
"Basiléia ton ouranon", "regno dei cieli", non significa "impero dei cieli" ma comunità dei cieli, nel linguaggio sacro di Israele "comunità dei giusti". Una comunità rifiutata dalla "generazione presente" di Israele e dalla dalla città del "secolo presente", accolta da chi vuol convertirsi e crescere e cerca al secolo futuro. È la comunità della "generazione di Gesù Cristo". L'evangelista sceglie alcuni, affinché si conoscano due fra le sue molte e nuove coise adamitiche, frutto di interpretazioni più adamitiche di precetti antichi. La prima, facile da accogliere, "signore del sabato è figlio dell'Adamo", più difficile la seconda, "fratello, sorella, madre è chi fa la volontà dei Dio". Sceglie anche sette severe parabole, per descrivere il volto umano del Regno dei Cieli.
Alcune dei temi filosoficamente, e non solo filosoficamente, più urgenti, quali la questione della verità, la laicità e la democrazia, il pluralismo religioso e i nuovi ateismi, le condizioni e i limiti della libertà umana, vengono qui affrontati con un metodo ermeneutico dotato di una forte impronta speculativa. Il libro è perciò anche una difesa di un modello molto distante dalla vulgata ermeneutica: esso mostra come il pensiero ermeneutico si debba radicare in una concezione non relativistica della verità e nell'affermazione di un originario pensato come libertà. A questo pensiero dell'originario viene qui tentato un nuovo approccio attraverso l'idea kierkegaardiana della coscienza come rapporto che si rapporta a se stesso.
Secondo F. Nietzsche, il nichilismo è lo "smarrimento dei valori tradizionali - Dio, Verità, Bene - e lo scivolamento verso il trivellante sentimento del proprio nulla". In un mondo frutto del caso, l'uomo si ritrova senz'anima, destinato al niente della morte e senza un fine soprannaturale. Contro questo modo di concepire l'esistenza, si espongono a livello multidisciplinare (teologia, filosofia, psicologia, morale) non solo le contraddizioni interne del nichilismo, ma anche quelle dei suoi precursori (agnosticismo, materialismo, ateismo, scientismo, laicismo). Particolare attenzione viene data alla fondazione religiosa della libertà, della morale e dell'amore (contro il relativismo) e alla critica delle concezioni di Dio come Nulla e Ineffabile (misticismo, teologia negativa). Guidano lo studio il realismo e il pensiero cristiano, due prospettive che offrono risposte per superare le precarietà della vita (divenire, vuoto, male, angoscia) e intravedere la presenza dell'Assoluto. In Appendice, le classiche "dimostrazioni dell'esistenza di Dio" esemplificano la perenne validità di una "metafisica dell'essere" profondamente anti-nichilista.
Non comune è stato lo spessore culturale di Buonaiuti che si può ritenere, a buon diritto, come il vero iniziatore degli studi accademici italiani di Storia del Cristianesimo. Lo Gnosticismo è una delle prime opere della sua copiosissima produzione e si colloca nell’ambito del suo interesse per la fase nascente dell’esperienza e della dottrina cristiana, di cui non cesserà mai di ammirare la straordinaria vitalità e la non meno straordinaria complessità. Egli si è posto di fronte al “magma incandescente” e tumultuoso delle correnti gnostiche sorrretto dalla sua grande erudizione classica e teologica, dall’esperienza metodologica e dalla studio storico della dogmatica. Pur essendo privo di quegli apporti che – allo studioso del Cristianesimo primitivo e soprattutto della Gnosi – verranno soltanto dalle grandi scoperte dei testi di Nag Hammadi, Buonaiuti è riuscito a delineare un quadro di sintesi estramente preciso e suggestivo, e ancora prezioso, per chi voglia farsi un’idea di insieme del fenomeno religioso dello Gnosticismo.
Ernesto Buonaiuti (1881-1946) sacerdote, teologo, storico del Cristianesimo attento alla spiritualità delle origini, si affermò ben presto per la vasta erudizione e la curiosità intellettuale. La sua adesione al Modernismo gli costò la scomunica e un inaudito ostracismo. In ragione del riavvicinamento dello Stato Italiano alla Chiesa, con i Patti Lateranensi, e poiché successivamente Buonaiuti fu tra i pochissimi docenti universitari a non voler prestare giuramento al Fascismo, fu esonerato anche dall’insegnamento (e mai riabilitato, nemmeno dopo la Liberazione). Tra le sue opere principali, la fondamentale Storia del Cristianesimo in tre volumi, gli studi su Gioacchino da Fiore Gioacchino da Fiore: i tempi, la vita, il messaggio, e l’intensa autobiografia Pellegrino di Roma. La generazione dell’esodo.
