
"Mi trasferii a San Francisco nel 2000 per vivere nel cuore della Silicon Valley la prima rivoluzione di Internet. Ci ritorno oggi da New York e ho le vertigini, e un senso d'inquietudine. La velocità del cambiamento digitale è stata superiore a quello che ci aspettavamo e ormai la Rete penetra in ogni angolo della nostra vita: il lavoro, il tempo libero, l'organizzazione del dibattito politico e della protesta sociale, perfino le nostre relazioni sociali e i nostri affetti. Ma la Rete padrona ha gettato la maschera. La sua realtà quotidiana è molto diversa dalle visioni degli idealisti libertari che progettavano un nuovo mondo di sapere e opportunità alla portata di tutti. I nuovi Padroni dell'Universo si chiamano Apple e Google, Facebook, Amazon e Twitter. Al loro fianco, la National Security Agency, il Grande Fratello dell'era digitale. E poi i regimi autoritari, dalla Cina alla Russia, che hanno imparato a padroneggiare a loro volta le tecnologie e ormai manipolano la natura stessa di Internet. Con questo libro vi porto in viaggio con me nella Rete padrona. È un viaggio nel tempo, per confrontare le speranze e i progetti più generosi di un ventennio fa con le priorità reali che plasmano oggi il mondo delle tecnologie. È un viaggio tra i personaggi che hanno segnato quest'epoca, da Bill Gates a Steve Jobs, a Mark Zuckerberg, e tra tanti altri profeti e visionari meno noti, che già stanno progettando le prossime fasi dell'innovazione."
Questo studio interdisciplinare esamina come la retata nazista degli ebrei a Roma il 16 ottobre 1943, dagli arresti alla deportazione del 18 ottobre, sia stata rappresentata nella letteratura italiana. Attraverso il rapporto triangolare tra storia, memoria e letteratura Mara Josi mostra come 16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti (1944), La Storia di Elsa Morante (1974), La parola ebreo di Rosetta Loy (1997) e Portico d’Ottavia 13 di Anna Foa (2013) abbiano operato a livello personale e collettivo: in altre parole, sul lettore e sulla società. Dal dicembre 1944, i testi letterari su questo evento hanno facilitato la comprensione e la commemorazione a livello nazionale e internazionale. Sono stati portatori di consapevolezza storica e canali di memoria; non solo risultati della rievocazione, ma anche ingredienti attivi nel processo di formazione della memoria culturale.
Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione è il titolo del volume ed anche il tema del Messaggio di Papa Benedetto XVI in occasione della XLVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali celebrata il 12 maggio 2013. Il testo del messaggio è stato l’ispiratore di dieci brevi saggi attraverso i quali il direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana (mons. Domenico Pompili) ed alcuni docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontifica Salesiana (Cosimo Alvati, Simonetta Blasi, Emanuela Coscia, Franco Lever, Mauro Mantovani, Fabio Pasqualetti, Maria Paola Piccini, Pietro Saccò, Carlo Tagliabue), hanno voluto commentare il Messaggio di Papa Benedetto XVI alla luce della propria esperienza accademica e professionale nel campo della comunicazione sociale.
Questa pubblicazione è il secondo volume di Percorsi di comunicazione, un progetto editoriale e culturale avviato nel 2013 dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontifica Salesiana, con l’intenzione di proporre delle riflessioni e approfondimenti su temi specifici nel campo della comunicazione. Un cammino di conoscenza e di aggiornamento in quell’ambito scientifico che assume sempre più i tratti di «una nuova ‘agorà’, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità» (Benedetto XVI, Reti sociali).
"Retorica della guerra" è una riflessione sulla guerra come fenomeno di comunicazione degradata, ridotta al suo livello più basso: il confronto violento. Dietro all'incapacità di dialogo nella comunicazione bellica si affaccia la differenza di modello culturale che impedisce la comprensione. I contendenti combattono due guerre diverse, perché diverse sono le autorappresentazioni che se ne fanno.
Il volume propone una riflessione generale sul potere del linguaggio e sul ruolo che esso svolge nella costruzione, ma anche nella messa in crisi, dei legami sociali. Vengono in quest'ottica analizzate alcune strategie persuasive ricorrenti nel discorso pubblico - le fallacie argomentative, la retorica dell'immagine, l'abuso delle parole, il linguaggio figurato, la personalizzazione del discorso, l'appello alle emozioni - rispetto alle quali la retorica svolge una funzione importante perché ne evidenzia i meccanismi, permettendo così di riconoscerle e di stigmatizzarle quando sono usate solo ai fini di una manipolazione ingannevole. In questo modo è possibile sviluppare quel senso critico da cui dipende la formazione di una cittadinanza consapevole e informata che garantisce a sua volta il buon funzionamento della democrazia.
Il libro è la testimonianza diretta di un inviato di guerra, Marcello Ugolini, che alla fine della sua straordinaria carriera sente il bisogno di raccontarci pagine di storia che egli ha vissuto... "Avete mai sentito un brivido corrervi lungo la schiena per la paura o per un pericolo scampato? Io sì, svariate volte. È una sensazione tremenda. Chi mi conosce sa che nel corso della mia professione giornalistica ho lavorato per vari quotidiani della carta stampata, concludendola al Giornale Radio Rai. Nella maggior parte della mia vita lavorativa ho avuto l'immensa fortuna (guadagnata sul campo) e il grande piacere di aver svolto la mansione di inviato speciale; raramente sono stato inchiodato su una sedia in Redazione. Non racconterò delle politiche disastrose che hanno scatenato la guerra in vari Paesi del mondo. A riguardo ho una mia opinione, forse molti di voi non saranno d'accordo con me, ma ve lo garantisco, l'ho toccato con mano: gran parte dei conflitti di questi ultimi anni si sono verificati là dove impera o ha imperato il comunismo, provocando la povertà più nera per le popolazioni."
