si sente oggi più che mai il bisogno di riprendere il modo di pensare di Tommaso d'Aquino, che aveva fondato il pensiero religioso e laico sull'obbligo morale per l'uomo di dare a ogni soggetto il 'suum', non solo quando lo giudica secondo verità, ma anche quando pone in essere atti che devono mettere l'uomo stesso in rapporto con tale soggetto secondo giustizia. Tale ritorno, fatto allo scopo di trovare in questo modo di pensare un valido aiuto per meglio capire allo scopo di meglio risolvere i problemi reali dell'uomo di oggi, non può prescindere dalla rilettura della sua opera principale, la Summa theologiae. Questa, a tutt'oggi, non è stata ancora edita con un apparato critico completo e puntuale né la letteratura critica ha mai sufficientemente richiamato l'attenzione a leggerla secondo la metodologia e l'epistemologia aristotelica, come qui si propone.
«Poiché il nostro Salvatore Gesù Cristo, per testimonianza dell’Angelo, “salvando il suo popolo dai suoi peccati”, ci ha mostrato in se stesso la verità, attraverso la quale, con la sua risurrezione, possiamo pervenire alla beatitudine della vita immortale, è necessario che, per portare a termine quest’opera di teologia, dopo aver indagato intorno al fine ultimo della vita umana e intorno ai vizi e alle virtù, la nostra indagine rivolga ora la sua attenzione sul Salvatore di tutti e sui suoi benefici arrecati al genere umano». Così Tommaso introduce la Terza parte della sua Somma e gli argomenti in essa trattati: Il Salvatore medesimo (Parte III, QQ. 1-59) e I Sacramenti salvifici del nostro Salvatore (Parte III, QQ. 60-90)
Un sussidio per la predicazione e l’attività pastorale dagli scritti di uno straordinario protagonista dell’arte oratoria.
Vissuto in un’epoca sconvolta dalle guerre di religione, Francesco di Sales dedica molta parte dell’attività pastorale alla predicazione. Vasta erudizione, tatto squisito, vigore comunicativo, abitudine a parlare con precisione e chiarezza: sono le qualità che già i contemporanei gli riconoscono. Per Francesco di Sales l’assemblea che assiste al suo discorso non costituisce un’astrazione; la sua anima entra in comunicazione con ogni singola anima. La sua principale preoccupazione è rendere la predicazione comprensibile a tutti, in particolare ai semplici e agli umili. Le Esortazioni costituiscono uno straordinario documento della sua arte oratoria.
Un sussidio per la predicazione e l’attività pastorale dagli scritti di uno straordinario protagonista dell’arte oratoria.
Vissuto in un’epoca sconvolta dalle guerre di religione, Francesco di Sales dedica molta parte dell’attività pastorale alla predicazione. Vasta erudizione, tatto squisito, vigore comunicativo, abitudine a parlare con precisione e chiarezza: sono le qualità che già i contemporanei gli riconoscono. Per Francesco di Sales l’assemblea che assiste al suo discorso non costituisce un’astrazione; la sua anima entra in comunicazione con ogni singola anima. La sua principale preoccupazione è rendere la predicazione comprensibile a tutti, in particolare ai semplici e agli umili. Le Esortazioni costituiscono uno straordinario documento della sua arte oratoria.
Per la prima volta pubblicati in italiano i testi più significativi sulla nascita e lo sviluppo dell'Ordine della Visitazione. All'inizio del XVI secolo, negli anni drammaticamente segnati dai fermenti della Riforma protestante, Francesco di Sales incontra la baronessa Giovanna de Chantal (1572-1641). È da questo incontro che nasce l'Ordine della Visitazione. Il Curatore ha qui raccolto i testi più significativi di Francesco di Sales sulla nascita e lo sviluppo dell'Ordine, insieme ai documenti (note, avvisi, istruzioni) diretti alla fondatrice o a madri e sorelle della Visitazione. Pubblicati per la prima volta in italiano - eccetto le Costituzioni e la Regola di sant'Agostino - tali testi rappresentano un documento straordinario nel quale emerge il santo, il pensatore, il maestro e soprattutto il fondatore, profondamente impegnato nel compito di saggio legislatore.
