
35.000 morti e mezzo milione di malati:
ogni anno sono queste le vittime
delle sostanze tossiche
che gli italiani mangiano e respirano.
6740 chilometri quadrati, un territorio più esteso
della Liguria: è la superficie complessiva delle aree
contaminate dai veleni nel nostro Paese.
15 milioni: sono le persone che in Italia vivono
in zone considerate a rischio sanitario.
Un disastro nazionale di cui nessuno vuole parlare,
una vera e propria industria
che coinvolge nomi di spicco.
E prospera sulla pelle dei cittadini.
Forse siete convinti di scegliere sempre il meglio, e al supermercato passate ore a selezionare prodotti “di qualità”. Ma nel cibo che mangiate, nell’acqua che bevete, nell’aria che respirate e nei cosmetici che vi spalmate sul corpo i veleni sono in agguato. Tra gli avvelenatori non ci sono solo camorristi, mafiosi e criminali risaputi. La categoria comprende anche personaggi insospettabili. Politici ufficialmente impegnati nella tutela dell’ambiente ma che, tra i beni di famiglia, possiedono aziende accusate di minare la salute dei dipendenti. Industriali milionari che confezionano i prodotti di marche famose con materiali scadenti e nocivi, vere e proprie bombe a orologeria per i consumatori. Sindaci e assessori che di fronte ad analisi inquietanti sulle sostanze tossiche contenute nell’acqua comunale preferiscono tacere “per non allarmare inutilmente la popolazione”. Responsabili delle bonifiche di aree gravemente contaminate, nel cuore dei nostri centri urbani, che lavorano solo per gonfiare il proprio portafogli, incuranti di chi in quelle zone vive o andrà a vivere. Sembra incredibile, ma succede di rado che queste storie clamorose trovino spazio nelle cronache di stampa e televisione. Ecco perché Emiliano Fittipaldi, una delle firme più giovani e agguerrite del giornalismo italiano d’inchiesta, ha intrapreso un viaggio che lo ha portato a raccogliere documenti esclusivi, atti giudiziari, testimonianze inedite e dati secretati. Sfidando con testardaggine i silenzi e le reticenze che finora ci hanno impedito di sapere, ha percorso la nostra terra da Trento a Priolo, via Milano, Roma, Napoli, Taranto e un’infinità di centri piccoli e grandi, per ricostruire l’immagine di un Paese in cui l’avvelenamento dei cittadini è solo il danno collaterale di un business senza pietà.
Gli affannati eredi
di Gutenberg
e gli equivoci pionieri
di Google, i social network
che hanno eletto Obama
e i tecnocrati
che decidono come
leggeremo nel futuro.
Stiamo costruendo
l’informazione
senza carta
o il giornalismo senza
informazione?
Il “Los Angeles Times” ha dichiarato bancarotta prima di essere salvato, il “Washington Post” resiste a malapena, ovunque le redazioni chiudono, i corrispondenti esteri fanno fagotto e tornano a casa. In tutto il mondo, quotidiani con secoli di storia alle spalle ormai vivono alla giornata. E se fino a qualche tempo fa il web, potente vetrina promozionale, sembrava un utile alleato, oggi infuria una guerra senza quartiere tra chi vuol mettere ogni notizia a portata di click e chi cerca di proteggere contenuti di qualità faticosamente prodotti. Nelle battaglie tra i giovani leoni dell’informatica e le vecchie volpi dell’editoria, sono queste ad avere la peggio, mentre monta l’onda del giornalismo “dal basso”, con lettori che chiedono di partecipare in maniera sempre più attiva al flusso delle notizie: un cinguettio di Twitter, un link condiviso su Facebook, l’inchiesta fai da te di un blogger, le news di un aggregatore sono ormai più fruibili del classico quotidiano. È l’Apocalisse? In un certo senso sì, come dimostrano Massimo Gaggi e Marco Bardazzi in questa disamina felicemente ricca di aneddoti quanto acuminata nell’analisi. Ma ciò non significa che non si possa ripensare e reinventare il giornalismo nell’“era di vetro” che ci sta regalando un’informazione più trasparente ma più fragile. Nel nuovo “ecosistema” dei media c’è posto per un techpresident come Obama e per i dilettanti del citizen journalism, c’è il lutto per la figura romantica del cronista con le dita macchiate di inchiostro e nicotina ma anche l’emozione delle nuove avveniristiche tecnologie della lettura, c’è la morte di una tradizione secolare ma anche la nascita di una nuova bellezza digitale. Perché l’informazione del futuro è già pronta a risorgere da ceneri tutt’altro che spente.
