
Di Paolo VI si tratteggia qui la figura nella sua interezza: formazione, personalità,psicologia,sentimenti;e se ne analizza l’impronta nella Chiesa,prima come sacerdote, poi come arcivescovo di Milano e cardinale, infine, come papa.Vengono ripercorsi i suoi ruoli nella Chiesa e anche la sua posizione nella politica italiana,sfatando,attraverso documenti,alcune distorsioni su di lui (come l’immagine del vescovo e del papa di “sinistra” o del papa indecisionista). Personalità complessa e dall’alto profilo intellettuale e spirituale, nobile d’animo e di portamento, intellettuale raffinato costantemente proiettato nel divino ma fermamente poggiato in terra a favore dell’umanità, Paolo VI diviene una figura scomoda (troppo colto e troppo profondo) e persino impopolare per le sue scelte (Humanae vitae): come Mosè, rimane il papaprofeta che ha indicato alla Chiesa e al mondo le vie da percorrere per la salvezza. Si annotano di lui diversi primati:ad esempio,i primi viaggi nei 5 continenti; in Terrasanta; la Via Crucis all’Anfiteatro Flavio; la promozione della Giornata Mondiale della pace;il dialogo ecumenico.
L’autrice, Françoise Bouchard, ha lavorato con molta cura, leggendo numerosi documenti, dei quali ci offre una sintesi raffinata e intelligente. Niente di nuovo sul piano storico, certo, però il messaggio affidato da Nostra Signora di Lourdes a Bernadette e da lei trasmesso al mondo ci guadagna a essere rivisitato e attualizzato. Specialmente, in occasione del centocinquantesimo (1858-2008) anniversario delle apparizioni. In che cosa consiste l’attualità di Bernadette? Nella sua condizione di esclusa. I suoi handicap sono molti: economici, culturali, sanitari. La famiglia Soubirous sembra senza futuro. È per questo che i giovani si identificano in lei, magari anche senza rendersi conto di quanto la loro situazione sia comunque diversa dalla sua.Bernadette dimostra,però,che niente è mai perduto. Dio si prende cura dei più piccoli. Ma bisogna anche dire che Bernadette mette in discussione i nostri tempi:questo è il ruolo dei profeti. «Questo libro è una storia semplice e di facile lettura. Françoise Bouchard ha studiato a fondo le fonti...e ha fatto di esse il suo miele. Non ci fa entrare nelle discussioni degli specialisti. Le conosce, ma ne ha tratto questo racconto vivace.Noi possiamo leggerlo e lasciare che esso ci metta in contatto con Bernadette,che ci faccia entrare in comunione con la sua avventura spirituale. Bernadette si è lasciata portare a Gesù da Maria». (FRANCIS DENIAU,vescovo di Nevers)
AUTORE
Françoise Bouchard, membro di numeroseaccademie storiche, letterarie e scientifiche, èuna insegnante in pensione, e si dedica allascrittura di agiografie. Il suo stile semplice evivace, la sua precisione storica creano vividiritratti dei grandi santi. Ha pubblicato per leÉditions Salvator Frère Gabriel Taborin(2004),Sainte Jeanne de Chantal (2004) e Le saint Curéd’Ars(2005).
