
La ragazza che al fidanzato in mostruoso e reiterato ritardo risponde con nonchalance: «Oddio, scusami, non sono ancora pronta, mi dai cinque minuti?» sta affermando la superiorità dell’essere umano su quello che gli capita. In poche parole, sta facendo dell’ironia invece di usare un qualunque oggetto contundente. È molto più pulito, dignitoso e decisamente liberatorio.Lella Costa, liquidatrice del suddetto fidanzato e oggi, non per caso, signora dell’ironia, ci racconta come mai questa arte dello sguardo obliquo sia indispensabile per affrontare con leggerezza gli sgambetti della vita. Attingendo ai classici della letteratura e della musica, da Socrate all’immenso Shakespeare, da Lewis Carroll al Signor Bonaventura, da Paolo Conte a De André, e dal proprio repertorio, ci fa scoprire che l’ironia è un filo rosso, probabilmente il vero talismano che nei secoli ha protetto l’umanità da adolescenze inquiete, cuori infranti, rughe precoci, su su fino a guerre, dittature vere e democrazie da operetta. E benché l’ironia sia difficile da spiegare (esistono fior di saggi per quello), forse impossibile da insegnare e da imparare (diffidare di chi si autoproclama ironico), si può pur sempre viralizzare, sin dalla più tenera età. Anche il sorriso, come lo sbadiglio, è contagioso.
"Fidatevi di me. Ci sono almeno tre buoni motivi per leggere, o rileggere, 'Canto di Natale'. Il primo è che è un bel libro. Il secondo è che è un libro divertente. E il terzo è che l'uomo che l'ha scritto, Charles Dickens, non è stato solo uno dei maggiori scrittori di ogni tempo e di ogni paese, ma anche un uomo che, da adulto, non ha mai dimenticato cosa vuol dire essere un bambino o un ragazzo." (dall'introduzione di Alberto Melis) Età di lettura: da 9 anni.
La mamma di Marco fa l'agente immobiliare e spesso lo porta con sé quando mostra le case in vendita ai clienti. Un giorno, girando per le stanze di un appartamento cupo e buio, Marco vede un ragazzino e non capisce se sia un fantasma o un sogno. Sa solo che quello strano ragazzino dai capelli rossi, che si chiude in camera per non sentire le urla del padre, non è felice... Età di lettura: da 11 anni.
Utah, Stati Uniti d'America, 1869. I lavori per la ferrovia che unirà la costa est alla costa ovest continuano a subire misteriosi intoppi. È forse opera di Gattardone e dei suoi Gatti Pirati? Geronimo Stilton, nell'improbabile veste di vice-sceriffo, e i suoi amici dovranno salvare nuovamente la storia, tra imprevedibili esplosioni e stratopici inseguimenti! Età di lettura: da 6 anni.
Nella vita di Ren, suo fratello Scott è sempre stato una presenza costante: a volte impalpabile come una canzone nel vento, inafferrabile come una stella cadente; a volte netta e distinta come un'immagine allo specchio. Come il viso di un ragazzo che avrà per sempre diciassette anni: l'età che aveva Scott quando è mancato in un incidente d'auto. Da quel giorno, Ren non ha mai smesso di sentirlo accanto, di parlargli. Di vederlo. E col tempo, diventata archeologa, si è accorta di avvertire intorno a sé anche altre presenze: anime di quei mondi scomparsi che lei cerca di riportare alla luce, di salvare dall'oblio ricomponendoli pezzo dopo pezzo. Sono voci e visioni che la guidano nelle sue ricerche, fino a condurla a un passo da una scoperta fondamentale per la sua carriera, ma che contemporaneamente la allontanano dalla realtà. Mentre affonda le mani nella terra, Ren sogna di attraversare i secoli a ritroso e sparire, almeno per un istante, in quelle antiche esistenze. E intanto è sempre più distaccata, chiusa in se stessa, incapace di ricambiare sentimenti profondi, di aprirsi agli altri. Di raccontare quel dolore che ha segnato irrimediabilmente lei e la sua famiglia. Fino a quando incontra Silas: il primo uomo che sembra riuscire a incrinare quella corazza, la barriera che lei ha innalzato tra sé e il mondo. In lui, Ren scorge la possibilità e la tentazione di un amore vero. E capirà che forse c'è solo un modo per non perderlo: abbandonare i fantasmi del passato e vivere finalmente nel presente.
