
Brigitte Spangenberg, nata nel 1941, è psicologa clinica e psicoterapista e lavora da molti anni come perito del Tribunale nel campo del diritto di famiglia e del diritto di tutela dei minori. E' lei stessa figlia di genitori divorziati, è sposata da più di trent'anni con un giudice e ha quattro figli ormai grandi.
The appraisal of the political dialogue and negotiations with the communist regimes of East Central Europe commenced by the Holy See in the 1960s did not provoke only lively debates among contemporaries, but remains to the present day one of the most debated questions of the twentieth-century history: should it be assessed as a fixed path to which no alternative existed, or was it a flawed initiative which merely served the international legitimacy of the communist totalitarian system?
This volume enriches the results of earlier historiography with new perspectives and confirmes inter alia that a black-and-white reading (often based on a one-sided use of sources) of Ostpolitik is incorrect: just as the critical assessment, which frequently places local considerations at the forefront, requires revision, the at times apologetic outlook defending the Vatican’s Eastern policy is also untenable. Only a nuanced and source-focused analysis of the ambitions of the Roman and Muscovite centers, and of local politics and Churches, as well as dialogue between the various research trends, can help us to gain a more thorough knowledge of (and make us better understand) those fixed paths upon which the Roman and local ecclesiastics of the era were forced to travel and which limited the possibility of success.
"Nessuno avrebbe potuto immaginare che così poco tempo dopo la sua nascita, Vatican Insider - il portale multilingue de "La Stampa" dedicato all'informazione sul papa e la Santa Sede, ma anche sulla Chiesa nel mondo e più in generale sulle religioni - divenisse oggetto di studio. Il nostro tentativo è stato quello di proporre buona informazione sul Vaticano, in un'epoca in cui le informazioni si moltiplicano, grazie a siti e blog, ma non sempre a questa sovrabbondanza di offerta corrisponde altrettanta qualità. Vatican Insider è una realtà piccola, ma tutt'oggi unica nel panorama mediatico internazionale. Abbiamo vissuto anni cruciali per la vita e la storia della Chiesa. Nessuno poteva immaginare, quando siamo nati, che avremmo dovuto documentare la prima rinuncia per vecchiaia di un papa in duemila anni. Nessuno poteva immaginare che dopo questa rinuncia sarebbe stato eletto il primo vescovo di Roma proveniente dall'America Latina, che con la sua attività sta dando molto lavoro ai giornalisti. Che tra le tante voci esistenti ci sia stata anche quella di Vatican Insider, dei suoi articoli, delle sue analisi, dei suoi reportage durante i viaggi papali o dai luoghi più sperduti dove i cristiani vivono esperienze belle o meno belle, dove vengono perseguitati, o dove nascono insperate esperienze positive di convivenza tra fedi e culture diverse, è un fatto certamente positivo e incoraggiante." (Dalla Introduzione di Andrea Tornielli)
Benedetto XVI ha un indirizzo email? Perché il tasso di criminalità è più alto nella Città del Vaticano che a San Paolo in Brasile? A che serve un ufficio dell'anagrafe, se tra le Mura Leonine vivono più single che in tutta Manhattan? E perché ci sono anche una stazione ferroviaria, un negozio tax free, ma un solo canale televisivo e nessun cinema? Alexander Smoltczyk giornalista che è stato per diversi anni corrispondente da Roma per il settimanale tedesco "Der Spiegel" - risponde a queste e a molte altre domande sulla vita all'ombra di San Pietro, fornendo al contempo utili informazioni pratiche e interessanti cenni storico-artistici sul patrimonio dello Stato della Chiesa. In questa sorta di brillante guida informale, l'autore ci svela le abitudini e gli aspetti meno conosciuti di chi vive in Vaticano, la giornata tipo del Papa, il ruolo delle donne tra le Mura Leonine, l'economia e le attività lavorative negli uffici, le tendenze della moda all'interno della Curia, i sistemi per entrare di nascosto nei luoghi di non facile accesso, e persino gli aspetti più piccanti della vita sentimentale e sessuale degli abitanti più in vista della città pontificia. Vatikanistan è quindi una sorta di "breviario" laico, in cui ci viene offerta una testimonianza diretta sui segreti, sui misteri, sulle particolarità che rendono così unico lo Stato più piccolo, più ricco e più potente del mondo.
