
Nato nell'antica città di Sana'a, nello Yemen, da una coppia di medici della middle class, Mohammed Al Samawi è cresciuto come un devoto musulmano ed è stato educato a considerare cristiani ed ebrei come nemici. A ventitré anni, però, qualcuno gli regala in segreto una copia della Bibbia e quello che legge mette in dubbio tutto ciò in cui aveva sempre creduto. Così, attraverso i social media, si mette in contatto con ebrei e cristiani di tutto il mondo, partecipa a conferenze interreligiose internazionali e diventa un attivista con l'obiettivo di promuovere il dialogo e la cooperazione tra culture nel suo paese. A quel punto inizia a ricevere minacce di morte, prima su Facebook e poi con terrificanti telefonate anonime. Per proteggere se stesso e la propria famiglia, Mohammed si rifugia a Aden, nel sud dello Yemen. Non immagina che di lì a poco la città sarebbe diventata il cuore del sanguinoso conflitto civile tra il Nord e il Sud del paese e di una guerra sussidiaria tra Iran e Arabia Saudita. Mentre sparatorie e bombardamenti scuotono la città, Mohammed si nasconde nel bagno del suo appartamento e lancia un disperato appello ai suoi contatti di Facebook. Anche se a malapena le conosce, alcune persone rispondono alla sua accorata richiesta d'aiuto: nel giro di tredici giorni quattro normalissimi ragazzi senza la minima esperienza diplomatica o militare, operando su sei diverse piattaforme tecnologiche e attraverso dieci fusi orari, tracciano una via di fuga per salvare Mohammed, intrappolato tra i ribelli huthi che arrivano da nord e i combattenti di Al-Qaeda che premono a sud.
"Non dimenticate i nostri assassini": fu questa la preghiera di 11 milioni di vittime dell'Olocausto che spinse Simon Wiesenthal, ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio del Terzo Reich, a dedicare la propria vita alla caccia dei criminali nazisti sfuggiti al tribunale di Norimberga. Grazie a un infaticabile lavoro di indagine, e alla fitta rete di relazioni da lui intrecciate con istituzioni e governi di tutto il mondo, identificò e consegnò alla giustizia 1100 responsabili dell'attuazione del diabolico progetto hitlenano di "Soluzione finale". Se, fra le prede di Wiesenthal, il posto d'onore spetta senz'altro a Adolf Eichmann, catturato in Argentina dove viveva dal 1950 sotto falso nome, e poi processato e giustiziato a Gerusalemme, altrettanto rilevante è il lungo elenco di personaggi meno famosi, ma i cui nomi erano ben noti ai sopravvissuti. Come quello di Hermann Stangì, comandante dei lager di Sobibòr e Treblinka, che quando morì, sei mesi dopo la condanna all'ergastolo, aveva scontato solo 18 secondi di prigione per ognuno dei suoi 900.000 omicidi. O del suo vice Gustav Wagner, insignito personalmente da Heinrich Himmler della Croce di ferro per l'"abilità nello sterminio", suicidatosi in Brasile mentre, a conclusione di un'estenuante battaglia burocratica, stava per essere estradato in Germania.
II Triangolo delle Bermude, le teste di Modigliani, lo yeti; e ancora le catene di Sant'Antonio, i coccodrilli nelle fogne ... Sono tutte «bufale», storie, leggende, miti, creati e tramandati per ingannarci. Valutare queste informazioni non è facile: perché «Me le ha raccontate un amico» e «Se tutti le conoscono, non possono essere false!». Invece lo sono e saperle smascherare è fondamentale, perché non sono mai innocue Siete pronti a intraprendere un viaggio nel tempo e nello spazio? Ce ne sono di storiche, artistiche, linguistiche, mediatiche, geografiche, letterarie, perfino «paranormali». Nella prima parte del libro, le autrici esaminano le più note e curiose: come sono nate e diffuse, perché sono fasulle. Nella seconda, invitano insegnanti e ragazzi a scendere in campo e a diventare veri cacciatori di bufale, fornendo tutti gli strumenti e le spiegazioni per riconoscere le più famose e ricrearle con gli amici e i compagni di classe in esperimenti divertentissimi, a casa e a scuola: dai cerchi nel grano alle uova mummificate, dalle fate ritoccate alle predizioni astrologiche.