Questo secondo volume di Opuscoli completa la traduzione dei testi del XXVI tomo delle Oeuvres di Annecy. Si articola in due parti: gli scritti redatti senza particolari destinatari formano la prima, quelli che hanno un particolare destinatario la seconda. Pur trattandosi di testi minori, tanto nella prima quanto nella seconda parte emerge il mistico e il saggio maestro di vita spirituale. Nella prima, risultano di particolare rilievo la meditazione sul Cantico dei Cantici e i Frammenti sulle virtù cardinali e morali; nella seconda, gli scritti redatti per Rosa Bourgeois, badessa di Puits-d’Orbe, e quelli per la sorella, la presidente Brûlart. L’insieme dei testi ci consegna la luminosa certezza che anima l’esperienza mistica di Francesco di Sales e il suo originale sopraumanesimo cristocentrico: la più alta dignità dell’uomo consiste nell’essere creato da Dio «per conoscerlo, ricordarsi di lui e amarlo»; invece costituisce una grande sventura ritenere di «essere al mondo soltanto per costruire case, sistemare giardini, possedere vigne, ammassare oro, e simili cose passeggere».
I volantini missionari di Francesco di Sales che hanno ispirato la Lumen Gentium. Opera prima di Francesco di Sales, le Controversie mettono già pienamente in luce l'acume e la finezza del giovane sacerdote (all'epoca ventisettenne), inviato a svolgere la sua prima missione nella zona dello Chablais, regione quasi interamente calvinista e fortemente ostile alla Chiesa cattolica. Francesco di Sales sceglie la via del confronto e della persuasione, ed è con questo intento che, giorno dopo giorno, nascono le Controversie, prediche domenicali, ricopiate a mano da Francesco in fogli volanti da far circolare tra la popolazione. Si tratta di un'opera di apologetica cattolica solidamente basata sull'interpretazione della Bibbia, nella quale si coglie il dolore di Francesco per la rottura dell'unità fra i cristiani e in cui, però, il sacerdote non tace i torti e le incoerenze da parte dei cattolici. Lo stile e il metodo di Francesco di Sales sono stati riproposti dal Concilio Vaticano II per un efficace dialogo con il nostro tempo, e le Controversie rientrano tra le principali fonti di Paolo VI per la Lumen Gentium.
"Nobile di nascita, ma più nobile di spirito; verine nel corpo, castissima nella mente, giovane di età, provetta nel giudizio; costante nel bene, sposata per sempre all'Amore divino; sapiente e nello stesso tempo umile; Chiara nel nome, più chiara per la vita, chiarissima per i costumi". (Tommaso da Celano, 1190-1260)
La schiettezza della lingua, unita alla semplicita e al candore di un profondo spirito religioso, fanno di quest'opera un classico della letteratura di ogni tempo. La nota raccolta degli episodi piu`belli e significativi della vita di san francesco, di alcuni dei suoi primi seguaci e di vari frati della provincia delle marche, secondo una tipologia di racconto molto comune nella letteratura medievale, vede la sua prima diffusione verso la fine del '300. Si tr atta della volgarizzazione del testo di un ignoto trecentista toscano, diviso in 53 brevi capitoli, in cui la vita e le parole del santo vengono trasfigurate da uno spirito di leggenda e di miracolo, conforme al fervore mistico del primo spirito francescano. La raccolta si conclude con il trattato considerazioni sulla sante stimmate, risalente ad altre fonti
Settimo successore di san Francesco alla guida dell'Ordine e suo vero erede spirituale, nel 1260 san Bonaventura riceve l'incarico ufficiale di redigere una Vita di san Francesco, per riportare ordine e verità storica nella fioritura di scritti sul Poverello di Assisi. Densa di pietà e devozione, ma attendibile storicamente, l'opera ripercorre la vita del santo, dando rilievo a quegli elementi che potevano dimostrare l'origine divina della missione di Francesco e al tempo stesso si prestavano all'edificazione dei frati. Passata alla storia con il nome di Legenda maior ha influenzato l'iconografia tradizionale sul santo e in particolare il ciclo degli affreschi di Giotto nella Basilica di Assisi.

