
Questo libro racconta una delle quattro carriere dell'autore, divenuto diplomatico "per caso" a Parigi alla fine degli anni Cinquanta; "carte verte", immunità e altri privilegi, membro di una élite sopranazionale sulla base di regole, per l'Europa, risalenti al Congresso di Vienna del 1815 e di Aix-la-Chapelle del 1818, estese poi a tutti i Paesi. Ma il libro non si occupa, naturalmente, della storia e neppure delle norme internazionali che governano questa illustre istituzione, stranamente quasi mai chiamata in causa per il lamentevole stato degli attuali rapporti internazionali. Si dice "Ambasciator non porta pena", d'accordo. Ma qual è l'apporto positivo specifico della diplomazia? Nell'epoca della comunicazione elettronicamente assistita è ancora necessaria? Non disdegnando minimi aneddoti, il libro si occupa della vita quotidiana delle grandi organizzazioni diplomatiche e cerca di offrire al lettore curioso un'idea realistica di ciò che accade dietro la facciata, nei sontuosi uffici e nei palazzi, gettando un'occhiata, talvolta indiscreta, all'interno della quotidianità di queste istituzioni.
Il presente Compendio, sia pur in termini concisi, si propone di offrire un quadro sintetico ed il più dettagliato possibile dell'argomento, troppo spesso affrontato in maniera rapida e superficiale, stuzzicando la lettura attraverso tematiche generalmente abbandonate o frutto di una elaborazione prolissa e per soli "addetti ai lavori". Di particolare rilevanza le tavole sinottiche di riepilogo che tentano di riassumere in forma schematica i temi della trattazione.
Pagine Facebook di ambasciate con migliaia di like, summit internazionali in diretta su YouTube, blog scritti da diplomatici, profili Twitter di ministri degli esteri e capi di stato. Negli ultimi anni, numerosi governi stanno utilizzando gli strumenti del Web partecipativo per promuovere i propri interessi strategici all'estero. L'uso dei social media per comunicare e interagire con l'opinione pubblica sta rivoluzionando una delle professioni più tradizionali: il diplomatico, in passato pronto a trincerarsi dietro il consueto "no comment", ora si avvale sempre più attivamente di internet per instaurare un rapporto diretto con i cittadini che, grazie alle nuove tecnologie, riescono ad avere un peso maggiore nei processi decisionali e che possono diventare dunque un ottimo alleato, o un insuperabile ostacolo, anche nella gestione dei rapporti tra le nazioni. Attraverso l'approfondimento di numerosi esempi e tecniche di comunicazione, il volume illustra l'innovativo uso dei social media in diplomazia per influenzare l'opinione pubblica, promuovere l'immagine degli Stati e perseguire gli obiettivi strategici nel panorama della nuova geopolitica digitale.
Nel periodo tra le due guerre mondiali la Santa Sede ridisegna una sua nuova internazionalizzazione. Il neointransigentismo conservatore di Pio XI "sprovincializza" definitivamente i cattolicesimi nazionali e guarda oltre i confini europei. Le nuove vie diplomatiche, infatti, non si esauriscono nei complicati rapporti con il fascismo e il nazismo. Il pontificato di Pio XI colloca la dimensione internazionale del Vaticano in un intrinseco rapporto con le grandi mutazioni che seguono la Grande guerra, la Rivoluzione russa e il cosiddetto "americanismo". La Chiesa di Roma non si limita alla condanna religiosa del comunismo, ma parte da essa per valutarne la grande pericolosità anche sul piano della politica internazionale. I gesuiti sono gli ideologi e i tessitori della ferrea battaglia contro il comunismo ateo. Mentre gli Stati Uniti cominciano a diventare preziosi interlocutori del Vaticano, anche grazie alla sintonia della Dottrina sociale con le politiche sociali introdotte da Roosevelt. Le ricerche presenti nel volume, oltre a utilizzare diversificate fonti internazionali, valorizzano nel modo più proficuo il fondo dell'Archivio Segreto Vaticano relativo al pontificato di Pio XI.
L'attentato alle Twin Towers è stato certamente l'evento più fotografato della storia dei media. Ma, paradossalmente, la stampa ha diffuso un numero molto limitato di quelle immagini. La copertura dell'evento da parte dei giornali americani è avvenuta principalmente attraverso sei immagini-tipo ripartite in sole trenta diverse fotografie. L'11 settembre permette di comprendere quali siano gli effetti della globalizzazione sulle rappresentazioni fotografiche dell'attualità. Nella loro rappresentazione mediatica, gli eventi di oggi assomigliano sempre più a quelli di ieri: la fotografia dei tre pompieri che issano la bandiera americana sulle macerie del World Trade Center sembra una citazione diretta dei sei marines che issano la bandiera a stelle e strisce sull'isola di Iwo Jima nel 1945; le nuvole di fumo alte sul cielo di Manhattan somigliano a quelle che salivano da Pearl Harbor dopo l'attacco giapponese. Gli eventi di oggi, nelle loro rappresentazioni mediatiche, somigliano sempre più a quelli di ieri. Insommal'11 settembre è il segno di una differente forma di globalizzazione che agisce in tutto il pianeta, non più solo orizzontalmente, ma anche verticalmente, lungo la linea della storia.
