
La novità di quest’opera è la focalizzazione sul tema del Paradiso, senza dimenticare l’indispensabile legame con il peccato originale. Si ripercorre in ordine cronologico l’intera opera del Vescovo di Ippona, confrontandosi allo stesso momento con le interpretazioni presenti nella bibliografia critica. L’accento è posto, comunque, sull’analisi dei testi agostiniani: si tratta di leggere Agostino con gli occhi di Agostino stesso. In tal modo, a quanti invocano una sorta di “de-agostinizzazione” della teologia, si può rispondere indicando la strada di una decisa e saggia “re-agostinizzazione” della protologia.
Don Massimiliano Bianchi, nato nel 1978, ordinato presbitero dell’Arcidiocesi di Milano nel 2004, ha ottenuto la Licenza (2016) ed il Dottorato (2021) in Storia della Teologia alla Facoltà di Lugano. Nominato Missionario della Misericordia da papa Francesco, ha svolto tale ministero in Italia, Francia e Germania.
San Giuseppe è “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno ed una guida nei momenti di difficoltà”. Ci ricorda che “tutti coloro che sono apparentemente nascosti o in «seconda linea» hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza” (Papa Francesco Patris Corde). Queste meditazioni approfondiscono la straordinaria figura del padre putativo di Gesù. Non fu suo padre biologico, ma assunse il ruolo della paternità formativa e spirituale del Bambino Gesù. Lo sposo di Maria propone al mondo di oggi il significato ed il valore della paternità. In una cultura destrutturata nelle relazioni affettive la figura del padre emerge con forza, con imperiosa necessità. Abbiamo bisogno di figure genitoriali, che assumano il compito educativo dei figli, che li conducano per mano fino a portarli alla loro pienezza umana e spirituale secondo il piano di Dio. Oggi abbiamo bisogno di figure come San Giuseppe, che ripropongano agli uomini ed alle donne del nostro tempo l’amore del Cuore del Padre.
Amador Pedro Barrajon Muñoz (1957), laureato in filosofia e teologia, è professore ordinario e Rettore dell’Università Europea di Roma. Autore di numerosi libri e articoli di teologia e spiritualità.
Chiara e Francesco di Assisi, mediante la loro testimonianza e i loro scritti, ci forniscono uno straordinario esempio di un percorso di santificazione condiviso e all'insegna della reciprocità.
La bibliografia kolbiana è particolarmente ricca di scritti di livello teologico molto alto. Ciò che desta particolare sorpresa e gioia è la notevole quantità di testi che, in tutte le lingue, studiano la figura, l'opera e la spiritualità di S. Massimiliano. Tuttavia, a nostro parere, è necessario produrre ancora un'opera che tratti, in modo specifico, la spiritualità del martire polacco secondo i canoni della teologia spirituale contemporanea e che tenga conto dell'innumerevole produzione realizzata negli ultimi anni: questa è la finalità del volume (Dall'Introduzione).
Raffaele Di Muro è sacerdote dei frati minori conventuali. Attualmente è padre spirituale del Collegio Internazionale Seraphicum, docente di Teologia Spirituale e Spiritualità Francescana alla Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura. Ricopre, inoltre, gli incarichi di direttore della Cattedra Kolbiana e di Assistente Internazionale della Milizia dell'Immacolata.
Atti del Convegno inter.le 9-11 nov. 2011 tenutosi all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Roma. I più autorevoli studiosi da ogni parte del mondo riflettono su valore, importanza ed eredità dell'insegnamento di G. Paolo II sul corpo nelle diverse prospettive: teologica, filosofica, bioetica, culturale, artistica...
Un profilo inedito del Papa viaggiatore raccontato da un giornalista appassionato che l'ha seguito in giro per il mondo.
Gennaio 1964. Otto reportages al seguito di Paolo VI: un viaggio storico in cui per la prima volta un Pontefice visita i luoghi di Gesù.
Hildegard von Bingen, una delle figure femminili più straordinarie del Medioevo, non era solo badessa, compositrice e autrice di un'opera teologica tra le più significative del suo tempo, ma si occupò anche di medicina naturale, tema oggi di grande attualità, descrivendo le proprietà curative degli alimenti. In Hildegard von Bingen, Ricette per il Corpo e per l'Anima vengono descritte oltre 60 ricette inedite che si basano sull'opera di Hildegard e ne mantengono intatto lo spirito raccogliendo il numero più alto possibile degli ingredienti che la religiosa usava consigliare ai sani. L'autrice ci offre anche un'affascinante panoramica sulle consuetudini culinarie dei conventi medioevali, sia nel periodo di digiuno sia in quello di festa. Lo scopo di questo libro è quello di presentare solo quei cibi che Hildegard considerava sani: "Quelli che la giusta carne / E il giusto sangue / E uno spirito allegro / E la gioia nell'animo vi mettono" Questo non è solo un manuale di cucina ma anche una lettura piacevole con ricette, illustrazioni medioevali e numerose citazioni tratte dalle opere di Hildegard che riguardano i pasti, le bevande e la vita sana. Nel volume Eve Landis dimostra che seguendo le regole di Hildegard si può mangiare in modo sano ma con gusto, perché: "Sono i cinque sensi che danno all'uomo la sua completezza."
