
Raskol'nikov è un giovane che è stato espulso dall'università e che uccide una vecchia usuraia per un'idea, per affermare la propria libertà e per dimostrare di essere superiore agli uomini comuni e alla loro morale. Una volta compiuto l'omicidio, però, scopre di essere governato non dalla logica, ma dal caso, dalla malattia, dall'irrazionale che affiora nei sogni e negli impulsi autodistruttivi. Si lancia cosi in allucinati vagabondaggi, percorrendo una Pietroburgo afosa e opprimente, una città-incubo popolata da reietti, da carnefici e vittime con cui è costretto a scontrarsi e a dialogare, alla disperata ricerca di una via d'uscita. Nuova traduzione di Emanuela Guercetti. Prefazione di Natalia Ginzburg e saggio introduttivo di Leonid Grossman.
Una ragazza che sparisce dopo un falò. Una cena all'aperto che potrebbe rivelarsi fatale. Un ladro che firma il proprio colpo con un Sette di cuori. Un uomo ucciso con un coltello per l'arrosto durante il picnic del 4 luglio. E attorno a un nido di vespe l'indagine perfetta, quella che non ha bisogno di spargimento di sangue per arrivare a una soluzione. Undici maestri del mistero portano alla luce del sole ciò che di solito rimane avvolto nell'ombra. Undici racconti per un'estate che si tinge di giallo. Racconti di: Agatha Christie, Arthur Conan Doyle, Ellery Queen, Jacques Futrelle, Émile Gaboriau, Maurice Leblanc, Catherine Louisa Pirkis, Edgar Allan Poe, Rex Stout, Fred Vargas. Con la partecipazione di Marcello Fois.
"Lasciarsi andare" raccoglie diciassette racconti, scelti da Alice Munro tra i suoi preferiti. Diciassette pietre miliari che scandiscono un percorso affascinante lungo la sua carriera, le sue opere, i suoi temi. E che ci permettono di osservare, con un unico colpo d'occhio, l'evoluzione del suo talento. Prefazione di Margaret Atwood.
Firenze potrebbe sembrare l'ultima città ad aver bisogno di una presentazione, data la sua fama leggendaria: patria natale del Rinascimento e culla della moderna civiltà occidentale. Questo libro offre tuttavia un'interpretazione di circa quattro secoli di storia fiorentina da una prospettiva diversa da quella della leggenda che presenta Firenze come un miracolo inspiegabile, sostanzialmente senza storia e contesto. Da tempo gli storici dell'arte e della letteratura hanno inquadrato le opere della Firenze rinascimentale nel loro contesto storico. Ma altrettanto va fatto per sradicare l'idealizzazione dei detentori della ricchezza e del potere nella Firenze di quei secoli. La sua storia fu piena di conflitti, sia all'interno dell'élite sia fra questa e le altre classi sociali. La sua storia e cultura si svilupparono attraverso controversie e antagonismi di classe. Durante il XIII secolo nelle città italiane il "popolo" organizzato nelle arti di mestiere e nelle compagnie militari di quartiere, imbevuto dei concetti di cittadinanza e di bene comune assorbiti dalla Roma antica, lanciò la prima sfida politicamente efficace e ideologicamente fondata a una élite di detentori del potere; una sfida, nel caso di Firenze, che riuscì, non a rimpiazzare l'élite, ma a trasformarla.
In un momento storico che sorprende il cinema nel mezzo di un passaggio non ancora compiuto, di una trasformazione in pieno svolgimento, è impossibile pretendere di scrivere la storia del presente cinematografico. Si può provare, invece, a tracciare una mappa provvisoria e mutante degli scenari che circondano e influenzano il senso, il ruolo, il destino del cinema all'alba del nuovo millennio. Dall'influenza delle nuove tecniche a disposizione (digitale, virtuale, motion-capture, 3D) ai nuovi modelli narrativi (la frammentazione, la modularità, il documentario e la ridefinizione del concetto di realtà), dalla nascita della nuova "nuova Hollywood" al rapporto, sempre più fitto, con i nuovi media visuali (internet e serie Tv), il volume esplora i contesti sociopolitici del post-11 settembre, individua i temi e i protagonisti, e ci propone una selezione dei film più rappresentativi dal 2000 a oggi. Più che una storia del cinema contemporaneo, dunque, le forme e i margini di un'istantanea capace di fotografare l'attualità e di restituire possibili linee di fuga di un medium mai stato così instabile.
