
La preziosa agenda che accompagnerà la tua famiglia ogni giorno.
Un strumento indispensabile per il lavoro, il tempo libero, la riflessione spirituale e l'organizzazione degli impegni, pieno di informazioni, rubriche e curiosità.
Un pensiero di speranza per ogni colore dell'arcobaleno. Un libbricino fotografico da regalare alle persone care.
Una raccolta di pensieri sull'amicizia accompagnati da foto poetiche ed evocative.
Una raccolta di pensieri di papa Francesco dedicata ai giovani e all'amore. Il testo è accompagnato da evocative foto a colori.
Pensieri e immagini per trovare la forza di affrontare le sfide di ogni giorno.
«La Chiesa non può essere "afona" o "stonata" nella difesa e promozione delle persone con disabilità». Partendo da questo invito di papa Francesco, il presente volume, curato da mons. Francesco Spinelli e mons. Eugene R. Sylva, officiali del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, vuole essere un aiuto concreto per formare catechisti e operatori pastorali sempre più capaci di accompagnare persone con disabilità, perché crescano nella fede e diano il loro apporto genuino alla vita della Chiesa. Avvalendosi del contributo di autori che hanno fatto della loro esistenza un impegno concreto a favore delle diverse forme di disabilità, il testo offre preziose indicazioni per integrare queste persone nel cammino delle parrocchie e delle comunità ecclesiali. L'impegno verso le persone con disabilità non può e non deve restare solo uno slogan, ma farsi vita e prassi pastorale. È opportuno e importante, dunque, che la catechesi, con tutti i suoi metodi, stili e programmi, tenga conto anche e soprattutto di queste persone, non facendo sentire nessuno diverso, né tantomeno incapace dell'amore di Dio.
La Chiesa, per sua stessa natura, è chiamata a custodire e trasmettere la fede alle nuove generazioni. In questo delicato compito ha, secondo la felice definizione di Giovanni Paolo II, «un testo di riferimento sicuro e autentico» nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Ma, in che modo oggi il Catechismo può essere al servizio della nuova evangelizzazione? A questa fondamentale domanda vuole rispondere il presente volume. L'evangelizzazione e la catechesi consentono di aprire il cuore e la mente degli uomini perché possano scoprire il desiderio di Dio nella loro vita e credere in Gesù Cristo che lo ha rivelato. Da questa prospettiva, come ha affermato papa Francesco nel suo discorso per il venticinquesimo anniversario della pubblicazione, «il Catechismo costituisce uno strumento importante non solo perché presenta ai credenti l'insegnamento di sempre in modo da crescere nella comprensione della fede, ma anche e soprattutto perché intende avvicinare i nostri contemporanei, con le loro nuove e diverse problematiche, alla Chiesa, impegnata a presentare la fede come la risposta significativa per l'esistenza umana in questo particolare momento storico».
Una galleria di giovani personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento schizzati con mano rapida, felice, guidata da non comuni competenze storiche e linguistiche. Figure che fanno parte dell'immaginario di tanti lettori (dall'Isacco offerto in olocausto da Abramo al giovane discepolo Giovanni, amato da Gesù), ma anche fi gure più appartate, nascoste nelle pieghe di un libro smisurato e complesso come la Bibbia; presenze non per questo meno ricche di freschezza, di densità simbolica, di suggestione poetica (per esempio la ragazza che piange per due mesi sui monti la propria verginità sacrifi cata al voto insensato del padre Iefte). Nel cuore del libro Ravasi apre uno spazio adeguato alla giovinezza del personaggio cruciale del cristianesimo, il carpentiere e poi rabbì itinerante originario di Nazaret. Una parola è dedicata agli anni nascosti del Signore, alla sua famiglia, alla sua professione, alla sua conoscenza della scrittura e della lettura, alla cronologia della sua vita.
Attraverso la storia, il racconto della quotidianità e le riflessioni di una donna che ha fatto della sua professione la sua vita, il libro illustra il ruolo del giudice nella sua realtà: una persona che ogni giorno mette in campo competenza e nello stesso tempo qualità umane e relazionali. Scopriamo così che il giudice affronta travagli personali ed emotivi, che non sono lontani dai casi concreti che tratta, espressione di fenomeni sociali appartenenti a un'intera collettività. Un peso emotivo che, dall'esterno, non si vede o si vede poco. Indossare una "toga" non significa solo applicare leggi e norme, dietro di essa ci sono anche passione e coinvolgimento e il coraggio di affrontare le proprie emozioni e le proprie risonanze emotive, senza negarle. «Il giudice "maturo" non è quello che non ha dubbi, ma è quello che ha capacità empatiche, di accoglienza e di ascolto, e che cerca di arrivare a un equilibrio tra umanità e razionalità normativa che possa garantire alle persone la migliore decisione possibile».
«Il commento è un testo nuovo, bello, forte, che trasmette un'eco, fedele quanto rara, della cultura e della predicazione francescana primitiva» Dominique Poirel Il testo che pubblichiamo ci sembra meritare l'attenzione dei lettori per le proprie qualità, la sua originalità letteraria e il vigore dottrinale, e per gli inediti sprazzi di luce che getta sulla comunità francescana primitiva. Paragonato agli altri commenti medievali, questo attira l'attenzione per il suo linguaggio semplice, vicino al vernacolo, e per la sua ardente eloquenza; per il suo metodo esegetico inedito, che fa del commento una sorta di azione teatrale, nella quale Cristo stesso si indirizza ai fedeli per rimproverarli aspramente di tradire con le azioni che commettono le parole del Pater che pronunciano; in_ ne, per la sua spiritualità assoluta, esigente e fortemente a_ ettiva, che all'improvviso passa dai rimproveri più sferzanti alle e_ usioni più tenere e spinge gli ascoltatori alla penitenza e alla conversione. Ciò corrisponde a quanto i primi agiogra- _ riferiscono della predicazione di san Francesco, che descrivono come «semplice », «fervente», «penetrante» e «in- _ ammata»; una predicazione che mirava anzitutto alla penitenza e alla salvezza delle anime e non risparmiava a tal _ ne né «l'aspra reprimenda», né «l'utile timore », né la minaccia del «giudizio di Dio».