Claudio Bonvecchio è professore ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali, presidente del Consiglio del corso di studi in Scienze della Comunicazione, coordinatore del dottorato in Filosofia delle Scienze Sociali e Comunicazione Simbolica all’Università degli Studi dell’Insubria (Varese). Tra le recenti pubblicazioni per Mimesis: Esoterismo e massoneria (2007), I viaggi dei filosofi (2008), L’eclissi della sovranità (2010) e La magia e il sacro (2010), ha curato inoltre La filosofia del Signore degli anelli (2008), Le eresie di Agostino (2010) e La filosofia di Indiana Jones (2011).
Quando l'affermazione del nazi-fascimo generava, per le coscienze progressiste di tutta Europa, il crollo di ogni speranza, nella sua Tesi di filosofia della storia Walter Benjamin ha provato a indicare una dimensione temporale di libertà davvero rivoluzionaria, in rottura con l'ottimismo lineare e progressivo tipico della modernità, cioè con la storia scritta dai vincitori. Ma se la contemporaneità ha abbandonato ogni grande narrazione, ancora più valido resta il monito di Benjamin a una tensione messianica in cui ogni "secondo è la piccola porta da cui può entrare il Messia".
Nei due saggi inediti pubblicati in questo volume, Virginia Woolf ci invita a fare "una passeggiata intorno" alle qualità delle immagini cinematografiche e delle parole. Entrambe sono in grado di mettere in moto quel processo creativo attraverso la cui contemplazione si esperisce il mondo, lo si indaga, talvolta lo si crea. Un parallelo tra cinema e letteratura che ci fa vivere l'attualità e la potenza della parola e la suggestività e il simbolismo delle immagini.
In questo libro - il cui titolo originano è "Celebration of awareness" (Celebrazione della consapevolezza) - parla certamente un cristiano che nel XX secolo, all'età di trentacinque anni circa, sente il dovere di chiamare alla celebrazione, nel senso di ostensione e di messa, tutti coloro che sentono, nella condizione umana in cui si sono venuti a trovare, l'esigenza di ripensare profondamente - di rivoluzionare - l'uomo e le sue istituzioni: educative, religiose, economiche, tecnologiche, sociali, civili, mediche. "Maverik intellectual", impossibile da classificare in alcuna scuola, linea di pensiero e sentimento del tempo, Ivan Illich è un filosofo vero e un credente provocatorio, che ha osato contraddire l'illusione che la modernità ha migliorato la vita delle persone. Attraverso le sue parole e i suoi scritti il pensatore austriaco cosmopolita cerca di portare alla luce il lato oscuro che la società tecnica porta con sé. Tale approccio, da quando è stato pronunciato, non ha mai cessato di crescere di statura; va oggi oltretutto preso alla lettera, quasi facesse parte della nostra cronaca attuale rispetto alla quale anche gli anacronismi contenuti nel testo possono essere visti come parti integranti della profondità e dello spessore della visione che promuove. Introduzione di Erich Fromm.
Straordinario inedito della più famosa filosofa del Novecento. Maria Zambrano sa far pensare, emozionando, perché la sua filosofia parte proprio dall'immane e poetico compito di affrontare la vita stessa. In questo libro Zambrano lo fa mettendosi in gioco in prima persona con un'autobiografia filosofica dei sentimenti. Il tempo, l'amore, la compassione, l'incredibile capacità di patire insieme che ci rende umani, sono i temi centrali del libro. Il tempo è quello della nascita, quello del racconto, dell'amore e della pietà. L'amore è il sentimento che apre le strade più di ogni altro: un sentimento che apre la possibilità di ogni possibile, che dischiude ogni trascendenza, che apre la via all'infinito. Tutto questo si unisce nella vita di ognuno di noi, per dare l'avvio a un'autobiografia che sarà sempre unica e singolare, al di là di ogni forzatura, di ogni rigidità, di ogni impassibilità. L'amore come apertura al futuro che non sarà mai ripetizione dello stesso, dell'uguale, ma sempre novità e cambiamento. Per riscrivere ogni giorno una nuova pagina in una nuova storia, fatta di uomini, donne, figure nuove e passate, che si alternano nella nostra vita, sulla fantastica giostra dei sentimenti