Durante il suo lungo pontificato Giovanni Paolo II è stato seguito e descritto dai media con intensità senza precedenti. La sua personalità carismatica e lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione hanno dato vita a un connubio del tutto nuovo,una sorta di alleanza tra il papa e gli strumenti del comunicare il cui esito, però, soprattutto nel corso della malattia, si è pervertito a volte nel più impietoso accanimento informativo. Che cosa può dunque dire di nuovo sul papa polacco un giornalista,e per di più un giornalista televisivo,abituato a usare il mezzo che più di ogni altro si è segnalato per invadenza e voglia di trasformare Wojtyla in un personaggio della ribalta mediatica? Il grande amore di Valli per questo papa – che ha seguito in più di 30 viaggi internazionali – lo porta a raccontare Giovanni Paolo II togliendolo da ogni metaforico piedistallo per calarlo nella sua vita di uomo e di professionista dell’informazione, dove diventa compagno di viaggio, in certi casi non facile da accettare. In 44 brevi capitoli il volto più autentico di Giovanni Paolo II si manifesta al lettore. Dal multiforme magistero di Wojtyla l’autore recupera e valorizza soprattutto la testimonianza riguardante il perdono, il dialogo,la sofferenza e il coraggio.Non si tratta di una biografia,né di un saggio.È la storia di come Giovanni Paolo II è diventato «il mio Karol». Il volto di Wojtyla, i suoi appelli, le sue scorribande in giro per il mondo, i suoi documenti hanno accompagnato la mia giovinezza e la mia maturità. E assieme alla mia quella di mia moglie…
AUTORE
Aldo Maria Valli,vaticanista del Tg1,è giornalista professionista dal 1986. Sposato con Serena,ha sei figli:Giulia,Giovanni,Silvia,Anna, Paola e Laura. Nei suoi libri si è spesso occupato,oltre che di religione,di educazione,famiglia e televisione.Per Paoline Editoriale Libri ha pubblicato:Gli occhi dell’altro.Il dovere del dialogo ricordando Giovanni Paolo II (2006) e La porta accanto. Diario di viaggio nella Turchia di Bartolomeo I e del piccolo gregge cristiano(2006).
Giuseppe Moscati è un giovane medico vissuto a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900. Egli si impone senza volerlo, all'attenzione di colleghi e pazienti per la sua illuminata competenza professionale e per la dedizione incondizionata al mondo della medicina. È chiamato "il secondo Cardarelli" che era ritenuto il luminare della medicina partenopea del Novecento. Una vita, quella di Moscati, dedicata completamente al servizio degli ammalati e alla ricerca scientifica. Sensibile ai bisogni dei poveri, parte dei suoi guadagni erano destinati ai pazienti più indigenti in modo discreto e anonimo. La sua vita di grande fede e la scelta di celibato potenziarono la dedizione incondizionata a questi ideali altamente umanitari ed evangelici. Alla sua morte, che arrivò prematura in un fisico fiaccato dal lavoro intenso, i colleghi paragonarono la sua professione medica a "un sacerdozio e un apostolato".Nel 1987 è stato canonizzato da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro.
Francesca Ponziani vissuta a cavallo tra il XV e il XVI secolo, un periodo in cui la donna “adornava” i salotti e le corti con lo sfarzo dei suoi abiti, scavò un solco profondo nella mentalità del tempo ed entra nella cultura e nella memoria dei secoli successivi.Ma senza clamore. Sposa forzata a dodici anni, accolse la situazione con la sottomissione femminile del tempo, ma soprattutto con una fede profonda in Dio. Ricca, avvenente e di famiglia nobile, divenne «la poverella di Trastevere» per amore dei poveri.Amò di grande tenerezza il marito e i suoi figli. Rimasta vedova, si ritirò nel convento di Tor De’ Specchi, a Roma, che aveva fondato pochi anni prima. Una storia incredibile:quella di una donna che si divide egregiamente tra l’amore del marito e dei figli, l’impegno di soccorso ai poveri di Trastevere che visita di casa in casa portando soccorsi,e la cura di un monastero femminile. Dotata di carismi particolari di guarigione,e quello di comporre contese, molto frequenti all’epoca, non c’era necessità dove non fosse chiamata in aiuto in tutta la città. Il Senato di Roma,il 29 maggio del 1608,giorno della sua canonizzazione, con decisione unanime dichiarò Francesca patrona di Roma e, al posto del cognome Ponziani,volle imporle quello di “Romana”.
