
In questo saggio illustreremo alcuni strumenti relativi all'attaccamento romantico, sia self-report, sia interviste narratologiche, e faremo riferimento al tema dell'Adattamento e a quello del Disegno Simbolico dello Spazio di Vita Familiare. Le relazioni di coppia rappresentano un baricentro importante della vita affettiva degli esseri umani e in questi ultimi anni vi sono sempre piu' studi che prendono in esame le dinamiche della qualita' delle relazioni sentimentali. In questa prospettiva gli studi sull'attaccamento romantico hanno messo in evidenza che tale legame puo' essere considerato come un costrutto relazionale", aprendo molti quesiti relativi al problema della continuita'/discontinuita' dei modelli operativi interni e degli stili d'attaccamento. I modelli d'attaccamento sono, cioe', propri degli individui o delle relazioni? Quali sono gli effetti del modello o dello stile d'attaccamento di un partner sull'altro? Com'è possibile spiegare le combinazioni (matching) tra tipologie diverse di modelli d'attaccamento? "
Il racconto dall'interno dei principali movimenti che si contendono potere e prestigio nella Chiesa. Non solo. Questi movimenti, di cui l'autrice traccia la storia e l'incredibile ascesa, appoggiata dal Vaticano, sono anche un'occasione per capire quanto la politica italiana sia dominata dal mondo cattolico più integralista. Gli esempi sono tantissimi. Dal premier Enrico Letta, cattolico di ferro, che appartiene all'Intergruppo per la Sussidiarietà, espressione di Comunione e liberazione, ai ministri Maurizio Lupi e Mario Mauro, di CI. Contiguo a CI è anche il ministro Flavio Zanonato. Paola Binetti è numeraria dell'Opus Dei; l'onorevole del Pd Maria Letizia De Torre è dei Focolari; Raffaello Vignali del Pdl è stato presidente della Compagnia delle Opere. Formigoni è memor domini di Comunione e liberazione e Raffaele Bonanni, sindacalista della Cisl, fa parte del Cammino neocatecumenale, come il ministro Graziano Delrio. La lista è lunga. I movimenti raccontati in questo libro, insieme ai loro leader carismatici (da Marcial Maciel Degollado dei Legionari di Cristo, condannato alla damnatio memoriae per reati sessuali, a Kiko Arguello e Carmen Hernàndez dei Neocatecumenali). rappresentano una delle sfide più ardue per il nuovo papa. Francesco lotta per una Chiesa aperta, dalla parte dei poveri e degli ultimi, oltre ogni lobby. Ce la farà? Solo la storia potrà dirlo. L'importante però è conoscere, per capire. Prefazione di Ferruccio Pinotti
Tonino Guerra e Platone, il maestro Manzi e Baden-Powel1, don Lorenzo Milani e Gianni Rodari. E poi le tante esperienze di scuola creativa che incontrava nei suoi viaggi. Gianfranco Zavalloni ha insegnato ispirandosi a questi maestri di vita e di pensiero. Ma al contempo ha dimostrato in concreto che è possibile fare scuola in un modo altro, basato sull'attenzione ai tempi degli alunni, condito con la manualità di chi lavora la terra, attingendo alla sapienza del gioco e facendo vivere agli studenti la propria città come fonte di continue scoperte. E cosi nella scuola di Zavalloni si cura la bella scrittura, si costruiscono colorati aquiloni, si lavora nell'orto, si dialoga con gli anziani, addirittura gli insegnanti viaggiano per aggiornarsi. E un proverbio ispira ogni lezione: «Chi ascolta dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara». Gianfranco Zavalloni ci accompagna in un nuovo, affascinante percorso: scoprire che l'avventura dell'imparare è ancora più bella quando insegnanti e alunni la vivono insieme, con lentezza e semplicità.
