
Un testo su Margherita di Citta di Castello.
Un libro che fa luce sul più grande problema del terzo millennio.
Bianca di Castiglia, madre di Luigi IX il Santo, re di Francia, ebbe un ruolo importantissimo nella Francia medievale del XIII secolo. Documenti, evocazione di personaggi, di luoghi e della vita nelle manifestazioni più significative negli anni durante i quali visse come regina prima, e come reggente poi, sono serviti a rendere sempre più evidente la complessità di questa donna che, per energia, coraggio e determinazione, rappresenta un raro esempio di modernità in un'epoca nella quale l'universo maschile era l'unico preposto al comando.
Le potenzialità di intervento sulla vita umana offerte dalla società "biotecnologica" amplificano le possibilità di scelta di ciascun individuo e pongono nuove urgenze educative che richiedono l'acquisizione di una "cittadinanza bioetica". Il testo mostra come attraverso una didattica "generativa" la scuola possa diventare un luogo per educare le giovani generazioni alla riflessione sulla bioetica. Il testo delinea, con indicazioni operative, le metodologie didattiche per sperimentare questo progetto educativo.
Nella palude. La fase attuale della politica italiana potrebbe essere efficacemente riassunta così: da una parte il populismo di territorio di marca leghista, dall'altra il populismo del sogno berlusconiano. Nel mezzo una sorta di populismo giustizialista, marcato dai segni inquietanti dell'invidia sociale… L'ascesa del populismo della paura è ormai una grande ombra sull'Europa del XXI secolo. Questo libro continua a cercare una politica della speranza. È un messaggio rivolto a un centro sinistra che però non ha saputo ancora rinnovare le categorie con cui stare nel magma sociale.
Il libro
Nella palude. La fase attuale della politica italiana potrebbe essere efficacemente riassunta così: da una parte il populismo di territorio di marca leghista, dall'altra il populismo del sogno berlusconiano. Nel mezzo una sorta di populismo giustizialista, marcato dai segni inquietanti dell'invidia sociale. Il tratto comune di questi fenomeni sta nel rinserrarsi cieco nei propri egoismi territoriali, nelle invidie di vicinato, nel gossip televisivo…
Mai come ora c'è stato bisogno di politica, in grado di ripensare i comportamenti collettivi nel contesto di spaesamento prodotto dalla globalizzazione. Rancore, cura, operosità sono metafore sociali che indicano i modi differenti in cui i soggetti si relazionano di fronte alle difficili sfide poste dalla vita quotidiana.
C'è un grave pericolo che bisogna evitare: la saldatura politica tra la “comunità del rancore”, con le sue paure già quotate da tempo al mercato della politica, e le preoccupazioni e le angustie degli “operosi” che pur con mille difficoltà fanno impresa nella globalizzazione.
Solo coniugando insieme la "comunità di cura" figlia del welfare e fatta di operatori, medici, insegnanti, impresa sociale, volontariato, che quotidianamente si impegnano sul territorio per produrre inclusione sociale, con il mondo degli "operosi" si potrà costruire una società aperta. Sta in questo corno la sfida della fase attuale.
Lo sfarinamento dei legami sociali e familiari cosi come le ferite inferte dalla depressione, che segnano un numero crescente di individui, sono i sintomi contemporanei della fragilità. Eppure proprio la fragilità ci indica i valori che danno un senso all'esistenza. Come emerge dal dialogo tra un maestro della psichiatria e un eclettico sociologo, riconoscersi fragili, insicuri, malinconici, è la premessa per ritrovare quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.
Questo libro intende offrire strumenti e visioni per interpretare l'Italia contemporanea. Dopo la lunga stagione del fordismo novecentesco imperniato sulla dialettica capitale-lavoro e quella del postfordismo basato sull'egemonia della micro e piccole impresa territorializzata, siamo oggi entrati in una nuova fase, quella dell'economia circolare, nella quale la nostra socialità è alla base della creazione del valore economico. In questo contesto cambia la relazione tra economia, società e istituzioni regolative. Non più la verticalità del fordismo che includeva con il welfare e i diritti, non più l'orizzontalità dell'economia diffusa che includeva con il fare impresa, bensì la circolarità tra il nostro essere, il nostro sentire, il nostro pensare, connesso senza mediazioni al grande gioco dei flussi globali, dove non è chiaro se il destino individuale e collettivo si configuri come ruota della fortuna o come ruota del criceto.
