
Mettendo in discussione il presupposto che l'Islam sia insieme religione e stato, questo libro studia le ricadute e le implicazioni della riflessione religiosa e della storia islamica nell'ambito della dottrina politica. Forte di una conoscenza diretta della letteratura filosofica musulmana, tanto medievale quanto contemporanea, l'autore contesta le letture puramente teocratiche che si danno dell'Islam e ne mostra dall'interno la peculiarità politica. Questa nuova edizione rivista e aggiornata dà conto tra l'altro degli sviluppi connessi con il diffondersi del fondamentalismo agli inizi del Ventunesimo secolo.
Studiare la biografia di Muhammad è essenziale per comprendere l'Islam, la cui professione di fede si basa sul binomio indissolubile dell'unicità di Dio e della veridicità della missione del suo Inviato. Il punto di vista critico adottato nel volume, non usuale nella storiografia euro-americana, è quello di una analisi "dall'interno", che privilegi la comprensione che i musulmani hanno della loro storia sacra. Il libro si confronta innanzi tutto con le molteplici biografie del Profeta circolanti in Occidente, superando la vecchia orientalistica e aggiornando la nuova. Ambisce poi a delineare un profilo a tutto tondo del fondatore dell'Islam che tratteggi l'immagine di un uomo dalla personalità intrigante e sfaccettata: un mistico e un predicatore, certo, ma anche un uomo politico e un condottiero. L'autore accede direttamente alle fonti primarie in arabo, a partire dal Corano per arrivare alle sire (biografie) medievali e - novità non indifferente - contemporanee. Un capitolo finale è dedicato alla successione politica di Muhammad, un'epoca travagliata di lotte da cui emergeranno le due grandi ramificazioni dell'Islam, il sunnismo e lo sciismo.
Il mondo islamico, che spesso tende a essere presentato come un universo monolitico, nasconde in realtà una cultura estremamente variegata ed eterogenea. L'esempio lampante è rappresentato dalla storica divisione interna tra sunniti e sciiti, le cui origini risalgono a ben 14 secoli fa, ai tempi della successione al profeta Muhammad. Un filo rosso che ha percorso secoli, fino ad assumere nuovo, esplosivo significato nel 1979, con la rivolta islamica sciita di Khomeini in Iran. Tuttavia, più che come scontro teologico-dottrinale, fin dall'inizio tale «scisma» si è configurato soprattutto come una lotta per l'egemonia politica ed economica... Una questione delicata e complessa che riguarda il mondo musulmano e rappresenta uno dei nodi cruciali dell'attuale scenario internazionale.
Le biblioteche non sono soltanto degli spazi in cui si conservano e custodiscono libri. Nel corso dei secoli, i progetti dei più grandi edifici destinati a questo scopo hanno voluto esaltare il momento della lettura e l'importanza dell'apprendimento. Indipendentemente dalla loro appartenenza a un singolo individuo, a un'istituzione o perfino a un'intera nazione, le biblioteche sono diventate simboli di cultura, luoghi di scambio e incontro, istituzioni che preservano e tramandano il sapere. Questo libro intende esporre la storia completa dell'evoluzione di tali edifici, dalle prime biblioteche dell'antica Mesopotamia alle biblioteche perdute delle civiltà classiche, dalle biblioteche monastiche del Medioevo a quelle sontuose in stile rococò, fino ad arrivare alle biblioteche monumentali del mondo moderno. Il volume, tra narrazione e ricerca fotografica, vuole sia chiarire in che modo lo sviluppo delle biblioteche illustri il mutevole rapporto del genere umano nei confronti della parola scritta, sia dimostrare che le biblioteche, in tutto il mondo e in ogni epoca storica, siano sempre state ben di più di meri depositi polverosi di documenti, divenendo piuttosto simboli attivi di cultura e civiltà.
Secondo Joseph Campbell, la funzione principale del mito è aiutare ogni individuo nel viaggio della vita, fornendogli una sorta di guida turistica per raggiungere la pienezza e la felicità. Sulle tracce di Jung, l’autore tratta qui importanti questioni vitali, mettendo in luce la sua notevole capacità di raccontare storie e l’abilità di applicare i più vasti temi della mitologia mondiale alla crescita personale e alla ricerca della trasformazione. Con la sua abituale arguzia e il suo intuito, Campbell traccia connessioni tra simboli antichi e arte moderna e, strada facendo, mostra come il mito possa aiutare ciascuno di noi a identifi care davvero la propria felicità e a perseguirla.
L'autore
Joseph Campbell (1904-1987) è stato uno dei più illustri studiosi di mitologia comparata e religioni di tutto il mondo. Tra i suoi testi tradotti in italiano, L’eroe dai mille volti (Guanda, 2008).
In collaborazione con ADISTA (settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religiosa) pubblichiamo le "parole rivoluzionarie" dell'autore Marco Campedelli, conosciuto come uomo e come prete che si schiera, anche a proprio rischio, con il suo pensiero. Con questo suo nuovo libro nasce un vocabolario disobbediente: ogni lettera dell'alfabeto coincide con parole che vengono definite attraverso uno sguardo che chiede un cambiamento, ma anche alle volte un po' sottosopra, un significato capovolto rispetto alla consuetudine. Anima, Bambini, Cospirazione, Costituzione, Funerale, Obiezione, Salvagente e tante altre, sono parte di un lessico rinnovato e poetico che l'autore propone ai suoi lettori.
