
Oggi, per una parte consistente dell’opinione pubblica mondiale, Israele è diventato sinonimo di un male emendabile solamente attraverso la sua dissoluzione. Versione aggiornata della soluzione finale hitleriana, questa prospettiva non è solo prerogativa del radicalismo islamico ma è il pensiero dissimulato o esplicito di una buona parte dell’élite politica e intellettuale europea. A settantaquattro anni dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Europa dei «congedi» (post-cristiana, post-illuminista, post-postmoderna), considera Israele un anacronismo da cancellare, ovviamente in nome del progresso. Un progresso che si declinerebbe teleologicamente nel superamento degli Stati nazionali, di tradizioni consolidate, di confini territoriali, culturali o identitari forti. Ambigui sensi di colpa e terzomondismo, culto dei diritti umani e antirazzismo elevati a religioni secolari, sono le forze che, abbinate a un antisemitismo mai scomparso dal suolo europeo, hanno spinto Israele nel girone dei dannati, trasformando gli arabi e i musulmani in umiliati e offesi. Si tratta di un’unica traiettoria, in cui l’odio di sé dell’Occidente, e in particolare dell’Europa nei confronti di sé stessa, ha portato all’esito devastante e paradossale di fare di Israele un capro espiatorio e dei nemici della democrazia e del liberalismo interlocutori privilegiati.
Materia "popolare" per eccellenza, sempre in bilico tra la cronaca e l'epica, lo sport entra a pieno titolo nella serie delle Garzantine, la collana di divulgazione enciclopedica più conosciuta e consultata. Frutto di oltre tre anni di lavoro di un'équipe di esperti e giornalisti coordinati da Claudio Ferretti e Augusto Frasca, la Garzantina dello Sport racconta in oltre 6000 voci il mondo dello sport nei suoi aspetti storici, agonistici, tecnici, ma anche nei suoi intrecci con il costume, l'economia, la politica, i media, lo spettacolo. Oltre a fornire un'ampia documentazione statistica (vittorie, classifiche, medaglieri, primati), tentando di superare, nei limiti del possibile, contraddizioni e inesattezze che spesso caratterizzano la letteratura sportiva, l'opera è ricca di storie e curiosità sui protagonisti e sulle grandi manifestazioni sportive: dagli incidenti mortali nell'automobilismo alle iperboliche cifre del calciomercato, dai primati del Giro d'Italia alla formula matematica della velocità in atletica. Facile da consultare ma anche piacevole da leggere, la neonata enciclopedia si propone come testo di riferimento per appassionati e addetti ai lavori.
Indomabile, solitaria guerriera, Matilde di Canossa (1046-1115) fu la donna più potente del suo tempo. È il tempo delle lotte per la supremazia sul mondo cristiano fra il papa e l'imperatore, il tempo dei tradimenti, delle scomuniche e dei perdoni tra personaggi come Enrico IV, Ildebrando di Soana, Bonifacio di Canossa. È il tempo delle battaglie e delle guerre feroci, dei lunghi viaggi attraverso paludi e foreste, dei matrimoni combinati e delle regine ripudiate. Ferri disegna il ritratto di una grande, tormentata personalità femminile, costantemente divisa tra la nostalgia per la vita quieta del monastero e l'esercizio del potere.
Un bambino come tanti: silenzioso, non bello, con grandi occhi pieni di domande. Una città fredda, Salisburgo. La casa di un maestro di musica impiegato alla corte dell'arcivescovo, Leopold Mozart. Il giorno in cui le dita del bambino incontrano i tasti di un pianoforte, tutto cambia. Questa è la storia di un talento precoce, i cui contorni appaiono talmente trascendenti da imporre a tutta la famiglia una missione: coltivarlo e alimentarlo. Ma è anche la storia di una vita travolta da quel talento, perché dal momento in cui il mondo si accorge di lui, Wolfgang Amadeus Mozart non avrà più pace. Assieme al padre, trasformatosi in severo impresario, comincia a viaggiare per le corti d'Europa - da Vienna a Parigi, da Roma a Londra - per esibirsi e per mettere a profitto il suo dono. Per farlo dovrà però rinunciare alla spensieratezza, alle amicizie, agli amori e persino alla salute, mentre per restare nell'orbita della sua vita eccezionale coloro che lo amano, come la sorella Nannerl e la madre Anna, si sacrificheranno fino ad annullarsi. Edgarda Ferri affronta la vita di Mozart dall'originale prospettiva dell'infanzia, dal cuore del rapporto esclusivo e tossico tra lui e Leopold; scrive così, in controluce, la storia di ogni padre e di ogni figlio. Questo viaggio senza sosta sulle strade dell'Europa del Settecento è infatti anche un viaggio nel cuore di un ragazzo e di una famiglia e queste pagine generose, che restituiscono colori, sapori, odori di un'epoca di sfarzo e miserie, ci parlano di noi: nell'universalità degli entusiasmi e delle malinconie di Wolfgang bambino, nella sua tensione tra fedeltà filiale e voglia di libertà, nel suo desiderio di grandezza che è un volto dell'umanissima, eterna voglia di essere felici.
