
I veri protagonisti di questo libro sono i ragazzi nati nel dopoguerra, fino agli inizi degli anni Sessanta - definiti da molti "la generazione fortunata" - , i primi ad incontrare la televisione come elemento importante della loro vita, oggetto di intrattenimento e di formazione e soprattutto scoperta del nuovo. Dalla metà degli anni '50 alla metà dei '60, l'appuntamento delle 17:30 del pomeriggio era davvero magico per le generazioni che vedevano ogni giorno cambiare il mondo davanti ai loro occhi e si convincevano che si sarebbe andati sempre avanti, che si sarebbe stati sempre meglio, che qualsiasi traguardo sarebbe stato possibile. Come per quella generazione è stato. La prima stagione della Tv dei ragazzi ricalcava l'impostazione dei programmi per adulti, di cui riproponeva i generi principali, tra cui la narrativa adattata alla Tv, in una versione per i più piccoli. I bambini di quell'Italia ridevano di "Nicolino" balbuziente, cosa che oggi sarebbe anche politicamente scorretta, e chiedevano di leggere i grandi classici sulla pirateria dopo aver visto le avventure di "Giovanna la nonna del Corsaro nero". Dedicare un'attenzione particolare a "Giovanna la nonna del Corsaro nero" ha, quindi, molti significati nell'ambito della ricostruzione della storia della Tv italiana. È una trasmissione centrale per comprendere l'importanza della programmazione per ragazzi, ma per i cultori degli archivi e della cosiddetta "archeologia televisiva" è qualcosa di unico...
Il viaggio è un tema universale: è ricerca, trasformazione e educazione all'incontro; è storia di un movimento dal noto verso l'ignoto e di un ritorno al noto con una consapevolezza nuova. Per le donne ha rappresentato un momento di ricostruzione del percorso accidentato e non lineare che le ha condotte all'emancipazione. Fra i testi delle 320 autrici presenti nel fondo librario «Gino Doria» della Biblioteca Nazionale di Napoli - dalle poetesse del '500 alle saggiste e romanziere degli anni '70 del Novecento - si trovano anche trentatré scritti di donne che documentano tour, soggiorni o brevi permanenze in Italia tra il XVIII ed il XX secolo. Provengono da tutta Europa e dall'America e usano diversi generi letterari e storiografici: lettere, diari e memorie, reportages e guide turistiche. Grazie al viaggio conoscono altre culture e affermano la propria libertà nel pensare e nel comportarsi; osservano, descrivono usi e costumi locali, ricostruiscono vicende storiche del loro tempo e affrontano questioni politiche. Qual è il rapporto tra storia e finzione nelle loro ricostruzioni? Esiste una specificità di genere del Gran Tour femminile? Il libro cerca una risposta a queste domande raccontando le loro vite, i loro viaggi, la loro epoca e i contesti in cui si sono imbattute.
Il libro è suddiviso in cinque capitoli: tra storia e mito vengono messi in luce l'arte della cucina e quella del ricevere, il costante rapporto di godimento tra parola e cibo. Il tutto ambientato nel Mediterraneo, culla della civiltà. Dai rozzi banchetti di Odisseo, la cucina diventa un'arte dotata di regole e procedure proprie, di forza evocativa, tanto che i destini del mondo da sempre si decidono a tavola.
La produzione di conoscenza relativa alle organizzazioni richiede l'attivazione di processi di costruzione comune, avvicinandosi ai contesti per cogliere come gli attori coinvolti interpretano e traducono i loro riferimenti simbolici (teorie, valori, culture, azioni...). Adottando un processo di indagine che integra saperi scientifi ci e pratici, legati alle modalità di lavoro, la ricerca qualitativa genera una conoscenza rilevante in termini di usabilità, spendibile sia per sostenere i processi organizzativi sia per consolidare i repertori delle comunità scientifi che di riferimento. Il volume illustra quattro dimensioni distintive dell'approccio qualitativo alla ricerca nelle organizzazioni: la confi gurazione sociale degli oggetti di indagine; la logica del sapere situato; le domande di ricerca derivanti dal campo; l'atteggiamento trasformativo della conoscenza generata.
"Abbiamo tutti bisogno di dosi di innocenza. No, non quella cieca: dico quella dei clown, dei vulnerabili contenti, quelli che hanno conosciuto il dolore eppure non ne hanno fatto il loro dio. Ecco la materia che vale la pena studiare: l'innocenza dei caduti che anziché rallentare si mettono a correre che a credere in Dio non ci vuole mica fatica. La parte più laboriosa è credere negli uomini."
Guerra mondiale frammentata, crisi energetica, pandemia, cambiamento climatico. Il nostro presente è complesso come poche volte nella storia recente e avere gli strumenti necessari per leggerlo e interpretarlo è fondamentale per poterlo, a nostra volta, spiegare ai più giovani. Antonia Chiara Scardicchio, specializzata in pedagogia generale e in educazione degli adulti, si mette al servizio di questa missione, offrendo spunti di riflessione per chi si prende cura del futuro per vocazione, dagli insegnanti agli educatori, dai genitori agli operatori pastorali. Poiché non è possibile tenere separati l'ambito terreno da quello spirituale, soprattutto quando si parla di futuro e di speranza, l'autrice fornisce una proposta educativa fatta di suggerimenti sia per svolgere un lavoro di analisi esteriore sia per compiere un percorso interiore, in modo che questo tempo di crisi diventi tempo di rinascita e si riesca a risvegliare nei giovani la speranza nel futuro.