Riedizione di un album pubblicato nel 1994. Il testo propone la figura di una santa legata al mondo dei bambini e dei ragazzi.Bernardetta Soubirous aveva solo 14 anni quando la Vergine Maria le è apparsa nella grotta di Massabielle, vicino a Lourdes, l’11 febbraio 1958. Era una ragazza semplice, poco istruita e molto devota,che si occupava di un piccolo gregge di pecore. Dopo successive apparizioni, la Vergine si è presentata con il nome di Immacolata Concezione, ha chiesto di costruire una chiesa che potesse accogliere i fedeli in pellegrinaggio e ha invitato Bernardetta a scavare in un punto particolare all’interno della grotta, da dove ne è scaturita una fonte d’acqua miracolosa. Da allora i malati si recano a Lourdes per pregare,per ricevere conforto e guarigione.Molti sono i miracoli ufficialmente riconosciuti. Il volume risulta anche di stretta attualità perché quest’anno si celebrano i 150 anni dalle apparizioni della Madonna a Bernardetta. “Lourdes è diventata la città dell’Immacolata, la capitale della preghiera”. Ines Belski Lagazzi
I testi qui selezionati e raccolti di Paolo VI intendono evidenziare la forte e ricca personalità di questo uomo di Dio che si è trovato a vivere anni molto difficili nella conduzione della Chiesa e, contemporaneamente, anni pieni di contrasti e di violenze nella società italiana,nel mondo. Di questa figura dall’alto spessore spirituale e culturale vengono messe a disposizione alcune delle sue linee guida, convogliate in sprazzi tematici: la parola di Dio,l’amore riconciliato,lo stupore della croce,la presenza continua di Dio,l’arte come strumento di comunicazione delle meraviglie divine, la preghiera e l’impegno cristiano. “Nel turbinio della storia del suo tempo con le grandi sfide alla dignità umana e alla vita stessa della Chiesa (si pensi alla cosiddetta “contestazione” del Sessantotto, con il susseguirsi di momenti tragici di crudeltà e violenze assurde), Paolo VI (…) è sempre stato un uomo di forza d’animo e di profonda serenità attinta nella luce della croce e della risurrezione di Cristo”. (Giorgio Basadonna)
AUTORE Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, nasce a Concesio (Brescia), il 26 settembre 1897 e conclude il suo pellegrinaggio terreno a Castel Gandolfo nella residenza estiva papale,il 6 agosto 1978. Ordinato sacerdote nel 1920, prosegue gli studi di diplomazia ecclesiastica a Roma. In breve tempo consegue tre lauree (filosofia, diritto civile e diritto canonico). Nell’ottobre 1924 entra nella Segreteria di Stato e nel 1944 collabora strettamente con Pio XII. Alla morte di Schuster,viene nominato arcivescovo di Milano. Nel 1962 partecipa attivamente alla preparazione del Vaticano II.Il 21 giugno 1963, alla morte di Giovanni XXIII, viene eletto papa. Lavora molto a favore del dialogo ecumenico e interreligioso, affronta i problemi del postconcilio, gli anni di piombo con la morte di Aldo Moro e apre vie nuove per la missione evangelizzatrice della Chiesa. Chiusa l’indagine giuridica il 18 marzo 1999, ora è Servo di Dio.
È una santità nascosta e tuttavia luminosissima quella di padre Leopoldo, così come ricorda nella presentazione don Bruno Maggioni. Una santità straordinaria nella sua semplicità,quella del frate dalmata delle Bocche di Cattaro,che ha saputo vivere alcuni tratti evangelici a volte dimenticati eppure di grande importanza, come la quotidianità, la discrezione, l’umiltà,la disponibilità,e di essersi sempre considerato un «servo inutile». Padre Leopoldo è stato un uomo a cui la natura aveva concesso poco,ma nella sua grande fede e dedizione assoluta a Dio, è diventato una icona di conforto e di speranza per quanti lo hanno avvicinato, specialmente nel mistero della Confessione. Non solo,ma continua ad essere tale anche dopo la morte.Infatti,è considerato tra i santi più popolari in Italia e anche all’estero. L’Autore, alla narrazione biografica, integra le sue conoscenze di storico sugli eventi dell’antica terra di Dalmazia, dove nacque padre Leopoldo, fino alle mutazioni socio-politiche del secolo scorso.
Autore Giorgio Cavalleri, scrittore e storico, vive a Como dove è nato nel 1940. Ha collaborato con numerose riviste e quotidiani ed è autore di una quarantina di volumi sulla storia del Novecento, pubblicati da varie case editrici fra le quali Garzanti, Piemme, Franco Angeli.
