Gli scritti raccolti in questo secondo tomo del volume dedicato al "Pensiero delle pratiche" riprendono sotto una nuova luce temi centrali nel lavoro dell'autore sin dagli anni Settanta e Ottanta. Da un lato è in questione la relazione tra semiotica ed ermeneutica; da un altro lato il pensiero delle pratiche e la sua relazione col tema della scrittura. Il punto di approdo è quella declinazione etica del conoscere e della funzione genealogica della filosofia che assume, nei lavori qui presentati, i tratti seducenti e sconcertanti del salto nell'abisso. Il pensiero delle pratiche dissolve infatti i punti di appoggio consolidati nella tradizione filosofica e impone di slanciarsi verso forme inedite del filosofare, non per amore di novità, ma di verità. Come già era emerso nel percorso "abissale" di Archivio Spinoza (in Opere, voi. IV, tomo I), vita e sapere si intrecciano in modalità essenzialmente problematiche e nondimeno feconde. Qui l'intreccio assume come tema una domanda tipicamente gnoseologica: come è possibile la corrispondenza di mente e mondo, che è la condizione stessa del conoscere? Questa domanda è il filo rosso che lega strettamente "Idoli della conoscenza" con "Gli abiti, le pratiche, i saperi" e con i sei testi, più recenti e più antichi, raccolti nelle appendici.
Cristo, Maria madre di Dio, la Chiesa: sono i tre temi che Inos Biffi prende in esame e illustra in questo volume dell'Opera Omnia. Non si tratta di una riflessione articolata e sistematica, ma di saggi brevi e precisi, che composti e unificati alla fine delineano con penetrante lucidità le tre figure teologiche. Quella di Cristo, anzitutto, che l'autore ama presentare particolarmente come il Crocifisso risorto, o il Signore glorioso, centro e fine dell'uomo e della storia, assolutamente unico Salvatore di tutti. Con puntualità critica Biffi rileva i diffusi annebbiamenti sulla storicità della risurrezione, sul divario tra Gesù di Nazaret e il Cristo della fede, o sull'ecumenismo, che alterano l'identità di Gesù Cristo e il significato dell'incarnazione. L'immagine di Maria risalta nella sua stretta unione con il Figlio e la sua opera di salvezza. Della Chiesa è sottolineato soprattutto il carattere misterico, la sua missione di grazia, il rapporto col mondo, la sua dimensione universale e la sua forma particolare, il senso del primato, e tanti altri aspetti della sua vita e della sua attività, ancora una volta con le delucidazioni necessarie per dissipare errori e fraintendimenti. Verrebbe da paragonare le figure dottrinali che risultano da questi scritti di Biffi a quelle che ci hanno lasciato i pittori divisionisti, per cui non sembrerebbe fuori luogo parlare quasi di un divisionismo teologico.
Il Dono supremo, ossia l'Eucaristia, che Cristo istituisce nell'ultima cena, donando il suo Corpo come cibo e il suo Sangue come bevanda, e affidandola alla Chiesa, perché la celebri come memoriale della Pasqua del Signore, in attesa della venuta gloriosa. Il volume presenta il tema eucaristico anzitutto in generale, dal profilo sia della riflessione storica, sia della trattazione sistematica. Segue poi una serie di capitoli, con innumerevoli "frammenti", intesi a mettere in luce l'ampio spettro e la singolare suggestione di questo Dono, nella varietà dei suoi aspetti - dottrinali, liturgici e pastorali -, da cui appare la collocazione del "mistero della fede" al cuore stesso della Chiesa, che vi attinge la sua comunione alla Croce e quindi la sua vita e la sua speranza. L'autore non manca poi di offrire una lettura critica su teorie e iniziative diffuse, che, fraintendendo la riforma liturgica e in nome di un aggiornamento mal compreso, rischiano di alterare la concezione "cattolica" dell'Eucaristia e di non "edificare", ma di confondere, la comunità cristiana. Le pagine di Inos Biffi - che all'argomento eucaristico ha dedicato la maggior parte del suo insegnamento - rappresentano un'introduzione chiara, perspicua e rigorosa al "principale" tra tutti i sacramenti, dov'è perennemente presente e operante l'inesausto sacrificio di salvezza.
La storia del pensiero occidentale è percorsa da una domanda potente e spesso censurata: è possibile stabilire un confine fra uomo e animale? L'uomo, definito di volta in volta "animale dotato di parola" o "animale razionale", è attraversato da questa domanda e scopre nell'animale un'alterità non rappresentabile e indicibile che chiede di essere interrogata e conosciuta. Dal 1997, Derrida inizia una riflessione sull'animale che nemmeno la morte arresta nella sua radicale novità. Aristotele, Descartes, Heidegger, Lévinas, Lacan, ma anche il racconto biblico della creazione e la voce della poesia: il filosofo algerino insegue e stana aporie e irriducibilità, esautoranti opposizioni e tranquillizzanti "biologismi". Una riflessione filosofica che voglia davvero fare i conti con l'alterità non può che collocarsi sulla frontiera fra sguardo animale e umano: "l'animale ci guarda e noi siamo nudi davanti a lui. E pensare comincia forse proprio qui". Edizione stabilita da Marie-Louise Mallet. Edizione italiana a cura di Gianfranco Dalmasso.
