
Solitario, scontroso, testardo. Un eroe romantico, capace di superare ogni avversità. Un uomo volitivo, dotato di grande fascino personale. Un genio intrattabile, un formidabile parlatore e un cavaliere senza paura e, spesso, senza pietà. Cristoforo Colombo fu probabilmente tutto questo. Ma se fosse stato solo questo, la sua impresa sarebbe rimasta, al massimo, un romanzo di gesta, sullo sfondo di mari esotici. Non il viaggio transoceanico che ha cambiato per sempre la geografia e la storia del mondo. Chi era, allora, il grande Scopritore, il capitano «nato lanaiolo e morto ammiraglio del mare oceano»? Nella fantasia di dilettanti, complottisti e novellatori d'ogni genere, il «vero» Colombo è sempre qualcun altro. Dalla Galizia alla Catalogna, dal Portogallo alla Polonia, gli sono state attribuite infinite patrie, una più improbabile dell'altra. La distorsione biografica ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro. Proprio perché lui, l'uomo in carne e ossa, di cui ci parlano i documenti, ha avuto una vita strana, contraddittoria, segretamente fuori luogo. Cristoforo Colombo naviga da par suo. Quasi sempre evita le secche. Talvolta, fatalmente, s'arresta, si scontra, perde la rotta. E, con lui, sbagliano e s'arrestano quanti lo seguono e condividono la sua sorte. Perché, dietro l'eroe solitario, in realtà si stende una fitta rete di amicizie, protettori e investitori che puntano su di lui. Per svelare il «vero» Colombo, Busi dà vita a un racconto corale, vivace e multiforme, in cui spiccano i tanti personaggi, che manovrano la storia come i marinai portano una nave. Alla passione e al coraggio, s'uniscono la violenza, la sopraffazione, il tradimento. Negli ultimi decenni l'immagine del navigatore è stata rivisitata, criticata, attaccata per aver tradito, ridotto in schiavitù e sterminato gli indios che lo avevano accolto festosamente e pacificamente. Via i monumenti, via il suo nome da strade e piazze. Ma, «prima di condannarlo senz'appello, facciamolo almeno cominciare. Godiamo con lui l'ebbrezza della partenza, lasciamo che prenda il mare, aspettiamo che sogni il suo sogno».
Fin dai tempi più antichi gli animali sono tra i protagonisti delle favole. Sono animali che parlano, pensano, si comportano come gli uomini e ne raccontano i lati migliori e peggiori. Volpi e cani, topolini e leoni, granchi, cicale e formiche vivono avventure buffe e immaginifiche, insegnando con saggezza che l'intelligenza vale più della forza, che la prudenza non è mai troppa e che la generosità rende tutti migliori. Per comporre questa raccolta, Rosa Navarro Durán ha attinto alle favole più conosciute di Esopo e Fedro e a quelle di Félix Maria de Samaniego, poeta e scrittore spagnolo di fine Settecento. Ogni favola, riscritta con il linguaggio immediato della grande studiosa e narratrice, è accompagnata dal segno inconfondibile di Francesc Rovira. Età di lettura: da 6 anni.
