
Un libro di psicoanalisi sul bisogno di credere. Freud ha consacrato una parte importante della sua opera ad analizzare le fonti della credenza religiosa, i suoi meccanismi e le sue messe in atto, addirittura il suo avvenire. Se nelle sue intenzioni c'e una dimensione scientista che puo sembrare riduzionista, c'e anche un prodigioso interesse per le rappresentazioni che ne risultano, gli affetti che l'accompagnano e piu generalmente le pulsioni che vi si trovano mobilitate. Questo libro si propone come obiettivo di reinterrogare gli argomenti che esso sviluppa nella sua lotta militante per opporre faccia a faccia la visione religiosa del mondo e la visione scientifica" e laica alla quale si allaccerebbe la psicoanalisi. "
L'Italia è una comunità nazionale leggera: ha scarso senso civico e non si riconosce in interessi generali. Si accende episodicamente come una comunità di sentimenti: il cordoglio per una scomparsa, la gioia per un successo sportivo talvolta denunciano il desiderio di condividere emozioni e sentire momenti di unità. L'unità, quando non sia frutto di conformismo, è un valore; ma raramente la storia italiana ha visto perseguito questo obiettivo. La patria ha sempre stentato a diventare una categoria del senso comune, perché gli italiani hanno coltivato con particolare passione l'interesse privato, perché sono spesso caduti nella tentazione delle lotte di fazione e delle guerre civili, perché sono soliti ignorare la loro storia e dividersi in estenuanti rese dei conti. In realtà, proprio la storia dice che la vera risorsa degli italiani è stata la loro diversità, l'incontro e lo scambio fra culture diverse, le addizioni di genti differenti. Ne sono testimoni l'arte e la letteratura, i modi di vivere e il gusto: questa è la patria che gli italiani possono vantare, un mondo aperto e non esclusivo; questa è l'idea da proporre contro la tentazione di nuove chiusure nazionalistiche e di improbabili definizioni identitarie. Oggi, in particolare.
Allarme! Sono i tempi della «grande penuria » energetica! Il petrolio sta per finire. Come sarà la vita senza petrolio? Che cosa rimpiazzerà l’oro nero nei paesi che, come l’Italia, dipendono quasi totalmente dagli idrocarburi?
Serge Enderlin ha attraversato il pianeta – dai campi di mais dell’Iowa alla Cina continentale, passando per il Canada, l’Europa e il Golfo Persico – alla scoperta delle possibili alternative eco-friendly all’uso del petrolio. Ha intervistato produttori di energia in ogni settore, ha registrato i dati più recenti, ha descritto gli effetti collaterali sull’ambiente, ha posto le domande più fastidiose: davvero conviene produrre etanolo dal mais? Esistono i giacimenti fantasma del Polo Nord? Ha senso investire nel nucleare? E perché proprio gli Emirati Arabi sono al primo posto nella ricerca di energia alternativa al petrolio?
Black Out è un reportage che, con precisio - ne e tagliente ironia, frantuma miti e mirag - gi sul futuro dell’energia e mostra i profondi – spesso decisivi – condizionamenti degli interessi politici e delle lobby economiche.
In breve
Tra finzione e realtà. La finzione è lo scheletro di questo libro, le ossa che lo tengono in piedi e lo fanno camminare. La realtà sono i muscoli e i nervi, che danno corpo al testo: le storie degli immigrati, le interviste, le inchieste, i dati statistici, le opinioni della destra xenofoba. Questo è il racconto di uno sciopero che, se mai accadesse, ci metterebbe in ginocchio.
20 marzo. Ore 00.01. È il caos, anzi la paralisi. I cantieri edili si fermano di colpo. Chiudono le fabbriche. Si raffreddano i forni a ciclo continuo nelle aziende di ceramica. Vuoti i mercati ortofrutticoli. Chiusi ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatena il panico: scompaiono badanti, colf e babysitter. È boom di ricoveri d’anziani e disabili negli ospedali. La sanità è in tilt. Si fermano i campionati di calcio, basket e pallavolo.Molte parrocchie restano senza preti. Tremano le casse dell’Inps. Nessuno se lo aspettava. “Blacks Out” – lo sciopero degli immigrati – avrebbe paralizzato il paese.