Nessun uomo politico del Novecento ha inciso più di Mussolini sulla memoria storica e sull'immaginario, privato e pubblico degli italiani, condizionando il loro legame con il passato. Il rapporto di Mussolini con l'identità italiana sembra essere, ancora oggi, tutt'altro che risolto, sebbene siano trascorsi più di cinquant'anni dalla sua morte e si viva in un clima nel quale le divisioni del dopoguerra sono andate via via smorzandosi.
L'autore costruisce l'indice reale del costo della vita in 12 città italiane, da cui risulta con evidenza che vivere al Sud costa meno che al Nord. Tuttavia se si esaminano i salari del settore privato, non esiste tra Nord e Sud un differenziale retributivo tale da incentivare la mobilità e il trasferimento al Nord, così come avveniva negli anni '50. Le "gabbie salariali" quindi esistono già, ma solo per il settore privato. L'eccezione cruciale riguarda la Pubblica Amministrazione e le banche e in particolare i grandi gruppi del Sud.
Descrizione dell'opera
Quando un bambino deve elaborare il lutto per la perdita di una persona cara si trova di fronte a un compito più o meno arduo, che può essere portato avanti con successo o interferire con i processi di sviluppo determinando disturbi affettivi, cognitivi e/o comportamentali. In una cultura che tende a rimuovere il tema della morte, gli adulti hanno spesso timore di affrontarlo con i piccoli, con l'esito di non aiutare i bimbi a elaborare il trauma in maniera sana. L'autore accompagna i genitori a parlare coi propri figli, ad affrontare le loro domande e le loro angosce. E a divenire consapevoli che, per poter tentare con loro una qualche risposta, dovranno porre, anzitutto a se stessi, molte domande.
Nella prima parte del volume l'autore affronta, a partire dal famoso aforisma di Montaigne «Chi educherà gli uomini a morire li educherà a vivere», le problematiche dell'educazione alla morte indicando e illustrando le varie alternative.
Nella seconda analizza, con esempi clinici, la concezione scientifica - anzitutto psicologica - dell'educazione alla morte e la concezione religiosa della stessa educazione alla morte, soffermandosi soprattutto sulla concezione cristiana, senza trascurare ebraismo, islam, induismo e buddhismo.
Nella terza parte illustra la propria proposta di educazione alla morte, basandosi su ciò che la critica alle altre concezioni avrà evidenziato e sull'idea che la morte è destinata a sfuggire alle concettualizzazioni umane restando un "mistero" (desiderabile o indesiderabile), nell'intento di formulare un'indicazione educativa con un certo carattere di universalità.
Sommario
I. Si può educare alla vita senza educare alla morte? II. Percorsi educativi concreti delle due alternative. III. Varianti e limiti dell'educazione «fiabesca» e di quella «razionalistica»: verso una «nuova» educazione alla morte. IV. Una proposta di iniziazione alla morte e i suoi «insegnamenti» per chi educa. V. Esempi. Considerazioni conclusive.
Note sull'autore
FRANCESCO CAMPIONE, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Psicologia medica, insegna Psicologia clinica e psicodiagnostica alla Facoltà di Medicina dell'Università di Bologna. È direttore del master universitario in Tanatologia e Psicologia delle situazioni di crisi; ha fondato l'Istituto di Tanatologia e Medicina psicologica ed è tra i fondatori della IATS (International Association of Thanatology ans Suicidology) di cui è presidente. Dirige la Rivista Italiana di Tanatologia e ha pubblicato numerosi articoli e oltre quindici volumi. Tra le sue pubblicazioni più importanti ricordiamo: Perpatire: un nuovo verbo per un nuovo inizio (Armando, 2006); Ospitare il trauma: un modello di intervento nelle situazioni di crisi (Clueb, 2008); L'etica del morire e l'attualità: il caso Englaro, il caso Welby, il testamento biologico e l'eutanasia (Clueb, 2009); La buona morte: corso di formazione permanente sulla morte e il morire (Clueb-Apocrifi, 2010).
Nuove tipologie di disturbi psichici si stanno rapidamente diffondendo: quelle legate agli insuccessi professionali o alla perdita del lavoro. Disoccupazione, inoccupazione, underemployment: uno stato di continuo stress che può portare alla depressione e, nei casi più gravi, all'auto-annientamento. Per questo, dal 2009, Francesco Campione, esperto nella gestione psicologica delle situazioni di crisi, è a capo del progetto "Primomaggio", un pool di dieci psicologi che si occupa di dare sostegno gratuito a lavoratori licenziati, cassintegrati e a chi a breve non avrà più un'occupazione. Ma quali sono le corde da toccare per ridare speranza a queste persone? Tra filosofia, psicologia e casi concreti, tutte le strategie per uscire dal baratro e scoprire che la disoccupazione è un'opportunità per ritrovare il senso del proprio lavoro e di se stessi.