
Il libro intende esplicitare il senso del più noto principio balthasariano, quello mariano (il sì docile e incondizionato di Maria al disegno salvifico del Padre per mezzo del Suo Unigenito), principio fondante tutta la realtà cristiana, la natura, i ministeri della Chiesa, come "la sfera onnicomprensiva" della vita del Popolo di Dio e di ogni credente. L'interesse su tale principio oggi è ampio e diffuso, specie in riferimento al ministero ordinato nella Chiesa Cattolica. Balthasar fa continui riferimenti a questo principio, sia per la sua riflessione mariologica sia per la ministerialità nella Chiesa; le frequenti citazioni dai suoi testi consentono di "lasciare la parola" al teologo svizzero perché si possa cogliere meglio il suo pensiero.
I racconti pasquali dei quattro vangeli sono caratterizzati dalla molteplicità dei testimoni e delle esperienze, a volte addirittura contraddittorie. Nel presente volume si cercherà di focalizzare l'attenzione sulle modalità del riconoscimento del Risorto da parte dei testimoni. I segni del terremoto, della tomba vuota, degli angeli nel sepolcro, dei teli e del sudario sono stati sufficienti di per sé a muovere alla fede pasquale? Come qualificare l'incontro con i testimoni? Reale, fisico o allucinazione? Da cosa è dipeso? Cosa emerge dai racconti? Accanto al motivo del riconoscimento del Risorto, ne saranno considerati gli effetti a livello personale e comunitario. Infine, si proverà a rispondere alla domanda se, dai testi dei vangeli, possiamo rilevare le tracce di un possibile incontro di Maria con il Risorto ed, eventualmente, a partire da quali presupposti.
L'idea di questo volume nasce con l'intento di dare seguito a quanto affermato nella Relazione di Sintesi della Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, lì dove si chiede di «promuovere, in sede opportuna, il lavoro teologico di approfondimento terminologico e concettuale della nozione e della pratica della sinodalità prima della Seconda Sessione dell'Assemblea» (1p) e si richiede pure «un analogo chiarimento (per) le implicazioni canonistiche della prospettiva della sinodalità» (1q). In tal senso, si è ritenuto opportuno lavorare per approdare ad un ulteriore chiarimento della nozione di sinodalità come tratto costitutivo della Chiesa (inerente al soggetto ecclesiale in rapporto alla sua identità) e come "stile ecclesiale" (modo di essere ad intra e ad extra), sanando la dicotomia tra definizione/nozione di "sinodalità ecclesiale" e pratica/esercizio della sinodalità. La questione che ha orientato il lavoro è stata la seguente: Qual è lo specifico di una teologia della sinodalità, che ci aiuti a riscoprire il carattere sinodale della Chiesa ("costitutivamente sinodale"), a partire da una lettura e un'analisi del processo sinodale in corso? Tale problematica ci introduce alla comprensione teologica della pratica sinodale (o esercizio della sinodalità), intesa come "stile ecclesiale" già in atto, per giungere a chiarire la nozione di "sinodalità ecclesiale".
In un'epoca di cambiamenti sociali e culturali, la questione del sacerdozio femminile continua a sollevare dibattiti accesi e riflessioni profonde. Ci sono delle ragioni teologiche, storiche e dottrinali dietro la decisione della chiesa cattolica di non accettare questo argomento complesso e spesso frainteso: Gesù Cristo ha scelto solo uomini come suoi apostoli, e lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato che la Chiesa non ha l'autorità di ordinare donne come sacerdoti. C'è però chi, come il liturgista Andrea Grillo, confuta queste posizioni e ritiene che un sinodo dei vescovi può ripensare il ruolo delle donne nella Chiesa, a partire proprio dal diaconato e dal sacerdozio.
Indagare in chiave teologica il fenomeno della repressione delle streghe: è questa l'intenzione di Chiara Giuliani, che ha rivolto la sua attenzione al Malleus maleficarum di Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, il più famoso manuale inquisitoriale della storia, pubblicato per la prima volta a Strasburgo nel 1486. Dopo una ricognizione storiografica (capitolo I) e un’analisi storica del fenomeno della "caccia alle streghe" (capitolo II), l'Autrice ripercorre la genesi della concezione tardo-medievale della stregoneria (capitolo III), per giungere a un'analisi critica della parte teologica del Malleus decodificandone il linguaggio tardo-scolastico e ricostruendone il senso (capitolo IV). Ciò ha permesso di proporre un'ermeneutica teologica del trattato a riguardo dell'idea di Dio, di uomo e di donna a esso sottese (capitolo V).
Il primo volume della teologia sistematica di McClendon (in tre volumi), scritta alla luce di una visione battista è dedicato all'Etica, considerata come la soglia della casa della teologia. Essa è trattata "pedagogicamente" per prima perché "è bene che gli studenti che iniziano lo studio della teologia non si confrontino con quei temi filosofici che sono più lontani dalla loro vita quotidiana" (Volpe).
Nell'Etica cerchiamo la risposta alla domanda: in che modo deve vivere la chiesa per essere tale?
Nelle pagine di questo libro, Adam Mabry ci accompagna in un viaggio profondamente umano e incredibilmente necessario attraverso i deserti della vita, dove Dio sembra averci lasciati soli. In momenti in cui il silenzio del cielo pesa più delle tempeste della vita, "Quando Dio sembra scomparso" ci offre una lanterna per ritrovare la via giusta. L'autore non si limita a descrivere il dolore dell'abbandono spirituale, ma ci guida con dolcezza verso una rinascita della fede, attraverso storie personali, riflessioni bibliche e una teologia accessibile a tutti. Perché Dio sembra assente quando abbiamo più bisogno di Lui? Come possiamo mantenere la speranza in un mondo che spesso non ha senso? Queste domande, che toccano l'anima di ciascuno di noi, trovano risposta in un dialogo aperto e sincero, che non teme di affrontare i dubbi e le incertezze con coraggio e onestà intellettuale. Mabry esplora le ragioni di questa apparente assenza divina e ci mostra come, anche nei momenti di maggiore oscurità, la luce della speranza possa ancora brillare, guidata dalla promessa di un Dio che non ci ha mai lasciati.
