
Laura Rampini aveva soltanto ventidue anni e un figlio piccolo quando un grave incidente automobilistico l'ha travolta e lasciata su una carrozzina, senza più l'uso delle gambe. Era il 1995. Oggi, meno di vent'anni dopo, Laura è mamma per la seconda volta e, inoltre, ha preso il brevetto da paracadutista e vanta già centosessanta lanci. È la prima e unica paracadutista paraplegica al mondo. Difficile rialzarsi da terra quando la vita toglie gli appoggi della tua esistenza. Difficile, ma non impossibile. Laura Rampini ne è la dimostrazione vivente. Il racconto della sua vita e della sua battaglia per abbattere le barriere è una storia commovente, di spregiudicato eroismo, costruita pezzo a pezzo, con una determinazione d'acciaio e un atteggiamento naturalmente positivo. La storia di chi sa che non deve arrendersi mai, né di fronte a un marciapiede troppo alto né di fronte a un desiderio. Anche quando quel desiderio incontra lo scetticismo dei tanti, tanto è smisurato e coraggioso. Perché nulla è impossibile, tutto è superabile.
Questa raccolta di discorsi e di omelie costituisce una nuova testimonianza della visione ecclesiale e pastorale di papa Francesco, oltreché uno specchio della sua capacità di comunicare, con semplicità e intensità, l'essenziale delle cose che contano per la vita cristiana. I temi toccati sono numerosi, ma uno sembra dominare su tutti: la speranza. Alle radici di quella che più volte viene chiamata la "gioia della fede" non ci sono infatti i desideri e le attese che ogni uomo coltiva guardando al futuro, ma c'è prima di tutto la grande speranza che nasce dall'incontro e dall'esperienza di Cristo. Con lui la speranza non è un miraggio che abbaglia e si allontana, è una luce certa che illumina l'esistenza per sempre. Da qui dunque occorre partire per cogliere il senso profondo del messaggio che via via Francesco - con l'afflato umano e missionario che gli è caratteristico - vuole consegnare al suo popolo, in quella prospettiva spirituale, pastorale e educativa che compenetra tutta la sua predicazione. Perché là è la speranza che apre il cuore, cambia la vita, proietta verso il futuro. Dalla speranza il discorso si estende e interagisce con tutte le problematiche dell'esistenza, con le sfide poste oggi al cristianesimo, con il modo nuovo di "essere Chiesa" e di andare incontro al mondo. Un obiettivo di rinnovamento e riforma possibile, per quanto impegnativo e di lunga prospettiva...
Nel giugno del 1242, a Parigi, davanti a una folla urlante e a frati raccolti in preghiera, migliaia di pergamene inchiostrate recanti lettere ebraiche arsero sulle pire scoppiettanti diffondendo lungo le rive della Senna un dolciastro fetore animale. Sui roghi, innalzati per volontà di re Luigi IX il Santo, avvampavano le copie del Talmud. La parola di Dio, proprio come i corpi viventi che cadevano tra le braccia dell'Inquisizione, bruciava nelle fiamme. Iniziava così, per il Popolo del Libro, un'altra pagina della sua storia millenaria di sofferenze e persecuzioni. Eppure, come ci ricorda Simon Schama, docente alla Columbia University, questa storia non si consumò solo nel lutto e nelle fughe improvvise, nelle costanti minacce di annientamento e nell'oppressione. Quella del popolo ebraico è soprattutto una storia di resistenza, di creatività, di gioia. Una continua, e a tratti disperata, affermazione della vita sulle avversità più spaventose. In queste pagine si dipana quindi una straordinaria epopea, fatta di gente comune e di poeti, di autori biblici e medici illustri, di miniaturisti e mercanti, di cartografi e filosofi. Un caleidoscopio di microstorie in cui si accendono candele, si intonano canti, si affrontano viaggi perigliosi in terre incognite alla ricerca di spezie e pietre preziose, si studiano, si custodiscono e si perpetuano le parole del Libro. Un racconto che abbraccia millenni e continenti...
Unico romanzo di Emily Brontë, pubblicato nel 1847, "Cime tempestose" narra la passione di Heathcliff, trovatello orgoglioso e ribelle, per Catherine, legata a lui da un sentimento che non le dà pace neppure dopo il matrimonio con il ricco Edgar Linton. Attorno a questo nucleo centrale si costruisce un romanzo d'amore che via via si rivela una tormentata vicenda di vendetta. Le deserte e ventose lande dello Yorkshire, le sue brughiere aspre e selvagge sono l'indimenticabile sfondo di una storia in cui si fondono le suggestioni delle grandi tragedie shakespeariane e il clima romantico ottocentesco. Nella temperie di esasperata sensibilità tipica del Romanticismo, "Cime tempestose" si segnala per la finezza del disegno psicologico e per un senso di commossa interiorità che sembra precorrere alcune tra le più mature conquiste del romanzo inglese del primo Novecento come i capolavori di Joyce e Virginia Woolf. Con uno scritto di Joyce Carol Oates. Prefazione di Charlotte Brontë.
