Un testo essenziale per comprendere il linguaggio cinematografico in tutte le sue componenti: dalla sceneggiatura al racconto, dal punto di vista della macchina da presa a quello dei personaggi, dal fuori campo ai movimenti di macchina, dal montaggio al rapporto fra suono e immagine, con ampie analisi di scene e sequenze tratte da film che appartengono a diversi momenti della storia del cinema, a differenti generi, stili e autori. Questo volume risponde efficacemente alla richiesta di una fruizione più consapevole dell'immagine, prendendo in esame gli elementi costitutivi del cinema, che è alla base di quella più generale comunicazione audiovisiva dominante la società contemporanea.
Letteratura di confine fatta di parole che muteranno in immagini, la sceneggiatura è stata definita "la più difficile tra tutte le scritture conosciute": bisogna essere al contempo abili narratori, scrittori e un po' registi, conoscere i mestieri del cinema, e non perdere mai di vista il pubblico. Cosa è una sceneggiatura? Quali sono le regole specifiche di scrittura e format? Cosa si scrive per il cinema, come si struttura il racconto? Come si aggancia ed emoziona lo spettatore? Questo manuale si mantiene in costante equilibrio tra teoria e pratica, fornendo una ricca panoramica dei principali studi di settore, spaziando negli esempi tra epoche e generi, mirando a fornire non tanto formule assolute, quanto convenzioni da trasgredire e strumenti per intraprendere il proprio, personale, viaggio nel mondo della narrazione per immagini.
La ricerca psicopedagogica di matrice cognitivista di questi ultimi decenni ha concettualizzato l'apprendimento scolastico come processo in cui l'allievo elabora attivamente la conoscenza. Questa concezione appare tuttora valida, ma studi recenti mostrano l'esigenza di ampliarla e integrarla. Da un lato, si sottolinea la dimensione affettivo-motivazionale dell'attività cognitiva, non abbastanza considerata dall'approccio di information processing; dall'altro, la prospettiva socioculturale, influenzata dalle ricerche interculturali e dal pensiero di Vygotskij, afferma polemicamente che l'attività cognitiva non si svolge solo "nella testa" dell'individuo, ma nei contesti di interazione sociale.