Il libro affronta il problema della tossicodipendenza dal punto di vista della psicologia culturale che, come ricorda Bruner, si fonda sull'assunto che la mente non può esistere senza la cultura, in altre parole senza il sistema simbolico condiviso dai membri di una comunità culturale. In questa prospettiva il fenomeno della tossicodipendenza è letto e interpretato in relazione alle trasformazioni promosse nelle culture sociali dei paesi industrializzati dalla modernità e in particolare dalla desacralizzazione. La tesi sviluppata nel libro è che la tossicodipendenza come epidemia sociale sia il frutto della crisi del sacro prodotta dalla modernità. Su questo sfondo sono descritte le droghe utilizzate in questa fase storica, la loro farmacodinamica e farmacocinetica, le attese dei consumatori, i loro effetti sulla persona insieme alla rassegna delle principali teorie psicologiche e psicopatologiche che sono state elaborate per cercare di spiegare il consumo delle sostanze stupefacenti e psicotrope e individuare le vie della prevenzione e della cura. Tra queste ultime sono analizzate in modo particolare le vie comunitarie. Infine, è sviluppato un modello di prevenzione il cui nucleo è stato approvato dalla Conferenza Nazionale sulle Tossicodipendenze di Genova del 2000 e di cui l'autore del libro è stato l'estensore
Inafferrabile, inclassificabile, irriducibilmente ambiguo: Houellebecq, immancabilmente, ci sfugge. salvo, forse, nel caso specifico di questo Cahier de l’Herne, luogo ideale per un approccio plurale e per la commistione dei generi. Qui possiamo ricomporre la traiettoria percorsa da uno scrittore singolare, mettendo in luce le esitazioni, i punti di rottura, le "biforcazioni" e le numerose deviazioni che contribuiscono a costruirla. Nel suo mescolare i testi rari o inediti, i saggi universitari, le testimonianze di amici, scrittori, artisti, musicisti, amici o nemici (e tutto il ventaglio di opzioni che tra questi due estremi si ha a disposizione), questo testo vuole rendere conto della complessità e del fascino di un autore e di un’opera, dal momento che entrambi hanno l’ambizione di salvare un’epoca – la nostra – dallo sbiadimento.
Vivere governandosi attraverso leggi condivise è difficile, ma inevitabile. Lo riassume bene la figura di Caino: egli rifiutò suo fratello; ma fu poi il fondatore, nella tradizione biblica, della prima città, nella quale la convivenza fraterna era resa possibile attraverso la legge. Il libro costituisce uno dei frutti più maturi delle ricerche sulla fraternità, mettendo al centro dell'interesse la fraternità intesa come principio relazionale. I contributi affrontano le prospettive diverse e complementari del dibattito contemporaneo.
Il calcio è una straordinaria occasione – per ora parzialmente persa – di educazione, fratellanza, conoscenza, studio dei popoli e delle loro culture, se non fosse che una misteriosa volontà di autodistruzione ce ne mostra la parte peggiore: la violenza, il razzismo, il business, la corruzione, quando invece dovrebbe essere soprattutto scoperta, curiosità, cultura. Perché permette di guardarsi dentro, perché ci dice di “che pasta siamo fatti”, e da chi siamo circondati. Per tutte queste ragioni, il calcio è uno straordinario oggetto di indagine antropologica in quanto “contiene” tanto, se non tutto, della cultura, della nostra vita: è danza, guerra, linguaggio, letteratura, competizione, caso, simulazione, vertigine. Ancora, è politica e business, poesia e scienza. Il volume ripercorre “casi”, vicende storiche, narrazioni epiche e memoria di grandi squadre – l’Ajax di Cruijff, il Brasile di Pelé, il Milan di Sacchi – e di grandi campioni – da Garrincha a Jasin, da Tardelli a Rivera, a Sòcrates – in cui il calcio emerge in tutta la sua dimensione eroica, epica, religiosa. Sport giocato con i piedi, il football è il regno dell’imprevedibilità, un gioco nel quale Davide può battere Golia. La palla cioè “è” il destino, il rischio, il fato, la vita stessa; nella sua sferica e innocente irrazionalità, rappresenta un monito continuo sulla caducità delle imprese dell’uomo.
Che cos'è il comportamento razionale e perché non sempre si dimostra il più utile ai nostri fini? L'autore ci inizia ai fondamenti della teoria dei giochi, e ci spiega come una tecnica matematico-algoritmica altamente sofisticata riesca a far luce su delicati aspetti della psicologia umana come l'altruismo, la competizione, la politica.
Beveva perle dissolte nell'aceto e mangiava cibi cosparsi d'oro, con feroce crudeltà infieriva sui senatori romani, teneva un bordello nel proprio palazzo e non si asteneva dall'avere una relazione incestuosa con la sorella. Convinto di possedere natura sovraumana, impose ai suoi contemporanei di onorarlo come un dio. Gli storici antichi hanno dato a tutto questo una spiegazione: era pazzo. Ma le cose, spiega Aloys Winterling, ordinario di Storia antica e Antropologia storica all'università di Friburgo, sono molto più complicate.
Oggi i bambini sono spesso sovrastimolati e sotto pressione. Come aiutarli a rilassarsi e a stare bene con se stessi? Come insegnargli a concentrarsi? Gli esercizi di mindfulness proposti in questo libro e negli audio scaricabili che lo completano sono uno strumento semplicissimo, ma di grande efficacia, in grado di procurare benefici sorprendenti e immediati sia ai bambini sia ai loro genitori.