L'elezione di papa Francesco ha contribuito a riportare l'attenzione su Pierre Favre, gesuita vissuto tra il 1506 e il 1546, molto amato dal Pontefice per la sua vicinanza a Francesco Saverio e soprattutto a Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Nel saggio introduttivo redatto appositamente per questo volume, Luce Giard ricorda come Favre formò con Ignazio "una coppia amicale e fervente" fin dal 1525. Per Michel de Certeau, storico del pensiero religioso assai stimato da papa Francesco, Favre passa così "dall'infanzia spirituale alla maturità, e dal sogno di un mondo perfettamente puro alla pratica della carità". Attraverso l'applicazione della Regola gesuitica e degli Esercizi, egli trova finalmente lo sbocco anelato in una vita caratterizzata da un'accentuata dimensione mistica. Dal 1536 fino alla morte svolge un'infaticabile attività predicatoria vivendo per anni come pellegrino fra i pellegrini sulle strade d'Europa e condividendo la quotidianità in un periodo di profonda crisi caratterizzato dalla diffusione del pensiero di Lutero. La sua vita, cominciata in un umile villaggio di pastori della Savoia, racchiude "il sentimento dell'Azione divina, le forme così varie in cui l'impulso, la realtà e l'attrazione divina si palesano", mostrando come questa unità non sia opera dell'uomo, ma un "dono che sempre meglio si può riconoscere".
Negli anni tra il 1993 e il 1998, dopo i romanzi e i cicli narrativi che l'hanno reso famoso nel mondo, Solzenicyn torna ad affrontare la misura breve del racconto con esiti di indiscutibile intensità ed efficacia. Nel solco delle narrazioni sull'Uomo nuovo (Jaca Book 2013), i tre racconti e il romanzo breve contenuti in questo volume, ancora inediti in Italia, affrontano la guerra, non solo quella dei campi di battaglia del secondo conflitto mondiale ma anche quella per preservare la "casa dell'uomo", messa in pericolo da speculatori vecchi e nuovi. E, nella società postsovietica, la guerra del profitto, dello strapotere finanziario e lobbistico che sequestra e impoverisce una nazione già allo stremo.
Storico delle istituzioni politiche, studioso della Bibbia e teologo protestante, sociologo e critico del sistema tecnico, Jacques Ellul (1912-1994) è uno dei principali precursori della decrescita. Maestro di Ivan Illich e ispiratore di José Bove, nei suoi scritti ha denunciato gli eccessi della società occidentale attraverso la critica della ragione geometrica e la denuncia del disvalore generato dal progresso tecnico e del fallimento della promessa di felicità della modernità, arrivando a teorizzare la riduzione del tempo di lavoro. "Non può esserci una crescita illimitata in un mondo limitato" è il messaggio dei brani scelti per presentare la figura del più grande contestatore della corsa senza freni della tecnica, il cui pensiero è illustrato in modo efficace in un saggio inedito di Serge Latouche.
Segretario Generale del PCI dal 1972 al 1984, Enrico Berlinguer (1922-1984) è protagonista di una ricerca politica e di una vicenda umana che alludono alla critica di un modello consumistico che a partire dagli anni '60 stava corrodendo la società italiana e l'Occidente tutto. Nei due discorsi sull'austerità del 1977, inseriti in questo volume al termine di un esauriente saggio di Giulio Marcon, sono contenute la critica al modello di sviluppo e la visione dell'economia capitalistica che più lo avvicinano all'attuale riflessione sulla decrescita. Pensieri di un leader sobrio, timido e austero, carismatico senza cedere al narcisismo, alle apparenze e al culto dell'immagine.
Alberto Melloni, uno dei maggiori conoscitori di papa Giovanni, ci fa entrare con una presentazione nel testo posto a fondamento di azioni e decisioni che hanno cambiato il corso della storia della Chiesa. Vera autobiografia spirituale del "Papa buono", "il Giornale dell'Anima" si colloca all'origine delle meditazioni fatte nel corso dei suoi ritiri. Un soliloquio, come lo chiama egli stesso utilizzando un termine caro a Sant'Agostino. Di fatto l'itinerario dai quattordici agli ottantadue anni di una vita cristiana serenamente radicata nella Bibbia e in una spiritualità sacerdotale dove il Vangelo vissuto prevale su ogni preoccupazione di ruolo o d'immagine. Come ci ricorda nella prefazione il cardinale Loris F. Capovilla, il Giornale "si legge, si rilegge, ci si sente afferrati, tirati fuori dal rumore, dalla confusione, dal pressapochismo del nostro tempo".
L'autore dei "ritratti di santi", Antonio Maria Sicari, traccia i profili di due Papi entrambi santificati ad aprile 2014. Il riconoscimento popolare nei confronti di queste due figure è stato ampio e duraturo. Con Giovanni XXIII la percezione fu immediata e il Papa inaspettatamente indisse un Concilio che ebbe enormi conseguenze dentro e fuori della Chiesa; Giovanni Paolo II portò la presenza del ministero di Pietro nel mondo. Sicari traccia un ritratto intimo e penetrante di due protagonisti della storia contemporanea, portatori di un perentorio messaggio di pace.