
Il lungo cammino dell'amore nella letteratura universale viene ripercorso attraverso le pagine più belle di poeti, scrittori, mistici e filosofi. Le parole dei grandi innamorati invitano a riscoprire la magia dell'incontro, la dolcezza della reciproca devozione, la bellezza dell'intesa delle anime. I curatori: Alda Gallerano, già ricercatrice presso l'Orientale di Napoli, scrive articoli, racconti e poesie per alcuni periodici. Nel 2014 ha pubblicato "Rosa era l'alba - Storie di donne del Sud" (Il Calamaio). Con Gabriele Burrini ha scritto "L'antroposofia" (Xenia), un'antologia di preghiere delle religioni antiche e moderne: "Padre nostro che sei nei cieli" (Bompiani) e "Il karma" (Xenia). Gabriele Burrini (1953-2016), giornalista e studioso di storia delle religioni, ha scritto saggi sull'omeopatia, sulla filosofia indiana (Xenia), sul buddhismo (Ed. Antroposofica) e "I grandi temi della mistica ebraica" (EDB). Con Edilibri ha pubblicato letture per ragazzi, racconti e il saggio "L'angelo dei nuovi tempi. Oriente e Occidente verso la spiritualità futura".
Nel corso della storia, la comparsa e la diffusione su larga scala di tecnologie che hanno contribuito a riplasmare la rappresentazione di sé e del mondo hanno sempre generato paure e previsioni "apocalittiche". È andata così con la scrittura alfabetica, con la fotografia, con il cinema, con la televisione e anche con Internet. Senza eccezione, ogni rivoluzione tecno-scientifica ha partorito profeti di sventura e cantori dei disastri che le "macchine" avrebbero prodotto sugli individui e sulla società. Oggi l'atteggiamento prevalente non è cambiato. Sul banco degli imputati abbiamo il digitale - e in particolare la sua declinazione ritenuta più pericolosa, soprattutto per i giovani: lo smartphone. Disattenzione, ansia, isolamento sociale, sindrome da ritiro sono solo alcuni dei sintomi con cui si tende a diagnosticare la morbosa dipendenza dalla tecnologia più temuta e più utilizzata. C'è chi rimpiange un'umanità perduta e chi invece rincorre "patenti" o divieti. Saranno queste le soluzioni più efficaci? E, ancor prima, sono attendibili le analisi, le argomentazioni e le narrazioni che sembrerebbero legittimare questi rimedi? Gli autori di questo libro partono da qui. Smascherando false ideologie e inutili scorciatoie, fanno il punto sullo stato dell'arte della ricerca neuroscientifica per arrivare a prospettare orizzonti culturali e educativi in grado di fare i conti con le sfide e le criticità che una società digitalizzata inevitabilmente porta con sé.
Una rivoluzione della portata di quella copernicana è sotto i nostri occhi. Coinvolge ognuna e ognuno di noi e ridefinisce alla radice cosa siamo come esseri umani. Dal primato del soggetto scopriamo la centralità della relazione e che l'"io" che pensavamo di essere deriva dai "noi" di cui siamo parte; oltre la centralità della mente riconosciamo di essere un corpo; scopriamo l'origine della conoscenza nella nostra capacità di azione e movimento; ci accorgiamo che non siamo sopra le parti ma parti del tutto nei paesaggi della nostra vita; constatiamo che dietro ogni pensiero c'è un'emozione; scopriamo che l'empatia ci precede e ci contiene, nel bene e nel male, e che quella risonanza sottende le nostre possibilità di comprenderci, amarci, cooperare ma anche offenderci e farci del male; ci riconosciamo capaci di immaginazione e finzione e scopriamo incarnata e corporea la bellezza che ci conduce alla possibilità di creare l'inedito. Un paradigma corporeo, basato sull'intersoggettività, si fa strada nella comprensione di noi stessi per una collocazione più appropriata della nostra presenza e una lettura più adeguata della nostra esperienza. I sentieri narrati nel dialogo da cui nasce questo piccolo libro si propongono come un agile vademecum per viandanti planetari quali noi siamo.
