
“...Ho fatto parte di un percorso collettivo di riscatto sociale, di crescita personale e di emancipazione. Ci sentivamo un Noi, e la politica, in particolare quella delle donne, era fatta insieme, dandoci reciprocamente forza...”
L’autrice di questa autobiografia, Eletta Bertani, è una delle pochissime donne che, tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, in un’epoca ancora fortemente influenzata dal modello femminile tradizionale, ma in cui stavano emergendo nelle donne e nei giovani nuove aspirazioni, al lavoro, all’autonomia e libertà di scelta, educata ai valori di libertà e giustizia sociale dell’antifascismo trasmessi dall’ambiente familiare e sociale, si avvicina giovanissima alla politica e viene totalmente coinvolta dalle passioni politiche dell’epoca. In questo libro racconta la sua storia, che si dipana per quasi ottanta anni, tra il secolo scorso ed i primi venti anni del 2000, in uno strettissimo intreccio tra la sua vita e il suo personale percorso e le vicende collettive della nostra città e del nostro paese: i ricordi della guerra, lei ancora piccolissima; l’infanzia e l’adolescenza vissuta nella parte più popolare e povera del quartiere di San Pietro, l’influenza di donne forti nella vita familiare, la grande passione per lo studio, i primi interessi culturali e politici maturati tra la scuola (Liceo Ludovico Ariosto), il clima civile e culturale aperto e vivo della città e l’appassionato ambiente della Federazione Giovanile Comunista reggiana, sino alla decisione di fare della “politica” una scelta di vita. È un allargamento degli orizzonti: esperienze appassionanti, esaltanti conquiste, brucianti sconfitte e delusioni, ma anche il pesante prezzo pagato nella vita personale, per il maschilismo dominante nei partiti e per la fatica di conciliare un lavoro impegnativo con gli affetti, i doveri e le necessità della vita familiare e quotidiana. Anche per questa contraddizione vissuta come donna e come persona, sin dalla giovinezza, e ancora di più nella maturità, condivide e intreccia il suo percorso personale con quello delle associazioni e dei movimenti delle donne nella loro ricerca di autonomia, di un proprio pensiero, di propri obiettivi.
Dalla esperienza concreta e da questo sguardo particolare sulla realtà conseguono i temi del suo impegno, vissuto sempre, nei diversi ruoli politici e istituzionali insieme a tante donne e persone, in una interazione e arricchimento reciproci: il superamento di insopportabili arretratezze e iniquità presenti nella mentalità, nel costume, nella vita sociale e nella legislazione, la conquista di nuovi diritti sociali e civili delle donne e in genere dei cittadini, il superamento di discriminazioni, ingiustizie, disparità che impediscono il dispiegamento delle risorse e delle potenzialità di ogni persona: già dagli anni sessanta e settanta e nei decenni successivi, l’impegno nelle battaglie per i diritti civili come il divorzio, per il riconoscimento del valore sociale della maternità, per la conquista della prima storica Legge di parità tra uomini e donne nel lavoro; l’impegno, condiviso con tante donne e in forti movimenti, per fare nascere e crescere le scuole dell’infanzia comunali, la loro qualità educativa, per affermare il diritto dei bambini e degli adolescenti alla propria soggettività e ad esprimere la propria creatività e per dare vita a Reggio Children, (di cui è stata la prima Presidente); negli anni novanta, durante la esperienza dell’Ulivo, il lavoro per adeguare le politiche sociali ad un contesto sociale e culturale profondamente mutato, le prime esperienze di collaborazione pubblico-privato nel campo dei servizi educativi, i nuovi servizi ed opportunità per gli adolescenti, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. La narrazione del percorso personale, sempre collocata nei diversi contesti sociali e politici, si associa a riflessioni, a interrogativi sul presente, alla forte preoccupazione sulla crisi delle nostre società, dei partiti e delle istituzioni democratiche nel tempo in cui viviamo. Da qui la necessità di recuperare e rilanciare oggi, in un tempo radicalmente nuovo, valori eterni e universali: la responsabilità anche individuale verso la propria comunità, la solidarietà tra gli umani e un nuovo civismo, la memoria storica e il ruolo imprescindibile delle istituzioni e della politica. Nei tempi bui che stiamo vivendo, difronte alla devastazione sociale, ambientale, etica e culturale prodotta da un capitalismo di rapina e a maggior ragione nell’epoca delle pandemie, emerge nel racconto, la necessità e l’urgenza di cercare la rotta per una vera radicale ricostruzione su basi nuove del nostro modo di vivere, di convivere e di essere comunità dove nessuno può trarsi fuori da questa ricerca.
