
“Si può vivere legati l’uno all’altro nella buona e nella cattiva sorte e scoprire a un certo punto che esiste un mondo parallelo, in cui il partner conduce, silenziosa e segreta, un’altra vita. In quel mondo la persona che si pensava di conoscere fin in ogni piega dell’anima interpreta ruoli inediti, lontanissimi da ciò che credevamo noto e indiscutibile. Eppure, a chi è capace di guardare dentro se stesso con lucidità e con un po’ di spietatezza accade quasi sempre di scoprire, isolando indizi lungamente trascurati, che molto di ciò che appare improvviso e nuovo era presente fin dall’inizio. Certe laceranti sorprese non arrivano a tradimento da un altrove sconosciuto; ignorate (ma spesso oscuramente intuite), costituiscono sin dall’inizio il retroterra della maggior parte dei rapporti che legano tra loro gli uomini e le donne, i genitori e i figli, gli amici e i nemici.” Ogni relazione (coniugale, familiare, amicale...) presenta lati oscuri. E sono proprio questi lati oscuri dell’amore che Gianna Schelotto affronta, racconta e spiega in questo suo nuovo saggio. Con una sensibilità psicologica e un’abilità di scrittura capaci di insinuarsi nell’animo di chi legge, proprio come si insinuano i dubbi.
Un saggio sulla sofferenza, per imparare ad affrontarla e convivere con essa.
L'opera di Sigmund Freud ha rivoluzionato a tal punto la cultura contemporanea da potersi annoverare tra gli eventi capitali del Novecento. La ferrea impalcatura teoretica, la rivoluzionaria novità dell'approccio scientifico, la peculiarità del lavoro terapeutico del medico viennese, unite al magnetismo della sua personalità, sono state in grado fin da subito di attrarre seguaci e di assicurarsene in molti casi una fedeltà quasi assoluta. Rispetto all'abbondante produzione storiografica dedicata alla psicoanalisi, e in particolare al monumento agiografico Vita e opere di Sigmund Freud di Ernest Jones, Freud e i suoi seguaci di Paul Roazen possiede un'originalità di impostazione e una vivacità di esiti narrativi che l'hanno trasformato con il tempo in un punto di riferimento obbligato per la ricostruzione di quello straordinario momento di gestazione del sistema di pensiero freudiano e del suo divenire "impresa" culturale, grazie soprattutto allo sforzo congiunto del gruppo di collaboratori di cui il maestro seppe circondarsi.
Al centro lui, lo psicologo – alle prese con il malessere del mondo, il mondo che gli passa davanti in cerca di una via d'uscita, in cerca di sollievo, a volte alla ricerca di niente.
La signora A. ha la capacità di logorare i nervi e a ogni seduta dice di avere novità "importantissssssime". Il signor K. è molto solo, e i suoi problemi sono cominciati con una frattura, ma non esistenziale, una dolorosa frattura del polso. Il signor C. si sente la depressione addosso, come una pellicola adesiva, e ha cambiato decine di terapeuti. Il signor I. dice che va in crisi "se gli capita di vedersi mentre fa l'amore con la moglie". Il signor N. ha serie difficoltà a controllare l'aggressività. Il signor R. ha un problema con le donne: negli ultimi tre mesi ha avuto sei appuntamenti con sei donne diverse, e non ce n'è uno che abbia funzionato. La signora O. racconta che ogni tanto "si tocca dentro con il marito", nel senso che ha piccoli scontri, incomprensioni, litigi. Il signor M. è per sua stessa ammissione perennemente incazzato.
Lo psicologo Massimo Cirri racconta i suoi straordinari incontri in un Centro di Salute Mentale. Ai personaggi umanissimi, toccanti e divertenti che invadono il centro, Cirri alterna esilaranti momenti di vita vissuta all'interno del Sistema sanitario nazionale, graffianti dialoghi con infermiere e dottoresse, la saudade del vivere giorno per giorno, trovando pure il tempo per psicanalizzare se stesso. Sempre, ed esclusivamente, con leggerezza e un tocco di sano disincanto.
Approfondimento
"A parte qualche mese come bracciante agricolo – da studente vendemmiavo sangiovese e canaiolo alla Fattoria di Capezzana – ho sempre lavorato nei servizi pubblici di salute mentale. Dapprima tutto il giorno, poi part time, dalle nove alle tredici, perché il pomeriggio parlavo alla radio. Può capitare anche questo nella vita. Ma la mattina era più un ascoltare, anche se pure lì ogni tanto ho detto qualcosa. Una passeggiata, diverse passeggiate, nell'intimità delle persone. Andando dove ci portavano le parole e le questioni. Condividendo un po' – credo sempre troppo poco – paure, possibilità, intelligenze, noia, dolori e visioni del mondo. A volte allontanandosi molto, altre restando in zona. O girando in tondo. Quasi sempre attraverso territori e paesaggi belli di per sé e più attraenti ancora per uno come me, venuto su con un carattere un po' asserragliato.
Alcune di quelle passeggiate – o parti di esse, frammenti, intersezioni – col tempo si sono depositate nei miei pensieri e alla fine hanno ispirato queste pagine. Complici un invito a pranzo di Katiù Giarlanzani e la paziente sollecitazione di Alberto Rollo. Con desiderio di condivisione. Per l'idea che una linea ininterrotta di umanità unisca me, il più banale dei normali, con l'altro, il più estremo dei folli. E l'altro sono sempre io.
