
Viviamo nel presente, ma non viviamo il presente. Facciamo una cosa e ne pensiamo un'altra. La mindfulness offre una opportunità, quella di essere consapevoli, cioè di essere davvero presenti nella propria vita, momento dopo momento, staccandoci da abitudini nocive e dipendenze mortificanti. Possiamo iniziare a vivere con maggior equilibrio psicofisico semplicemente disciplinando con gentilezza la nostra attenzione, recuperando il tempo di guardare veramente alle cose per quel che sono, e non per quello che si è abituati a pensare, a temere o a sperare che siano. Imparare finalmente a rispondere, anziché reagire, allo stress può far emergere un diverso e più sereno rapporto con la complessità del vivere.
È sempre più frequente per gli educatori trovarsi ad accompagnare i percorsi di crescita di chi ha smesso di desiderare, perché ha perso lo slancio verso il futuro, visto come incerto e minaccioso. Nasce così la proposta di una pedagogia fondata su una delle categorie fondamentali dell'esistenza: il desiderio, che anima ogni vita - soprattutto quelle dei bambini - e descrive la tensione umana verso il cambiamento, per avverare la realizzazione del proprio essere. Desiderare significa rinnovare il gusto del vivere, a partire da un coraggioso fare i conti con il vuoto e con la sensazione di rottura che la storia attuale ha generato rispetto alla nostra vita precedente. Educare significa mettersi in ascolto delle fragilità umane e alla ricerca dei significati che possono restituire al futuro una promessa di senso.
Entriamo, con le riflessioni raccolte in questo volume, nel "laboratorio" della crescita umana, per cogliere i segni che accompagnano lo schiudersi della vita e il suo realizzarsi, sin dall'inizio, in un universo di relazioni. Il lettore è guidato a conoscere i volti dell'infanzia che abita il nostro tempo, a scoprirne i bisogni e le risorse, ad ascoltarla e ad ascoltarsi attraverso essa. In quanto "primo mondo" in cui il bambino dà inizio alla sua esistenza, la famiglia viene rilanciata come matrice originaria di significati, in relazione alle sfide che provengono dai nuovi modi di essere padre e madre oggi. Il recupero del "familiare" diventa promozione anche di una genitorialità sociale, che trasforma la comunità in "culla emotiva" dove i bambini vengono accolti.
Monica Amadini è ricercatore di Pedagogia Generale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia. E' membro del comitato direttivo del Centro Studi Pedagogici sulla Vita Matrimoniale e Familiare (CeSPeF). Ha pubblicato: Memorie ed educazione, La Scuola, Brescia 2006.
Nella sua breve vita, la seconda Repubblica ha riservato molte sorprese. La vittoria inaspettata del Cavaliere nel 1994, nel pieno del ciclone di Mani pulite. La rivincita ulivista del 1996. La stagione di transizione dal 1998 al 2001. La nuova vittoria di Berlusconi nel 2001, e il governo con la maggiore durata della storia repubblicana. Le strane elezioni del 2006, finite con un quasi perfetto pareggio. La crisi post-voto del centrosinistra, il tramonto del prodismo e l'ascesa temporanea di Veltroni. E poi la netta, schiacciante vittoria berlusconiana del 2008, che ha innescato la parabola discendente del leader del Pd e la crisi del suo partito, sempre meno capace di attirare consensi. Fino alla disfatta di Soru in Sardegna, che ha costretto il Walter nazionale a gettare la spugna. Alessandro Amadori è tra i principali studiosi italiani di psicopolitica, disciplina che ha applicato nel volume "Mi consenta", fornendo un'analisi originale e innovativa del fenomeno Berlusconi. Questo nuovo libro interpreta gli avvenimenti della seconda Repubblica e i comportamenti elettorali in una duplice prospettiva. Da un lato, evidenziando i punti di forza del Cavaliere, la personalità di gran lunga dominante la scena politica nazionale. Dall'altro smascherando le debolezze del centrosinistra italiano e spiegando le ragioni di una crisi che sembra destinata a durare. "Silvio, tu uccidi una sinistra morta!" è un essenziale sunto di storia italiana contemporanea.
La violenza domestica è un fenomeno sociale e familiare di cui solo di recente si sono riconosciute l'estensione e la gravita. Infatti, in Italia, ma anche in altri paesi occidentali, questa forma di sopraffazione non scompare con l'avanzare del cosiddetto progresso; è solo divenuta più subdola e multiforme. Il volume è una riflessione sul costo sociale e psicologico, non solo per le donne, ma per l'intera società della violenza in famiglia. Una violenza che trascende i tempi storici e le condizioni socio-culturali, che si esprime quotidianamente nell'ambito di tante mura domestiche e ha come vittime non solo le donne ma anche i bambini, con conseguenze devastanti per tutti, poiché la violenza si trasmette e si apprende. Vengono rievocati e illustrati il percorso e i motivi culturali, sociali e politici che hanno portato alla nascita dei Centri antiviolenza in Italia e in molti paesi europei e non europei, attraverso le testimonianze di chi ha contribuito alla nascita di questi centri e di chi vi ha lavorato o tuttora vi lavora.
Un libro nato dall'incontro della scuola primaria Madonna della Neve di Adro con Christo, il maestro della land art, in occasione dell'installazione The Floating Piers sul Lago d'Iseo (giugno-luglio 2016): un'occasione irripetibile di dialogo tra lo sguardo bambino e l'idea creativa, che gli alunni hanno potuto esplorare in prima persona, visitando il cantiere in realizzazione ed ospitando l'artista nella loro scuola. La ricca documentazione fotografica riporta l'esito di una pratica didattica d'eccellenza. Paola Amarelli è dirigente della scuola primaria Madonna della Neve di Adro.