«Ecclesia semper reformanda est». È tuttavia inconfutabile che vi siano delle stagioni particolari nel corso delle quali si assiste a un'accelerazione e al tempo stesso a una concentrazione delle riforme sotto la spinta dei tempi ma anche e soprattutto dello Spirito. Oggi ci troviamo a vivere una di queste stagioni. Francesco è un papa riformatore poiché è stato eletto sotto la spinta della richiesta di un profondo rinnovamento della Chiesa.
Il 24 novembre 2015 si apriva davanti al Tribunale dello Stato Vaticano un processo di grandissima risonanza mediatica: quello a monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaou- qui accusati, insieme a un collaboratore e in concorso criminoso con i giornalisti Pierluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, di aver divulgato notizie e documenti concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede e dello Stato Vaticano. Un processo fatto per fermare una fuga di notizie inaccettabile e che ha richiamato l'attenzione mondiale sulla Santa Sede, diventando poi pretesto di accuse di altro genere, tra tutte quella di voler insabbiare presunti scandali e limitare la libertà di stampa in Vaticano. Otto mesi e ventuno udienze dopo, il 7 luglio 2016, i due principali imputati sono stati condannati in primo grado e i giornalisti prosciolti dal Tribunale vaticano per difetto di giurisdizione. "Il processo si doveva fare? È stato fatto correttamente? Con quali conclusioni?" si chiede oggi Padre Federico Lombardi, all'epoca direttore della Sala Stampa della Santa Sede. E per rispondere, affermativamente, ricostruisce in questo libro con Massimiliano Menichetti i passaggi chiave, le testimonianze e i "colpi di scena" del procedimento, grazie a una documentazione completa del Tribunale e alla testimonianza diretta di chi vi ha assistito.
"A questo punto non avevo scelta. O rassegnarmi a diventare il megafono di Berlusconi. 0 andarmene. Me ne vado." Questo scriveva Indro Montanelli nel suo ultimo articolo per "il Giornale". Così, nel gennaio 1994, l'uomo che vent'anni prima aveva fondato quella testata lasciò la poltrona da direttore per imbarcarsi nella sua ultima grande battaglia: quella contro una destra nella quale non si riconosceva e che, a suo parere, era il nemico numero uno di chiunque avesse a cuore la libertà d'espressione. Questo libro raccoglie in modo organico gli interventi più accesi degli ultimi anni d'attività di Montanelli: editoriali, risposte ai lettori e articoli sferzanti che oggi suonano come una profezia della cronaca dei nostri giorni. Basta leggere cosa scriveva nel 1998, quando, preoccupato che il caso Berlusconi paralizzasse il Paese, proponeva un referendum con questa formula: "Volete voi l'abrogazione dei reati in base ai quali è stato condannato l'on. Silvio Berlusconi?" 0 ancora quando metteva alla berlina i difetti del Cavaliere: bugiardo congenito, con un'innata tendenza al vittimismo, circondato da un drappello di parassiti servili, eccessivo, ignorante, volgare. La metastasi del berlusconismo oggi è più evidente di allora e, anche se Indro non c'è più da dieci anni, questo suo atto d'accusa delinea il ritratto dell'Italia dei nostri giorni, un Paese che Montanelli non ha fatto in tempo a vedere, ma che si era perfettamente immaginato. Prefazione di Massimo Fini.
