
È la biografia di Angelica Tiraboschi, nata a Treviglio il 22 novembre 1995 e morta il 29 agosto 2015, a diciannove anni, dopo quattordici mesi di lotta contro un cancro al seno, combattuta con grande fede.
Giovane dalla forte personalità, apparentemente simile a tante sue coetanee, alimenta il rapporto con Dio mediante la preghiera, la meditazione e l’appartenenza al movimento del Rinnovamento nello Spirito. Il progetto di un libro su Angelica prende forma subito dopo la sua morte. Molte persone, affascinate dalla sua vicenda, desiderano conoscerne la storia e come ha fatto a vivere e a morire con intensità disarmante. Il volume riporta le testimonianze e i ricordi di chi l’ha avvicinata e ha potuto constatare il suo abbandono incondizionato alla volontà di Dio. Arricchiscono la pubblicazione riflessioni e preghiere di: don Davide Banzato, cardinal Angelo Comastri, Paolo Curtaz, padre Enzo Fortunato, Tiziana Lupi, Salvatore Martinez, padre Franco Mosconi, monsignor Pierangelo Sequeri.
È la storia di Nicola Perin, giovane sportivo mancato a 17 anni (2015), adolescente che ha vissuto in pienezza il poco tempo che gli è stato concesso. La sua vicenda umana e spirituale dona serenità; la sua sofferenza è divenuta risorsa, la sua malattia una occasione di crescita. Con la leucemia (diagnosticata quando lui aveva 15 anni ed era una "speranza" del rugby) gli arriva una condanna crudele. Dopo giorni di pianto, la decisione: NON MOLLO! Si rimbocca le maniche... sorride anche quando non ne ha voglia. I diciassette anni di Nicola sono una lode e una danza al Signore per il grande dono della vita, un'esistenza colma di coraggio, forza e determinazione. Questo adolescente è stato capace di fare della propria vita un capolavoro accogliendo la malattia come un'esperienza di maturazione.
Donna bella, ricca e di straordinaria intelligenza politica, Teodolinda si presenta al lettore avvolta in un alone di mistero, alimentato da leggende popolari e rievocazioni letterarie. Conosciamo infatti la grande regina attraverso la tardiva ricostruzione storica di Paolo Diacono e i magnifici affreschi dei fratelli Zavattari custoditi nel Duomo di Monza.
Il volume racconta con attenzione la vita della sovrana longobarda e delinea accuratamente lo scenario culturale, storico e geografico che portò alla nascita dell’Europa. Teodolinda fu per diversi motivi un fiore all’occhiello della chiesa di Roma. Cattolica, non longobarda, figlia di Garibaldo duca di Baviera, sposò dapprima il re longobardo Autari, e dopo la sua morte Agilulfo, duca di Torino, che divenne re dei Longobardi anche in virtù di questo matrimonio. Fece costruire dal 595 in poi, vicino al suo palazzo di Monza, una chiesa dedicata a San Giovanni Battista, che dotò di rendite e tesori. Teodolinda morì nel 627 e fu sepolta nella chiesa da lei voluta e realizzata. Una lettura piacevole che ricostruisce con passione le radici della nostra civiltà.
Felice Bonalumi, giornalista, scrittore, consulente di relazioni pubbliche, si è specializzato nella gestione di uffici stampa. È docente di un corso integrativo di scrittura d’azienda all’Università IULM di Feltre, presso il corso di laurea in Relazioni pubbliche e pubblicità. Come giornalista si occupa di arte sul quotidiano «Avvenire» e ha pubblicato diverse plaquettes di poesie con il Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi, diverse favole con Valentina Editrice e racconti su riviste.
Il volume unisce all'interesse di ricerca scientifica su una figura molto discussa e documentata - quella dell'imperatore romano Costantino il Grande (274-337) - l'esigenza di una revisione della memoria storica del cristianesimo su tematiche di fondamentale interesse. Parlare di Costantino nel passaggio dall'età medievale a quella moderna significa infatti riconsiderare il "battesimo di Silvestro", la fondazione di Costantinopoli, la "translatio imperii" e la "Donazione di Costantino" non tanto per mettere in campo le indagini - e le polemiche - sulla formazione di una serie di falsi" storici, ma per indagare sull'impiego che l'età moderna ha fatto e fa dei vari "miti" concernenti questo imperatore. Un'attenzione particolare viene rivolta all'iconografia relativa a Costantino, che ha esercitato una funzione fondamentale per diffondere e fissare a tutti i livelli l'immagine "ufficiale" dei momenti salienti della sua storia. La trattatistica politica di quei secoli viene inoltre riesaminata sotto il duplice versante della contestualizzazione storica e dell'elaborazione della tradizione, non senza qualche approfondimento su aspetti specifici, come quello della presenza della figura del primo imperatore cristiano nella Russia moderna o nella cultura del ducato di Savoia.
Maurizio Cattelan è indubbiamente il più noto e controverso artista contemporaneo italiano; le sue opere, dalla scultura di Wojtyla colpito da un meteorite, ai "Bambini impiccati" rimossi a furor di popolo da una piazza di Milano, al più recente "Dito" esposto davanti a piazza Affari, suscitano ogni volta un acceso dibattito nel mondo dell'arte e nell'opinione pubblica. C'è chi lo ritiene uno dei più luminosi geni dell'arte contemporanea e chi invece lo giudica solo un provocatore volgare e furbo. Ma chi è veramente Maurizio Cattelan? Perché ogni cosa che fa o lo riguarda suscita scandalo? Francesco Bonami, curatore di numerose sue esposizioni e che ha collaborato con lui in molti progetti artistici, ne ripercorre la storia vera, dagli esordi al clamoroso successo. Una biografia ufficialmente non autorizzata ma in realtà più che autorizzata: Maurizio Cattelan "sta al gioco" e si racconta a Bonami e al pubblico per la prima volta, offrendo, come una delle sue opere più provocatorie, il proprio punto di vista sull'arte e sulla società, che come sempre farà discutere.