«Il Vangelo mi rivela che la vita è una caccia al tesoro, la ricerca di una perla da tanto tempo desiderata, un viaggio nell'anima. Stare fermi significa spegnersi, avvilirsi, far diventare la fede un museo da custodire mentre, invece, è un giardino da coltivare. Allora rileggo ciò che vi scrivo e continuo a cercare Dio, dopo averlo già trovato. E, alla sua luce, tento di trovare me stesso. E il senso della vita». "Dio c'è ed è bellissimo", recitava il titolo del primo libro del teologo Paolo Curtaz. Tuttavia, ad oggi, la stragrande maggioranza delle persone, anche coloro che si professano credenti, è convinta che la religione serva a fornire una sorta di guida per diventare «buoni», un'indicazione etica, un (limitante e noioso) percorso morale e che, in fondo, Dio ce l'abbia un po' con tutti noi. Altrimenti, perché ci succedono cose brutte e le nostre preghiere non si avverano mai? Ne sa qualcosa proprio Curtaz, che dall'uscita del primo libro ha dovuto affrontare diversi gravi problemi di salute, e che convive ora con un dolore diventato una costante nella sua vita. E allora come si può, quando ci capitano tragedie improvvise e inspiegabili, continuare a pensare che Dio c'è, è bellissimo e, addirittura, ci ama? In questo nuovo libro, l'autore ci mostra che è proprio nei momenti più bui, quando con più forza cerchiamo la fede, che scopriamo che Dio non ce l'ha con noi, e che il cristianesimo non è una questione di rettitudine, ma di innamoramento: Dio c'è, ed è innamorato. Con il suo stile ironico e unico, Paolo Curtaz ci accompagna alla scoperta del Vangelo, spronandoci ancora una volta a riflettere con lui sulla verità del messaggio cristiano, scevro dalle false credenze e dai pregiudizi che ne celano il senso più puro.
La preghiera è una questione profondamente politica perché in essa si riflette il rapporto tra religione e società. Se deve essere un'esperienza condivisa e reale, la preghiera richiede che la città la permetta e le dia significato, che la chiesa non sia ristretta a piccole cerchie ma sia una comunità di poveri e che la società non distolga l'attenzione dalla vocazione spirituale di ogni persona. Si tratta di mettere in campo la questione della libertà religiosa per i singoli come per le comunità e di favorire luoghi di dialogo delle comunità religiose tra loro e con tutti.
Le religioni sul tema della Resurrezione hanno dato nel corso della storia le loro risposte, il cristianesimo ha centrato il suo messaggio di salvezza sulla Resurrezione di Gesù di Nazareth e sulla promessa di una "vita eterna". A fronte oggi di un momento storico straordinario, un cambiamento d'epoca, e della crisi di vecchi paradigmi e della nascita di nuove prospettive, nel libro uomini e donne di scienza, teologia e spiritualità propongono nuovi punti di vista sulla Resurrezione e sul senso della vita e della morte. In particolare sono affrontati in relazione: ai vangeli e all'esperienza di Gesù di Nazareth riconosciuto come il Vivente (Annamaria Corallo e Luciano Locatelli); all'interpretazione della secolare tradizione religiosa cristiana (Paolo Gamberini); alla più avanzata ricerca scientifica legata alla fisica quantistica (Federico Faggin); all'esperienza profonda dei mistici (Paolo Scquizzato). Poiché "Resurrezione è un'altra parola per indicare il cambiamento e la trasformazione in cui giunge la vita con/dopo la morte. La vita non è tolta, ma è trasformata. La scienza ci sta ora dando un linguaggio molto utile per ciò che la religione aveva già intuito e immaginato".
L'opera rappresenta un'ideale introduzione alla cristologia sviluppata da Tommaso d'Aquino nella Tertia Pars della Somma teologica: le sue pagine mirano ad esaminare i contenuti fondanti delle cinquantanove quaestionesche, nel suo capolavoro, il Dottore Angelico dedica al mistero del Verbo incarnato per mostrare come ogni teologia che voglia dirsi tale non possa che essere imperniata sul Crocifisso esaltato ovvero sulla struttura esemplare che l'Assoluto decide di rivelare (e mediante cui stabilisce di rivelarsi) nella pienezza dei tempi. Prefazione di Giuseppe Barzaghi. Postfazione di Gerhard Ludwig Müller.
Lo studio vuole offrire maggiore chiarezza a coloro che ricercano la propria vocazione, vogliono approfondire il mistero della loro chiamata o della condizione che stanno vivendo. Partendo dalla constatazione che la categoria "stati di vita" è un concetto socio-giuridico, problematico per la stessa riflessione canonistica, si ripercorrono le obiezioni che la teologia solleva alla bipartizione/tripartizione del popolo di Dio, formulando un nuovo vocabolario per definire la condizione di ogni cristiano. L'alleanza nuziale tra Dio e il suo popolo è riconosciuta come l'origine rivelata della sponsalità e verginità, proprie di ogni battezzato ed espresse esistenzialmente, in modo differente, nel matrimonio e nel celibato. La relazione tra Maria e Giuseppe, simbolo storicamente compiuto, unico e irripetibile, di queste due vocazioni paradigmatiche, anche per i non battezzati, è il luogo nel quale il compimento dell'alleanza si fa carne, significando e relativizzando il matrimonio e il celibato al regno dei cieli.