La direzione del pendolo della mentalità e degli atteggiamenti pubblici è cambiata: le speranze di miglioramento, che erano state riposte in un futuro incerto e palesemente inaffidabile, sono state nuovamente reimpiegate nel vago ricordo di un passato apprezzato per la sua presunta stabilità e affidabilità. Con un simile dietrofront il futuro, da habitat naturale di speranze e aspettative legittime, si trasforma in sede di incubi: dal terrore di perdere il lavoro e lo status sociale a quello di vedersi riprendere le cose di una vita, di rimanere impotenti a guardare mentre i propri figli scivolano giù per il pendio del binomio benessere-prestigio, di ritrovarsi con abilità che, sebbene faticosamente apprese e assimilate, hanno perso qualsiasi valore di mercato. La via del futuro somiglia stranamente a un percorso di corruzione e degenerazione. Il cammino a ritroso, verso il passato, potrebbe trasformarsi in un itinerario di purificazione dai danni che il futuro ha prodotto ogni qual volta si è fatto presente.
La direzione del pendolo della mentalità e degli atteggiamenti pubblici è cambiata: le speranze di miglioramento, che erano state riposte in un futuro incerto e palesemente inaffidabile, sono state nuovamente reimpiegate nel vago ricordo di un passato apprezzato per la sua presunta stabilità e affidabilità. Con un simile dietrofront il futuro, da habitat naturale di speranze e aspettative legittime, si trasforma in sede di incubi: dal terrore di perdere il lavoro e lo status sociale a quello di vedersi riprendere le cose di una vita, di rimanere impotenti a guardare mentre i propri figli scivolano giù per il pendio del binomio benessere-prestigio, di ritrovarsi con abilità che, sebbene faticosamente apprese e assimilate, hanno perso qualsiasi valore di mercato. La via del futuro somiglia stranamente a un percorso di corruzione e degenerazione. Il cammino a ritroso, verso il passato, potrebbe trasformarsi in un itinerario di purificazione dai danni che il futuro ha prodotto ogni qual volta si è fatto presente.
"Siete voi giovani che dovete tirare i sassi nei vetri. Così, quando i vetri si rompono, noi vecchi ci rendiamo conto che era il momento di cambiarli. Per ringraziarti, mio caro spaccavetri, ti darò una borsa di studio." Così, nel maggio 1959, Ferruccio Parri si rivolgeva a un giovane di ventitré anni, non ancora laureato: quel giovane era Giampaolo Pansa. In questo libro il giornalista racconta la sua avventura umana e intellettuale, nata nel segno della nonna, Caterina Zaffiro vedova Pansa, che con il suo fastidio per comunisti, democristiani e fascisti è stata, senza saperlo, un esempio di revisionismo anarchico imposto dalla povertà. Dalle stregonerie di nonna Caterina si passa all'infanzia nella guerra civile. Giampaolo aveva otto anni, e con la memoria dei bambini ha fotografato quel tempo: i partigiani fucilati, i fascisti ammazzati, ma anche le ragazze che ballavano nude ai festini dei tedeschi e poi alle baldorie degli americani. Il destino di Pansa si compie quando, dopo le mille pagine della tesi sulla guerra partigiana tra Genova e il Po, viene assunto alla "Stampa". Decenni di lavoro nei grandi giornali, di incontri con i big politici e i direttori famosi, che l'autore narra nei loro lati nascosti: Giulio De Benedetti, Italo Pietra, Alberto Ronchey, Piero Ottone, Eugenio Scalfari e Claudio Rinaldi.
Caterina, la nonna che con il proprio fastidio per fascisti, comunisti e democristiani ha rappresentato il primo esempio di un revisionismo non fazioso; l’amore di Gianna, l’orgogliosa figlia di un fascista rapata a zero per la vendetta dei “vincitori”; i corpi dei partigiani fucilati e dei fascisti impiccati. E ancora i personaggi più influenti di tutta una stagione politica e giornalistica: Giulio De Benedetti, Eugenio Scalfari, Claudio Rinaldi, Junio Valerio Borghese, Almirante dagli occhi magnetici e il doppio Fortebraccio dell’“Unità”. Il revisionista è un formidabile ritratto, affollato di esseri umani, del nostro Paese dal dopoguerra a oggi. Ed è anche il racconto autobiografico dell’avventura umana e intellettuale di Pansa, alla ricerca di verità dimenticate o scomode. Il più controverso tra i giornalisti italiani ci racconta la sua vita e la nostra Storia, viste con gli occhi di chi ha saputo mantenersi sempre fedele ai fatti e lontano dalle ideologie politiche di ogni colore.
Il Manuale, si presenta di grande utilità per l’esercizio dell’attività di revisore legale, costituendo uno strumento fondamentale per la preparazione dell’esame per l’accesso alla professione.
Sono, accuratamente esaminate tutte le materie previste per l’esame di revisore legale, suddivise in tre blocchi:
1. aziendalistico (contabilità generale, contabilità analitica e di gestione, disciplina del bilancio di esercizio e del bilancio consolidato, analisi finanziaria);
2. giuridico (diritto civile e commerciale, diritto societario, diritto fallimentare, diritto tributario, diritto del lavoro e della previdenza sociale);
3. tecnico (informatica e sistemi operativi, economia politica, aziendale e finanziaria, principi fondamentali di gestione finanziaria, matematica e statistica).

