
Uno dei temi più alti della riflessione teologica di Hans Urs von Balthasar è la missione di Cristo nel mondo, dall’incarnazione
sino alla sua morte di croce. Questo tema lo vediamo espresso nel prefazio della seconda preghiera eucaristica, nella quale troviamo una preghiera rivolta al Padre, una al Figlio ed una allo Spirito Santo, e descrive ciò che fa il Padre, dicendo: Tu « lo hai mandato a noi come Salvatore e Redentore ». In queste parole noi troviamo la decisione e l’invio del Figlio, dal seno della Trinità, che si fa uomo nel grembo della vergine Maria, per opera dello Spirito Santo, che ci rivela il mistero del Dio invisibile, presentandosi a noi come sua immagine visibile e suo estremo amore nella gloria del suo morire.
Noi ora ritroviamo nella preghiera eucaristica questa decisione eterna di Dio e al vediamo attualizzata oggi nel prefazio della seconda
preghiera eucaristica. Come il Cristo giunge ad essere salvatore in un dramma fino a dare la sua vita, von Balthasar lo presenta nella trattazione della kenosi, in cui Gesù Cristo, versando il suo sangue, stabilisce la nuova ed eterna alleanza, tra Dio e l’uomo redento. In termini balthasariani, noi vediamo ora che nella preghiera eucaristica si ripete, si attualizza il sacrifico di Cristo, si sparge di nuovo il suo sangue. Ora, quel che avviene sull’altare, non è altro che una kenosi totale che Cristo fa di se stesso: offre il suo corpo e versa il suo sangue per noi, per la salvezza di tutti Quello che fa Cristo sull’altare è il modello paradigmatico del suo sacrificio. Questo aspetto kenotico della nostra salvezza è l’elemento fondamenale di una teologia liturgica soteriologica. Proprio in questa kenosi totale dello svuotarsi completamente sull’altare nel sacrifico della messa, noi vediamo, seguendo la riflessione teologica di von Balthasar, concretizzata la nascita di una teologia della salvezza.
Lo Spirito Santo è il Signore della koinonia. Senza di lui Cristo non può essere accolto, la fede diventa un insieme di concetti, ma senza la vita. Non è allora strano che l’evento che ci genera alla vita di Dio – il battesimo – sia per eccellenza un fatto pneumatico. La tradizione battesimale siriaca, estremamente feconda, è fondamentalmente un ampio commento dei passi del Nuovo Testamento sul battesimo, ma con tutte le risonanze che autori di lingua semitica possono cogliere in ciascuna delle sue espressioni, nella cassa di risonanza dell’intera Bibbia. In particolare, questa tradizione descrive il battesimo come la caparra dello Spirito nei nostri cuori. Il rito stesso conferisce il dono dello Spirito e si configura pertanto come una Pentecoste personale. Se vissuta fino alla sua piena potenzialità, la vita del battezzato diventa allora un’anticipazione in questo mondo della vita nuova della risurrezione. Questo studio degli uffici battesimali delle varie Chiese siriache, condotto da uno dei più grandi specialisti in materia, fa emergere i tratti distintivi di questa tradizione in tutta la sua ricchezza, facendo cogliere implicitamente tutta la problematicità degli sviluppi occidentali della liturgia battesimale, con la separazione nel tempo tra battesimo e crismazione.
Tra l'8 novembre 2017 e il 4 aprile 2018, durante l'Udienza del mercoledì, papa Francesco ha tenuto un ciclo di catechesi dedicate alla Messa, in particolare alle diverse parti della liturgia eucaristica, che comincia con il segno della croce - da insegnare bene ai bambini fin da piccoli - e si conclude confluendo nella vita di tutti i giorni. Il testo raccoglie tutte e quindici le catechesi, un vero e proprio vademecum per comprendere e approfondire il significato teologico della celebrazione eucaristica, imprescindibile dagli aspetti liturgici. La Messa deve trasformare la vita in una «Pasqua fiorita»: questo l'invito di Francesco rivolto a tutti e a ciascuno.
«L'antologia dei più importanti lavori pubblicati in campo astronomico tra il 1900 e il 1975 contiene ben sei articoli di Eddington contro i quattro di Einstein e Hubble. Nessuno lo supera e nessuno lo eguaglia» (Patrizia Caraveo, astrofisica italiana). Ma oltre che un grande fisico e un maestro, Eddington fu, come tutti i geni, anche un uomo sensibile al fascino della speculazione filosofica e teologica. Questa meditazione che ci ha lasciato, La Scienza e il mondo invisibile, ne è un saggio d'inossidabile attualità, che si colloca nel solco di una storia più ampia, spesso sconosciuta se non deliberatamente trascurata, che passa da giganti della scienza come Newton, Kelvin, Faraday e che a Eddington fa dire: «Per quanto mi riguarda non ho dubbi, riesco a sentire il pensiero di Dio».