Considerato l'archetipo del romanzo gotico, "I misteri di Udolpho" fu pubblicato nel 1794, anno dell'ascesa e della caduta di Robespierre. Sull'apparente struttura del racconto di formazione femminile, Ann Radcliffe modella un percorso attraverso gli spazi sublimi del terrore, nei quali l'eroina si smarrisce in una vertigine noir che la conduce oltre i limiti della ragione e della natura. Nella Francia del 1584 la giovane e sensibile Emily St. Aubert, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene rinchiusa dalla zia Madame Cheron e dal suo compagno, il perverso zio Montoni, nel tenebroso castello di Udolpho, sugli Appennini. Solo dopo una convulsa serie di avvenimenti agghiaccianti Emily riesce a riacquistare la libertà e a ricongiungersi con il suo innamorato, Valancourt. L'introduzione al romanzo di Viola Papetti, oltre a definire il genere gotico, racconta come la "debole mano" di Ann Radcliffe sia riuscita a trasfigurare il castello di Udolpho in una perfetta e animata macchina del terrore.
Satira della società, rivolta contro la ragione, specchio dell’infanzia che giudica il mondo degli adulti, saga dell’inconscio, storia di un incubo e bibbia dell’assurdo. Il gioco intellettuale del reverendo Lewis Carroll ha soggiogato, con il suo fascino misterioso eppure semplicissimo, decine di generazioni. Con l’arguzia di un eccentrico matematico americano, le illustrazioni del più noto incisore di epoca vittoriana e la traduzione raffinata di un grande scrittore italiano, questa edizione rivela tutte le curiosità, i giochi di parole, gli enigmi nascosti e stratificati nella più straordinaria favola per adulti.
“Un romanzo torrenziale e ricco di storie parallele,
che ci restituisce con i suoi margini di mistero
una figura femminile difficile da dimenticare.”
L’espresso
Venezia, fine del Cinquecento. La vita spavalda del pittore Jacomo Robusti detto il Tintoretto, genio ambizioso e anticonformista, tra febbrili battaglie combattute con ogni mezzo per affermare il proprio talento, successi e dolori, inimicizie e tradimenti, capolavori e disillusioni. Accanto a lui, la sua creazione più amata: la figlia illegittima Marietta. Bambina vestita da maschio, poi ragazzina educata alla musica e alla pittura, infine donna libera e artista, Marietta incarna un’immagine indelebile di bellezza, sacrificio e passione assoluta. Trasportandoci nella Venezia del tardo Rinascimento, ricca e fragile, minacciata dalla guerra e dalla peste, e nella vita quotidiana della famiglia di un grande artista, Melania G. Mazzucco ci regala la storia indimenticabile di un padre e di una figlia, diversi da tutti, eppure così vicini.
Péter ci insegna non solo a non aver paura
dell’infinito, ma persino a “giocare” con esso.