"Nel maggio 1944 uscì nelle sale cinematografiche "Avvenne domani", un film diretto dal regista francese René Clair. Era uno dei film preferiti di mio padre Luciano, e da ragazzina mi è capitato di vederlo più volte insieme a lui. Puntualmente, ai titoli di coda, si voltava verso di me e mi faceva una domanda "facile facile": «Cos'è il tempo?». Perché il concetto di tempo, filosoficamente parlando, è di sicuro uno dei temi sui quali ha ragionato di più nel corso della sua lunga carriera di scrittore. Lo ha fatto in "Sembra ieri" e ne "Il tempo e la felicità", per citare solo due dei numerosi libri in cui ha affrontato l'argomento, ma anche in uno dei suoi film, "32 dicembre", dove si è interrogato su questo concetto dando voce al pensiero del suo amato Socrate, per il quale il tempo non esiste. Ho trascorso buona parte della mia vita ad ascoltare mio padre parlare di filosofia, e se c'è una cosa che mi ha insegnato è che dovremmo essere padroni del presente e non schiavi del futuro. Oggi, rileggendo gli articoli che ha scritto tra la fine degli anni Settanta e i primi anni del Duemila, mi sono accorta che alcuni temi da lui approfonditi, come per esempio l'omosessualità, il nucleare, l'inquinamento, la corruzione, o ancora l'influenza della tecnologia nei rapporti sociali, il problema delle carceri e la cosiddetta "questione meridionale", sono ancora al centro di accesi dibattiti. Perciò ho deciso di selezionare e raccogliere questi suoi articoli in un unico libro, per ripercorrere le riflessioni di un uomo che ha osservato il mondo con curiosità, ma soprattutto ha provato a spiegarlo ai suoi lettori, invitandoli a ragionare su ciò che sarebbe accaduto nel prossimo futuro". (Paola De Crescenzo)
"Tragicità e meraviglia hanno segnato le mie stagioni, sempre irriducibili sempre insolubili. È il mistero del vivere ad attrarre ogni mio interesse e ogni mio interesse vi si rispecchia, vi trova giustificazione o motivo di consolazione. Il succedere degli avvenimenti, il mutare delle situazioni, il permanere dell'ignoto e dell'indicibile. Non è una opzione ideale, non corrisponde ad uno stimolo sociale, è una necessità carnale e materica riflessa nel paesaggio, scolpita e dipinta, assemblata nelle architetture rurali, civili e religiose. Nutrita di letteratura, di silenzio e di preghiera. E quando niente torna è inutile negarlo. Il passato è ciò che posseggo, il presente è il tempo che mi è concesso, il futuro arriva e mi troverà comunque impreparato. Il mio aiuto, la mia sola forza, sta nell'essere radicato. Una famiglia, una comunità, una terra, una lingua, una religione. Usanze, costumi, modalità dell'essere e dei comportamenti. E tutto sta finendo. Moribondo, quando non già morto."
Il 2 settembre 1499 Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, era fuggito a Innsbruck, presso la corte dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. Il re francese Luigi XII Valois-Orléans, sceso in Italia con un forte e nutrito esercito, era deciso a conquistare il ricco e ambito Ducato di Milano. Vi riuscì dopo l'assedio di Novara del 1500, un evento storico che turbò persino Niccolò Machiavelli. Per il Moro fu la fine. Tradito dai mercenari svizzeri, catturato e imprigionato, morì alcuni anni dopo nella torre del castello di Loches, nella Loira. Che cosa accadde, dunque, alla gloriosa dinastia degli Sforza? All'apparenza, non tutto era perduto. In Tirolo, Ludovico aveva messo al sicuro due figli illegittimi, Ercole Massimiliano e Francesco, affidandoli alla premurosa tutela di Bianca Maria, moglie dell'imperatore e sua nipote. A loro, gli «ultimi duchi», spettava il difficile compito di riconquistare il potere, stringere le giuste alleanze politico-militari e neutralizzare le bramosie di dominio sull'Italia. Il primogenito Ercole Massimiliano, poco propenso allo studio e al sacrificio, attento più ai piaceri della carne che al bilancio delle finanze pubbliche, si rivelò ben presto inadeguato, tanto da governare il Ducato per soli tre anni. Francesco, più intelligente e perspicace, dopo il lungo esilio rientrò vittorioso a Milano e, pur sotto la tutela della Lega Santa voluta da papa Leone X e Carlo V d'Asburgo, mostrò brillanti doti di amministratore. Peccato che, come si vociferava a corte, non riuscisse ad avere figli, e dunque eredi... Con la sua morte, avvenuta nel 1535, si estinse per sempre la dinastia degli Sforza, fondata da Muzio Attendolo, il ragazzo di Cotignola diventato capitano di ventura. Per l'Italia iniziò un periodo di decadenza e di dominazione straniera che sarebbe durato trecento anni. In questo volume, che conclude la trilogia sugli Sforza, Carlo Maria Lomartire ci racconta con il rigore dello storico e la vivacità descrittiva del romanziere una delle fasi cruciali delle cosiddette Guerre d'Italia, la lunga e sanguinosa serie di battaglie che coinvolse la maggior parte degli Stati italiani - compresa la Serenissima Repubblica di Venezia - e caratterizzò la storia europea del XVI secolo. In mezzo a tradimenti e congiure, streghe messe al rogo, conflitti dinastici e matrimoni combinati per ragioni di Stato, Lomartire ci conduce per mano dentro un secolo pieno di avvenimenti drammatici e colpi di scena, dal sacco di Roma del 1527 alla pace di Cambrai del 1529, dall'epidemia di peste che mise in ginocchio Milano alle gesta di celebri condottieri come Ettore Fieramosca e Giovanni dalle Bande Nere.