A distanza di secoli,la figura di santa Rita continua ad affascinare persone di tutto il mondo,specialmente per la variegata esperienza di vita che ne fa una donna quanto mai coraggiosa per la sua capacità nel superare le difficoltà della vita, che per lei non furono poche. Sperimentò il dolore umano in tutta la sua crudezza. Forse per questo è una santa così popolare, vicina a tutti quelli che soffrono come ha sofferto lei. Infatti, è considerata da sempre “la santa degli impossibili”. Era nata a Roccaporena, un borgo di Cascia, alla fine del Trecento. Sposa contro la sua volontà,fu madre di due figli.Ancora giovane perse il marito, vittima delle violenti faide locali.Rita non solo perdonò agli assassini ma,in nome di Dio,cercò di promuovere la pace tra le parti in lotta.Le morirono anche i due figli.Straziata dal dolore ma salda nella fede,accolse la chiamata interiore di consacrarsi totalmente a Dio; chiamata che aveva avvertito ancor prima delle nozze. Dopo la sua morte, avvenuta a metà del Quattrocento, furono attribuiti numerosi miracoli alla sua intercessione, cosa che alimenta ancora oggi la fede di tanti.
AUTORE Cristina Tessaro.Laurea in lettere moderne. Giornalista in alcune reti televisive locali,collaborazione al quotidiano La Prealpinae a diversi periodici.Buona conoscenza di inglese,francese, tedesco. Collabora a diverse attività culturali e religiose. Da gennaio 2008 si occupa, come libera professionista,di un ufficio stampa e copywriter per conto di enti pubblici, agenzie di comunicazione,associazioni,aziende.
San Francesco d’Assisi è uno dei santi più conosciuti e amati dagli uomini e dalle donne d’oggi. Egli ha esercitato un grandissimo influsso nell’occidente cristiano e in tutto il mondo, nel campo della spiritualità e in quello della letteratura e dell’arte.La Legenda maior è la biografia “ufficiale” di san Francesco,la narrazione della sua vicenda storica,scritta da una delle menti più brillanti dell’epoca, uno dei più importanti teologi del secolo XIII: San Bonaventura. Questi cerca di fare, della vita di Francesco, una lettura che, pur non trascurando il dato storico, tenta di far emergere il percorso del Santo di Assisi non solo all’interno della vita dell’Ordine, ma anche delle vicende della Chiesa e persino della storia globale. Bonaventura intende infatti rispondere a diverse questioni interne all’Ordine,alla crescita dell’istituzione.E nel seguire i racconti della tradizione orale,inserisce elementi leggendari perché intende dare un significato teologico alla persona di Francesco, la cui vicenda giunge a piena maturazione con le stimmate ricevute sul monte Verna. Il testo include anche I miracoli compiuti da san Francesco dopo la sua morte:è parte integrante della Legenda maior,intesa come progetto teologico. L’introduzione è una analisi serrata degli studi storici e critici sulla Legenda maior,proprio per aiutarci a capire che si tratta di una “agiografia” (con intento spirituale-teologico),scaturita dalla situazione dell’Ordine pochi anni dopo la morte di Francesco. Si narra che, quando Tommaso vide Bonaventura chiuso nella sua piccola cella a scrivere la vita di san Francesco, esclamò: «Lasciamo che un santo scriva di un altro santo!»
AUTORE San Bonaventuranacque a Bagnoregio, nelLazio,attorno al 1217.Studiò a Parigi e duranteil suo soggiorno in Francia,entrò nell'Ordine deiFrati Minori. Nel 1257 venne eletto generaledell'Ordine francescano, carica che mantenneper diciassette anni con impegno tale da esseredefinito secondo fondatore dell'Ordine. Tra leopere scritte da san Bonaventura, numerosesono quelle a carattere teologico e mistico (lapiù conosciuta è L’itinerario della mente a Dio).Importante la Legenda maior,biografia ufficiale disan Francesco,a cui si ispirò Giotto per il ciclodelle Storie di san Francesco. Bonaventura funominato vescovo di Albano e cardinale.Partecipò al II Concilio di Lione, il quale, grazieanche al suo contributo,segnò un riavvicinamen-to fra Chiesa latina e Chiesa greca. Propriodurante il concilio,morì a Lione,il 15 luglio 1274.