Questo lavoro di Luca Gallesi intende ricostruire le vicende che hanno portato Ezra Pound, oramai anziano, alla reclusione prima in una gabbia per animali a Pisa e successivamente alla detenzione per tredici anni in un manicomio criminale statunitense, senza processo. Il valore del saggio sta nell'analizzare dettagliatamente il contenuto di tutti i Canti pisani, senza trascurare le vicissitudini legate al conferimento del prestigioso Premio Bollingen, vinto da Pound con questa opera nel 1949.
Questa storia della Siria ricostruisce i tormentati sviluppi storico-politici di tale nazione, dedicando ampio spazio agli aspetti culturali della società siriana e al complesso mosaico etnico e religioso della regione. Ripercorrendo le tappe fondamentali del cammino verso l'indipendenza, i contrasti e i conflitti con gli stati limitrofi, la genesi delle attualissime questioni curda, libanese e palestinese, il libro consente di comprendere il ruolo centrale della Siria nello scacchiere mediorientale, immergendosi al tempo stesso nell'atmosfera incantata di una nazione ancora misteriosa e ricca di tradizioni.
"La Divina Commedia" rappresenta da sempre un punto d'incontro sublime tra Fede e Poesia. Ma la fecondità della penna poetica di Dante, la sua capacità di disegnare un universo onirico potente dalle mille sfaccettature non si possono comprendere se non si leggono alla luce del Catechismo e della dottrina Cattolica. In questo viaggio attraverso le terzine dantesche, l'autore mette in evidenza la perfetta corrispondenza tra verità cristiana e rielaborazione poetica, mostrando come il tesoro del Magistero cattolico si ritrovi interamente nella "Divina Commedia". Quasi un Compendio del Catechismo in versi, si potrebbe definire: prima ancora che poeta, Dante si rivela uomo di fede profonda, consapevole che la ricerca appassionata e sincera di Dio trova pieno compimento solo nel seno materno della Chiesa Cattolica.
"La Divina Commedia" rappresenta da sempre un punto d'incontro sublime tra Fede e Poesia. Ma la fecondità della penna poetica di Dante, la sua capacità di disegnare un universo onirico potente dalle mille sfaccettature non si possono comprendere se non si leggono alla luce del Catechismo e della dottrina Cattolica. In questo viaggio attraverso le terzine dantesche, l'autore mette in evidenza la perfetta corrispondenza tra verità cristiana e rielaborazione poetica, mostrando come il tesoro del Magistero cattolico si ritrovi interamente nella "Divina Commedia". Quasi un Compendio del Catechismo in versi, si potrebbe definire: prima ancora che poeta, Dante si rivela uomo di fede profonda, consapevole che la ricerca appassionata e sincera di Dio trova pieno compimento solo nel seno materno della Chiesa Cattolica.
Oggi più che mai la stanza dello psicoterapeuta è impregnata della fatica di vivere che caratterizza il nostro quotidiano. In questi ultimi anni molti riferimenti esterni come la religione e le ideologie – che in passato fungevano da collante sociale – hanno perso importanza, rinforzando le fragilità individuali. Sovente ci troviamo a combattere da soli contro le fatiche di ogni giorno: patologie gravi ma soprattutto un’anonima patina di grigiore che avvolge la nostra vita.
Questo volume, diviso in due parti – la prima dedicata all’individuazione dei problemi, l’altra alla loro soluzione –, si propone di aiutare a migliorare la qualità della vita quotidiana, o perlomeno di renderla accettabile e serena, senza pretendere di dare ricette miracolistiche o medicine sicure.
Destinatari
Un ampio pubblico di lettori in cerca di un aiuto concreto, che potranno contare su un testo che non promette cure miracolose ma dà risposte concrete.
Gli autori
Giovanni Galletto, psicologo-psicoterapeuta, ha studiato Psicologia negli Stati Uniti e a Roma,dove si è laureato. Vive e lavora a Torino, dove viene spesso chiamato per conferenze e dibattiti incentrati sul disagio sociale e personale. Ha collaborato con “Radio 24” in trasmissioni a diretto contatto con gli ascoltatori. Nel 2000 ha pubblicato per le edizioni San Paolo il volume Sapersi Amare in collaborazione con il fratello Corrado. Corrado Galletto, giornalista, si è laureato in Scienze Politiche a Torino. Vive e lavora nella sua città natale, Savigliano, dove è direttore editoriale del settimanale «Corriere di Savigliano». Autore di saggi e articoli di storia e di costume sulla sua terra e sulla sua città, ha una particolare predilezione per i racconti-intervista, nei quali si possono tratteggiare personaggi e storie di vita.