Armido Rizzi (1933) è teologo e filosofo tra i più noti e innovativi, già docente in diverse Facoltà teologiche, fondatore del Centro Sant'Apollinare di Fiesole dove ha promosso numerose iniziative di divulgazione teologica. Ha collaborato a diverse riviste (Servitium, Rivista di Teologia morale, Filosofia e Teologia) ed è stato autore di più di 30 saggi. Il teologo Carmine Di Sante, suo allievo ed "erede intellettuale", in questo libro ricostruisce l'originale pensiero teologico di Armido Rizzi con il pregio di riassumere in un'unica opera un pensiero che si dispiega in decine di pubblicazioni e numerosi articoli. Il libro compie una vera e propria operazione di "de-ellenizzazione"della teologia, di abbandono delle categorie filosofiche e metafisiche di derivazione platonica in cui per secoli sono stati improntati lo studio e l'annuncio della Parola biblica.
Se c'è una parola che non perde mai di attualità questa è sicuramente la parola "liberazione". È su di essa che si sofferma il monaco benedettino, biblista e teologo della liberazione, il brasiliano Marcelo Barros, illuminandone il significato alla luce dei testi biblici e in particolare del tema giubilare, ma anche rispetto a quella riflessione in cui si è distinta la teologia latinoamericana a partire dall'inizio degli anni '70. In piena fedeltà al metodo tipicamente latinoamericano del "vedere, giudicare, agire" (prima osservando i "segni dei tempi" provenienti dalla realtà dei popoli, poi interpretandoli alla luce della Parola di Dio e infine traducendo tutto ciò in esortazioni e impegni concreti) Marcelo Barros riflette sul significato di una teologia e di una spiritualità liberatrici per il nostro presente, come risposta all'invito divino a trasformare il mondo e a costruire resurrezione laddove si incontrano oppressione e morte. Nella convinzione che la ricerca di liberazione sia una questione di fede, un tema teologale e teologico. E che, per questo, ogni autentica teologia cristiana non possa non essere, in qualche modo, una Teologia della Liberazione.
Che cosa significa oggi intelligenza emotiva? Qual è il suo valore quasi alla fine del primo quarto del secolo XXI? Non sarebbe il momento di affrontare le tremende sfide sollevate dallo straripante progresso scientifico? Sono gli interrogativi da cui ha preso le mosse questo interessante volumetto di padre Luis Jorge González, il quale ha saputo assemblare sapientemente conoscenze scientifiche, spiritualità, pedagogia e tanta esperienza di vita nel campo del Counseling. Teresa di Lisieux ci guiderà, attraverso il suo caso, in un percorso di blocco-sblocco-sviluppo dell'intelligenza emotiva.
In questo volume sono raccolti gli aforismi di tre delle opere più significative del filosofo francese Gustave Thibon: L'échelle de Jacob del 1942, L'ignorance étoilée del 1974 e Le voile et le masque del 1985. L'essenzialità e la pregnanza dell'aforisma danno perfetta forma alla profonda riflessione di Thibon sullo smarrimento spirituale e morale dell'uomo contemporaneo che, affrancatosi da Dio, è divenuto prigioniero dei falsi idoli e miti del progresso che si è costruito. L'unica nobiltà e l'unica via di salvezza dell'uomo consistono per Thibon nel riscatto del tempo attraverso la bellezza, la preghiera e l'amore, impronte terrene dell'Eterno. Perché «tutto ciò che non appartiene all'eternità ritrovata appartiene al tempo perduto».
La straordinaria testimonianza del colloquio tra un padre e un figlio, oltre i limiti della morte. Una storia avvincente di dolore, di fede e di speranza, un annuncio rivolto al mondo: esiste l'aldilà.
"Per essere educatori c'è bisogno di fare un passaggio molto intimo, personale, umanizzante, che non ha a che fare con le capacità organizzative, ma con la capacità di guardarsi e di scoprire che in ognuno di noi, nella nostra vita più intima e profonda, non siamo degli angeli caduti magari per sbaglio sulla Terra: per "annunciare a tutti la Salvezza" dobbiamo imparare a guardare che anche in noi c'è qualcosa che andrebbe "evangelizzato" ancora, di nuovo, forse per la prima volta. Questo è un libro tenero e allo stesso tempo molto duro. È un libro che potrà accompagnare ogni giovane o ogni adulto che sentirà dentro la voglia di donarsi per annunciare la bellezza della proposta del Vangelo. Questo libro aiuta a guardarsi dentro, a essere speleologi della più profonda vita e a considerare con delicatezza le cose (anche nostre) più strambe per provare ad abbracciarle. E poi... non lasciarle."
Sono parole che San Francesco, col suo latino creativo, scrive a frate Leone su una piccola pergamena ancor oggi custodita presso il Duomo di Spoleto. Rimandano al calore di un dialogo prolungato, capace di distogliere i pensieri dalla fatica del cammino: Francesco non credeva fossero necessarie abitazioni stabili per i suoi seguaci, quindi gran parte della vita dei primi frati si svolgeva in via, lungo la strada. aperti alle sorprese che ogni cammino riserva.