Eletta Bertani è nata a Reggio Emilia dove tuttora vive. Formata dalla famiglia e dall’ambiente sociale ai valori dell’antifascismo e della giustizia sociale, già dalle scuole superiori si appassiona alla politica. I tragici fatti del 7 luglio 1960 sono determinanti per le sue scelte di vita. Giovanissima inizia a lavorare alla Fgci, poi dopo un breve periodo all’Udi, alla Federazione reggiana del Pci come Responsabile della Commissione Femminile e successivamente al Dipartimento Scuola e Cultura. È stata Consigliere comunale, Deputata per due legislature (1976-1983), Assessore alla Scuola del Comune di Reggio (1985-1990), dal 1994 al 2000 prima Presidente di Reggio Children. Ha partecipato alla nascita dell’Ulivo e del Pd. Attiva nell’Anpi, continua tuttora ad essere impegnata nella vita civile e politica.
“...Appartengo alla generazione che ha iniziato a fare politica nel Pci tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, quando già iniziavano a crollare miti e certezze...”
“...Le vie perché libertà e democrazia, giustizia, eguaglianza, solidarietà, dignità umana, diritti non restino parole vuote e sogni irrealizzabili, saranno diverse dal passato e forse ancora sconosciute, ma non può essere spenta nel cuore e nella ragione delle donne e degli uomini la voce della coscienza, nè sradicata la ricerca e l’aspirazione ad un mondo migliore e alla propria dignità. Noi questa ricerca l’abbiamo tentata. Noi ci abbiamo provato e, insieme a tante e a tanti, continuiamo a provarci...”
La psicologia dei gruppi è un campo di teorizzazioni ampio e diversificato che trova applicazioni a differenti livelli e in molteplici contesti, dalla dimensione micro a quella macrosociale. Il volume, in questa nuova edizione aggiornata, propone una visione consolidata del lavoro con i gruppi e un approccio a nuovi contesti di intervento. Il testo si articola in tre parti: la prima fornisce un inquadramento teorico del concetto di gruppo, dei processi e delle dinamiche che lo definiscono, analizzando le relazioni e i percorsi di formazione dei gruppi, la costruzione di sentimenti identitari e il legame che lega i gruppi alla comunità. La seconda parte presenta contributi specifici rispetto a metodi di lavoro che richiedono approcci puntuali e, per alcuni aspetti, innovativi. Il lavoro degli psicologi e degli operatori che intendono acquisire competenze psico-relazionali non può prescindere dalle conoscenze relative ai gruppi virtuali, al lavoro di rete e al mutuo aiuto, alle attività svolte nell'ambito dei focus group e, rispetto alle dimensioni macro sociali, alle competenze necessarie per l'impostazione di ricerche partecipate e alla costruzione di coalizioni di comunità. La terza parte prende in considerazione alcuni contesti in cui si attua la costruzione, promozione e attivazione dei gruppi: l'azienda, la scuola, l'ambito sociosanitario, la famiglia.
"L'esperienza del moderno corrisponde alla sensazione del vortice, che travolge ogni rapporto consolidato, ogni certezza acquisita, ogni rifugio del sacro. Questo vento elettrizzante e angoscioso soffia più forte per le vie della città. Prendi Milano, per esempio: dove una ventina d'anni fa le raffiche aumentarono sino a innescare una bufera di proporzioni inaudite, seguita da un'interminabile notte di brume. Agli autori di 'Festa del Perdono', da poco affacciati sugli orizzonti dell'età adulta, non restò che inoltrarsi nella nebbia. Senza bussole, senza provviste, senza ponti alle spalle per recuperare i caldi rifugi della tradizione. Soli. [...] Vent'anni fa, quando la fine ebbe inizio, non tutti si chiamarono fuori con disinvoltura. Qualcuno ebbe un soprassalto. Giovanni Raboni per esempio si lasciò assalire dal più ovvio dei pensieri, 'e noi, nel frattempo, dove eravamo?' Dalla stessa domanda nascono i pezzi raccolti in questo libro. A porsela però sono scrittori di un'altra generazione, nati tra la metà e la fine degli anni sessanta, che conobbero in gioventù il collasso rovinoso del mondo in cui erano cresciuti, diventato antichissimo in un batter d'occhi. La fine - se non della storia - della guerra fredda, della prima Repubblica, di una certa idea di modernità." (dalla postfazione di Mauro Novelli)
Le età della vita è il tema che due autori, Erich Erikson e Romano Guardini, hanno trattato secondo diversi approcci: psicologico evolutivo il primo, filosofico, teologico il secondo. Ad accomunare le riflessioni dei due autori la prospettiva della "vita come vocazione". L'esistenza dell'individuo, compresa come passaggi di età in età, è il contesto esperienziale della risposta responsabile a un progetto, insito nella vita stessa. Ogni individuo è chiamato ad agire secondo libertà, dando luogo a una propria istanza morale ed etica. Proprio nella ricerca della risposta si attua il processo di formazione dell'identità, il "chi sono", nella quale sono coinvolte tutte le dimensioni della persona: psicologica, sociale, morale e religiosa. Il confronto tra i due autori permette di definire le età della vita, secondo prospettive ermeneutiche proprie. L'esistenza di ogni individuo diventa il contesto di risposta «a ciò che non è ancora», plasmando l'identità propria. In Erikson l'identità coincide con la personale realizzazione secondo un'etica universale; in Guardini lo sviluppo dell'identità corrisponde alla definizione di "persona", secondo una visione antropologica cristiana.