Loris Panero, insegnante e giornalista, è laureata in Lettere a Torino. Collabora con periodici e riviste a livello locale e nazionale.
L'educazione sessuale comprende qualche cosa di più della pura e semplice istruzione. Gli adulti in contatto con i minori e con i giovani dovrebbero esserne persuasi. Ciò non provoca disistima delle informazioni scientifiche: sono anzi indispensabili, per avviare un discorso rivolto alla totalità dell'educando. Fermarsi però alle sole delucidazioni tecniche e strumentali vuol dire rendergli un servizio a metà, dato che, dall'adolescenza in poi, egli è alla ricerca di significati, comincia a porsi quesiti proiettati oltre il presente, relativi cioè al senso da attribuire all'amore, al matrimonio, alla famiglia. Codesti interrogativi attendono una risposta, associata a chiarimenti sui temi del suo sviluppo psicofisico. Occorre quindi guardarsi dall'errore di reputare autosufficiente l'istruzione sessuale, quasi che potesse soddisfare tutte le istanze del discepolo, appianare le sue difficoltà, indicare fini e metodi educativi. Infatti, quand'anche si riuscisse a precisare l'importanza dei fattori genetici e psicosociali, il problema formativo rimane ancora lontano dall'essere affrontato. Scrisse in proposito M. Peretti: "l'educazione è attività giustificata in nome di quei valori, che permettono di delineare la migliore forma della personalità, mai riducibile a funzioni, ma espressa da disposizioni e da contenuti che sostanziano la condotta e l'azione personali".
Tra il 1943 e il 1945, nell'Italia dilaniata dalla guerra civile, furono migliaia i carabinieri che si rifiutarono di aderire alla Repubblica sociale di Salò, disobbedirono agli ordini di Mussolini e svolsero un ruolo fondamentale nelle file della Resistenza. Dandosi alla macchia e unendosi alle formazioni partigiane, molto più spesso scendendo in campo al di là di pregiudiziali politiche, rispondendo solo ai valori incarnati dalla propria divisa e sempre dalla parte della popolazione civile, che nell'Arma vedeva l'ultima istituzione cui aggrapparsi in un Paese in dissoluzione. Per organizzare la guerriglia, conduce azioni di sabotaggio contro le milizie nazifasciste, impegnarsi in missioni di supporto agli Alleati servivano armi e una preparazione militare, e i carabinieri disponevano di entrambe. Ma era necessario agire anche a un secondo livello, mantenendo il ruolo di presidio del territorio e garantendo - grazie alla capacità di spionaggio e depistaggio - contatti, riferimenti, preziose imbeccate ai partigiani e agli angloamericani impegnati nella lenta risalita dell'Italia da Sud a Nord, fino alla liberazione, il 25 aprile 1945. Dopo una lunga ricerca nell'Ufficio storico e nei comandi dell'Arma, e rintracciando i pochi testimoni sopravvissuti e i famigliari, Andrea Galli ha ricostruito in queste pagine una stagione troppo spesso trascurata dalla storiografia ufficiale sulla Resistenza, raccontando episodi e vicende che videro protagonisti carabinieri chiamati a operare in segreto, osteggiati dalle SS e dai repubblichini, spesso catturati, seviziati, deportati. Una storia che coinvolse in prima linea ufficiali, ma anche brigadieri e marescialli, che lasciarono mogli e figli per imbracciare le armi e combattere. Con pochi mezzi, e con la necessità di reagire a questa mancanza con il coraggio e la tenacia. Non per la gloria, ma in nome della libertà del proprio Paese.
