
Un libro per riflettere sul nostro modo di considerare l'intelligenza. Da quando sono stati creati i primi test, agli inizi del Novecento, fino ai giorni nostri. Che si tratti di bambini dotati, superdotati o intellettualmente precoci, non appena si parla di un bambino che possiede un alto potenziale di intelligenza, ci si immagina la storia di un bambino in difficolta nella scuola, infelice, che finalmente viene riconosciuto come superdotato e quindi riabilitato. Al di la di questa favola moderna, questo libro mostra come siano diversificate le situazioni dei bambini superdotati, le difficolta psicologiche che possono incontrare, le soluzioni che possono essere adottate in loro favore in ambito scolastico e medico. A partire dall'analisi dei test di intelligenza, i soli che permettono di individuare con certezza i bambini intellettualmente precoci, il libro ci fa riflettere sul nostro modo di considerare l'intelligenza, da quando sono stati creati i primi test ai giorni nostri.
Storie di Bambini "senza ali". Uno sguardo sulle inconcepibili difficoltà che si possono trovare a vivere i bambini. Storie di vita difficili, estreme. Storie di bambini che nell'età della spensieratezza hanno conosciuto malattia, disabilità, emarginazione, dolore, solitudine, abbandono. Quelle dei bambini Rom, dei bambini "senza ali" che vivono in carcere, delle piccole vittime di conflitti familiari o di abusi psicologici e sessuali, dei malati oncologici e dei bambini affetti dalla sindrome di Down. Il volume intende aprire uno squarcio su queste realtà "invisibili" mettendo in luce le difficoltà a volte inconcepibili in cui i bambini possono venire a trovarsi, ma anche le buone prassi attuate nel mondo della scuola, in quello della cura pediatrica e del sociale.
Il libro affronta un argomento di drammatica attualità: il femminicidio e la sorte dei figli, chiamati «orfani speciali», la cui madre è stata uccisa dal padre. La trattazione si articola su due fronti: da una parte mette a fuoco l'entità del fenomeno, con dati e valutazioni della Commissione Ministeriale sul Femminicidio, spiega la relazione tra femminicidio e violenza domestica e descrive le caratteristiche genitoriali di omicida e vittima; dall'altra illustra le conseguenze traumatiche sull'orfano nel breve e lungo periodo e il conseguente danno evolutivo. Presenta quindi linee guida e buone prassi di intervento e supporto per l'accompagnamento dell'orfano nel suo percorso formativo e di inserimento sociale.
"Definire "pigro" un bambino significa non aver capito nulla di lui." Quello che spesso chiamiamo "pigrizia" è in realtà uno stato psicofisico che ha delle ragioni accertabili, molto simili a ingranaggi inceppati, ad anelli deboli della catena che regola il buon funzionamento della mente e del corpo di ognuno di noi. MeI Levine, esperto dei problemi dell'apprendimento, individua otto cause di scarso rendimento, e le illustra una per una con il racconto di un caso esemplare: disfunzione motoria; difficoltà di memoria a lungo termine; scarsa capacità di controllo dell'"energia mentale"; impulsività e frenesia sociale; inadeguatezza linguistico-espressiva; difficoltà di ideazione e di elaborazione di pensiero critico e creativo; problemi di organizzazione.
Il tema dell'infanzia è trattato in questo volume collettaneo e interdisciplinare con una sensibilità pedagogica e sociale che rende l'oggetto di studio quanto mai vivo. I bambini, nella prima parte del testo, sono pensati a partire da esperienze politiche, scolastiche, di sistema e metodologiche con l'intenzione di definirne più rappresentazioni ed immaginari collettivi. Nella seconda parte, invece, le infanzie sono vissute e sono raccontate per mezzo di esperienze (attuali o che attraversano il tempo) che accompagnano il lettore in luoghi e spazi nei quali sfidare nuove figurazioni. Il comune denominatore è il rapporto tra la società (rappresentata da adulti decisori, governatori, insegnanti, educatori, genitori, salvatori) e l'infanzia, un mondo ricco e delicato, potente e al contempo fragile.