Vai al sito: www.blacks-out.com
Indice
Ore 00.00 Le ossa, la carne - Ore 9.00 L’uomo senza Luna - Ore 10.00 Gli affari di Lin - Ore 11.00 Caccia all’uomo - Ore 12.00 Badanti & Braccianti - Ore 13.00 Blacks Out - Ore 14.00 Preti part time - Ore 15.00 Domenica non si gioca - Ore 16.00 Il marocchino senza metrò - Ore 17.00 La paura dell’uomo nero - Ore 18.00 Una testa, un voto - Ore 19.00 Il tesoro degli immigrati - Ore 20.00 La crisi colpisce tutti - Ore 21.00 Il pane e le rose - Ore 22.00 È la stampa, bellezza! - Ore 9.00 «Buongiorno dottore» - Nota al testo - Bibliografia - Ringraziamenti - Indice dei nomi
Asia Bibi vive con il marito Ashiq e i cinque figli in un piccolo villaggio del Punjab, una regione del Pakistan orientale. È analfabeta, ma determinata a garantire ai suoi figli un futuro migliore, permettendo loro di studiare. Per questo, insieme al marito accetta di svolgere lavori umili e pesanti, E proprio mentre fatica con altre donne, stanca e assetata, Asia raggiunge il pozzo vicino, vi cala il secchio e riempie un bicchiere, dal quale beve a grandi sorsi un po' d'acqua fresca. Ma, inaspettatamente, quel gesto banale scatena l'ira delle sue compagne: lei, cristiana, ha osato contaminare l'acqua che spetta di diritto alle donne musulmane. Nel litigio che si scatena, d'improvviso esplode un insulto: "Blasfema!". In Pakistan, un'accusa simile significa morte certa e il destino di Asia è segnato. Il 14 giugno 2009 la donna viene incarcerata e, nel giro di un mese, un tribunale la condanna all'impiccagione per aver offeso il profeta Maometto. La sua vicenda diviene presto di interesse pubblico: alcuni ministri e politici pakistani si impegnano per farle ottenere la grazia ma pagano con la vita il loro tentativo, assassinati da estremisti islamici, mentre papa Benedetto XVI lancia un appello per la sua liberazione. In questi terribili due anni Asia progressivamente acquisisce una consapevolezza nuova, perché si rende conto di essere ormai un simbolo per tutti coloro che in Pakistan e nel mondo intero lottano contro la violenza esercitata in nome della religione.
Parigi, 7 gennaio 2015. Due estremisti islamici con passaporto francese fanno irruzione nella redazione di "Charlie Hebdo", uccidendone i più noti vignettisti al grido di "Allahu Akbar". L'azione ha lo scopo di vendicare il vilipendio della religione che la rivista avrebbe sistematicamente praticato, pubblicando vignette offensive della dignità dell'IsIam e del profeta Maometto. Seguono, a breve distanza, l'omicidio di Montrouge e l'assalto all'Hypercacher di Porte de Vincennes. Il mondo occidentale si indigna, ma si pone anche molti interrogativi sulla libertà di espressione, sul diritto di satira, sulla blasfemia. Le vignette di Charlie erano blasfeme? Cosa vuole dire "blasfemia"? E il diritto di non essere offesi non è in contrasto con la pienezza di una democrazia basata sulla libera discussione? Partendo dalla convinzione che il sapere e lo specialismo possano e debbano contribuire a affrontare problemi di portata così ampia, e con una ricaduta così importante sulla discussione pubblica, il volume mette a disposizione le riflessioni di importanti studiosi sui delitti di Parigi e sulle reazioni che hanno suscitato.
L'autrice di questo libro è al contempo Shahrazad, l'inesauribile narratrice, e la sua analista: attraversa la sua storia e quella dei suoi pazienti tessendo un filo che passa dal dolore per la morte del padre alle vite straziate da lutti e separazioni di chi ha vissuto la guerra da molto vicino. Un filo che, come un blues, passa dal lutto all'amore, dalla morte alla vita, sradicando contemporaneamente tutti gli stereotipi sull'Iran e le donne iraniane. In questo libro provo a "seguire le note del blues, dove c'è musica ma non melodia, dove l'improvvisazione scalza la composizione. Perché anche il blues, come la psicoanalisi, abita i margini: sia l'uno sia l'altra fanno parlare le anime del sottosuolo." Attraverso un viaggio musicale imprevedibile e vivace, fatto di psicoanalisi, autobiografia, attualità e cultura, l'autrice ci mette in guardia dal desiderio di una guarigione completa. È grazie alle ferite, non malgrado le ferite, che la vita merita di essere vissuta.