I monasteri benedettini sono da 1500 anni un esempio illuminante di che cosa significhi vivere e lavorare in un contesto dove tutti abbiano chiari finalità e obiettivi, ruoli e mansioni e sappiano fare della comunità il proprio punto di forza. Un'organizzazione perfetta che ha attraversato i secoli e che molte cose può dire al mondo manageriale, grazie alla corretta gestione di valori condivisi, a una leadership diffusa e alla capacità di far lavorare insieme persone motivate e consapevoli delle proprie responsabilità. La Regola di San Benedetto è stata per secoli il faro di questi monasteri e ha saputo irradiare buon senso unito a un'estrema concretezza. Oggi rappresenta un richiamo forte alle radici comuni del vivere organizzato, alle sue regole di appartenenza può contribuire a ridare slancio alla vita aziendale e al governo delle imprese. Premessa di Roberto Comolli. Prefazione di Giuliano Vigini.
Il 16 ottobre 1978 fu eletto Giovanni Paolo II. Per la prima volta dopo 455 anni, a guidare la Chiesa cattolica non era un italiano. Rilevante per la storia del cristianesimo, il fatto assumeva valenze geopolitiche per l'origine del nuovo papa: Karol Wojtyla veniva infatti dalla Polonia, fulcro dell'impero sovietico in Europa orientale. In un contesto internazionale caratterizzato dal riacutizzarsi della guerra fredda, l'elezione del papa polacco impresse una svolta decisiva ai rapporti tra i blocchi e il suo paese divenne il crocevia di uno dei cambiamenti più vasti e radicali della storia del Novecento: la fine del comunismo. Dall'elezione di Giovanni Paolo II alla nascita di Solidarnosc, fino alla Tavola rotonda e alle elezioni del 1989, il cui risultato sorprendente diede vita al primo governo non comunista in Europa dell'Est, l'autore ricostruisce i passaggi decisivi di un decennio di storia grazie a una documentazione largamente inedita, frutto di ricerche negli archivi polacchi e di numerose interviste ai protagonisti di quegli anni. "Una rivoluzione senza sangue rappresenta davvero una conclusione positiva per un Novecento tanto insanguinato dalle sue guerre e rivoluzioni. [...] La storia è piena di sorprese - osservava papa Wojtyla. Tra queste non va dimenticata la 'capitolazione docile' dell'URSS all'evoluzione polacca, impensabile fino a poco prima..." (Dalla prefazione di Andrea Riccardi)
I monasteri benedettini sono da 1500 anni un esempio illuminante di che cosa significhi vivere e lavorare in un contesto dove tutti abbiano chiari finalità e obiettivi, ruoli e mansioni e sappiano fare della comunità il proprio punto di forza. Un'organizzazione perfetta che ha attraversato i secoli e che molte cose può dire al mondo manageriale, grazie alla corretta gestione di valori condivisi, a una leadership diffusa e alla capacità di far lavorare insieme persone motivate e consapevoli delle proprie responsabilità. La Regola di San Benedetto è stata per secoli il faro di questi monasteri e ha saputo irradiare buon senso unito a un'estrema concretezza. Oggi rappresenta un richiamo forte alle radici comuni del vivere organizzato, alle sue regole di appartenenza può contribuire a ridare slancio alla vita aziendale e al governo delle imprese.
Negli anni Cinquanta in Italia si consuma la crisi della politica centrista, di cui De Gasperi era stato il principale artefice, e si inizia a dibattere, anche negli ambienti cattolici, sull'opportunità di un'"apertura a sinistra" verso il Partito socialista. Proprio in quel periodo, alimentata dalla pubblicistica corrente, si diffonde la fama "progressista" di Giovanni Battista Montini, dal 1954 arcivescovo di Milano: si parla di lui come di un "vescovo rosso" che, in contrapposizione alla Curia romana e all'episcopato tradizionalista, appoggia i tentativi democristiani di coinvolgere i socialisti nel governo del Paese. Il volume, scavando in profondità nella documentazione di Montini e della diocesi milanese, fino a oggi inedita, smentisce queste ricostruzioni, facendo emergere una opposizione non episodica, ma motivata da ragioni dottrinali e morali, a ogni tentativo di collaborazione politica con i socialisti. Questa opposizione spiega anche i difficili rapporti dell'arcivescovo Montini con i dirigenti lombardi della Democrazia cristiana, appartenenti in maggioranza alla corrente della Sinistra di Base e tenaci sostenitori dell'apertura ai socialisti; e giustifica il dialettico confronto sul tema dell'autonomia politica dei cattolici anche con i maggiori leader democristiani del tempo, Fanfani e Moro, fautori dell'alleanza di governo con il Partito socialista.