Esther Hillesum, detta Etty, è una ragazza olandese di origini ebraiche, colta, curiosa, dalla sensibilità inusuale. Appassionata di letteratura russa e lettrice vorace, lavora come dattilografa al Consiglio Ebraico: la sua è una condizione privilegiata, allo scoppiare della Seconda guerra mondiale e con l'inizio delle persecuzioni razziali potrebbe scappare e salvarsi. Potrebbe coltivare i suoi studi, scoprire l'amore che comincia ad affacciarsi nella sua vita, realizzare i mille sogni suggeriti dalla sua fantasia. Ma decide di non abbandonare la sua famiglia, il suo popolo, e di condividerne fino in fondo la sorte. Così, il 7 settembre 1943, dopo i mesi passati nel campo di transito di Westerbork, sale su un treno per Auschwitz da cui, quasi trentenne, non farà più ritorno. In questo appassionante ritratto, che si legge come un romanzo di grande intensità, Edgarda Ferri racconta l'animo ribelle e poetico di Etty Hillesum, gli anni della gioventù e della guerra affrontati con uno spirito mai esausto, un "umanesimo radicale" che ha trovato nelle pagine del suo diario e delle sue lettere un'altissima interpretazione letteraria. Considerata uno dei simboli della Shoah, la vita e l'opera di Etty Hillesum sono diventate fonti di ispirazione contro l'oblio della memoria, esempi di altruismo e solidarietà capaci di sopravvivere alle atrocità della storia. Questo libro ci trasporta con intimità e rispetto nei suoi momenti privati, nelle scelte coraggiose, nel cuore tormentato di una donna dalla forza indomita e mai dimenticata.
Questo libro vuole offrire una risposta a tutti coloro che, per motivi diversi, abbiano la necessità di impadronirsi della nostra lingua. Situazioni comuni, di vita vissuta, facilmente riscontrabili e sperimentati, portano a riconoscere meglio le diverse parti del discorso, insegnano ad articolare l'italiano parlato secondo le necessità imposte dalla situazione e dagli interlocutori, fanno capire in modo semplice e chiaro l'importanza di tante piccole sfumature di una lingua.
Il volume presenta i risultati di una ricerca volta a ricostruire l'interpretazione di alcuni dei più importanti organi di tutela dei diritti umani delle Nazioni Unite riguardo ai diritti culturali. In occasione dell'elaborazione del diritto di partecipare alla vita culturale, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e dal successivo Patto Internazionale per i diritti economici, sociali e culturali, si fece riferimento a una concezione 'materialistica' di cultura, secondo cui questa sarebbe riconducibile esclusivamente alle espressioni più nobili ed elevate dell'attività artistica e intellettuale dell'uomo (arte, letteratura, musica). A fronte di questa limitata definizione, la dottrina giuridica ha sviluppato un'intensa riflessione giungendo a elaborare una nozione particolarmente estensiva di diritti culturali che si fonda su una concezione 'antropologica', secondo cui la cultura ricomprende tutte le attività che caratterizzano il modo di vivere di una persona o di un gruppo e che risultano strettamente connesse alla loro identità. Attraverso un'analisi della prassi di alcuni degli organi di tutela dei diritti umani delle Nazioni Unite, il testo cerca di evidenziare che, sulla scorta della riflessione dottrinale, tali organi - e in particolare il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali - sono giunti ad accogliere una nozione antropologica di cultura...