Giovanissimo incursore durante la Seconda guerra mondiale, dopo l'8 settembre partigiano sulle coste adriatiche, poi in Sicilia a caccia di latitanti nelle campagne dove spadroneggiava il bandito Giuliano, quindi a Milano alle prese con alcuni grandi delitti «mediatici» in una città in pieno boom economico. Per il generale Carlo Alberto dalla Chiesa questi furono gli esordi di una straordinaria carriera da comandante, sempre in prima linea nella lotta alla criminalità e al servizio dello Stato. Nella lunga battaglia contro la mafia, quando sfidò il sistema di potere dei boss e si scontrò con la loro capacità di «aggiustare» i processi ed evitare condanne, e poi negli anni bui del terrorismo, quando fu chiamato a guidare la ferma reazione delle istituzioni contro la minaccia eversiva delle Brigate rosse, il generale fu sempre sul campo accanto ai propri uomini, e unì carisma, intuito, coraggio a un metodo d'indagine che avrebbe fatto scuola. Marito e padre affettuoso, fine psicologo (i principali pentimenti di brigatisti furono merito suo), Carlo Alberto dalla Chiesa è stato, innanzitutto, un carabiniere. E il congedo dall'Arma, in occasione della sua nomina a prefetto di Palermo, fu un dolore che faticò a descrivere: scelto ancora una volta dalla politica come uomo della provvidenza, nella stagione più sanguinosa della guerra di mafia fu lasciato solo, quando Cosa nostra decise di eliminarlo perché in poco tempo aveva svelato interessi criminali che solo anni dopo sarebbero emersi con chiarezza dalle inchieste giudiziarie. Attingendo a rapporti e informative, visitando i luoghi che lo videro cogliere successi investigativi, tra pedinamenti e arresti, e soprattutto condividendo segreti operativi e retroscena inediti degli uomini che gli furono accanto, Andrea Galli ha ricostruito in queste pagine la vicenda umana e professionale del più famoso carabiniere d'Italia, trentacinque anni dopo il tragico attentato di via Carini a Palermo, il 3 settembre 1982, e insieme ha tracciato un racconto che, dal secondo dopoguerra a oggi, segue il filo rosso della drammatica e spesso misteriosa storia del nostro Paese, ripercorsa attraverso la biografia di un suo indimenticato protagonista chiamato a «essere al centro della fiducia e della credibilità dello Stato».
"Chi si dice di sinistra, oggi, lotta per un mondo diverso o fa solo resistenza? È un progressista o un conservatore di ciò che resta del passato, in un mondo divenuto ostile e incomprensibile?"
La crisi della sinistra italiana, come emerge da queste parole di Carlo Galli, è innanzitutto una crisi di identità. Le incertezze attuali hanno radici storiche profonde, legate alle molteplici e spesso inconciliabili componenti di quest'area, ma si sono accentuate con l'affermarsi, negli anni Ottanta, del neoliberismo, la "quarta rivoluzione" del Novecento.
Una rivoluzione che la sinistra si è limitata a subire, in tutto l'Occidente, senza riuscire a contrapporre una visione alternativa dell'economia e della società.
Ora che il modello neoliberista è a sua volta entrato in crisi, portando l'economia alla recessione e la società alla disgregazione, la storia offre una nuova opportunità alla sinistra e al tempo stesso le affida una difficile impresa: guidare una sorta di "quinta rivoluzione ", la prima del XXI secolo, bloccare gli aspetti distruttivi del capitalismo, cambiarne il volto e il rapporto con la politica.
La riflessione di Galli prende le mosse dalle origini storiche e filosofiche della sinistra a livello internazionale e ne ricostruisce il cammino percorso in Italia - tra luci e ombre, indiscutibili meriti e fatali carenze - per poi indicare la rotta da seguire oggi. Incalzata dalla crisi economica e dall'antipolitica nelle sue diverse espressioni, in un panorama sempre più frammentato e insidioso in cui alla destra neoliberista rischia di aggiungersi quella neonazionalista, la sinistra deve promuovere "un nuovo incontro, che sia un nuovo patto costituente, un nuovo accordo fra gli interessi del Paese". Deve riportare al centro il mondo del lavoro, nelle sue varie articolazioni e fragilità: "Tutto il lavoro dipendente, e anche tutti i piccolissimi artigiani e imprenditori individuali che sono indifesi davanti allo strapotere del capitale e delle sue istituzioni; e naturalmente tutti i disoccupati, i non occupati, i precari, i licenziati, i cassintegrati". Non si tratta di un nostalgico ritorno al passato, ma di un nuovo corso - un new New Deal, come lo chiama l'autore - che richiede un complesso sforzo di elaborazione.
Ridare alla politica autonomia e capacità di orientamento, restituire al lavoro quella dignità di cui è stato depredato sono le sfide che Galli indica alla sinistra italiana nel delicato contesto europeo. La posta in palio è altissima: "La sconfitta del lavoro si rivela una sconfitta della democrazia. Una società migliore per il lavoro è una società migliore per tutti".