Un uomo alto due metri, massiccio, con una folta barba rossa, vestito alla turca, entra per primo, dopo tremila anni, nella tomba di Sethi I. Ha trentanove anni e una vita romanzesca alle spalle. È nato a Padova, ha fatto il barbiere, ha studiato idraulica, lavorato in teatro a Londra e in giro per l'Europa. Si chiama Giovanni Battista Belzoni, ma nel vecchio continente tutti lo conoscono come «The Great Belzoni». È senza dubbio il primo grande archeologo italiano in Egitto, forse uno dei più grandi in assoluto nell'età più avventurosa della «corsa» al Paese dei faraoni, a cavallo tra Settecento e Ottocento, l'età della spedizione napoleonica e delle scoperte di Champollion. Questa biografia porta alla luce uno dei personaggi centrali nella storia dell'incontro fra Europa ed Egitto: dalle esibizioni sulla ribalta come «Sansone Patagonico» al recupero della testa di Ramses II e al dissabbiamento del tempio di Abu Simbel, dalla soluzione dell'enigma della piramide di Chefren fino alla morte solitaria in Nigeria, nel tentativo di raggiungere la mitica Timbuctu. Grazie a numerosi documenti inediti, Marco Zatterin ricostruisce le gesta rocambolesche e le fondamentali scoperte archeologiche del «gigante del Nilo» e indaga sulle rivalità che il suo attivismo suscitò nei «concorrenti» e sulla successiva esclusione dall'empireo dell'egittologia.
Era un omone di quasi due metri, e aveva un curriculum di studi non propriamente impeccabile: aveva fatto il barbiere, il fenomeno da baraccone e l'attore. Ma il padovano Giovanni Battista Belzoni (1778-1823) è diventato una figura leggendaria, l'avventuroso pioniere che all'inizio dell'Ottocento ha dato il primo grande impulso alla scoperta dell'antico Egitto e dei suoi monumenti. Il "Grande Belzoni" ha legato il suo nome al dissabbiamento del tempio di Abu Simbel, alla soluzione dell'enigma della piramide di Chefrem, in cui fu il primo ad entrare, e a una quantità di scoperte ed esplorazioni che lo rendono ai nostri occhi una specie di Indiana Jones dell'egittologia. Sulla base di ricerche approfondite e originali, anche su documenti sinora sconosciuti, Zatterin ha ricostruito con precisione e passione la vita e le avventure del Grande Belzoni in una biografia.
Il matrimonio tra giornalismo e marketing, ancor più che tra Montecchi e Capuleti, è sempre stato impossibile da celebrare. Ma i tempi cambiano e quello che prima suonava come un'onta giornalistica oggi, sotto certi aspetti, non solo è ammesso ma sta rappresentando un nuovo importante settore per il giornalismo. Grazie al web (blog, Facebook, Twitter, YouTube, ecc.) le aziende decidono da sole dove, quando e soprattutto cosa e per chi pubblicare una notizia. Il brand journalism, che ha avuto notevole impulso dal 2004 negli Usa, si occupa di comunicare tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo di informare i lettori sulla storia dell'azienda. Lo fa con gli strumenti e le regole proprie del giornalista. Il brand journalist, non inganna il lettore, non gli deve vendere nulla, ma gli mette a disposizione ciò che gli occorre per approfondire la conoscenza del marchio di cui è, o potrebbe, diventare cliente. Questo manuale di brand journalism, primo in Italia, fornisce caratteristiche, strumenti, tecniche e regole di quello che rappresenta una nuova grande opportunità per i professionisti dell'informazione. Prefazione di Daniele Chieffi.
Il matrimonio tra giornalismo e marketing, ancor più che tra Montecchi e Capuleti, è sempre stato impossibile da celebrare. Ma i tempi cambiano e quello che prima suonava come un'onta giornalistica oggi, sotto certi aspetti, non solo è ammesso ma sta rappresentando un nuovo importante settore per il giornalismo. Grazie al web (blog, Facebook, Twitter, YouTube, ecc.) le aziende decidono da sole dove, quando e soprattutto cosa e per chi pubblicare una notizia. Il brand journalism, che ha avuto notevole impulso dal 2004 negli Usa, si occupa di comunicare tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo di informare i lettori sulla storia dell'azienda. Lo fa con gli strumenti e le regole proprie del giornalista. Il brand journalist, non inganna il lettore, non gli deve vendere nulla, ma gli mette a disposizione ciò che gli occorre per approfondire la conoscenza del marchio di cui è, o potrebbe, diventare cliente. Questo manuale di brand journalism, primo in Italia, fornisce caratteristiche, strumenti, tecniche e regole di quello che rappresenta una nuova grande opportunità per i professionisti dell'informazione. Prefazione di Daniele Chieffi.
