
Il volume dà conto dell'attività di restauro del libro antico che si è compiuta nei primi cinquant'anni della sua esistenza. Quando il monachesimo si impianta in Occidente, fanno il loro ingresso le lettere in monastero, e con le lettere i libri. Nasce una passione per la Parola che si fa passione per il testo e da esso non si può più svincolare dalla passione per i libri. Innestata su questa feconda tradizione l'Abbazia di Praglia vuole vivere ancora di questa stessa passione: per la cultura e per il libro. Il laboratorio di restauro del libro antico è espressione di un desiderio di consegnare alle generazioni future un patrimonio che è valore per il nostro Paese. Salvare e conservare il patrimonio librario e documentario del passato è soprattutto contribuire a custodire e tramandare la testimonianza di una civiltà, di una cultura, di un'arte, del culto del bello, che sono alla radice della nostra società e della nostra storia.
Macario/Simeone, noto anche come "Pseudo-Macario" o, tra i monaci ortodossi, "Macario il Grande", appartiene alla Siria-Mesopotamia settentrionale, e operò tra il 380 e il 430. Attraverso i suoi Discorsi e dialoghi spirituali, il nostro autore dà rilievo soprattutto allo stato di quiete (hesychia) nella preghiera. La sua spiritualità è scritturistica e trinitaria, per la grande importanza che vi assume lo Spirito Santo; è centrata sull'esperienza dell'anima liberata dal male attraverso l'evento pasquale, che lotta contro le passioni e le tentazioni. Nonostante la condanna ecclesiastica, i discorsi di Macario/Simeone hanno avuto una grande diffusione nell'oriente monastico, influenzando grandi autori spirituali come Isacco di Ninive e Simeone il Nuovo Teologo.
Il volume è il resoconto fedele del convegno che ha coinvolto monaci e laici in una riflessione scaturita dalla Lettera apostolica Orientale lumen del papa Giovanni Paolo II. A livello politico ed economico emerge sempre di più una reazione che porta a rivendicare i diritti delle particolarità e delle minoranze. A livello religioso, invece, sembra prevalere l'appello ad un incontro fecondo fra i valori, perché vengono dallo Spirito Santo, che è effusione di carismi e Spirito di unità ma anche di varietà. L'ecumenismo sancisce il criterio base della "unità nella e dalla diversità", e della "diversità nella e dalla unità". La Lettera apostolica sollecita a guardare al monachesimo dell'Oriente cristiano, nel desiderio di respirare a pieni polmoni, perché la Chiesa intera, anche quella cattolica, ha bisogno di trasfigurazione e di ascensione. Ecco l'appello all'Oriente. Perché ci aiuti a scoprirlo nella sua purezza, e proprio come "dimensione" che deve qualificare tutta la Chiesa.
Quest'opera, che rappresenta il settimo volume del grande commento da lui curato per la collana Sources chrétiennes è come il coronamento dell'amore del padre De Vogüé verso san Benedetto e la vocazione monastica. Il commento è prezioso per la ricchezza dei riferimenti alle fonti bibliche, patristiche, liturgiche e monastiche che aiutano a capire il pensiero di san Benedetto. In questo commento risulta chiaro l'impianto della Regola nei suoi principi costitutivi: Scrittura e tradizione, Chiesa e Sacramenti ecc. La vita monastica cristiana si colloca all'interno della Chiesa, nella linea di un immediato prolungamento del battesimo; proprio il battesimo con la relativa catechesi sta alla base dell'esistenza dei monaci.
Le tre omelie mariane di Nicola Cabasilas (nato a Tessalonica probabilmente nel 1322), presentate in questo volume, e tradotte in italiano per la prima volta, costituiscono il frutto della sua piena maturità e non sono da meno delle grandi opere del nostro autore. Le tre omelie si intitolano rispettivamente: "In nativitatem", "In annuntiationem", "In dormitionem". Non sono state scritte per essere pronunciate nella liturgia, ma per essere offerte al patriarca di Costantinopoli a diverso titolo celebrativo. Cabasilas si mostra teologo profondo e originale, oltre che stilista consumato, e le tre omelie mariane risultano tutte impregnate della ricca tradizione dei Padri.
Evagrio Pontico (345 ca.- 399) è un padre spirituale e di questo occorre tenerne conto. Della copiosa dottrina di Evagrio il volume presenta un aspetto spirituale che sembra tuttora attuale: la presentazione dell'accidia. Di questo vizio altri ne hanno parlato, ma una specifica "teoria" dell'accidia si trova però solo in Evagrio stesso e dopo di lui tutti, più o meno abilmente, ne fanno la parafrasi. L'intento dell'autore non è di tracciare una descrizione storica esauriente del fenomeno "Akèdia", ma di rendere nota una dottrina spirituale molto precisa che può ancora essere utile all'uomo moderno. In questo saggio l'attenzione è rivolta ai soli scritti di Evagrio. Tanto più che lui non ci dà mai un sapere puramente libresco, da erudito, ma attinge sempre al proprio vissuto, e anche l'accidia, come egli ammette, fa parte della sua esperienza personale.
Il volume, strutturato in tre sezioni - la regola, la comunità, l'arte spirituale - presenta una selezio¬ne degli articoli che l'autore, ben noto per la sua profonda conoscenza delle fonti monastiche, ha pubblicato sulla Regola di san Benedetto. L'intento di questi studi è quello di mostrare l'attualità della Regola. "La Regola di san Benedetto può e deve essere seguita più da vicino di quanto non lo sia attualmente. In larga misura essa resta per noi, a causa di una mancata esperienza vissuta, una terra sconosciuta. Scoprire, osservandola effettivamente, il mondo spirituale che le è proprio - quello dei Padri, successori degli Apostoli e del Cristo -, questo è il compito appassionante che ci viene offerto... La vera fedeltà è in avanti".
L'autore, conosciuto come uno dei maggiori studiosi italiani di storia e spiritualità monastica, ha raccolto in questo volume il meglio della sua produzione su un tema che ancora oggi è di grande attualità. Non si può parlare di spiritualità cristiana ignorando il ruolo svolto dal monachesimo fin dalle sue origini: il continuo riferimento alla comunità di Gerusalemme è segno di una presenza all'interno della Chiesa, che è invito a non perdere di vista le proprie radici, pur nell'evolversi delle situazioni. Tutta la spiritualità monastica si riferisce al Vangelo come a sua fonte. Il volume si rivela utile per tutti coloro che desiderano approfondire un aspetto non marginale dell'esperienza ecclesiale.
La biografia del beato Paolo Giustiniani scritta da J. Leclercq non è un romanzo, ma del romanzo ha tutto il fascino. Questa biografia ripercorre l'itinerario di un patrizio veneziano vissuto tra XV e XVI secolo, che abbandona la sua patria, le sue ricchezze, la sua illustre casata per cercare nella solitudine non più il "Dio dei filosofi" che aveva studiato nell'Università di Padova, ma quello biblico della "sua giovinezza". Incontrandolo non lo lascerà più in mezzo alle più diverse traversie e contrarietà, fino alla morte di peste sul monte Soratte. Nella presente edizione il testo del Leclercq viene ripresentato nella sua originalità; si è inoltre provveduto ad aggiornare la bibliografia dando un regesto completo della letteratura giustinianea.