"Sono cresciuta con la regola del niente. Niente giocattoli. Niente bambole. Niente regali. Niente ricorrenze. Niente di niente." È così che può iniziare una vita, in fuga da una stanza senza quadri alle pareti, da una casa senza dolcezza, senza amore, senza infanzia. E allora la voglia di libertà diventa più forte di tutto, più forte del ricatto e di qualsiasi convenzione. Così cominciano le bravate di chi è costretto a rompere le regole con l'esagerazione, gli anni del terzetto Loredana, Mimì e Renato in perenne scorribanda per Roma, in fuga dagli alberghi, calandosi dalla finestra con le lenzuola annodate perché i soldi per pagare il conto non c'erano. Finché arriveranno, inaspettati, i primi successi, "Sei bellissima" e "Non sono una signora", gli incontri straordinari, l'America di Andy Warhol e ritorno. Il grande amore per un bel tennista svedese e il disastro di un altro sogno infranto. Sempre in guerra, sempre in cerca di altri voli. Ma quale musica leggera! Il palco più difficile è quello di Sanremo, nel 1997, quando Loredana salirà per cantare "Luna", per urlare all'Italia la rabbia e il dolore per la morte di Mimì, la sorella maggiore che aveva cercato di proteggerla dall'inferno dell'infanzia e che nessuno era stato in grado di proteggere dalla vita. Sono gli anni del buio, della solitudine che fa più paura, del dolore che spezza il fiato.
"L'uomo non è solo corpo, nella sua meravigliosa complessità è un tutt'uno: è corpo, mente, psiche, emozioni." Partendo da questo assunto, Laura Bertelé, ortopedico e fisioterapista, da più di trent'anni cura persone che si rivolgono a lei per dolori di ogni tipo. Secondo la dottoressa non si guarisce, anche da un semplice mal di schiena, se non si cambia quello che nella nostra vita non è in sintonia con il nostro io spirituale. Se non si ascolta il nostro Essere più profondo che, spesso esasperato, cerca la nostra attenzione attraverso il muto dolore del corpo. La guarigione non viene dalla terapia giusta, la bacchetta magica esterna a noi, ma è un cammino di conoscenza, di consapevolezza che il dolore fisico ci invita, e a volte ci obbliga a compiere. “Ascolta il tuo corpo” è un libro illuminante, la descrizione di un metodo frutto di anni di studi e di esperienza che ci spiega come la sofferenza fisica di una persona spesso non sia che il campanello d'allarme di un malessere più profondo. Toccare e guarire il corpo di una persona significa quindi toccare e guarirne anche l'anima.
Il volume presenta approfondite riflessioni teoriche e spunti pratici sulla resilienza - intesa come capacità di riemergere fortificati da difficoltà e traumi - focalizzando l'attenzione sui bambini e sugli adolescenti vittime di maltrattamenti ed abusi. Integrando l'ottica corrente che si concentra sulle difficoltà ed i fattori di rischio, i vari contributi intendono proporre un nuovo approccio al trauma che faccia perno sulle risorse individuali, familiari e sociali per promuovere costruttivi percorsi di sviluppo. A tal fine viene prima descritto il ruolo fondamentale che possono svolgere le relazioni affettivamente significative all'interno delle famiglie - comprese quelle maltrattanti - e poi analizzate le caratteristiche dei bambini e degli adolescenti che appaiono resilienti malgrado le ferite relazionali subite. Seguono dettagliate indicazioni, utili per genitori, educatori, insegnanti, psicologi e operatori, sugli interventi che portano a "costruire" il processo di resilienza, incentivando i tre fattori che ne stanno alla base: il senso di sicurezza interno, la stima di sé e la sensazione di operare in modo efficace. Particolare cura viene posta nel promuovere l'intelligenza emotiva, potenziare l'empatia, gestire l'aggressività senza trascurare lo sviluppo della creatività e dell'umorismo.
Si può curare il cuore spezzato con Emily Brontë e il mal d'amore con Fenoglio, l'arroganza con Jane Austen e il mal di testa con Hemingway, l'impotenza con "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati, i reumatismi con il "Marcovaldo" di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi e adattato per l'Italia da Fabio Stassi, autore de "L'ultimo ballo di Charlot". Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l'anima e il corpo, scritte con passione propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti in un invito ad amare la letteratura.
Si può curare il cuore spezzato con Emily Brontè e il mal d'amore con Fenoglio, l'arroganza con Jane Austen e il mal di testa con Hemingway, l'impotenza con "Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati, i reumatismi con il "Marcovaldo" di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi e adattato per l'Italia da Fabio Stassi, e che oggi viene presentato in una nuova edizione accresciuta con circa trenta nuove ricette delle autrici e altrettante del curatore italiano. Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l'anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.