Alla luce delle nuove tipologie familiari, il libro affronta la condizione della matrigna, attraverso capitoli che ne esaminano le dinamiche psicologiche (accudimento dei figliastri, rapporti con il compagno, relazioni con l’ambiente circostante…), con uno stile accattivante e spigliato, scherzoso e piacevolmente leggero. L’ironia del testo, mai banale, cela una sofferenza vissuta da parte dell’autrice che, nel tentativo di cancellare il solito pregiudizio fi abesco della matrigna come strega, lo sostituisce con l’immagine di una donna capace di cure materne.
Un viaggio in un uomo che ha molto viaggiato. Cinque conversazioni, un unico intenso dialogo con il giornalista Domenico Quirico a partire dai temi che caratterizzano la sua odissea nel mondo contemporaneo: scrittura, guerra, migrazione, Storia, prigionia, dolore, paesaggio, fede. Attraverso i documenti, le fotografie e soprattutto le parole vive raccolte dall'autrice, Il fascino dell'imperfezione cerca di svelare la percezione originale di un narratore del nostro tempo, restituendo la sua testimonianza vissuta in drammatica presa diretta sugli avvenimenti storici più rilevanti degli ultimi trent'anni. Il tentativo di rimanere con l'uomo Quirico in quell'affascinante zona di imperfezione, erranza, incompiutezza che sembra innervare il nostro mondo.
Sei il più preparato, ma appena devi parlare in pubblico la figuraccia è garantita? La donna dei tuoi sogni si avvicina e davanti agli occhi ti cade uno schermo bianco che ti impedisce di parlare? Sono i tipici sintomi dell'introversione, che non è una malattia né un difetto: è il tuo modo di essere, e racchiude un grande potenziale. Solo che non sai come esprimerlo. Gli introversi, infatti, sono per natura acuti e riflessivi, grandi osservatori, portati all'analisi puntuale e alla connessione empatica con il prossimo. E per di più molto ironici e divertenti. Tutte doti che li rendono ottimi collaboratori sul lavoro, grazie allo spirito di squadra e a una dedizione non prevaricante, e partner attenti, affidabili e premurosi nella vita. Marco Bonora, da vero introverso, conosce bene i limiti del suo carattere e, forte dell'esperienza maturata come coach, ha capito come evitare di "autosabotarsi". In questo manuale pratico ed essenziale, descrive le situazioni tipo che potrebbero mettere in difficoltà - dal public speaking al corteggiamento, dal colloquio di lavoro alla gestione dei conflitti -, spiega le incomprensioni che spesso sorgono con gli altri (estroversi e non solo), suggerisce come prevenire i problemi e come reagire per migliorare le relazioni interpersonali.
La testimonianza di una giornalista sempre in lotta contro il perverso intreccio di potere e di interessi che ha insidiato la democrazia dagli anni Settanta a oggi. Intreccio che, come dimostra l'autrice raccontando i protagonisti di quel tempo e gli episodi vissuti direttamente, ha fatto perdere la visione d'insieme della società come idea di "bene comune". "Eppure c'è chi, anche in buona fede, è convinto che sia meglio non sapere come sono andate le cose... Costoro chiedono semplicemente di partecipare al 'gioco', il 'gioco grande del potere', per dirla con le parole di Giovanni Falcone." "Nell'esercizio di memoria che Sandra Bonsanti ci propone sono ripercorse le tappe principali della storia nichilista e criminale del rapporto potere-denaro svoltosi negli ultimi decenni e nascosto sotto il manto della democrazia. Se la politica non si rianima e se i suoi protagonisti - partiti, forze culturali e sociali - restano inerti, la partita è persa. Ma, si dirà, dove trovare le ragioni della riscossa democratica? La risposta è chiara: nella Costituzione." (dalla postfazione di Gustavo Zagrebelsky)