Quando vennero avvistati per la prima volta gli UFO? E i vampiri esistono davvero? Nel corso dei secoli, leggende e fatti storici si sono talvolta rimescolati fino a diventare indistinguibili gli uni dagli altri: dagli avvistamenti del mostro di Loch Ness alle invenzioni di Leonardo da Vinci, questo volume raccoglie 20 dei più grandi inganni e misteri della Storia. Perché oggi più che mai distinguere verità e falsificazioni è fondamentale per capire chi siamo. A volte si costruiscono false storie per nascondere, in mezzo a tante bugie, la verità. Età di lettura: da 10 anni.
"Stai attento!" Ti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di sentirti dire una frase del genere. Smartphone, social, stress, tv, lavoro dirottano continuamente la tua concentrazione a destra e a sinistra con lo scopo di intrattenerti, informarti, senza però lasciarti le risorse e il tempo per riflettere veramente su chi sei e cosa vuoi. In questo libro Gennaro Romagnoli, psicoterapeuta e creatore di Psinel, il podcast di crescita personale più ascoltato in Italia, ti spiegherà che cos'è davvero l'attenzione e come puoi allenarla per non perderti più le piccole cose quotidiane che rendono la vita preziosa. Scoprirai, infatti, che l'attenzione si comporta come i muscoli del nostro corpo: se non la alleni e se non la usi, si deteriora. Sperimenterai che, come qualunque risorsa, anche l'attenzione è limitata e ha diverse qualità, in base a come decidi di utilizzarla o in relazione a ciò che ti circonda. Sì, perché anche il contesto determina la qualità e la quantità della tua attenzione. E attraverso esercizi, aneddoti, prove e teorie di grandi scienziati che si sono occupati di questo tema, ti accorgerai che gestire la tua attenzione significa saper gestire la tua vita, ristabilire le tue priorità, dare la giusta cura e valore alle relazioni e agli affetti, per ricalibrare gli obiettivi e ritrovare il tuo equilibrio. Quando non sei concentrato su ciò che stai facendo, infatti, non sei davvero "lì presente" e lo stesso vale per qualsiasi esperienza della vita: dal prestare maggiore attenzione a ciò che fai sul lavoro al darne di più alle persone che ami e che fanno parte del tuo mondo. E questo è il più bel regalo che puoi fare a te stesso e agli altri.
Racconto autobiografico e insieme pamphlet politico, "La linea della palma" è anche un j'accuse sul mondo a cavallo tra vecchio e nuovo Millennio; una lunga conversazione in cui Camilleri, sollecitato dal giornalista Saverio Lodato, mette a nudo la sua esperienza di scrittore e di uomo di spettacolo, ma anche di uomo impegnato politicamente. Sono pagine di grande intensità, a volte pungenti sino all'invettiva, dense di ricordi sull'universo familiare, sugli anni del fascismo e della guerra, sulla mafia di ieri e di oggi, e su quella mentalità subdola e strisciante che - proprio come le vegetazioni tropicali delle palme di cui parla un altro illustre siciliano, Leonardo Sciascia - dalla Sicilia penetra in tutta Italia e in Europa.