"Ops... stanno finendo i terroni. Ma come, già? E così, da un momento all'altro?" Così Pino Aprile inizia, nel modo provocatorio che gli è congeniale, questo suo pamphlet, che affronta l'annosa e scontata Questione meridionale da un'angolatura completamente diversa. In un mondo che sta cambiando a incredibile velocità, ha ancora senso definire la realtà in base a criteri geografici, come quelli di Nord e Sud, che nell'interpretazione dei più portano con sé una connotazione meritocratica ormai superata? E possibile utilizzare ancora definizioni di questo tipo quando internet, la Rete, sta tracciando una mappa che non tiene più conto dei vecchi confini, anzi se ne è liberata per ridisegnare uno spazio davvero globale, senza Sud e senza Nord, di cui fa parte la nuova generazione, tutta, figli dei "terroni" compresi? No, dice Aprile, tutto questo è irrimediabilmente finito, passato, travolto dal vento delle nuove tecnologie che, spinto da molte volontà, sta creando un futuro comune, un futuro che unisce, invece di dividere. Forse i padri non se ne sono ancora accorti, ma i figli sì, lo sanno, così come sanno che quella che hanno imboccato è una strada di non ritorno. "Il Sud è un luogo che non esiste da solo, ma soltanto se riferito a un altro che lo sovrasta." Ma nello spazio virtuale, lo spazio dei giovani di tutti i paesi, le direzioni non esistono più.
Da vero partigiano del Vangelo, don Gallo sa che le parole di Gesù sono sovversive, indomabili: soffocano nelle sagrestie e respirano sui marciapiedi. Da questa convinzione nasce l'idea di raccontare, a modo suo, alcune delle pagine più radicali e scandalose dei quattro Vangeli, porgendole con sapienza e leggerezza alla matita pungente, ironica e poetica di Vauro. I peccatori, le prostitute e i diseredati di queste schegge evangeliche sono i barboni, i trans, gli sbandati che da oltre quarant'anni don Gallo raccoglie dalla strada, quei "cani in chiesa", sfortunati ma prediletti dal Signore, che la società del perbenismo di facciata ha dimenticato idolatrando denaro e potere. Il Vangelo scomodo di un prete scomodo, ma anche una "buona novella" dei miti e degli umili, che sorprende e scuote, diverte e rincuora.
Francesco Sacredo, giovane nobiluomo veneziano, torna nella sua città dall'esilio a Corfù, cui è stato costretto dall'Inquisizione. La laguna, trasformata dal gelo in una trappola di ghiaccio, lo accoglie lugubre come la sorte che lo attende. Durante la sua assenza il vecchio padre ha infatti perso al gioco tutti i suoi averi, vinti dalla contessa tedesca Matilde von Wallenstein. La nobildonna, vedova e smodatamente ricca grazie a una sfacciata e diabolica fortuna al gioco, concede al giovane una possibilità: recuperare d'un colpo, in un'ultima partita, tutti i beni persi dal padre. La posta in gioco è però altissima, perché ciò su cui il giovane Sacredo deve puntare è la sua vita stessa. Se perde, infatti, diverrà anch'egli uno dei beni acquisiti dalla contessa, che ne "prenderà possesso". Sconfitto, Sacredo fugge per sottrarsi al destino che tragicamente incombe, cercando nell'avventura il contrappunto alla solitudine. Una fuga che si trasforma anch'essa in una partita senza fine contro il destino.
Benjamin salva un piccolo dinosauro dalle acque del fiume Rapidùt. Peccato che il cucciolo sia un Tremendosauro e abbia un talento infallibile per combinare guai! Geronimo dovrà 'restituire' il piccolo al branco, prima che i disastri di Ciclone portino i preistotopi... all'estinzione! Età di lettura: da 6 anni.
Si avvicinava la mezzanotte. La donna con una gamba sola era atrocemente ustionata, e ormai la polizia di Mumbai stava andando a prendere Abdul e suo padre. In una povera baracca vicino all'aeroporto internazionale, i genitori di Abdul presero una decisione dopo aver parlato brevemente. Il padre, malato, sarebbe rimasto nella casupola con il tetto di lamiera e il pavimento ricoperto di immondizia dove vivevano in undici, e si sarebbe fatto arrestare senza opporre resistenza. Abdul, l'unico che guadagnasse per tutta la famiglia, doveva fuggire. Come sempre, l'opinione del diretto interessato non era stata richiesta, e ora Abdul era in preda al panico, incapace di pensare. Aveva sedici anni, o forse diciannove - i genitori non si ricordavano mai una data. Allah, nella sua impenetrabile saggezza, l'aveva fatto piccolo e scattante. Cosa si cela dietro le piastrelle italiane (definite "beautiful forever") che campeggiano sul muro che separa il viale d'accesso all'aeroporto di Mumbai dallo slum di Annawadi? Un romanzo-reportage nella forma della narrative non-fiction in cui il Premio Pulitzer Katherine Boo racconta la vita di uno slum indiano durante l'arco di alcuni anni, seguendo da vicino le vicende di diversi dei suoi abitanti.