Quarant'anni dopo la strage della stazione di Bologna, le nuove indagini della Procura illuminano collegamenti finora solo sospettati tra organizzazioni diverse, interne ed esterne allo Stato. Nelle testimonianze, nei documenti e nelle confessioni ritornano spesso gli stessi nomi, a dimostrazione di come il terrorismo di matrice neo-fascista manteneva rapporti saldi con uomini appartenenti ad apparati statali deviati. L'intera ricostruzione dei fatti, dei depistaggi e delle nuove acquisizioni da parte della Procura generale e delle Parti civili è qui raccolta da Roberto Scardova, in attesa che venga finalmente restituita l'intera verità alle vittime e alla nazione. Con un intervento di Claudio Nunziata.
Il libro di Michele Scaringella presenta i discorsi dei Papi nelle Giornate Mondiali della Comunicazione Sociale insieme ad un’attenta analisi delle relazioni e degli atti dei diversi convegni sulla Comunicazione tenuti dal Episcopato italiano. Un’articolazione di riflessioni e una serie di rimandi che testimonia l’evoluzione del pensiero sui media sempre al passo con gli sviluppi della tecnologia e degli spazi comunicativi. Questo testo è principalmente rivolto a coloro che intendono accostare con serietà l’argomento. È anche un libro di grande giovamento per chi, pur non essendo specialista, vuole farsi un’idea del rapporto tra Vangelo e nuovi media.
Il primo capitolo definisce i mezzi di comunicazione di massa, ed analizza l’evoluzione in new media, fino a considerarne, nello specifico, Internet, con cenni storici, potenzialità e prospettive. La definizione della nuova Evangelizzazione vede nella Chiesa una nuova presa di coscienza, maturata nel tempo fin dal Concilio Vaticano II, che conduce al I Convegno Italiano sulle Comunicazioni Sociali, promosso dalla CEI, avente per tema: Parabole Mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione.
Il secondo capitolo, invece, cerca di tracciare il percorso che la Chiesa compie, a partire dalle «Parabole Mediatiche», alla luce delle indicazioni emerse dal Convegno. La Chiesa cammina sempre più nel mondo digitale come testimone della Parola di Vita che è Cristo risorto fino ad arrivare ad un nuovo grande convegno: Testimoni digitali. Se non diventiamo testimoni non possiamo portare la Parola di Dio nel mondo digitale.
"Il potere dei servi" si propone di ricostruire l'immaginario teologico-politico del cinema italiano. Da "Roma città aperta" a "Habemus Papam" e "The New Pope", il presente studio indaga in che modo il cinema, attraverso il confronto con il dispositivo cattolico del potere, ha raccontato il processo di costruzione dell'identità italiana. Una storia controluce, che fa emergere, attraverso le vicende dei partigiani durante l'occupazione nazista, dei fraticelli francescani, dei diseredati di Pasolini, delle vittime della cecità rivoluzionaria, dei dubbi di intellettuali scettici o dei papi, una lotta contro i meccanismi sacrificali di esclusione e i loro orizzonti ideologici. Queste storie di liberazione indagano la tensione antinomica tra le scelte del potere e l'urgenza messianica di una forma di vita imperniata sulla povertà e la letizia. In tale tensione si specchia il cinema italiano, in grado di liberare il proprio sguardo per arrivare, al di là di interessi economici o di propaganda politica, alle cose nella loro "complessa povertà".
Il primo Atlante è il titolo di una poesia del 1980 dove Primo Levi gioca con i nomi, le forme e i colori delle tavole geografiche che lo hanno fatto sognare da ragazzo. Ma è anche una profezia e una definizione: il decennale, minuzioso lavoro di raccolta dei suoi testi, che qui vede compimento, è stato una lunga avventura di esplorazione in territori immensi, finora cartografati solo in parte.
Nessuna società si può permettere di trascurare benessere, simpatia, empatia, gentilezza e solidarietà tra i suoi membri. Sono atteggiamenti difficilmente misurabili ma ognuno sa cosa vuoI dire vivere la vita di tutti i giorni in un clima disteso e amichevole, in cui ci sentiamo accettati e al sicuro, oppure no. Capita a tutti di stare male per uno scontro con le persone a cui si vuole bene. Quando questo accade, si ha l'impressione che le buone intenzioni non servano, e che la felicità ci sfugga di mano. Poi ci accorgiamo che il problema è di comunicazione, e forse soprattutto di comunicazione con noi Stessi. In questo libro Ludovica Scarpa dimostra il "potere terapeutico" della comunicazione quotidiana sulla stabilità e sulla continuità affettiva, fonte primaria di benessere, fiducia e sollievo, e ci fornisce inoltre una serie di "modelli mentali" che ci aiuteranno a gestire in modo più equilibrato la nostra emotività per riuscire a voler bene con consapevolezza, ad amare accorgendoci di come assegniamo valore a chi per noi ne ha.
Questo manualetto di self-management vuole contribuire a migliorare le modalità di approccio interpersonale nella società, diffondendo la cosiddetta "competenza sociale". Si rivolge a tutti coloro che vogliono vivere in modo attivo il proprio potere di persone autonome e creative nel mondo del lavoro. L'unica sicurezza in questa nostra società postideologica sono i nostri bisogni: veder rispettato il nostro valore di esseri umani, star bene e sentirci al sicuro. Prendiamoli sul serio e spostiamo la nostra attenzione sulle risorse per riuscirci. Se stiamo in guardia contribuiamo a produrre quel tipo di società diffidente e dolente che non vogliamo, di cui ci lamentiamo. L'insoddisfazione è una delle risorse che abbiamo per realizzare qualcosa di meglio, a partire dalla nostra vita quotidiana.