
I processi formativi, che storicamente si coniugano con i mutamenti culturali della società, appaiono soprattutto oggi centrali rispetto al processo non solo di crescita delle giovani generazioni, ma ancor più di evoluzione del complesso e magmatico tessuto di una società multietnica e multiculturale. La Collana di "Scienze dell'Educazione. Studi e ricerche" per la poliedricità degli ambiti disciplinari, ma anche per la sua specificità scientifica si rivolge a lettori che si occupano, a vario titolo, di formazione, dagli insegnanti e gli educatori agli studenti e ai genitori. Negli "Studi e ricerche" confluiscono contributi afferenti a diversi ambiti e settori disciplinari: storici, pedagogici, sociologici, metodologici, psicopedagogici e sperimentali, che permettono di focalizzare lo status della riflessione teorica e della ricerca metodologico-didattica nell'ampio ambito delle Scienze dell'educazione.
Il grande disegno intenzionale che anima l'opera omnia dantesca costituisce lo sfondo di questo libro scritto da Franco Cambi e Giancarla Sola, che su tale scenario stagliano la figura di Dante Alighieri reinterpretato però quale educatore europeo. Ne addiviene un profilo pedagogico del poeta fiorentino orientato a stilizzare l'«umana civilitade», ripercorrere le poetiche della visione divina e mostrare l' «abito di scienza» con cui convergere sull'educazione alla rettitudine quale forma della formazione - posta tra amore, sapienza e bellezza. Un lavoro di analisi e sintesi sui testi dell'Alighieri che ne evidenzia un aspetto rimasto spesso un po' ai margini nella ricerca critica.
È possibile coniugare i modelli teorici e clinici della psicoterapia familiare con quelli della psicodinamica? Gli autori, forti di una doppia formazione sistemica e psicoanalitica, costruiscono un modello clinico e interpretativo complesso, in grado di integrare il paradigma sistemico con alcuni fondamentali costrutti della psicoterapia psicoanalitica, indicando una serie di procedure operative concrete. Vengono affrontati i temi della presa in carico individuale e della costruzione dell’alleanza terapeutica, suggerendo l’uso di una lente bifocale che consente di alternare nel ruolo di protagonista ora l’individuo, ora la sua storia familiare. L’attenzione si centra sulla ricerca di rimandi tra le caratteristiche individuali del paziente, la storia dei legami nella famiglia d’origine, le strategie che improntano i suoi stili relazionali attuali e la riedizione di tali modelli all’interno della relazione terapeutica.
Il libro presenta le riflessioni di Michel Camdessus, economista di livello mondiale, Jean Daniel, fondatore e dirrettore del settimanale francese "Le nouvel Observateur", Umberto Eco, semiologo e scrittore, e Andrea Riccardi, storico del cristianesimo contemporaneo e iniziatore della Comunità di Sant'Egidio, sulla pace e la guerra nel mondo di oggi.
Saper ascoltare è un'arte assai difficile da apprendere. Per prestare ascolto nel modo giusto, infatti, bisogna partire da uno stato di calma interiore, occorre imparare a non farsi distrarre da ciò che ci circonda e a non sforzarsi di controllare l'altro, in modo da dimostrare un'attenzione distaccata e tranquilla. E necessario andare al di là delle proprie percezioni e dei propri pregiudizi, che si frappongono immancabilmente tra noi e il nostro interlocutore. Questo libro offre dei consigli utili e appropriati per migliorare la qualità dell'ascolto. Fornisce le regole della comunicazione sotto tutte le diverse forme e tecniche, e offre i principi fondamentali per aiutarci a stabilire un rapporto migliore tra noi e gli altri.
I cambiamenti culturali e l'intenso uso del digitale quanto hanno modificato e condizionano tempi e modalità di crescita dei ragazzi? Quali sfide educative sono chiamati a gestire i genitori e gli educatori negli anni della scuola superiore?
Questo libro si rivolge ai genitori che ancora credono nel loro ruolo insostituibile nel percorso adolescenze dei figli e ad adulti di riferimento disposti a spendersi nel lavoro formativo. Vengono forniti non ricette precostituite, ma princìpi validi e linee operative che chiedono di mettere in gioco la libertà e il rischio educativo. I temi trattati riguardano l'attuale definizione dell'adolescenza e la possibilità di porle un "limite", le dipendenze che ne ostacolano il percorso, quali possano essere gli spazi d'azione degli educatori, in particolare i genitori. Il contesto esplorato è la scuola superiore: l'orientamento alla scelta, lo studio... Ma l'oggetto di osservazione privilegiato sono le relazioni, con attenzione alle problematiche didattiche ed educative.
