
Critico d'arte e del costume, amico di Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, scrittore in proprio, Enzo Siciliano ripercorre in questo volume la vita dell'autore di "Ragazzi di vita", "Una vita violenta" e "Scritti corsari": scrittore, poeta, regista e intellettuale "scomodo", figura amata e odiata. Alla ricostruzione della vita di Pasolini Siciliano affianca però anche una riflessione su uno dei periodi cruciali del nostro Paese: quello che dalla Resistenza arriva fino al terrorismo degli anni Settanta.
Uno dei più rilevanti problemi che gli insegnanti devono affrontare è quello dell'insuccesso scolastico e sociale. Quali fattori influiscono maggiormente sui comportamenti degli alunni e giocano un ruolo decisivo sull'esito dell'apprendimento? In che modo le auto e le etero percezioni supportano lo sviluppo o, piuttosto, interferiscono in modo negativo? Quanto sono importanti gli interessi e le influenze sociali per capire la motivazione e il comportamento accademico? Il libro presenta una documentata ed aggiornata rassegna delle principali teorie al riguardo, per interpretare il fenomeno indagato. Lo scopo del lavoro è di fornire elementi utili alla comprensione delle ragioni dei fallimenti individuali per progettare adeguate strategie di intervento.
È più solidale una società dove si divide in parti diseguali la ricchezza in un mondo di collaborazione e di pace, o si è più solidali laddove si divide in maniera comunque diseguale la miseria in un mondo di oppressione e di terrore, dove vige il principio per il quale "chi non ubbidisce non mangia"? Se il mercato è il meccanismo che, esigendo la pace e fondando la libertà politica, genera il maggiore e più diffuso benessere, è allora errato vederlo come uno dei mezzi che, per quanto imperfettamente, contribuisce a realizzare il comando evangelico dell'amore? Per tutto ciò, possono ancora i cattolici pensare al profitto come a un furto? L'autore nel testo propone risposte a queste a altre domande che ossessionano le coscienze di molti cattolici.
È la storia di Gengis Khan: un nomade, un mongolo che seppe aggregare le tribù sparpagliate per le lande asiatiche, e tradurne in formidabile forza d'urto abitudini e abilità secolari. Trasformando pastori e cacciatori in un'orda di guerrieri invincibili, Gengis Khan fonderà un impero esteso in tre quarti di secolo dall'Oceano Pacifico fin quasi al Mediterraneo e dalla Siberia all'Himalaya. Forti di un esercito immenso, preceduti da una fama atroce e leggendaria, i Mongoli sconvolgeranno buona parte dell'Europa cristiana. Ma saranno anche capaci di insediare a Pechino una dinastia ammirata per il suo splendore e di imporre quella pax mongolica che schiuderà all'uomo medievale nuove opportunità di esperienze e relazioni.
Giorgio Nissim fu tra i fondatori della Delasem, l'ente nato nel 1939 destinato al soccorso degli ebrei profughi transitanti per l'Italia e, dopo lo scoppio della guerra, ente di assistenza ebraica per i profughi rinchiusi in vari campi di internamento. Dopo l'8 settembre l'organizzazione entrò in clandestinità, ma - anche grazie alla collaborazione di alcune istituzioni cattoliche - non interruppe la sua attività, procurando rifugi, risorse finanziarie, mezzi materiali, documenti falsi, passaggi in Svizzera a ebrei italiani e stranieri. Le carte di Giorgio Nissim, per la prima volta qui pubblicate, riguardano in prevalenza "L'azione speciale per bambini profughi" e testimonianze sulla comunità ebraica formatasi a Lucca nel primo dopoguerra.
Napoleone Bonaparte annoverava Eugenio di Savoia fra i sette grandi condottieri militari della storia. Federico il Grande lo considerava suo maestro e lo definiva il "vero imperatore degli Asburgo". Nato nel 1663 a Parigi, Eugenio di Savoia compì una folgorante carriera militare che lo pose alla testa degli eserciti imperiali da dove ottenne clamorose vittorie contro i turchi emarginandoli per sempre dall'Europa, mentre durante la guerra di successione spagnola sconfisse l'esercito francese liberando la città di Torino da un drammatico assedio. Riformò l'esercito imperiale e fu governatore dello Stato di Milano, consentì agli Asburgo di ampliarsi nel Balcani e condusse l'ultima campagna militare all'età di 72 anni.
Persone e libri, viaggi e incontri, eventi mondiali e interiori sono gli spunti di questo diario che svela il lato intimo di uno scrittore, le sue riflessioni sullo tzunami che ha colpito il sud-est asiatico e la commozione di fronte alla via crucis del Papa. Spaziando dalla meditazione sul valore dei sentimenti al mestiere dello scrittore, dall'importanza del dialogo tra le religioni all'impotenza dell'uomo di fronte alla violenza della natura, criticando la spettacolarizzazione dell'Olocausto e interrogandosi sul singolare destino di ebreo vicino al mondo cattolico, Alain Elkann, con uno stile nitido e penetrante, ci racconta il nostro tempo, i suoi drammi, le sue speranze e il suo bisogno di eternità.
La biografia di Ewen nasce da un lavoro di ricerca fra il materiale inedito del Brecht Archiv e da una ricostruzione di episodi e giudizi fino ad allora consegnati alla memoria di chi avvicinò il drammaturgo negli anni tumultuosi della sua feconda giovinezza a Weimar, nel trepido periodo dell'esilio danese e americano, e infine nel ritorno deciso e responsabile sulla scena tedesca ancora fumante delle rovine naziste. Ewen ha vagliato il materiale raccolto, ricostruendo la vita di Brecht, analizzando le sue opere, di teatro e poetiche, e le sue lettere, rievocando le vicende storiche che inquadrano la figura del drammaturgo. Più che una biografia, o una guida alla lettura, ne esce un quadro della cultura europea fra le due guerre.
Vedere oltre l'apparenza ci può aiutare a leggere i segni che influenzano la nostra vita, a distinguere quel filo invisibile che collega ogni cosa, ogni persona e ogni avvenimento, in un legame misterioso ma significativo nell'evolversi della nostra vicenda personale. In questo libro l'autrice ci invita ad afferrare il senso autentico delle apparenti combinazioni che dimostrano l'ordine nascosto della natura.
Economista di formazione, Juliet B. Schor è docente di Sociologia al Boston College. In questo libro Schor analizza come un impegno di marketing enorme per dimensioni, campo d'azione ed efficacia, abbia creato una generazione di "bambini commercializzati". Ne esce uno studio quasi terrorizzante di quello che stanno diventando i nostri figli, sotto gli attacchi di un marketing spietato e privo di scrupoli. Ma è anche un invito a genitori e insegnanti a reagire, con indicazioni positive.