L'entusiasmo è una forza che abita dentro ognuno di noi, ma non tutti sappiamo di possederlo. È qualcosa di sacro, una "sostanza" preziosa che ci motiva, che ci aiuta ad affrontare meglio gli ostacoli che si presentano lungo il nostro cammino, rendendoci più positivi, più potenti e più determinati nel raggiungere i nostri obiettivi. In altre parole, più felici. La buona notizia è che l'entusiasmo non è un dono del cielo, ma può essere coltivato consapevolmente fino a diventare una prassi quotidiana. Basta sapere come fare. In questo libro, frutto di anni di ricerche e di lavoro sul campo, lo psicologo e psicoterapeuta Salvo Noè propone 13 stratagemmi per alimentare l'entusiasmo e ottenere il massimo in ogni ambito della nostra vita: in famiglia, sul lavoro, a scuola. Seguendo i suoi consigli e mettendo in pratica gli esercizi proposti, impareremo a spazzare via vecchi schemi e inutili zavorre per assumere un atteggiamento mentale positivo. Capiremo come smettere di lamentarci per cominciare a porci le giuste domande e fare chiarezza intorno ai nostri valori, ai nostri sogni, alle nostre aspirazioni. Un manuale pratico, indispensabile a chiunque voglia migliorare la propria vita e ritrovare la gioia di vivere. "L'entusiasmo vive dentro di noi e nel modo in cui facciamo le cose. Possiamo vivere la nostra quotidianità in maniera monotona, senza passione, secondo abitudini limitanti e noiose. Oppure riprometterci di vivere ogni giorno come se fosse il primo, mettendoci tutta la nostra curiosità e la nostra passione per ottenere la vita che vogliamo."
La «bomba» esplode nella notte del 25 agosto 2018, quando l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti pubblica una «testimonianza» senza precedenti contro Francesco, spingendosi a reclamarne persino le dimissioni. Di fatto, quello dell'alto prelato è un vero "pronunciamiento", un tentativo di colpo di stato nei confronti del pontefice «venuto dalla fine del mondo». Nicolas Senèze, vaticanista del quotidiano francese «La Croix», parte da questo fallito golpe per ricostruire la trama di intrighi e veleni che vede protagonista quel variegato fronte della destra cristiana americana impegnata a combattere le riforme avviate da Bergoglio e il suo desiderio di una Chiesa più evangelica e vicina ai poveri. Da Steve Bannon, lo stratega di Donald Trump, a Tim Busch, il fondatore del Napa Institute, la galassia formata da esponenti integralisti cattolici, movimenti pro-vita, lobby delle armi, negazionisti del cambiamento climatico e potenti quanto oscuri gruppi finanziari si sta mobilitando in forze contro papa Francesco. Il pontefice che si batte contro il capitalismo neoliberista, che si oppone alla pena di morte e alla libera circolazione delle armi, il papa «marxista» che condanna l'«idolatria del denaro», che dialoga con la Cina e contribuisce alla normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba, è considerato da una influente e attiva frangia del cattolicesimo americano - come pure dai sovranisti di casa nostra - il principale responsabile dell'attuale debolezza dei cattolici, vittime mute della secolarizzazione della società e del relativismo culturale. Un papa, quindi, da sfiduciare, da intimorire, da allontanare dal soglio di san Pietro, anche a costo di promuovere un drammatico scisma all'interno della Chiesa. Agli attacchi provenienti da oltreoceano, scrive Senèze, Francesco ha scelto di non rispondere. O meglio: ha optato per un «silenzio disorientante». Ma i suoi avversari, seppur non siano riusciti, questa volta, nell'intento di rovesciarlo, si stanno già preparando per il post-Francesco, sperando di pesare sul conclave che sceglierà il prossimo papa.