Il volume propone una riflessione sul rapporto tra la guerra e la politica, dal momento che mai una guerra è nata per caso o per follia ma sempre come l'esasperazione parossistica di una concezione della politica, e il suo scoppio è la prova di un fallimento dei rapporti tra gli Stati. La guerra è politica, ma la politica non è soltanto guerra. Guardando alla storia, sia remota sia recente, si noterà che, pur cambiando le strategie militari, le dottrine diplomatiche, le istituzioni internazionali, le pubbliche opinioni e i valori, le guerre restano sempre uguali, nella ripetitiva e inutile banalità del combattere e uccidere, dove distruzione e rovine non distinguono vincitori da vinti. L'autore ne conclude che, tra gli straordinari progressi conseguiti dall'umanità nella sua storia, finora è mancato quello di abolire la guerra.
Cos'è la guerra? Come la si fa? Perché la si fa? Una ricostruzione della guerra in tutte le sue dimensioni: antropologica, strategica, storiografica, filosofica. Luigi Bonanate insegna Relazioni internazionali presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università di Torino.
«Ma che sono queste relazioni internazionali? Non ce ne interessiamo tutti i giorni, ma lo scoppio di una guerra o un terribile attentato possono catturare la nostra attenzione e non liberarla più per giorni o mesi e anni. Ecco dunque a che cosa dovrebbe servire l’insegnamento delle relazioni internazionali: a creare una sensibilità diffusa e condivisa nei confronti della portata dei problemi che affronta.»
Luigi Bonanate spiega una disciplina imprescindibile per comprendere i fatti del mondo.
Indice
I. Il mappamondo - II. La costituzione della disciplina - III. Alla ricerca di una società internazionale - IV. La disciplina nei suoi diversi «stati» - Considerazioni conclusive - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice analitico
Le sempre più frequenti criticità della politica internazionale contemporanea sono dovute in parte al superamento dei modelli politici tradizionali sovranità, legittimità, ingerenza - e in parte al declino dei principi di ordine politico che avevano dominato il Novecento. Grandi discontinuità come la fine del bipolarismo e l'attacco alle Torri gemelle dell'11 settembre 2001 ci hanno offerto l'occasione - che purtroppo la politica non ha saputo cogliere - per riflettere sulle trasformazioni in corso nel mondo, che superano le tradizionali logiche diplomatiche e che vertono piuttosto sull'individuazione del futuro prossimo della Terra. Nel libro si argomenta che l'anarchia che si sta sviluppando nel mondo potrà essere contrastata soltanto se in esso aumenterà la quantità di democrazia.
L’articolo 11 reca una importante e nobile direttiva, perché sceglie per l’Italia una vera e propria, nonché totale, astensione dalla guerra, di qualsiasi tipo, fuorché ovviamente la legittima difesa. Frutto di un accordo largamente consensuale tra le forze politiche del tempo, questo articolo venne ben presto a trovarsi in contrapposizione con alcune decisioni dei governi del Dopoguerra, in particolare l’adesione al Patto atlantico e al dispositivo militare dell’articolo 5 del Trattato nato. Negli anni, il dibattito scientifico e politico sulla reale portata e sui limiti della dichiarazione di intenti in esso contenuti è stato vivacissimo. La rinuncia alla guerra è totale e doverosa, ciononostante molti sono stati i casi in cui si è cercato di aggirare il dettato dell’articolo 11, avanzando dubbi sulla sua applicabilità.
Il volume fa parte della serie Costituzione italiana:i Principi fondamentali diretta da Pietro Costa e Mariuccia Salvati.
Perché leggere la Costituzione italiana? E perché viene così spesso evocata nei dibattiti politici e citata sulle pagine dei giornali, a volte senza neanche essere ben conosciuta? Che cos'hanno di speciale i dodici articoli con cui si apre? I principi e i diritti fondamentali che vi sono enunciati sono viva realtà? Nel settantesimo anniversario della sua nascita, una serie di brevi volumi illustra la straordinaria ricchezza di motivi e implicazioni racchiusa nei principi fondamentali della nostra Costituzione ricostruendone la genesi ideale, ripercorrendo le tensioni del dibattito costituente, interrogandosi sulla loro effettiva applicazione e attualità.
Nei suoi sessant'anni di vita la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha percorso un lunghissimo cammino. Ma nello stesso tempo - come del resto possiamo constatare ogni giorno - le ferite che i suoi valori subiscono sono immense e terribili. Questo quadro in chiaroscuro è il punto di partenza per un tentativo di riflessione su una delle problematiche più importanti della vicenda morale dell'umanità. Tentativo raccolto in questo volume, che anziché celebrazioni o lamentazioni propone un dibattito serio, persino aspro, mettendo sotto la lente della riflessione di ventuno studiosi di ogni parte del mondo, di ogni provenienza etica e religiosa, cultura e pensiero politico, lo stato dei progressi (ma anche delle complessità) dei principi irrinunciabili racchiusi in quella famosissima Dichiarazione. Lo stesso successo che si conseguì nello scriverla e diffonderla è infatti la spinta propulsiva che ha ormai convinto moltissimi a considerarla un fondamentale patrimonio comune dell'umanità: un aiuto per sfuggire al relativismo e all'indifferentismo, e per far sì che sia ancora possibile trasformare il terrore diffuso di uno scontro di civiltà in un saggio e fecondo incontro.