Vita, sogni e poesie del più grande musicista americano di tutti i tempi, l’uomo che negli anni Sessanta ha rivoluzionato la canzone, la musica folk e la musica rock mettendoci dentro la poesia che arrivava dal beat e dal blues e creando, in sessant’anni di carriera mai interrotta, un incredibile e immenso monumento di suoni e di parole che non ha mai più avuto eguali. Appena premiato con il Nobel per la letteratura, Robert Zimmermann - in arte Bob Dylan - è stato fin dal suo esordio e rimane ancora oggi l’inarrivabile riferimento di chiunque decida di mettere delle parole su una melodia. Nel volume, oltre al saggio introduttivo del critico musicale Dario Salvatori, notissimo volto TV fin dai tempi di Quelli della notte e Indietro tutta insieme a Renzo Arbore, una estesa biografia, una serie di imperdibili citazioni e dichiarazioni dell’artista, un’accuratissima discografia completa e circa trenta immagini rarissime.
Bobi Bazlen (Trieste 1902 - Milano 1965) è stato uno dei protagonisti più influenti della cultura italiana nel Novecento. Fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, consulente di Einaudi e delle più importanti case editrici italiane, grazie a lui venne scoperto Italo Svevo e pubblicata la letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Franz Kafka e Robert Musil. Capace di leggere indifferentemente in tedesco, italiano, inglese e francese, indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero "il suono giusto". Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all'antropologia e all'arte primitiva. Di madre ebrea e padre cristiano evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, misterioso, bizzarro anche nel vestiario, è rimasto sempre nell'ombra. Chi era dunque, Roberto, Bobi, Bazlen? Perché ha lasciato fantasmi irrisolti? Perché era amato da tanti, come la poetessa Amelia Rosselli, e avversato da altri, come il regista Pier Paolo Pasolini e lo scrittore Alberto Moravia? Una vita piena di passioni, amicizie profonde e frequentazioni di intellettuali come Elsa Morante, sullo sfondo della grande storia del secolo breve. Dalle mattinate passate nella bottega di Umberto Saba, al dialogo ininterrotto con Eugenio Montale, all'avventura della psicoanalisi, con Edoardo Weiss e Ernst Bernhard, di cui fu uno dei primi pazienti. Questo libro racconta un Bazlen inedito, attraverso lettere e testimonianze che riportano a Trieste, la città che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.
Letterato curioso, sempre alla ricerca del nuovo, Giovanni Boccaccio «nel corso della sua vita è stato attratto dai più disparati ambiti del sapere e, come scrittore, ha sperimentato un gran numero di generi letterari; è stato uomo di corte, mercante, amministratore del Comune; si è adoperato a diffondere la letteratura in volgare ed è stato parte attiva di elitari circoli umanistici. A tanta apertura e disponibilità si accompagna una straordinaria capacità di recepire, assorbire, introiettare: anche grazie a questa disposizione innata è diventato il più polivalente e sperimentale scrittore del suo secolo». Un genio multiforme dietro al quale, tuttavia, si cela un'inaspettata fragilità, come uomo e letterato: «Boccaccio accoglie, ma anche si adegua; si modella sugli ambienti circostanti, ridisegna il suo profilo intellettuale sulle aspettative altrui, o almeno, su quelle che lui ritiene tali». Dopo i volumi dedicati a Dante e Petrarca, Marco Santagata torna a parlare dell'ultima delle tre corone fiorentine. All'analisi critica delle singole opere, Santagata predilige un discorso unitario che tiene insieme storia politica e sociale, panorama culturale e biografia. Dall'infanzia tra Certaldo e Firenze al trasferimento a Napoli, dagli studi di diritto alla nascita del romanziere, dall'incontro con Petrarca e l'umanesimo fino alla vecchiaia, il racconto delle vicende biografiche di Boccaccio e insieme della sua carriera di scrittore e di intellettuale.
Boccaccio medievale ha rinnovato una tradizione critica inadeguata, che appiattiva il capolavoro trecentesco a semplice espressione dei secoli bui o lo proiettava già nel Rinascimento. Branca – il più importante studioso italiano di Boccaccio – ci ha restituito del Decameron un ritratto equilibrato, oggettivo, plasmato su un’indagine stilistica e filologica. Ne risultano valorizzate la coerenza interna, la natura non banalmente autobiografica, la centralità della cultura del Medioevo cristiano (la stessa di Dante e Tommaso), il rapporto con le opere precedenti e successive dell’autore. Frutto del lavoro appassionato e delle meditazioni di una vita, questo saggio si è ormai inserito tra i classici irrinunciabili della critica letteraria.
Per te che credi di sapere tutto sul sesso, ma poi ti scontri con domande impegnative e non sai con chi parlarne: qual è l'età giusta per i primi rapporti sessuali; qual è la persona giusta con cui farlo? Che differenza c'è tra fare sesso e fare l'amore? Età di lettura: da 12 anni.