
Negli ultimi anni la sessuologia clinica è stata animata da una vera e propria rivoluzione, caratterizzata da un fervore nella ricerca scientifica e dall'affermarsi di approcci terapeutici centrati sul paziente. Le nuove classificazioni diagnostiche come il DSM-5, l'International Consultation on Sexual Medicine 2015 e la proposta dell'ICD-11 danno conferma di questi cambiamenti nella visione dei problemi sessuali e convalidano l'approccio biopsicosociale come gold standard nella terapia sessuale. L'importante novità di questo volume è l'integrazione delle più recenti nosografie e dei moderni algoritmi di trattamento delle disfunzioni sessuali, orientati all'incremento della soddisfazione di coppia e al miglioramento della qualità della vita. Fa da cornice l'esperienza maturata presso l'Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, con il quale tutti gli autori, a vario titolo, collaborano. Il manuale guida alla clinica delle disfunzioni sessuali gli studenti che affrontano per la prima volta queste tematiche e offre un aggiornamento scientifico a quei professionisti della salute (psicologi, medici, fisioterapisti, assistenti sociali ecc.) che già lavorano su richieste di carattere sessuologico.
La sorveglianza è una dimensione chiave del nostro mondo: siamo costantemente controllati, messi alla prova, valutati, giudicati nei più piccoli dettagli della vita quotidiana. E il paradosso è che siamo proprio noi - i sorvegliati - a fornire il più grande volume di informazioni personali, caricando contenuti sui social network, usando la nostra carta di credito, facendo acquisti e ricerche on line. Questo perché il bisogno di salvaguardare la nostra solitudine ha ceduto il posto alla speranza di non essere mai più soli e la gioia di essere notati ha avuto la meglio sulla paura di essere scoperti e incasellati. "Oggi i professionisti del controllo sono molto diversi dai sorveglianti vecchio stile che vigilavano sulla monotonia di una routine vincolante. Piuttosto, si dedicano a dare la caccia agli schemi estremamente volatili dei desideri e dei comportamenti ispirati da quei desideri." La collaborazione volontaria, anzi entusiastica, dei manipolati è la loro grande risorsa. Zygmunt Bauman e David Lyon si confrontano con un tema che ogni giorno di più acquista potere sulle nostre vite: cosa significa essere osservati e di continuo osservare e con quali conseguenze politiche e morali.
La sorveglianza è una dimensione chiave del nostro mondo: siamo costantemente controllati, messi alla prova, valutati, giudicati nei più piccoli dettagli della vita quotidiana. E il paradosso è che siamo proprio noi - i sorvegliati - a fornire il più grande volume di informazioni personali, caricando contenuti sui social network, usando la nostra carta di credito, facendo acquisti e ricerche on line. Questo perché il bisogno di salvaguardare la nostra solitudine ha ceduto il posto alla speranza di non essere mai più soli e la gioia di essere notati ha avuto la meglio sulla paura di essere scoperti e incasellati. "Oggi i professionisti del controllo sono molto diversi dai sorveglianti vecchio stile che vigilavano sulla monotonia di una routine vincolante. Piuttosto, si dedicano a dare la caccia agli schemi estremamente volatili dei desideri e dei comportamenti ispirati da quei desideri." La collaborazione volontaria, anzi entusiastica, dei manipolati è la loro grande risorsa. Zygmunt Bauman e David Lyon si confrontano con un tema che ogni giorno di più acquista potere sulle nostre vite: cosa significa essere osservati e di continuo osservare e con quali conseguenze politiche e morali.
Che cosa si nasconde nella steppa asiatica, sulle coste orientali del Mar Caspio e nel Mare d'Aral? Profondo conoscitore di quelle zone, Giammaria ricostruisce la sua lunga esperienza di inviato in Asia Centrale in due periodi diversi - dopo il crollo dell'Unione Sovietica e in seguito all'attentato terroristico alle Torri gemelle. L'indagine ha come punto di partenza gli ecosistemi messi fortemente in crisi dalle massicce sperimentazioni nucleari volute dal regime socialista sovietico durante il periodo della Guerra fredda e si sposta poi sul presente che vede quelle stesse zone preda di forti quanto rapaci interessi internazionali. Giammaria è il viaggiatore informato, indagatore che conduce il lettore fin dentro le città "fantasma" non segnalate sulle mappe, cittadelle scientifiche e militari sorte nel dopoguerra e sviluppatesi negli anni cinquanta durante le sperimentazioni scientifiche sulle armi nucleari e chimiche, il cui impianto urbanistico e l'architettura ricordano i romanzi di fantascienza e non hanno più nulla a che vedere con le tipiche e antiche cittadine asiatiche. Paesaggi estremi, i cui confini sfumano in estensioni ampie e desolate che tracciano una sorta di "non-luogo", topos dello smarrimento esistenziale dell'uomo moderno, testimonianza dei drammatici avvenimenti storici degli ultimi cinquant'anni e al tempo stesso rappresentazione della bellezza di uno spazio desolato ma di grande fascino, puro e "lunare", esotico.