La psicoanalisi ha modificato in maniera permanente il modo in cui in tutto il mondo gli uomini e le donne interpretano se stessi e gli altri. Una storia della psicoanalisi non può accontentarsi della biografia di Freud o della storia della psichiatria o della cultura viennese, ma deve spiegare, innanzitutto, l'intensità dell'attrazione esercitata e l'ampiezza della sua influenza. Zaretsky indaga gli effetti della psicoanalisi sui modi di concepirsi degli individui che le si rivolgono o ne intercettano gli strumenti o, ancora, ne accolgono e ne ricavano, in un'eco magari lontana, un certo "stile" di approccio a se stessi e al mondo. La psicoanalisi è "la prima grande teoria e pratica della vita personale": un'esperienza di singolarità e di interiorità collocabile in uno specifico momento storico e fondata nei moderni processi di industrializzazione e urbanizzazione, oltre che nella storia della famiglia. Zaretsky non manca di interrogarsi sul "dopo", sul destino della psicoanalisi oggi e ancor più sul destino di quelle forme di esistenza individuale che essa aveva accompagnato, talvolta creato.
"Come sopravvivere agli italiani" è una guida per stranieri (e per quegli italiani che ogni tanto si sentono stranieri nel proprio Paese) e ci insegna a sopravvivere al paradosso italico: gli italiani sono affascinati da se stessi, ma nel contempo si parlano male addosso, attività che è ormai uno sport nazionale ("Italiano io? Italiano sarà lei!"). Una guida divertente e impietosa che mostra, o smaschera, bizzarrie e ossessioni dei nostri connazionali. E conclude che in fondo sopravvivere agli italiani è possibile. Ma è possibile anche sopravvivere bene? Sì, perché l'Italia è uno Stato. Mentale.
Una mappa di orientamento nei meandri della storia e della cultura del mondo moderno.
Milano raccontata al centro della propria storia e del proprio sviluppo, dalle fondamenta antiche alla città di sant'Ambrogio, dalla capitale del ducato dei Visconti e degli Sforza fino alla stagione dell'Unità, della grande borghesia e del decollo economico. Un evocativo percorso lungo i secoli del capoluogo lombardo, attraverso i segni che il tempo ha depositato nel suo tessuto urbano. Il Castello Sforzesco, il Duomo, la Ca' Granda, il Teatro alla Scala, le università, le case editrici, le banche: i simboli delle diverse vocazioni di una metropoli che ha fatto della condivisione e dell'assimilazione i tratti distintivi della propria identità. Alcuni fra i più qualificati esperti di storia milanese ci guidano in un viaggio lungo le stagioni di una città dalla grande anima, alla scoperta di un patrimonio di idee sostenuto da una "acuta responsabilità civile e da una tenace e operosa fede religiosa", in dialogo tra loro: un codice genetico che ha permesso a Milano di ricoprire per molti anni il ruolo di guida del nostro Paese, un patrimonio umano a cui attingere per ritrovare un autentico senso di appartenenza e di cittadinanza. Prefazione di Lorenzo Ornaghi.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender, che spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Nella maggior parte dei casi non accettano la responsabilità per le loro azioni, invocando spiegazioni, a volte razionalizzando, altre volte minimizzando, per discolparsi da quanto accaduto. Quali che siano le cause e le spiegazioni offerte, il diniego svolge un ruolo importante a livello psicologico, clinico e soprattutto sociale. Capire la funzione del diniego nei sex offender è il primo passo per una valutazione accurata, che sta alla base del trattamento e che ha come obiettivo la prevenzione. La questione critica non sta nel "se" rientreranno nella comunità sociale, ma nel "come" lo faranno, e questo implica la responsabilità scientifica e professionale di intervenire per permettere un rientro riabilitato che possa, da un lato, promuovere l'integrazione e, dall'altro, favorire la tutela sociale. A questo scopo, il volume introduce in Italia il CID-SO® (Comprehensive Inventory of Denial - Sex Offender Version), uno strumento che valuta il diniego in modo dimensionale e che può essere utilizzato nel contesto clinico e di cura, clinico-forense e terminologico. Premessa di David P. Farrington, presentazione di Paolo Ferrua e introduzione di Georgia Zara.