
"Ho bisogno solo di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative": così nell'estate del 1940 Mussolini giustifica all'allora capo di stato maggiore, Pietro Badoglio, l'ingresso dell'Italia nella Seconda guerra mondiale. E quando un anno dopo Hitler invade la Russia il Duce, abbagliato dalla possibilità di una vittoria veloce a fianco dei nazisti e della spartizione del bottino, invia in poche settimane un corpo di spedizione a sostegno delle truppe tedesche. Il prezzo di questa decisione, frutto di un calcolo cinico quanto catastroficamente sbagliato, è altissimo: dei 220.000 soldati italiani che nella primavera 1942 sono dislocati sul Don solo 100.000 tornano a casa. Impreparati sul piano militare, mal equipaggiati, guidati da comandi incompetenti e costretti a subire continue umiliazioni anche dai propri alleati, soccombono alla forza d'urto dell'esercito sovietico e al martirio della ritirata, alla fame, al gelo, alle condizioni disumane dei campi di lavoro e di rieducazione. Alla fine della guerra, le esigenze dei veterani si perderanno nel turbinio della retorica patriottica e la verità sul trattamento ricevuto da parte dei russi e le grandi sofferenze patite verrà sacrificata alle esigenze della propaganda politica: "Dite che siete stati bene" ordinerà qualcuno. A settant'anni dalla campagna di Russia, Hope Hamilton ripercorre la storia del corpo degli alpini attraverso le testimonianze di chi partecipò alla spedizione.
Il mondo digitale e iperconnesso della Chiesa è sempre più affollato di influencer che, con messaggi accattivanti e formule semplificate, propongono un’evangelizzazione fatta di moralismo, devozionismo e facili retoriche psicologico-umoristiche. Ma è davvero questa la strada per riscoprire la fede e la spiritualità? L’autore propone una formula diversa e molto valida valida: il silenzio, l’ascolto, l’attenzione verso l’altro e le letture capaci di nutrire l’anima.
Giuseppe Pani, sacerdote dell’Arcidiocesi di Oristano, direttore dell’Ufficio per la pastorale scolastica e delegato per la pastorale universitaria, la cultura e l’evangelizzazione digitale, è docente stabile di teologia morale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Sassari-Tempio Ampurias, socio dell’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale) e giornalista pubblicista.I suoi recenti studi si concentrano sull’etica delle tecnologie emergenti, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale e all’educazione mediatica. Si dedica anche alla riflessione filosofica applicata a questi temi, promuovendo un uso critico e responsabile delle nuove tecnologie.È autore di saggi che affrontano le sfide etiche, culturali e spirituali del nostro tempo:Violenza e Sacro. Un’analisi antropologico-religiosa del contesto barbaricino (2009); I Buchi dell’anima. Sulle note dell’esistenza (2011); La gioia dell’eros. Corpo e desiderio nella Chiesa (2012); Le tue labbra stillano nettare. Lettura al «cinema» del Cantico dei Cantici (2014); Lettura all’aria aperta della Laudato si’ (2016); Famiglia: un’opera d’arte. Riflessioni sull’Amoris laetitia attraverso i grandi pittori (2017); Piangere (2019); Pietre che rimbalzano sull’acqua. Cerchi di teologia del limite per vivere il nuovo presente (2020); per le edizioni Sanpino: Tutti contro uno. Un’intelligenza spirituale per staccarsi dalla folla degli haters. In dialogo con René Girard (2022); Sacro caos. Viaggio fra app, influencer e devozionismo online (2025).
Tutti i grandi pensatori dell'Ottocento - da Durkheim a Weber, da Marx a Freud - ritenevano che l'avvento della società industriale avrebbe gradualmente sottratto importanza e significato sociale alla religione. Questa teoria della secolarizzazione è stata accolta da gran parte degli scienziati sociali per tutto il secolo scorso, finché di recente è stata messa radicalmente in discussione. Oggi possiamo verificare che la religione non è affatto scomparsa, né è probabile che ciò avvenga in futuro. D'altra parte, però, il concetto di secolarizzazione spiega molti fenomeni cui si sta assistendo. Questo volume propone una nuova lettura della secolarizzazione e la sottopone a verifica con dati provenienti da quasi 80 società di ogni parte del mondo.
Parola antiquata, astratta, scomparsa o quasi dal linguaggio della vita privata e, cosa ancora più grave nelle sue fatali conseguenze, dalla vita pubblica, la saggezza sembra riportarci a modi di vivere superati, in un’era ormai dominata dalla fretta e dall’accelerazione. E allora cosa può significare oggi vivere in modo saggio? Per Eugenio Borgna non è solo ascolto dell’intelligenza, razionalità nei giudizi e nel comportamento, ma anche capacità di scendere negli abissi della nostra interiorità, lì dove si intrecciano, insieme agli sconfinati rivoli della ragione, immagini e inclinazioni impensate, inquietudini del cuore, passioni ed emozioni. Un libro poetico, carico di umanità, che anche attraverso le voci dei classici – da Socrate a Schopenhauer, da Agostino a Montaigne, da Rilke alla Arendt – ci racconta una saggezza che si nutre prima di tutto del «conosci te stesso».