Giulio Giorello
LA MATEMATICA È UNO DEGLI INCUBI peggiori degli studenti, molti anche da adulti continuano a odiarla e a non capirci nulla, a perdersi tra algoritmi, limiti, equazioni, numeri negativi, geometria euclidea... Eppure la matematica non è solo calcoli, definizioni e teoremi, può anche essere un gioco divertente e appassionante. Rózsa Péter, in questo saggio scritto appositamente “per coloro che hanno interessi intellettuali ma non sono matematici, per letterati, artisti, cultori di scienze umanistiche”, ci invita a “giocare” con l’infinito, a prendere (o riprendere) confidenza con i numeri. Nel giro di poche pagine ci guida dai conti “con le dita” a concetti complessi, fino all’infinito. Ci svela le scoperte, i ripensamenti, le crisi che hanno fatto la storia di questa disciplina. Il tutto però senza l’uso di alcuna “tecnica” o formula, ma procedendo per punti essenziali un passo alla volta, e costruendo mattone su mattone i meccanismi di questa materia ci fa riconoscere in essa “lo stampo della creatività dell’uomo”. Un classico della divulgazione matematica, limpido e intelligente, che con competenza e leggerezza incanterà anche i più scettici e li porterà a scoprire la bellezza dei numeri.
LORO NON
SI ARRENDERANNO MAI.
NOI NEMMENO.
La rivoluzione del MoVimento Cinque Stelle
per restituire la politica italiana ai cittadini.
“Fuori tutti. In quindici anni avete riportato il Paese al dopoguerra.” Sono in milioni, in Italia, a pensarla così su chi oggi governa la nazione. E in milioni ad avere priorità politiche ben diverse da quelle che dominano i dibattiti nello stagno di Montecitorio. Avere un Parlamento pulito, senza condannati in primo e secondo grado, nipoti, ballerine, mogli, avvocati e lacchè. Smettere di vedersi propinare leggi ad personam, o quando va bene ad castam. Non ritrovarsi con 30.000 euro di debito a testa grazie al genio dei ministri dell’Economia Creativa. Sapere oggi se il tuo impiego precario ci sarà, non dico tra un anno, ma almeno domani. E poi le quisquilie: crescere un fi glio a Milano senza avvelenarlo; comprare una bistecca a Viterbo senza farla venire da Buenos Aires; riscaldare casa senza dover fare un altro mutuo per pagare la bolletta. E lavorare per vivere, non il contrario. Banalità. I problemi di tutti. Non però dei nostri dipendenti, eletti dai partiti e non da noi, che in teoria paghiamo perché facciano i nostri interessi. In teoria. In questo libro si distilla una fulminante, amara, satirica, appassionata disamina di tante vergogne che gli italiani continuano a inghiottire (tante, perché tutte è impossibile). Ma la denuncia non basta più: occorre un programma per uscire dal tunnel della cattiva politica. Grillo, con il suo MoVimento Cinque Stelle, ce l’ha, ed è un programma nato dal basso dei bisogni reali. Proposte per un’economia più equa, per un traffi co più sensato, per un’istruzione di qualità e un progresso reale, sostenibile, a misura della persona e del territorio. Pagine rivoluzionarie per riportare fi nalmente la concretezza e l’onestà al potere.
«Quello che ci unisce è un filo sottile.
Gli altri pensano che il dolore sia una
bomba che ti esplode nel cervello, ma
non è così. E’ un filo sottile, il dolore.
Un filo rosso.»
Da cinque anni Antonio Lavezzi non ha più una vita. Una tragedia orribile ha distrutto la sua famiglia e lui è scappato, rifugiandosi in un paese dell’alto Veneto e nel suo lavoro di ingegnere edile. Metodico e preciso, si è impegnato per avere un’esistenza il più possibile anonima, al riparo da altri traumi. Poi, un giorno, il telefono squilla: Antonio deve correre in cantiere, è morto un uomo. All’inizio sembra solo un drammatico incidente, ma ben presto si svela essere qualcos’altro: quel morto è un messaggio per lui, una richiesta d’aiuto. Qualcuno gli chiede di fare ciò che nessun altro fa, gli chiede di liberare quella sete di vendetta che per troppo tempo ha tentato di comprimere, e di metterla al suo servizio. Antonio è confuso, ha paura di sporcarsi le mani, ma lentamente, senza quasi accorgersene, viene risucchiato in un vortice di messaggi da decifrare, di incontri sconvolgenti, di gesti inspiegabili. Non è lui a orchestrare il gioco, e non è neppure l’unico anello della spaventosa catena mortale: a lungo si limiterà a eseguire gli ordini e non farà troppe domande, ma al culmine della tensione sarà costretto a scegliere che cosa diventare. In un thriller che non dà tregua, Paola Barbato costruisce un’implacabile macchina narrativa alimentata dalla cronaca nera di questi anni, e mette a nudo sentimenti e ossessioni che non vorremmo mai confessare. Perché Antonio Lavezzi è un uomo come tanti, e il suo bisogno di giustizia è anche il nostro.