Le nostre conoscenze sull’umano, sulla vita, sull’universo, sono in piena espansione. Sono anche separate e disperse. Come legarle fra loro? Come affrontare problemi che sono nello stesso tempo complessi, fondamentali, intellettuali e vitali? Come situarci nell’avventura della vita e in quella dell’universo, tenendo conto del fatto che l’umano è interno all’universo e l’universo è interno all’umano? La risposta di Edgar Morin è luminosa di intelligenza e accessibile a tutti.
L’autore ci invita a “pensare globale”, cioè a considerare l’umanità nella sua natura “trinitaria”, poiché ciascuno è nello stesso tempo un individuo, un essere sociale e una parte della specie umana.
L’umanità è trascinata nella corsa sfrenata della mondializzazione: la riflessione di Morin ci propone di scrutare il suo futuro senza cedere alla facilità dei luoghi comuni né alle ingiunzioni dell’attualità.
Ci sono luoghi comuni molto diffusi tra la gente – attribuire all’euro la cattiva situazione dell’economia europea o vedere nelle banche la causa di ogni male –, ma i più pericolosi allignano tra gli economisti, perché costituiscono la ‘saggezza convenzionale’ degli uomini di governo e delle grandi istituzioni internazionali. Boitani usa benissimo numeri e argomentazioni per sradicare le convinzioni errate più tenaci. Leopoldo Fabiani, “L’Espresso”
Un libro ampiamente documentato che si muove lungo due direttrici: da una parte la verifica non solo teorica ma reale dei problemi economici, dall’altra la convinzione che il Paese più che di grandi (e illusorie) svolte ha bisogno di muoversi a piccoli passi nella direzione giusta. Gianfranco Fabi, “Il Sole 24 Ore”
Andrea Boitani smonta sette luoghi comuni sull’economia che, tradotti in politiche economiche, influenzano pesantemente le nostre vite.
In una cultura che proclama il dovere della memoria, l'oblio non gode di buona fama. Eppure il dimenticare è un aspetto essenziale dell'organizzazione della memoria, al pari del ricordare. Tra i massimi studiosi della memoria culturale, Aleida Assmann espone e analizza come individui e società dimenticano e soprattutto perché: dal dimenticare automatico a quello «custodiente» (negli archivi le cose vengono dimenticate ma conservate), a quello selettivo legato al gruppo sociale di appartenenza, al dimenticare repressivo, imposto dal potere, esemplificato da 1984 di Orwell, a quello difensivo e complice che copre le colpe (il silenzio sui casi di pedofilia nella Chiesa), infine all'oblio costruttivo necessario allorché, come al termine di una guerra, occorre buttarsi il passato alle spalle, e all'oblio terapeutico, un paradossale dimenticare attraverso il ricordo che nella psicoanalisi, nella confessione, nelle «commissioni per la verità» attive in vari paesi usciti da guerre civili, con l'ammissione della colpa l'assolve e la dimentica.
Si dice che ogni assistente sociale - quelli di cinquant'anni fa sicuramente, ma anche quelli di oggi - ha consumato sette paia di scarpe, per comprendere le storie delle persone e delle comunità, per comprendere la sofferenza, il disagio, per riallacciare relazioni, suscitare e orientare risorse capaci di offrire sollievo, per ricostruire il tessuto sociale. Sette paia di scarpe hanno condotto gli assistenti sociali a esplorare ogni miseria fin dall'inizio della storia repubblicana del nostro Paese. Sette paia di scarpe ci sono volute per arrivare a ottenere il riconoscimento della professione, essenziale a chi ha meno, ma spesso ignorata dai potenti che hanno molto. In sette capitoli l'autice ripercorre la sua storia e insieme la storia di tutto il servizio sociale.
Essere genitori significa affrontare così tante sfide, piccole e grandi, che è impossibile essere preparati a tutto. Ammettiamolo: raramente ci sentiamo i genitori che sognavamo di essere. È una cosa normalissima, eppure genera un forte senso di inadeguatezza. E se gli adulti non sono sereni, difficilmente lo saranno i bambini... In che modo, allora, possiamo infondere loro sicurezza senza diventare troppo protettivi? E come gestire le emozioni, spesso davvero viscerali, che i figli fanno nascere dentro di noi, per esempio quando si comportano in maniera insopportabile davanti a tutti? Per prima cosa, scrive Hedvig Montgomery, non è il caso di farsi prendere dall'ansia. Crescere un figlio è un progetto a lungo termine, e abbiamo a disposizione tutto il tempo che serve per farlo nel miglior modo possibile. Grazie a un'esperienza ventennale come psicologa dello sviluppo e terapeuta familiare, Montgomery ha messo a punto "Sette passi per crescere figli indipendenti e felici". Questo metodo innovativo, pratico e coinvolgente non mira a trasformarvi in genitori perfetti - perché i genitori perfetti, semplicemente, non esistono - ma a dare consigli preziosi per comprendere meglio i nostri bambini, per creare con loro un autentico legame di empatia e per affrontare con serenità il compito più bello e importante: crescere figli meno competitivi ma più sicuri di sé, in grado di stare bene con se stessi e con gli altri. E accompagnarli con amore verso una sana autonomia.