Perché alcuni individui decidono di diventare imprenditori? Come vedono le persone le opportunità e come riescono a trasformarle in business? Questo libro offre uno scorcio sull'imprenditorialità da un'ottica squisitamente psicologica. Il libro introduce il lettore ai temi classici dell'entrepreneurship e alle controversie scientifiche attuali. Ad essere indagati sono gli aspetti cognitivi, le caratteristiche di personalità e le preferenze valoriali che contraddistinguono gli imprenditori dai non-imprenditori, nonché ciò che determina la soddisfazione dell'imprenditore e il successo di un'azienda.
L'autore, che ha conosciuto personalmente don Tonino, ne ripercorre la vita: il cammino spirituale, l'impegno per la pace e il dialogo come Presidente nazionale del movimento Pax Christi; gli ultimi giorni segnati da una dolorosa malattia.
“Avvenire”, “Il Sussidiario.net”, “l’Occidentale”, “l’Opinione delle Libertà” e altre testate giornalistiche italiane. Il criterio utilizzato nella redazione degli articoli è quello di un giudizio che scaturisce dalla valutazione di un preciso fatto di cronaca, con uno sguardo particolarmente rivolto a ciò che sta accadendo in Gran Bretagna, possibile futuro paradigma dei rischi che corriamo. I temi toccati – che spaziano dalla bioetica alla libertà religiosa – non sono mai affrontati nell’ottica di un’astrazione intellettuale, ma vengono analizzati partendo sempre dall’osservazione di un episodio realmente accaduto, dalla concretezza dell’ordinario vissuto quotidiano. Questo metodo della narrazione cronachistica rende ancora più immediatamente percettibili i pericoli che sta correndo la società contemporanea nel suo disperato tentativo di esiliare Dio. Il titolo scelto per il libro, Un anno alla finestra, nasce proprio dal desiderio di osservare la realtà con uno sguardo umano libero e intelligente, ovvero cristiano. L’arco temporale preso in considerazione è di dodici mesi esatti: dal marzo 2009 al marzo 2010, e la lettura sequenziale degli articoli riesce a mostrare un’impressionante vision d’ensemble dei mutamenti antropologici in atto nella società contemporanea. Un solo anno è più che sufficiente per rendere efficacemente l’idea di quello che sta accadendo attorno a noi, e per offrirci la fotografi a impietosa di una civiltà che sta per smarrire il senso della sua stessa esistenza.
Gianfranco Amato è nato a Varese nel 1961 e si è laureato in giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Esercita la professione di avvocato dal 1988, e opera attivamente nel campo della bioetica. Collabora con “Avvenire”, “Il Sussidiario.net”, “l’Occidentale” ed altre testate giornalistiche. È Presidente dell’Associazione “Scienza & Vita” di Grosseto, di cui è stato socio fondatore. È membro e consulente legale dell’organizzazione britannica CORE Comment on Reproductive Ethics, con sede a Londra, per conto della quale collabora in diverse azioni legali intentate su tematiche bioetiche. È rappresentante per l’Italia dell’organizzazione Advocates International. Coniugato, con tre figli, vive attualmente a Saturnia, nella Maremma grossetana.
Le radici storiche e culturali della barbarie bioetica, sociale e culturale che dalla Gran Bretagna invade il mondo. Prefaz. Di S.E. Mons. Luigi Negri. Perchè proprio la Gran Bretagna pare essere diventata il laboratorio sociale di una civiltà scristianizzata? Che cosa è accaduto nella storia di quell'Isola che ha portato allo smarrimento dell'identità di un popolo, ed al suo imbarbarimento? Questo libro tenta di dare una risposta attraverso un'attenta analisi storica, culturale, sociale e filosofica davvero convincente, e per alcuni tratti avvincente.
Storia costituzionale e forma di governo, crescita della democrazia ed espansione delle libertà, mercato e interesse pubblico, costruzione europea e prospettive sovranazionali: sono i percorsi lungo i quali si è venuta articolando, nell'arco di cinquant'anni, la riflessione giuridica di Giuliano Amato. Un impegno instancabile e fecondo, dedicato non solo a innovare ricerca e saperi ma anche a coniugarli con le domande via via più urgenti poste dalle nostre democrazie, sempre fragili e non sempre in grado di affrontare le sfide dei tempi. Analisi fini e penetranti che hanno avuto come stella polare la realizzazione compiuta di una democrazia pluralista, partecipata, solidale e responsabile, e che trovano ora in questo volume un loro ordine. Augusto Barbera, Sabino Cassese, Maurizio Fioravanti, Giulio Napolitano contribuiscono ciascuno con un proprio commento a illustrare le tappe di questo viaggio intellettuale.
«... immune dai suoi vecchi vizi e lontano, in ogni circostanza, dall'hybris dell'accentramento autoritario». Non ci interessa dimostrare l'essenzialità dello Stato o del mercato, ma capire come possano interagire per costruire il nostro futuro «Se fotografo i rapporti che oggi vedo fra lo Stato e l'economia e li confronto con quelli che ho vissuto e che ho contribuito a creare, la differenza che noto è grandissima». Uno dei protagonisti della storia politica e istituzionale italiana riflette su come oggi - in un mondo indebolito dalle crisi e sollecitato da grandi trasformazioni - sia illusorio pensare che il mercato possa da solo trovare soluzioni. Ma mentre in passato il ritorno allo Stato ha significato debito pubblico, inefficienza e corruzione, oggi lo Stato torna protagonista come investitore nelle imprese della crescita di domani e come Stato «provvidenza», capace di interventi che mai avevamo visto prima. Che cosa ha provocato un mutamento così profondo? È possibile oggi uno Stato promotore, dove l'utilità dell'intervento pubblico possa resistere alle patologie e alle storture che aprirono la strada al neoliberismo?