Gianpiero Camiciotti, psicologo, docente w dirigente scolastico, possiede un'esperienza pluriennale nell'insegnamento e nel supporto psico-pedagogico a famiglie e adolescenti. Tra le sue pubblicazioni: L'orientamento personale dell'alunno (Le Monnier, 1981) e Tuo figlio adolescente (Ares, 1995).
Alessandra Modugno, docente di filosofia nell'Università di Genova, si occupa di ricerca in àmbito antropologico e metafisico, ma anche di didattica e orientamento. Tra le sue pubblicazioni: Appassionati alla realtà (Armando, 2011) e Pensare criticamente. Verità e competenze argomentativi (Carocci, 2018).
Andrea Camilleri racconta l'esperienza parlamentare di Leonardo Sciascia, attraverso le interrogazioni parlamentari che lo scrittore di Racalmuto presentò, dalle file del partito radicale, tra il 15 dicembre 1979 e il 31 gennaio 1983. Camilleri, che a Sciascia fu legato da consuetudine e amicizia, ne mette in luce la passione politica autentica; la lucidità, l'approccio mai ideologico ma sempre ancorato a una analisi dei fatti acuta e spietata, comunque sempre scomoda e insofferente al potere. Gli argomenti di queste interrogazioni sono, tutti, di estrema attualità, allora come oggi; i casi di cronaca affrontati sono tuttora ferite aperte: la mafia, l'uccisione del magistrato Ciaccio Montalto, il caso Pecorelli, il petrolio, l'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine. Dalla voce di Andrea Camilleri, e dagli interventi di Sciascia emerge, insomma, un ritratto impietoso di un'Italia incapace di fare i conti con il proprio passato; e colpevolmente sorda alle parole di chi, con tutto il rigore della ragione, dimostrava di amarla.
Andrea Camilleri ha voluto ricordare l'amico scomparso con la trascrizione del loro incontro, avvenuto nel 1998 a Mantova nell'ambito del Festivaletteratura. Un dialogo in cui affrontano i temi più disparati: la letteratura, i gialli che li hanno segnati, i libri letti e a volte (ma solo nella finzione) bruciati, i loro personaggi Pepe Carvalho e Salvo Montalbano, ma anche i rapporti dei loro protagonisti con le donne, il calcio, la cucina, il vino... A testimoniare un'amicizia e un'affinità nate sui libri e divenute realtà.
Una novella di Giovanni Boccaccio idealmente dedicata a Giovanni Bovara, studioso del "Decamerone", che poco prima di morire (1916) a causa delle ferite riportate durante la Prima guerra mondiale, scoprì fortunosamente uno scritto sconosciuto del Boccaccio. Questa novella fu poi nuovamente dimenticata per essere poi pubblicata, per la prima volta. È altamente probabile che la novella fosse stata portata al Nord dallo stesso Boccaccio per donarla a qualcuno quando, nel 1351, fu inviato in Tirolo come "ambaxiator solemnis" di Firenze. Qui, Camilleri racconta non solo come venne in possesso di una copia manoscritta dell'originale autografo, ma chiarisce anche le probabili ragioni che spinsero Boccaccio a escludere questa novella sia dalla Giornata Terza del Decamerone, a cui era originariamente destinata, che dalla raccolta definitiva.
"Di interviste ad Andrea Camilleri è affollato il mondo del giornalismo e della televisione; di tesi di laurea sulla sua opera sono colmi gli scaffali degli atenei, così come quelli delle biblioteche per quanto concerne libri confessione, ponderose sintesi biografiche, quadri di sicilianità e quant'altro. Che motivo c'era di scriverne un altro, dunque? A mio avviso non ce n'è uno, ce ne sono due. Comincio dal secondo: il ricavato di questo libro, detratte le spese sostenute dall'editore, andrà in beneficenza. Il primo motivo: nell'abbagliante, stordente e caduco mondo dei media dominato da rapidità e approssimazione, credo che la figura dello scrittore siciliano sia sottovalutata; va corretta. Di riflettori puntati su di lui ce ne sono fin troppi, ma l'immagine che ne rimanda la televisione o la stampa è parziale, banalmente personalistica, a volte paternalistica. Se tralasciamo per un istante la produzione montalbaniana, divenuta suo malgrado quasi un prodotto di consumo, cosa rimane di Andrea Camilleri? Tantissimo ancora: un uomo di grande rigore etico, onestà e intelligenza, uno scrittore di grande talento, un intellettuale engagé ma non barricadero, un anziano ancora curioso e disponibile ad apprendere, un uomo colto che ha attraversato quasi un secolo di storia conoscendo di questa molti protagonisti, un individuo semplice con i suoi difetti, un regista tra i primi a portare in Italia il teatro di Beckett. In una parola, un saggio. (Francesco De Filippo)