
Bella si è appena trasferita a Forks, la città più piovosa d'America. È il primo giorno nella nuova scuola e, quando incontra Edward Cullen, la sua vita prende una piega inaspettata e pericolosa. Con la pelle diafana, i capelli di bronzo, i denti luccicanti, gli occhi color oro, Edward è algido e impenetrabile, talmente bello da sembrare irreale. Tra i due nasce un'amicizia dapprima sospettosa, poi più intima, che presto si trasforma in un'attrazione travolgente. Finora Edward è riuscito a tenere nascosto il suo segreto, ma Bella è intenzionata a scoprirlo. Quello che ancora non sa è che più gli si avvicina maggiori sono i rischi per lei e per chi le sta accanto... Mentre nella vicina riserva indiana riprendono a circolare inquietanti leggende, un dubbio si fa strada nella mente di Bella. Il sogno romantico che sta vivendo potrebbe essere in realtà l'incubo che popola le sue notti.
Londra, anni Sessanta. Sono trascorsi vent'anni da quando Julius è venuto a mancare, ma il suo ultimo gesto eroico ha lasciato un segno indelebile nelle vite di chi gli era vicino. Emma, la figlia minore, ventisette anni, lavora nella casa editrice di famiglia e non mostra alcun interesse verso il matrimonio. Al contrario, Cressida, la maggiore, è troppo occupata a struggersi a causa dei suoi amanti, spesso uomini sposati, per concentrarsi sulla carriera di pianista. Nel frattempo Esme, la vedova di Julius, ancora attraente alla soglia dei sessant'anni, rifugge la solitudine perdendosi nella routine domestica della sua bellissima casa color rosa pesca. E poi c'è Felix, ex amante di Esme e suo unico vero amore, che l'ha lasciata quando il marito è scomparso e torna in scena dopo vent'anni di assenza. E infine Dan, un estraneo. Le tre donne e i due uomini, legati da un filo che solca presente e passato, si ritrovano a trascorrere un fine settimana tutti insieme in campagna: caratteri e personalità, segreti e lati nascosti, emergeranno attimo dopo attimo in queste giornate intense, disastrose e rivelatrici, sulle quali incombe, prepotente, l'ombra di Julius.
Composta nel 1899, "I tre dialoghi e il racconto dell'Anticristo" rappresenta l'opera ultima ma non conclusiva del pensiero di Vladimir Solov'ëv. Lo sterile razionalismo della filosofia europea, la desacralizzazione mascherata da "nuova" religione e la dominante etica tolstojana ispirano in Solov'év la riflessione sul problema della realtà del male e sulla falsificazione del bene. Scegliendo la forma di un dialogo polemico e ironico, Vladimir Solov'év profetizza «l'epilogo del nostro processo storico» attraverso la parabola dell'Anticristo. Chi è l'Anticristo di cui parla Solov'ëv? Uno spiritualista convinto e un sapiente illuminato, un uomo generoso e geniale. Nel deserto di valori del XX secolo e sotto la minaccia del panmongolismo, ovvero la dominazione delle potenze asiatiche (Cina e Giappone), l'Anticristo ammalia religiosi e intellettuali, cittadini e governanti d'Europa. Guidato da un solido amor proprio e con i suoi manifesti di pace universale, uguaglianza e progresso, questo «uomo del futuro» diviene imperatore del mondo. Per Solov'év il grande pacificatore svela però, con il suo progetto ecumenico tanto fiacco quanto audace, che "in sostanza" non è buono. «Questo bene contraffatto un po' di lucentezza ce l'ha, se però gliela togli, non gli rimane alcuna forza essenziale». L'Anticristo verrà infatti sconfìtto da un romano che parla nel nome della Verità.
Cinquantanni fa moriva Tòtò, il Principe della risata, la risposta italiana a Charlot e Buster Keaton, che ci ha regalato quasi un centinaio di interpretazioni cinematografiche, diretto da registi del calibro di Pasolini e Monicelli, canzoni come la celeberrima "Malafemmena", poesie - ricordiamo 'A livella" - e la messa in scena di decine di rappresentazioni teatrali, dall'avanspettacolo alle grandi riviste. In questo libro, Giancarlo Governi, "totologo" d'eccellenza, partendo dalle vicende personali del giovane Antonio Clemente - dalla nascita, nella sua Napoli, in un contesto di povertà ed emarginazione sociale fino alla faticosa gavetta nei teatri di Roma - ci guida in un viaggio biografico nella vita dell'attore italiano più famoso del mondo, facendoci scoprire che non esiste un solo 'loto. Accanto a una meticolosa disanima della sua opera teatrale e cinematografica, letteraria e cantautoriale, l'autore non trascura l'aspetto più intimo del Principe de Curtis e, attraverso un repertorio unico di testimonianze e ricordi dei familiari e dei grandi artisti con cui Totò ha collaborato, ci racconta le debolezze del grande comico, i suoi fallimenti amorosi, il suo precario stato di salute che alla fine lo costringe a rinunciare al teatro, il suo profondo senso di sconforto di fronte alla critica che lo accusava di mettere in scena sempre le solite "totoate". Questa biografia è un omaggio sentito e puntuale a un artista poliedrico e alla sua complessa personalità, che spiega perché ancora oggi Totò sia amato, "venerato" e costantemente ritrasmesso in televisione. Una bella ricompensa per un artista convinto di non aver fatto abbastanza.