"Vecchi, folli e ribelli" racconta senza piagnistei un protagonista dell'Italia di oggi: gli anziani. Al contrario di quanto si crede, non è un mondo di deboli, con il solo traguardo di andare al Creatore. Prima di tutto, il gusto per la vita non li ha abbandonati. Rifiutano di arrendersi e di considerare la vecchiaia una malattia incurabile. Contano molto in un Paese come il nostro dove il loro numero cresce di continuo. Nelle scelte politiche risultano decisivi, lo si è visto in Gran Bretagna nel referendum se uscire a no dall'Europa. Il mercato li coccola poiché decretano il successo o la sfortuna di un prodotto. Eppure di loro non si discute mai. Il motivo l'ho compreso quando ho compiuto gli ottant'anni. La vecchiaia impaurisce persino chi ne è ancora distante. E quasi nessuno vuole occuparsene. Ho provato a farlo con questo libro per me insolito e in parte autobiografico. Descrive la terza età nella sua forza, ma anche nei problemi che l'affliggono: la solitudine, la paura della povertà, il terrore di ammalarsi, l'angoscia di essere rapinati persino dalla propria banca, sino al rebus del rapporto tra maschi e femmine. L'amore è un test infallibile di vitalità e del desiderio di rimanere giovani. Per gli uomini lo conferma l'uso crescente di un rimedio miracoloso, il viagra. Mentre nelle donne il rifiuto della vecchiaia spinge a nascondere l'età, grazie all'abito sfacciato e alla cura del corpo.
L’Italia si contende con il Giappone il primato di nazione con più elevate speranze di vita. Nel nostro Paese l’aspettativa di vita media alla nascita varia da 82,3 anni per gli uomini con alto livello di istruzione a 79,2 anni per i meno istruiti. Per le donne il dato è ancora più favorevole: 86 anni per chi è in più fortunate condizioni socio-economiche e culturali; 84,5 anni per chi vive in condizioni di minori opportunità. Questa è certo un’ottima notizia, di cui possiamo andare fieri. Tuttavia, il dilatarsi del tempo delle nostre vite apre scenari nuovi e preoccupanti: come affrontare nel giusto modo le ultime decadi dell’esistenza? Come accettare l’inevitabile deterioramento delle condizioni di salute? Come convivere con l’insorgere delle malattie croniche? E ancora, che senso dare alle proprie giornate quando si esce dalla vita attiva? Non esiste una sola vecchiaia: naturalmente in parte il nostro destino è segnato dai geni che abbiamo avuto in eredità dai nostri genitori. Moltissimo però dipende da noi, dal nostro stile di vita, dalla scelta di vivere al meglio una stagione che può anche dare molti frutti. Con l’avanzare dell’età, infatti, la nostra capacità di giudizio risente positivamente delle nostre esperienze, e si sviluppa un tipo di pensiero libero, davvero adulto perché privo dei lazzi dell’esuberanza giovanile. La plasticità mentale acquisita negli anni può donare competenze e capacità sorprendenti. Nelle pagine di questo libro si parlerà quindi sia delle problematiche che interessano tutti gli organi e gli apparati del nostro corpo già a partire dai 50 anni (ma di vecchiaia vera e propria nei Paesi avanzati si parla dai 75 anni in su) con l’indicazione delle buone pratiche da seguire, sia anche delle risorse da valorizzare.
"Il vecchio Rèsina appartiene al genere fantastico. Il vecchio protagonista ha qualità che sembrano soprannaturali o, almeno, magiche... Inoltre il racconto si svolge in un'epoca imprecisata e in una regione che solo qualche vago riferimento... quello che da Compagni giunge sino a Tozzi, configura come una favolosa Toscana. Per il resto, la città resta senza nome e le autorità (il giudice, il capitano, il podestà) prendono titoli e funzioni così esemplari e generici da adattarsi a luoghi e tempi assai diversi..." (Romano Luperini)
Possiamo credere a ciò che vediamo con i nostri occhi? Solo in parte, le illusioni ci traggono in inganno con linee di uguale lunghezza quando tutti gli indizi suggeriscono il contrario.
Con numerosi e sorprendenti esempi – le figure ambigue, le figure impossibili... –, Gregory mostra che non sono i nostri occhi a sbagliare ma il nostro cervello. Ci affidiamo a presupposti innati sul modo in cui funziona il mondo, ci aspettiamo che un palazzo sembri piccolo perché è lontano. Se si crea un’immagine che mette in dubbio questi presupposti siamo indotti in errore. Vediamo ciò che ci aspettiamo di vedere. Se non fosse così, non vi sarebbero illusioni, e non esisterebbe alcuna magia.
L'autore
Richard Gregory, percettologo di fama internazionale, è stato professore di Neuropsicologia all’Università di Bristol. Nella collana Scienza e idee è stato pubblicato Occhio e cervello. La psicologia del vedere (1998).

