
Allers è considerato uno dei più lucidi ed efficaci critici del sistema psicoanalitico freudiano - Louis Jugnet l'ha definito "l'anti-Freud". All'idea di uomo scisso sia al suo interno che dal mondo, Allers contrappone quella di uomo come un "intero", ossia una interrelazione di parti non separabili l'una dalle altre e strettamente interconnesse tra loro. Inoltre, l'uomo è intimamente legato al mondo che lo circonda. La presente opera, edita a Londra nel 1932, costituisce - insieme a "The Successful Error del 1940" - la "pars destruens" del lavoro di Allers. In questo lavoro l'intellettuale cattolico prende in esame le basi teoriche di quelle che all'inizio del secolo scorso venivano chiamate le "nuove psicologie" - la psicoanalisi freudiana e la psicologia individuale di Adler - in contrapposizione alla psicologia sperimentale della fine del diciannovesimo secolo.
Queste pagine ricostruiscono la nascita e lo sviluppo della sala della comunità. In filigrana scorre l'appassionato contributo assicurato dall'ACEC, l'Associazione nata alla fine degli anni Quaranta dall'Ente per lo Spettacolo per lo più con una funzione di coordinamento delle sale cinematografiche cattoliche. Il testo riprende il filo di una storia e di un'azione pastorale che partono da lontano, e prosegue poi a delineare il volto odierno della sala della comunità: la sua qualificazione pastorale e culturale; l'ormai assodata destinazione della sala al di là della pura attività cinematografica; il ruolo essenziale della comunità ecclesiale. Come conseguenza naturale della riflessione, arriva quindi un rinnovato stimolo a investire sulla formazione della figura dell'animatore della cultura e della comunicazione, che proprio nella sala della comunità trova l'ambito peculiare in cui svolgere il proprio servizio ecclesiale.
Nel turbine della vita, siamo felici? La domanda ci può apparire persino superflua, occupati come siamo nelle attività e nei pensieri quotidiani. Come tutti, non se la poneva Giovanni Allevi, immerso in una vita impegnativa: composizione, concerti, tour, registrazioni, conferenze stampa e viaggi in tutto il mondo. Poi, è arrivato lui, il mieloma. Tutto è crollato, la fragilità del corpo è diventata all'improvviso una tangibile realtà quotidiana, è cominciato un lungo e dolorosissimo percorso terapeutico. Ma camminando sopra l'inferno, Giovanni è riuscito a mantenere lo sguardo fisso sui fiori. E ad accogliere così nove specialissimi doni: come la libertà dal giudizio altrui, la coscienza di sé e l'autenticità, la prospettiva regalata dalla storia e dalla cultura, l'amore per la bellezza e per la Natura che guarisce, la gratitudine per gli incontri con persone, come i medici e gli infermieri, capaci di cambiare il corso dei suoi giorni. E una nuova e profonda dimensione dello Spirito che anche oggi, tornato sul palco, si fa tutt'uno con la Musica. Perciò, questo libro non è la storia di una malattia, ma una testimonianza sincera, una riflessione filosofica profonda, la proposta di un modo nuovo per guardare la vita, abbracciando se stessi e la propria umana fragilità. Anche attraverso le difficoltà, quando gli ostacoli sembrano invalicabili, la via verso una più compiuta felicità esiste, e su questa strada ci sono doni da scoprire: aspettano solo che noi impariamo a vederli. Così, come un vaso kintsugi riparato con l'oro, la nostra anima potrà risplendere di una luce nuova.
Una antologia di voci che risuonano dai grandi classici della letteratura mondiale per riflettere su ciò che significa una vita adulta riuscita. Come plasmare la propria vita ed essere felici, attraverso le provocazioni originali di un autore molto popolare. Senso della vita, paure, relazioni, il coraggio di evolversi verso il meglio: sono alcuni degli aspetti su cui riflettere.
Una serie di "passeggiate nella letteratura" alla ricerca della voce leggera dello Spirito di Dio, che soffia anche là dove non te l'aspetti. Don Alliata rilegge così con profondità e al tempo stesso leggerezza i capolavori di Ray Bradbury (Farenheit 451), Oscar Wilde (Il ritratto di Dorian Gray), Dino Buzzati (Il deserto dei tartari), Joseph Conrad (Cuore di tenebra), Primo Levi (Se questo è un uomo), Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Il Gattopardo), Jean Giono (L'uomo che piantava gli alberi), Alessandro Baricco (Novecento), chiudendo con una originale presentazione di Dante e del suo universo poetico e religioso.