L'approccio della scuola senza zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica che mette al centro il bambino, la sua indipendenza e autonomia, e lo aiuta a sviluppare la sua creatività e la sua responsabilità nello studio come nella vita. Ideato quindici anni fa da Marco Orsi, questo metodo si ispira anche agli ideali di Maria Montessori ed è in linea con le ricerche più recenti sulle pratiche didattiche efficaci. Si è fatto strada nella scuola pubblica coinvolgendo, istituto dopo istituto, 328 scuole in tutta Italia. Propone per esempio il rispetto come alternativa al sistema dei premi e delle punizioni, che induce i bambini ad "accontentare" le aspettative dell'adulto anziché seguire le proprie autentiche disposizioni interiori. Oppure i compiti di realtà, attività in grado di avvicinare gli studenti fin da piccoli a situazioni da grandi e comunque utili alla vita sociale. Questo libro si rivolge non solo agli insegnanti ma anche ai genitori, per suggerire un nuovo approccio alla gestione della vita scolastica dei propri figli, dai voti ai compiti a casa. E aiutarli, grazie a esempi concreti e consigli e attività pratiche, ad accompagnare i bambini in un percorso che li renda davvero grandi. "Educare alla responsabilità è aiutare le nuove generazioni a prendere via via in mano il proprio destino, la propria vita, sapendola orientare verso un orizzonte particolare, unico, che diventa risposta originale alle caratteristiche che ciascuno possiede. E prendere in mano la propria vita significa dispiegare al meglio talenti e potenzialità, avere l'ambizione di dare corpo ai sogni percorrendo strade inedite, senza lasciarci abbacinare da itinerari consueti, magari facili e rassicuranti, anche perché poco impegnativi, ma incapaci di rispondere a quel bisogno di originalità che ognuno di noi si porta dentro".
Non sanno di essere intercettati e parlano a ruota libera. Di affari, di voti, di chi si è comportato "da stracristiano" e di chi invece non "ha abbassato la testa". Parlano, gli uomini della 'ndrangheta, ma non dicono tutto. Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a metà si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento. E anche oggi che la vecchia 'ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l'imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati la 'ndrangheta è "la più bella cosa perché ha le più belle regole": ha rituali, precetti, norme, principi. "Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati" dice un boss calabrese. Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici della picciotteria: "non si sgarra e non si scampana", "chi tradisce brucerà come un santino", "la famiglia è sacra e inviolabile". Persino la penetrazione nelle ricche regioni del Nord non ha mutato gli equilibri di un'organizzazione al tempo stesso globale e locale: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro e aprono ristoranti in pieno centro a Milano, eppure, come dice un altro boss alludendo alla Calabria, "la forza è là, la mamma è là", le radici della 'ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell'Aspromonte.
Oggi essere creativi è la grande illusione di massa. Se si cerca la parola "creatività" su internet, il risultato sono quasi quindici milioni di siti, dalla cucina all'uncinetto, dal bricolage all'arredamento. Perché tutti vogliono essere creativi, è una mania. Amplificata dalla noia, dalla frustrazione e dai social network. Ma tutta questa creatività sta diventando conformismo della peggior specie, senza idee, immaginazione, coraggio e senso del futuro. Per questo il made in Italy è ormai un marchio buono solo per riempirsi la bocca: non c'è un architetto italiano che vada davvero forte a livello mondiale, ci vuole un cabarettista per far andare una volta l'anno la gente al cinema, le televisioni comprano format di successo stranieri, i pubblicitari devono premiarsi tra loro per vincere qualcosa, i dischi delle vecchie rock star vendono più dei giovani sfornati dai talent, le aziende che si nutrono di creatività e comunicazione sono stagnanti, recedono, oppure falliscono. Ma la buona notizia è che la creatività esiste, è sepolta da qualche parte in ognuno di noi: dobbiamo cercarla dall'altra parte del vento, delle mode, delle convenzioni. È coraggio, sofferenza, immaginazione, generosità e disciplina. Ed è legata in un abbraccio mortale con il fallimento. Questo libro ci mostra come si può abbandonare tutto e saltare nel vuoto. Come si può convivere con la paura di non farcela. Perché, come scrive Toscani, "a me piacciono le paure: sono emozioni oneste".