Un’esplosione improvvisa e fortissima sventra un palazzo nel cuore di Manhattan: al posto del Velvet Venus, vecchio cinema a luci rosse, ora ci sono solo pezzi di sedili e vetri infranti. Qui, il detective Sam Healy della Squadra Artificieri s’imbatte in Rune, aspirante regista appassionata di crimini: l’esplosione sembra un segno del destino per lei, che decide di raccontare nel suo primo documentario proprio il mondo luccicante e crudele dei blue movie, scegliendo per protagonista l’attrice in cartellone al Velvet quel giorno, Shelly Lowe. Ma Rune non sa che la splendida e sfortunata Shelly sta per essere messa a tacere per sempre da una seconda esplosione, e che il suo stesso debutto nella regia è a rischio: qualcuno vuole impedire a Rune di girare il suo film, per tenere lontano da sguardi troppo scomodi l’universo segreto della pornografia, e insabbiare la verità sugli attentati. Verità su cui Rune comincia coraggiosamente a indagare, addentrandosi nei luoghi più sordidi e impenetrabili di New York, tra le luci e le ombre di un mondo, quello del porno, fatto di loschi produttori, attori con troppi segreti e compromessi inconfessabili. Con Requiem per una pornostar Jeffery Deaver torna a mettere in scena l’irresistibile protagonista di Nero a Manhattan, raccontandoci una storia torbida e appassionante, in cui l’innocenza è troppo spesso sinonimo di rovina, e andare a letto con uno sconosciuto è di gran lunga più facile che fidarsi di lui.
Ti sembra che l’altro sesso ragioni
e agisca secondo criteri totalmente
assurdi?
Pensi di aver fatto del tuo meglio ma
che se non è andata bene così vuol dire
che non c’è proprio più nulla da fare
per salvare la vostra relazione?
Temi che il vostro amore sia cambiato
in maniera irreversibile e che il tuo
partner non possa più tornare la
persona di un tempo?
Da venticinque anni il metodo "Marte e Venere" aiuta milioni di persone in tutto il mondo a migliorare la propria vita di coppia e risolvere conflitti che sembravano insanabili, partendo dalla semplice constatazione delle profonde differenze psicologiche ed emotive che distinguono gli uomini dalle donne. Ora John Gray ha deciso di offrire al suo pubblico la possibilità di seguire il suo metodo nella maniera più semplice e immediata, raccogliendo e adattando in maniera nuova le parti più illuminanti dei suoi maggiori bestseller (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere e Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere e sono tutti sotto stress). Il risultato è il libro che avete tra le mani, che propone – sia a chi non conosce ancora il metodo “Marte e Venere” sia a chi ne ha già fatto tesoro in passato – la possibilità di seguire un percorso molto semplice e pratico. Con elenchi, schede per lei e per lui, tabelle, frasi-chiave brevi ed essenziali John Gray illustra qui un modo estremamente intuitivo di seguire il suo metodo senza sforzo e senza pensarci troppo, con un viaggio scandito in tre tappe: conoscersi per capire che siamo diversi, confrontarsi per affrontare insieme i problemi e infine amarsi, imparando a costruire una relazione. Impareremo così che l’amore non si deve aspettare come un miracolo ma si può costruire giorno dopo giorno, e che a volte basta davvero poco per stare bene con la persona che abbiamo accanto e dare qualità e gioia alla nostra relazione.