Sono affettuosamente grato alle persone che mi hanno accolto nei loro racconti di allora. Spero che queste differenti rivisitazioni ne restituiscano l'umanità.
Se proprio non pioveva a dirotto sono sempre andato al Centro di salute mentale in motoretta."
Massimo Cirri
Come mai restiamo spesso incastrati in situazioni da cui non riusciamo a uscire? Perché spesso non otteniamo ciò che ci sta a cuore? Cosa ci impedisce quella capacità di cambiamento che ci salverebbe dall’opprimente sensazione di impotenza che spesso avvertiamo? L’ipotesi dell’Autore è che alla base di ciò vi sia la nostra irriflessa e fisiologica attitudine a essere sempre “noi stessi”, prigionieri di un Io che tende a cristallizzarsi in una intricata rete di modelli, le cui pareti di vetro – interfaccia tra noi e il mondo – non riusciamo più nemmeno a scorgere. Sulla scorta di questo presupposto, attraverso suggestioni provenienti da diversi ambiti disciplinari (neuroscienze, scienze cognitive, filosofia, PNL, fisica quantistica), l’Autore ci conduce in uno straordinario viaggio nei meccanismi grazie ai quali il nostro Io/mente costruisce le trame della percezione – che appare a noi come “realtà data”, ma che tale non è –, le routine cognitive ed emozionali che tolgono libertà, gli schemi fissi di risposte che producono sofferenza. Il lettore imparerà a conoscere questi meccanismi e a smontarne le disfunzionalità per renderli alfine allineati ai suoi concreti obiettivi, finalmente chiari e raggiungibili. Il libro traccia quindi un percorso verso l’eccellenza, la libertà, l’equilibrio emozionale e la crescita personale, percorso che è reso ancor più avvincente da una scrittura coinvolgente e godibile, ricca di rimandi alla vita quotidiana e considerazioni pratiche.
Paura di essere lasciati ma soprattutto desiderio di dominare la vita dell'altro: la gelosia è una passione ambigua, devastante per alcuni e sconosciuta ad altri. L'autore ne segue l'evoluzione storica, dall'antico timore di essere traditi fino alla sua attuale svalutazione sociale, e spiega anche cosa hanno da dire su questa passione le scienze biologiche, la psicologia e la psicoanalisi. Casi tratti da letteratura, cinema e teatro, ma anche esperienze cliniche di gelosie paranoiche e ossessive completano il quadro policromo, spesso stupefacente, dei molti modi di essere gelosi.
Sergio Benvenuto, psicoanalista e filosofo, lavora a Roma come ricercatore al Cnr (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione) e co-dirige l'"European Journal of Psychoanalysis". Con il Mulino ha già pubblicato "Dicerie e pettegolezzi" (2000) e "Accidia" (2008).
Come aiutare bambini e adolescenti a conquistare una crescita serena, una personalità solida e una relazionalità sana.
È un libro che sta all’incrocio tra diverse discipline: psicoanalisi, filosofia e neuroscienze. Interesserà non solo agli psicoterapeuti, ma anche ai filosofi e altre figure professionali.
Tra i tanti fenomeni emergenti di questi ultimi anni c'è sicuramente la crisi dell'uomo, inteso come maschio. È debole, demotivato, solo. Alcuni uomini sono depressi, ansiosi; sperimentano un senso di inadeguatezza in famiglia, sul lavoro, e con gli altri uomini. Hanno scarsa autostima e poca fiducia in sé e nelle proprie capacità; si sentono timidi, deboli. Le ricerche dicono che aumenta l'impotenza maschile, l'ansia da prestazione sessuale, l'infertilità maschile persino una graduale riduzione del desiderio sessuale e del livello di testosterone. È una crisi di virilità. Intesa come disponibilità a rischiare la vita per salvarla, per salvare l'onore (la dignità umana), per la fedeltà ai propri valori; intesa come assertività, coraggio, fortezza. La crisi della virilità è per l'uomo una crisi d'identità: egli non sa più chi è, come è, come dovrebbe essere e come lo vogliono gli altri. Ci prova, ad accontentare tutti, ma non funziona: sembra che nessuno sia contento di lui. È una crisi inedita nella storia dell'umanità. Non è mai accaduto che così tante persone restassero senza risposta davanti agli interrogativi: "Chi sono? Qual è il mio ruolo? Qual è il mio posto nel mondo?".
Françoise Dolto dialoga con Juan-David Nasio su un tema che le sta a cuore, l'immagine inconscia del corpo. È il lato in ombra e inconscio del corpo, un lato che si è formato nelle relazioni primarie, quella con la madre innanzitutto e poi quelle con tutti gli altri con cui il bambino è entrato in relazione. Il dialogo è ricco di annotazioni sulla pratica analitica con i piccoli, sul linguaggio significante come orientamento del desiderio e sulle pulsioni. Inoltre mostra un'interpretazione teorica del concetto lacaniano di "stadio dello specchio" che attribuisce maggiore attenzione agli intrecci percettivi dei diversi sensi.
Qual è il senso della sofforeneza? Una lettura interdisciplinare prova a spiegarne i risvolti proponendo una chiave di lettura positiva.