La letteratura ci insegna ad amare: è una maestra di sentimenti, una fonte di sapienza, il giardino in cui Dio respira di nascosto. Seguendo questa intuizione, don Paolo Alliata ci conduce tra le pagine dei grandi romanzi, cercando il soffio che ci nutre. Perché l'amore trova sempre il modo per raggiungerci, declinandosi nelle forme, nelle storie, nelle voci più diverse. L'amore di Romain Gary è memoria e resistenza, nel volo degli aquiloni che inseguono l'azzurro. L'amore che scalda il cuore del professor Stoner è un sonetto di Shakespeare che schiude la porta sull'eterno. L'amore di Kundera oscilla tra leggerezza e pesantezza, vulnerabilità e compassione: è la voce bambina che canta. L'amore che aleggia nella resurrezione secondo Tolstoj è metamorfosi, grazia, primavera che arriva anche in città. L'amore, per Steinbeck, è profezia, preghiera in movimento, marcia collettiva verso la libertà. L'amore che sostiene C.S. Lewis è pianto che volge in letizia, legame che scavalca la morte, fede. L'amore è quella forza che ci spinge a tuffarci nelle cose così come sono. Che ci rende vivi, non nelle aspettative, ma nella nostalgia di infinito, un infinito tanto più potente quanto incolmabile. Con una prefazione di Isabella Guanzini.
Le migrazioni ci sono. Sono sempre di più e saranno ancora di più in futuro. Non è più il tempo dei problemi senza risposta: è il momento delle soluzioni.
L’immigrazione è un fenomeno strutturale da decenni. Tuttavia è sempre stato affrontato in termini di emergenza, come fosse un fatto episodico. Ma l’estensione, la qualità e la quantità del processo sono tali da esigere una soluzione complessiva al nostro sistema di convivenza che non sottovaluti il malessere diffuso nell’opinione pubblica. Le recenti polemiche intorno al ruolo delle ong nei salvataggi sono l’ultimo degli esempi. Per non dire della crescente xenofobia che rischia di indebolire la coesione sociale del nostro paese. L’immigrazione irregolare, il trafficking (i suoi costi e i suoi morti), i salvataggi, i respingimenti, la gestione dei richiedenti asilo con le sue inefficienze, le forme dell’accoglienza. E ancora, i problemi legati ai rimpatri, alla cittadinanza, alle implicazioni delle diverse appartenenze religiose: è urgente e necessaria una riflessione critica onesta su tutte le questioni che accompagnano le migrazioni attuali, affrontando quelle più spinose, con il coraggio di proposte radicali.
Perché ci muoviamo
Perché si muovono loro
Perché arrivano in questo modo
Perché proprio qui? E per fare cosa?
Perché la diversità ci fa paura. E ci attrae
Una cosa da fare (da cui discendono tutte le altre)
L'epidemia di Covid-19 ha assestato un altro duro colpo al nostro paese. Bisogna affrontare con coraggio i problemi strutturali che affliggono l'Italia. Un pamphlet che mette in evidenza l'inadeguatezza del nostro mercato del lavoro, i ritardi del sistema formativo, il paradosso di un paese che ignora le decine di migliaia di ragazzi costretti a emigrare ogni anno e continua a non gestire (e forse a non comprendere) l'immigrazione.
Le migrazioni sono un fatto, che piaccia o no. E la presenza di un numero significativo di immigrati comporta un cambiamento radicale delle società che li accolgono. La pluralità - culturale, identitaria, religiosa - va conosciuta, indagata e affrontata. Di più: il conflitto non va temuto. Va riconosciuto, accettato, governato. Al di là dello schierarsi pro o contro, del sostenere l'una o l'altra posizione politica sul tema dell'accoglienza o della cittadinanza, quali sono le implicazioni delle migrazioni e della mobilità umana? Qual è l'orizzonte verso il quale stiamo andando, quali gli scenari che si aprono, le difficoltà che dovremo affrontare, le soluzioni a disposizione? Quel che è certo è che non possiamo permetterci di sottovalutare le conseguenze della pluralità culturale e religiosa che caratterizza aree sempre più vaste del mondo. In questo libro, le analisi e le riflessioni di uno degli studiosi più accreditati sui temi delle migrazioni e del multiculturalismo.
Tre risposte nette, forti, senza compromessi ai tre libri della trilogia fallaciana contro l'islam. Questo pamphlet vuole parlare alle coscienze e ai cuori senza rabbia né orgoglio, ma con la sola forza della lucidità critica, e con il coraggio della provocazione. In questo libro c'è tutto quello che manca nei volumi della Fallaci. L'osservazione ravvicinata della realtà musulmana, che l'autore Stefano Allievi, sociologo esperto dell'islam italiano ed europeo, ha maturato in anni di lavoro "sul campo". Questo libro si rivolge a tutti quelli che da molto tempo volevano ascoltare una voce di risposta autorevole e chiara alle tesi fallaciane.
Un quadro aggiornato sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del paese Senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l'aumento esponenziale dei richiedenti asilo, l'impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all'economia italiana, i problemi di criminalità, l'integrazione fra le diverse culture e religioni.