Nella notte del primo marzo 1843, rischiarata da una cometa che sembra minacciare sventura, viene al mondo una bambina. È un parto complicato, che potrebbe finire male se ad assistere non ci fosse Lucina, la "mammana" del paese, e forse sarebbe meglio così: la piccola è una "capa janca", albina, e dunque maledetta. Sarà Lucina, dopo averla salvata, a darle un nome, Stella, e farle da madre, portandola via da quel posto che rifiuta entrambe. Perché anche Lucina, malgrado la bellezza sfolgorante, nasconde una condanna, un segreto custodito troppo a lungo. Con l'aiuto di Bartolomeo, corteggiatore ostinato, Lucina si trasferisce a Napoli. Ma neppure nel brulichio della città, accogliente e minacciosa insieme, sembra trovare pace. Perché "così come è un azzardo giurare per sempre, è un peccato di superbia affermare mai più". Antonella Ossorio mescola romanzo storico e saga familiare. La storia di tutti quelli che con fierezza e coraggio, nello scontro quotidiano tra doveri e desideri, non rinunciano a ricercare la propria strada.
Andrea Luna ha trentasette anni, fa l'insegnante, ma non ha una cattedra fissa. Quello che doveva essere un breve soggiorno newyorkese, una vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare le braci di una crisi coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell'umanità e nella sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della società e che gli regala incontri memorabili, soprattutto quello con la famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di tredici anni, Benjamin e Allison. Quando, all'improvviso, Andrea decide di tornare a casa dalla moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che "casa" è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a tutto, anche ad affidarsi a un "pollero", un trafficante d'uomini
Alphonsine Plessis nasce in Normandia nel 1824. La madre, Marie Plessis, è una donna di umili origini ma dal portamento e l'educazione aristocratici. Il padre, Marin, è un ambulante squattrinato e violento. Quando la madre muore, Alphonsine e la sorella maggiore Delphine vengono separate e accolte in casa di parenti impietositi. A soli dodici anni, Alphonsine impara a procurarsi il cibo da sola, spesso mendicando, e qualche volta vendendosi a contadini e negozianti. Il padre si approfitta della situazione "prestando" la figlia a un losco settantenne che la ricompensa per gli innominati servigi, fin quando la ragazza non fugge a Parigi. Nella capitale Alphonsine abbandona lo status di contadinotta per diventare una grisette, ovvero un'operaia di facili costumi. All'inizio Alphonsine ha un mestiere rispettabile in una stireria industriale; ma presto la sua avvenenza le guadagna molti ammiratori, uno dei quali le offre un appartamento tutto per lei. Ed è cosi che Alphonsine si trasforma in lorette. La lorette è una grisette che non si concede più per puro piacere o in cambio di una bella serata, ma per calcolo. Conti, duchi, uomini potenti e del bel mondo sono ora gli amanti e i protettori di Alphonsine, diventata ormai Marie Duplessis. Introdotta nei circoli intellettuali ed edonisti più esclusivi di Parigi, Marie incanta le migliori menti del secolo, da Gauthier a Dumas padre, dal celebre dandy Nestor Roqueplan al potentissimo Louis Veron, ad Alexandre Dumas figlio a Franz Liszt.
"Con 'Pedro Páramo', Juan Rulfo annuncia il modo attraverso cui la cultura di un intero continente trova forse per la prima volta una voce propria, magari a partire dalla contrazione di nuovi debiti, primo fra tutti quello con William Faulkner, e dalla contemporanea accensione di futuri crediti, come la citatissima apertura del frammento 41: 'Il padre Rentería si sarebbe ricordato molti anni dopo della notte in cui la durezza del suo letto lo tenne sveglio e poi lo obbligò a uscire', che è evidente modello per il famoso incipit di 'Cent'anni di solitudine': 'Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio'. Con quella voce trovata l'America Latina entra in conversazione con il resto del mondo e a sua volta lo rigenera, lo porta a trovare nuove strade, racconti e nuove voci ancora." (Dalla prefazione di Ernesto Franco)
Scodinzolo è un cane molto fortunato: ha una famiglia che gli vuole bene, una bella casa, giochi a volontà e un giardino dove seppellire gli ossi. Assieme alla sua amica Irene, adora scorrazzare nel parco, ma anche imparare a fare cose nuove, come mescolare gli ingredienti di una torta con un cucchiaio di legno legato alla coda o impersonare un pesce cane nella rappresentazione teatrale in onore dei nonni. Anche la famiglia di scodinzolo è molto fortunata: con un cane come lui, sempre allegro e affettuoso, ha trovato un tesoro. Età di lettura: da 6 anni.