Dalla continuatrice del pensiero di Viktor E. Frankl (1905-1997), psichiatra e neurologo viennese, un libro che spiega in termini molto chiari e in modo discorsivo il contributo che la logoterapia ha dato alla psicoterapia e approfondisce temi come: l'ansia, il principio della delusione, la sindrome borderline, la prevenzione della disperazione, le relazioni, il senso e il valore della vita, i vari tipi di nevrosi.
"Riesco a raffigurare nella mia mente l'immagine del mondo delle epoche passate, e mi affascina il pensiero di quel che gli uomini vissuti prima di noi hanno potuto sentire nei loro cuori. Pensare che Pitagora, Buddha, Gesù Cristo, Michelangelo, Shelley, Shakespeare, Emerson e tanti altri che onoriamo come nostri maestri e guide spirituali abbiano camminato sullo stesso terreno, bevuto la stessa acqua, guardato la stessa luna... Sono giunto alla conclusione che per ottenere un profondo mutamento spirituale nel nostro mondo dobbiamo conoscere e vivere nelle nostre stesse esperienze personali la sapienza degli eminenti maestri che nel nostro passato ci ha lasciato." (Wayne W. Dyer)
Le fiabe raccontano la nostra storia, non parlano d’altro che degli eterni e universali conflitti che ciascuno di noi incontra nel divenire se stesso, nel suo quotidiano costruirsi in umanità. Esse non stancano di ripeterci che anche l’impossibile può divenire realtà e ci dicono che certamente una meta di pace, di pienezza e compimento, di felicità esiste, ed è a portata di mano.
In queste pagine l’autore propone la lettura di cinque fiabe – L’acqua della vita, La serpe bianca, I musicanti di Brema (tutte e tre dei fratelli Grimm), Il gatto con gli stivali (di Perrault) e la fiaba africana Kirikù e la strega Karabà –, che commenta e interpreta.
Proprio le fiabe possono aiutarci ad assimilare più a fondo e a vivere con maggiore verità quei valori e quei significati universali e senza tempo che sono indispensabili per dare un senso alla vita e diffondere fiducia e speranza.
Lasciamoci sorprendere dalla verità che abita da sempre in ciascuno di noi. Questa è vera saggezza!
Punti forti
Il tipo di approccio – attraverso le fiabe – alle problematiche fondamentali dell’animo umano.
Destinatari
Chi ama il genere delle fiabe e l’introspezione psicologica.
Insegnanti, educatori.
Autore
Massimo Diana, filosofo, è autore di diversi saggi sulla necessità di un incontro fecondo tra religione, psicologia del profondo e filosofia, nella convinzione che solo nel crocevia tra questi saperi e linguaggi è possibile aiutare efficacemente l’uomo nel compito di costruirsi in umanità. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Le forme della religiosità. Dinamiche e modelli psicologici della maturità religiosa (Dehoniane, Bologna 2006); Contaminazioni necessarie. La cura dell’anima tra religioni, psicoterapie e counselling filosofici (Moretti & Vitali, Bergamo 2008); Incarnazione. Percorsi di umanizzazione. 1. Figure dell’amore (Moretti & Vitali, Bergamo 2009). Sull’universo delle fiabe, delle leggende, dei miti, ha già pubblicato presso la Elledici le raccolte: Fiabe per crescere. Le tappe dello sviluppo psichico raccontate attraverso il linguaggio delle fiabe (Torino 2005) e Fiabe per amare. Lo sviluppo psichico raccontato attraverso il linguaggio delle fiabe (Torino 2007).
Sembra che gli adolescenti abbiano perso la percezione della propria età per la loro tendenza a prolungare tempi e ritmi di crescita, a rimandare decisioni e scelte, a non sapere come vivere il proprio tempo: sono pochi quelli che riescono a pensare in maniera progettuale. Gli autori si chiedono se e come una educazione alla saggezza possa contribuire a formare, nell'adolescente, una chiara coscienza della sua identità personale e sociale in modo da divenire capace di prendere delle decisioni libere e responsabili.
"I "Saggi di linguistica generale" mostrano le forti connessioni tra ambiti di ricerca apparentemente lontani. Si veda per esempio come i principi della metafora e della metonimia, prima di essere portati nell'ambito critico, servano ad illustrare fenomeni dell'apprendimento della lingua e dell'afasia; e come viceversa la funzione poetica venga instillata nel pieno degli elementi basilari della comunicazione linguistica. Jakobson è stato probabilmente il principale promotore dei movimenti strutturalista e semiologico; ma a prescindere dalle etichette, è un linguista che ha rinnovato, oltre che la sua disciplina, gli studi di poetica e dato un originalissimo apporto ai metodi della critica letteraria." (Cesare Segre)
Londra 1928: a Bertrand Russell, matematico e filosofo di fama, il suo pacifismo incondizionato è già costato sei mesi di carcere e la cattedra al Trinity College. Eppure, Russell non si dà per vinto e pubblica i Saggi scettici. In diciassette brevi trattazioni passa in rassegna i miti e le credenze «intoccabili» della società occidentale – la psicoanalisi, la teoria della relatività, il declino della scienza, la guerra come garanzia di benessere, le briciole della libertà individuale, il monopolio dell’informazione e i principi dell’educazione tradizionale – professando l’unica fede che «potrà lacerare i veli che ci nascondono ogni verità» e trasformare «la nostra Terra in un Paradiso»: lo scetticismo. Una ricetta per la felicità che nella sua previsione di un futuro dilaniato dalle guerre di religione e destabilizzato dai capricci dell’economia si rivela straordinariamente attuale.