Chi sono i bambini pensati? Sono i bambini o i "bambini negli adulti" che hanno la possibilità di guardare e di essere visti, per poter così guardare a loro volta. Sono coloro che hanno o hanno avuto la possibilità di avere un posto nella mente dell'Altro, di essere stati desiderati dall'Altro. Sono i bambini che sono stati pensati e sognati dall'Altro, l'Altro per loro significativo. Il fatto è che in quanto esseri umani siamo .costituzionalmente. destinati ad inserire noi stessi all'interno di un mondo che ci pre-esiste. Non è possibile quindi negare che la natura di questo "incontro" condizionerà più o meno fortemente il nostro stato di esistente. La cornice teorica di riferimento per questo lavoro è il legame intersoggettivo. Si parla dunque di "contagi", come di "incontri di menti".
Provate a immaginare un luogo all'aria aperta dove i bambini giocano e corrono liberamente, vanno in bicicletta con il sole e con la pioggia, esplorano, si confrontano, decidono in autonomia. Immaginate una casa dove l'ora della nanna non richiede liti e pianti, e una scuola dove i compiti non diventano una gara allo sfinimento. Immaginate una famiglia dove genitori felici crescono bambini felici. Non è un sogno: è il metodo olandese. Secondo un recente rapporto Unicef, i figli degli olandesi sono i più felici al mondo: in un Paese dove l'infanzia significa indipendenza, gioco e pochissimi stress accademici, l'educazione produce bimbi sereni e adolescenti socievoli. Rina Mae Acosta e Michele Hutchison - mamme e scrittrici, rispettivamente statunitense e inglese, residenti da anni nei Paesi Bassi -, hanno scoperto l'efficacia del metodo olandese: un approccio semplice e liberatorio, che propongono in un libro ricco di idee e consigli pratici. Con una promessa: ciò che rende i bambini felici adesso li farà diventare adulti capaci in futuro. La formula magica per la felicità esiste, ed è un misto di libertà, amore e fiducia, meglio se conditi con un po' di granella di cioccolato a colazione.
Per crescere sereno e felice un bambino deve sentirsi sicuro di sé. Chi crede nelle proprie capacità e risorse non si lascia scoraggiare dai fallimenti, affronta con intraprendenza le novità, vive le sfide come un gioco, diventa presto autonomo e soprattutto si mostra aperto, propositivo e curioso. Non si tratta di una dote innata, ma di un'attitudine che può essere coltivata fin dai primi mesi. Proprio per questo, la pedagogia Montessori - sempre più apprezzata a livello mondiale per la sua efficacia, tanto che anche William e Kate l'hanno scelta per i figli - ha fatto dell'autostima uno dei suoi principi cardine, sviluppando attività mirate ad alimentarla e consolidarla. Per esempio, è fondamentale predisporre al termine di ogni esercizio una fase di controllo, durante la quale il bambino può correggersi da solo e raggiungere con orgoglio l'obiettivo, senza ricorrere all'aiuto di un adulto. Questo libro, scritto da una pedagogista Montessori, propone cinquanta attività che si possono realizzare a casa o a scuola con materiale di uso comune. Calibrate in funzione dell'età e delle capacità, dalla nascita fino alle primarie, favoriscono l'apprendimento spontaneo, rendono più facile l'approccio alla lettura, alla matematica e alle lingue straniere, stimolano la costruzione del vocabolario e la comprensione del mondo.
L'andare a scuola è l'occasione che viene offerta ad ogni bambino per poter affrontare nuovi rapporti, nuove interazioni, nuove conoscenze. Il presente volume aiuta i genitori a preparare il figlio a questa prova così importante, a staccarlo dall'ambiente familiare della casa ed avviarlo ad avventurarsi nella nuova realtà scolastica con la sicurezza e la fiducia di trovare e ricevere buone cose.