Infaticabile inventore di giochi, indovinelli, rompicapo, calembour, Lewis Carroll, timido ed eccentrico docente di matematica pura a Oxford, era capace come nessun altro di calarsi nei panni dei bambini e di rappresentare il loro mondo, sempre in bilico tra fantasia e realtà. Tutte qualità che si ritrovano nei suoi due libri più celebri "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" (1865) e "Attraverso lo Specchio e quello che Alice vi trovò" (1872). Lo spirito vivace, la chiarezza dello stile e la straordinaria qualità dell'umorismo che pervade questi due romanzi ne fanno dei classici non solo delle letture per l'infanzia ma della letteratura di ogni tempo. Introduzione di Pietro Citati.
Secondo le intenzioni del suo autore "Il mastino dei Baskerville" non avrebbe mai dovuto vedere la luce: nel racconto "L'ultima avventura", infatti, pubblicato nel 1893, Sherlock Holmes era precipitato da una cascata. Ma, costretto dalle insistenze del pubblico e dell'editore, Arthur Conan Doyle dovette far "resuscitare" il suo celebre personaggio. Il risultato è questo romanzo del 1902, il più famoso di Conan Doyle e probabilmente il suo capolavoro. La storia del cane demoniaco che si aggira per le brughiere, sospettato di essere l'autore di una serie di efferati delitti, rimane ancora oggi un gioiello della narrativa, non solo gialla.
Tra i più bei racconti lunghi di Conrad, tra i più sottilmente inquietanti e misteriosi pur nella lineare semplicità della vicenda, "La linea d'ombra" riassume nella breve esperienza di un ufficiale di marina al suo primo comando una intera esistenza. Prigioniero di una bonaccia che costringe la sua nave all'immobilità assoluta, circondato da un equipaggio i cui membri cadono progressivamente vittime della febbre gialla, senza alcuna possibilità di chiedere e ottenere aiuto, il protagonista conosce, nel breve arco di tempo di un viaggio che diviene simbolo della vita, le miserie e le grandezze della condizione umana. Messo a confronto con la sofferenza, la follia, le insondabili forze della natura, oltrepasserà infine "la linea d'ombra", quel confine elusivo, a tratti inafferrabile, che segna il passaggio dalla giovinezza all'età matura. Con un saggio di Italo Calvino. Introduzione di Ian Watt.
Pubblicato con grande successo nel 1889, "Il Piacere" è il primo romanzo di Gabriele d'Annunzio. Le esperienze biografiche del giovane scrittore nella Roma elegante e mondana di fine secolo confluiscono qui nel personaggio di Andrea Sperelli, giovane artista e raffinato esteta. I suoi complicati amori e il suo tentativo di "fare la propria vita come si fa un'opera d'arte" si vengono però a scontrare con un mondo che, malato di edonismo, sta morendo soffocato "nel grigio diluvio democratico odierno" che alla bellezza sostituisce il profitto. L'amara e sterile ricerca del piacere del protagonista è dunque emblematica di una crisi di valori di ben più vasta portata, quella dell'intera società aristocratica ottocentesca.
"Memorie dal sottosuolo", uscito a puntate a partire dal 1864, costituisce una tappa centrale nella vicenda artistica e spirituale di Fëdor Dostoevskij. In forma di monologo-confessione, è la storia della fallita redenzione di una prostituta e, nello stesso tempo, la tormentata indagine sull'inconscio, il "sottosuolo", e sull'impossibilità di capire a fondo se stessi e gli altri. L'io narrante è uno dei cosiddetti "uomini superflui", uno che si limita a prendere atto dell'immensa ricchezza nascosta nel proprio intimo e non trae alcuna conseguenza pratica, soffrendo acutamente, al tempo stesso, del proprio fallimento. È la prima incarnazione di quel tipico personaggio di ribelle non riconducibile ad alcuna fazione, di individuo smarrito tra l'angosciosa ricerca della verità e un'incolmabile distanza dalla realtà, che sarà protagonista dei grandi romanzi di Dostoevskij.
Al suo primo apparire, nel 1774, "I dolori del giovane Werther" conobbe un successo senza precedenti: romanzi ispirati a Werther, abiti modellati su quelli indossati da Werther, profumi intitolati a Werther invasero in breve tempo l'Europa. Nel 1787 Goethe ne pubblicò una seconda stesura, destinata a diventare un classico della letteratura mondiale, quella che viene ripresentata qui nella traduzione, anch'essa ormai "classica", di Giuseppe Antonio Borgese. Primo grande testo del romanticismo, questo romanzo conserva un fascino profondo, un'inconfondibile originalità nel modo in cui la prosa si adegua ai successivi stati emotivi del personaggio, ora rapito nell'osservare la bellezza di un frammento di natura, ora rinchiuso in se stesso mentre nel suo cuore si agitano tempestose passioni. Con un saggio di Thomas Mann. Introduzione di Roberto Fertonani.