CURATORE Pietro Messa, frate Minore, ha conseguito ildottorato in Teologia spirituale alla Gregoriana.e il diploma presso la Scuola Superiore di StudiMedievali e Francescani del Pontificio AteneoAntonianum,di cui,dal 2005 è Preside.Autore didiversi studi su Francesco e il periodo medieva-le,è stato promotore di convegni internaziona-li,e contribuisce regolarmente a riviste scientifi-che come Archivum Franciscanum Historicum,Collectanea Franciscanae altre.
L'autrice dà volto e voce a una donna vissuta otto secoli fa, Margherita da Cortona (1247-1297): una donna con i suoi sogni, i suoi desideri, le sue passioni e anche le sue cadute. Ne esce il ritratto di una donna incredibilmente attuale. In Margherita possono riconoscersi le adolescenti di oggi, con le loro inquietudini e le loro aspirazioni, spesso fraintese dal mondo degli adulti. Margherita non è nata santa e non è mai entrata in convento. Ha avuto una vita ricca di eventi ed emozionante come un romanzo. Giovane contadina analfabeta ha sposato il cavaliere dei suoi sogni ed ha avuto un figlio (Iacopo): è diventata una delle dame più potenti di tutta la Toscana. Poi le hanno ammazzato il marito (Raniero dei Del Pecora), ha toccato l'abisso della follia e ha trovato Dio. In lei si possono riconoscere le donne che sono state capaci di lasciarsi guidare dalla verità dei loro sogni verso l'amore più grande, senza per questo rinnegare il bello e il buono della vita. L'autrice ha cercato qui di smontare l'abito convenzionale di "peccatrice santa" che le è stato arbitrariamente cucito addosso, secondo uno stereotipo che fa di lei una "Nova Magdalena", confermato da scritti, romanzi e sceneggiature, anche recenti. Proprio come Maria di Magdala, Margherita, nonostante il riconoscimento della santità, sconta il peso di una cultura che, ostile alla donna, distorce la verità storica e rischia di appannare il fascino della sua straordinaria personalità.
Della vita di Padre Pio l’Autore prende in considerazione il periodo che va dal 1909 al 1916: sette anni che il santo passerà nella sua cittadina natale di Pietrelcina a causa di misteriose indisposizioni fisiche che si verificano ogni volta che il frate ritorna in comunità; viceversa, quando ritorna a Pietrelcina, in famiglia, guarisce in modo inaspettato, al punto che i suoi superiori decidono per una permanenza prolungata nella sua città natale. Padre Pio accoglie le disposizioni dei suoi Superiori e, già ormai sacerdote, collabora nella pastorale col parroco del posto.
In questi lunghi anni Padre Pio si tiene sempre in contatto con la sua comunità. Studia trattati di teologia dogmatica e morale, opere di spiritualità, specialmente di Teresa d’Avila e Giovanni della Croce. Tuttavia, è proprio in questi anni che si verificano nella vita del frate eventi particolari, incluso quello delle stimmate.
Alla fine ritornerà definitivamente nella comunità di San Giovanni Rotondo, a Foggia, dove resterà fino alla morte. Qui cominceranno le varie «persecuzioni» anche da parte della Chiesa che egli tanto amava come madre. Ma l’Autore qui chiude la sua narrazione.
Punti forti
Un periodo particolare della vita di Padre Pio: sette anni che passò “forzatamente” nella sua terra natale e che lo prepareranno alla futura missione tra la gente più disparata che accorrerà a lui.
Singolarità dei fenomeni mistici sperimentati da Padre Pio.
Destinatari
Tutti coloro che amano Padre Pio.
Quanti sono interessati ai fenomeni mistici.
Autori
Donato Calabrese, vive a Benevento dove è nato nel 1945. Diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue estere. Studi di Teologia all’Istituto di Scienze Religiose di Benevento. Volontario, ha operato per trent’anni nel «Centro Volontari della Sofferenza». Collaborazioni giornalistiche a varia testate, a radio e televisione per programmi religiosi.Attualmente, con alcuni collaboratori, ha creato una emittente televisiva. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra cui Il Rosario delle Beatitudini per Paoline Editoriale Libri.