Il libro racconta la vita privata e politica dell'imperatore romano del quarto secolo, nipote di Costantino, che durante gli anni del suo regno tentò, invano, di soffocare la diffusione del cristianesimo e di restaurare il culto degli dei, passando alla storia, per questo, come l'"Apostata". Il romanzo di Vidal comincia diciassette anni dopo la morte di Giuliano e prende le mosse dalla corrispondenza tra due amici filosofi che non esitano a farcire con osservazioni malevole, pettegolezzi e maliziose digressioni il diario dell'imperatore, destinato a diventare la sua autobiografia. Nelle pagine di Giuliano troviamo la rappresentazione di un conflitto politico e religioso in cui già si profila il declino dell'Impero Romano; ma nei tratti del controverso imperatore troviamo, soprattutto, il sentimento di un'epoca.
William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Dalla postfazione di Peter Cameron)
Nell’anno in cui papa Francesco annuncia il Giubileo straordinario nel nome della misericordia, Andrea Caterini, scrittore e saggista, propone una riflessione su alcuni termini chiave della cristianità. Scandisce il suo discorso a partire da alcune parole: Pace, Sacrificio, Misericordia, Bene, Santità e Fede. Ogni parola è analizzata attraverso la lettura e l’analisi di uno o più scrittori, da Virgilio a Dostoevskij, da Anna Achmatova ad Anton Cechov.
La preghiera della letteratura non è però un libro di critica letteraria, anche se attraverso la letteratura costruisce i suoi ragionamenti filosofici, con la convinzione che essa sia ancora uno strumento privilegiato di conoscenza. In questo senso il saggio di apertura, “In principio, una preghiera”, che si interroga anche sull’antico significato del Giubileo, a partire dall’Antico Testamento, riflette su quanto la letteratura sia essa stessa una particolare forma di preghiera e di come poesia e testi sacri abbiano da sempre dialogato tra loro.
La preghiera della letteratura vuole essere quindi un libro di pensiero, in un momento storico in cui nessuno è davvero immune dalla vacuità e dalle chiacchiere. Pregare significa anche concentrare tutta la nostra attenzione sul significato delle parole che si pronunciano. E allora Caterini ragiona su queste, provando a farle diventare un’esperienza (una ragione) di vita.
Per la prima volta nella storia della Chiesa, al centro del Giubileo iniziato a dicembre 2015 e che durerà un anno, c’è la riflessione sulla misericordia.
Cos’è la misericordia? E cos’è in letteratura? Come l’hanno letta alcuni grandi scrittori cristiani e non cristiani?
Roma, Città del Vaticano: alla fine di un lungo pontificato, papa Francesco è morto. Dopo i funerali, trasmessi in diretta in ogni parte del globo, gli occhi del mondo sono ora puntati su San Pietro, dove i cardinali sono chiusi in conclave. La folla si accalca contro le transenne, i furgoni dei network televisivi ingombrano via della Conciliazione, opinionisti ed esperti spiegano regole e procedure, finché davanti alle telecamere non succede qualcosa che non era mai successo prima: dopo l'ennesimo scrutinio, il comignolo della Cappella Sistina rimane quieto. È solo un problema tecnico o c'è qualcosa di più? La risposta arriva la mattina dopo: con l'attesa fumata bianca, il mondo scopre che davvero è accaduto un fatto senza precedenti. Il nuovo papa si chiama Nikolaj Sofanov ed è il primo papa russo della storia, ma soprattutto ed è questo che fa saltare sulla sedia i vaticanisti - in conclave non c'era. Al momento dell'elezione, addirittura, non era neanche cardinale. Perché proprio lui, allora? Perché andare a prenderlo così lontano? C'entra il fatto che sia un amico d'infanzia di Vladimir Putin? Quello che nessuno sa è che Sofanov custodisce un segreto che gli è stato svelato a Fatima. Quello che vuole è la riunificazione con la Chiesa ortodossa, atto coraggioso ma anche gravido di implicazioni politiche. È così che, nelle stanze più scure del Vaticano, inizia una partita a scacchi tra il nuovo papa e i suoi avversari...
Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l'onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert - convinta che non sarà mai ricambiata -, dall'altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l'ereditiera prova attrazione per un insospettabile... "Shirley" si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell'epoca - le guerre napoleoniche e le lotte luddiste -, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna.
Rousseau, considerato il fondatore della pedagogia moderna e autore di bellissime frasi sui doveri paterni, ebbe cinque figli che destinò tutti, appena nati, all'ospizio dei trovatelli, senza più curarsene; Manzoni, il campione della pietas cristiana, ignorò per anni le accorate richieste della figlia Matilde perché l'andasse a visitare, finché questa non morì di tisi, a 26 anni, senza che il suo desiderio fosse esaudito; il grande Charlie Chaplin, indimenticabile "padre" nel film Il vagabondo, ammise di detestare i bambini, mentre una delle sue figlie ricorda che il tempo massimo che il genitore le dedicò nel corso della vita fu di... 17 minuti. Evidentemente, genio e famiglia non vanno sempre d'accordo. Sembra, anzi, che le vette dell'arte, della scienza, insomma del pensiero, portino inevitabilmente a trascurare i rapporti familiari. Questo libro mette alcuni grandi della storia dell'umanità, lontana e recente, sotto una lente particolare: quella della paternità. Un esame che riserva molte sorprese e ridimensiona alcuni geni, senza nulla togliere alla grandezza della loro mente e delle loro opere, riportandoli a una statura umana, molto umana, fatta di assenze e debolezze.