Saggio su parole, tematiche, concetti per fare chiarezza e riflettere sul significato di inclusione. Parole rozze, povere, grossolane, riducono la possibilità di ragionare, di superare una analisi superficiale degli eventi della vita, di considerarli parte di un contesto più ampio e complesso. Per questo abbiamo bisogno di parole che ci aiutino a rimettere al centro l'essere umano in relazione con gli altri esseri umani e con altri esseri viventi per delineare nuove forme di equità. Abbiamo bisogno di parole dal profondo sapore sociale. E quella su cui si incentra questo volume è la parola inclusione.
È nel dissenso che l'avventura, l'interesse, la sfida della vita intellettuale vanno cercati. E se è vero che gli mancano regole stabilite alle quali ispirarsi per sapere cosa dire o fare, è altrettanto certo che l'intellettuale che non voglia tradire la sua missione non ha né cariche da difendere, né territori da consolidare o custodire: è un esiliato e un emarginato, un dilettante che possiede la capacità di sfruttare appieno le rare opportunità di discorso concesse, sa conquistare l'attenzione del pubblico, è pronto alla battuta e al dibattito più dei suoi avversari. È soprattutto, autore/attore di un linguaggio che dice la verità al potere.
Una grande novità si sta affacciando nelle abitudini alimentari delle nostre società postindustriali: il consumo del cibo torna ad essere un atto di socializzazione. La cultura della sostenibilità si fonda infatti sull'assunzione di una reciprocità nelle decisioni di produzione e consumo. Agricoltori e consumatori si ritrovano in un modello comune di comportamento, caratterizzato dall'interrelazione continua, attraverso il quale vengono definite e realizzate le loro aspirazioni attuali e per il futuro. A rendere possibile la diffusione di questo comportamento nei confronti del cibo sono le molteplici e diversificate soluzioni di distribuzione diretta che gli agricoltori stanno sperimentando con crescente successo e che hanno come fattore comune un uso intelligente e personalizzato delle nuove tecnologie della comunicazione e della logistica. Si va dal mercato urbano, dove l'atto di acquisto e di consumo, oltre a rispondere a una scelta di appagamento del gusto, poggia su motivazioni relazionali e culturali, alla consegna a domicilio di prodotti freschi e sicuri; dal punto vendita aziendale al negozio di prossimità, dove oltre a fare la spesa è possibile degustare prodotti che l'agricoltore-gestore ha accuratamente selezionato secondo i propri valori e conoscenze; dall'acquisto online di tutte le componenti della cena e delle "istruzioni" per realizzarla all'agri-catering per eventi e pranzi di lavoro dove tutto è fornito dal "contadino". Prefazione di J. D. Van der Ploeg.
Il presente volume è una riedizione, totalmente rinnovata, del Manuale di preparazione al concorso per Dirigente Psicologo. Il prodotto è stato accuratamente revisionato e integrato di nuovi contenuti, per rendere la preparazione ai concorsi più semplice e accurata.
Il Testo è suddiviso in quattro parti.
Nella prima parte del testo è presente:
- una descrizione accurata del Sistema Sanitario Nazionale;
- una rassegna delle documentazioni più importanti inerenti gli obiettivi nel campo della salute mentale, che guidano gli interventi e le programmazioni in ambito sanitario;
- le linee guida ufficiali (es. NICE e APA) per le problematiche psichiche di maggiore importanza, utili all’inquadramento diagnostico e alla programmazione del trattamento in ambito clinico.
Nella seconda parte, sono raccolti i contenuti di tipo prettamente teorico e metodologico, essenziali per la preparazione alla prova preselettiva, che costituisce lo step primario del concorso. In questa sede, sono state raccolte nozioni fondamentali di psicologia generale, psicologia dello sviluppo, psicologia sociale, del lavoro delle organizzazioni, metodologia e neuroscienze.
La terza parte è, invece, dedicata alla clinica, alla diagnosi e alla nosografia dei principali disturbi. Vengono presentati il PDM, manuale diagnostico psicodinamico, e il DSM, manuale statistico dei disturbi mentali, che, insieme, possono essere la chiave di lettura del caso clinico, per una valutazione che tenga conto di un approccio più prettamente idiografico e di uno più specificamente nomotetico.
La quarta parte fornisce un utilissimo strumento di esercitazione pratica per permettere al concorsista di misurarsi con le domande a riposta multipla. Sono presenti più di 500 domande, con annesse risposte, prese da database di concorsi già passati o, in alcuni casi, formulate ad hoc.
Il Manuale è completato da una Appendice, contenente alcune tra le leggi maggiormente richieste nei concorsi pubblici per Dirigente Psicologo, così da fornire al candidato una panoramica ancor più esaustiva dei contenuti dell’esame.