La Terra è il nostro mondo. L'unico. Lo spazio, al contrario, è un mondo ostile. Per poterlo esplorare siamo costretti a costruire veicoli molto diversi rispetto a quelli che usiamo sulla Terra e per poterci andare di persona dobbiamo ricreare nel veicolo un ambiente artificiale che protegga il nostro equilibrio fisiologico e la nostra stessa vita. Ma la sfida dell'esplorazione spaziale è proprio questa: superare i limiti, conoscitivi e tecnologici, per arrivare sempre più lontano. Paolo Ferri, per anni a capo del dipartimento di operazioni spaziali dell'Agenzia spaziale europea, rivela non solo cosa si fa nello spazio, ma come lo si fa. Attraverso le missioni di ieri e di oggi racconta cosa si intende per volo spaziale - i satelliti artificiali, le capsule, le piattaforme, i sistemi di sopravvivenza degli astronauti, i sistemi di lancio - ma anche i retroscena, le difficoltà, i vicoli ciechi e i successi imprevisti. Il risultato è un'avventura irripetibile ai confini del cosmo, e una riflessione su potenzialità e limiti della conoscenza scientifica.
Nel 2014, per la prima volta nella storia, l'uomo è entrato in contatto diretto con il nucleo di una cometa. Lo ha fatto con la sonda Rosetta e il suo modulo di atterraggio Philae, dopo un volo di 7 miliardi di chilometri nello spazio profondo durato 10 anni. Paolo Ferri, lo scienziato che ha diretto la missione, racconta la straordinaria avventura che ha rivoluzionato le nostre conoscenze delle comete e della nascita del sistema solare. Una cometa è un piccolo corpo celeste che vaga nello spazio profondo. Irraggiungibile, intangibile, l'uomo l'ha resa nella sua immaginazione presagio di sventura o spirito guida. Questo fino al 2014, quando i cacciatori di comete dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno raggiunto il nucleo di una di esse con la sonda Rosetta. Il touchdown, epico come l'allunaggio del 1969, è avvenuto dopo un viaggio durato 10 anni e 7 miliardi di chilometri nello spazio profondo. Un inseguimento che ci ha permesso di arrivare a studiare la scia della cometa, le sue code di gas e polveri e il suo cuore di ghiaccio. Per due anni l'hanno accompagnata, analizzata, osservata da ogni prospettiva, depositando persino sulla sua superficie il modulo di atterraggio Philae. Questa epopea viene oggi raccontata dal capo dei cacciatori, Paolo Ferri, che ha diretto il team di controllo della missione per più di vent'anni. Una storia emozionante che segue passo dopo passo un'impresa che non ha eguali nella storia della conquista dello spazio per le distanze percorse, i corpi celesti incontrati, le difficoltà della navigazione, i momenti di scoramento e di entusiasmo. Un diario di bordo che descrive le sfide tecnologiche e scientifiche della missione Rosetta, le emozioni di chi le ha dedicato una parte importante della propria vita e che, al contempo, racconta anche altro: la storia delle comete, i miti e le leggende, la ricerca millenaria di una spiegazione al fenomeno che ancora oggi affascina per la sua simbologia e la sua potenza ultraumana.
Media digitali e comunicazione interattiva sono i fenomeni più eclatanti del mutamento sociale e dell'industria culturale all'inizio del nuovo millennio. Oggi gli iPad, gli eBook, così come gli smartphone, e i Tablet Pc, sempre connessi a Internet, assediano ogni giorno più da presso il regno della carta stampata gutenberghiana. Ma la nuova cultura digitale, cioè l'affermarsi di uno stile comunicativo orientato all'interazione, alla produzione di contenuti e alla condivisione, è stata accompagnata, durante gli ultimi ventanni, dall'affacciarsi sulla scena di una nuova forma evolutiva dell'Homo sapiens: il "nativo digitale". Chi sono i nativi digitali? Come comunicano? Come si relazionano al sapere? Nati e cresciuti all'ombra degli schermi interattivi, i Nativi sono simbionti strutturali della tecnologia, e le protesi tecnologiche che utilizzano dall'infanzia sono parte integrante della loro identità individuale e sociale. Fin da piccoli videogiocano, hanno un blog, e comunicano sui social network come Facebook o My Space. E con questa specie in via di apparizione che dovremo confrontarci noi immigranti digitali. Non sono nuovi barbari... Sono i nostri figli e sono, semplicemente, diversi.