
Ha ancora valore la preghiera, nella Chiesa di oggi? È possibile insegnare alle consacrate degli Ordini contemplativi come pregare? Non devono continuare a vivere sempre di più lo spirito e il carisma dei loro santi fondatori? Domande che sembrano sorgere spontanee alla luce dei due recenti documenti ufficiali della Chiesa sulla vita consacrata che, attraverso il famigerato "spirito del Concilio", vanno contro gli stessi dettati conciliari e vorrebbero attuare una vera e propria "rivoluzione". Questo libro è una risposta all'impoverimento della vita della Chiesa e al tentativo di mettere la "camicia di forza" allo Spirito Santo, il quale "prega in noi, con gemiti inesprimibili" (Rm 8,26). Prefazione di Aldo Maria Valli.
In questo saggio di etica politica che attinge a filosofia e teologia, a psicologia e letteratura, Angelo Cassano riflette su quei valori fondanti della cultura democratica – cura, gentilezza, libertà, pluralismo – che sono la bussola della vita sociale, politica ed economica e che ci consentono di relazionarci con l’altro da noi creando legami di fiducia, rispetto e solidarietà per una società e un futuro di speranza, non di paura.
«Questo libro vuole essere a un tempo un viaggio nel cuore dell’essenzialità e una parola di speranza. Solo i valori fondanti della cultura democratica – cura, gentilezza, libertà, pluralismo, educazione – hanno la forza di illuminare il nostro cammino di singoli e di comunità, contrastando le paure e ricucendo le ferite del nostro tempo. Ci dicono chi siamo e dove andiamo: nella vita privata e in quella pubblica, la visione di noi stessi e del mondo, insieme ai nostri comportamenti, svelano se il nostro approccio relazionale è di natura democratica o totalitaria. Solo dove prevalgono valori di cura, e non di indifferenza, di servizio, e non di potere, di con-cittadinanza, e non di esclusione, è possibile costruire una società aperta, responsabile e ospitale».
Angelo Cassano
Vivere nello spirito è una sfida che si ripropone in ogni tempo e che dobbiamo ogni volta attualizzare, nella terminologia e nei contenuti. L’aspetto più difficile di tale sfida consiste nel mantenere intatta la verità che ci è stata tramandata, e nello stesso tempo renderla fruibile al variare dei costumi e del- le culture. Non vogliamo offrire un trattato scientifico, ma una guida agile con criteri chiari e traducibili nella vita quotidiana. Il taglio divulgativo nulla toglie al rigore e all’affidabilità della proposta...
dalla presentazione
Introduzione Editoriale
Attenzioni recuperate e buone pratiche liturgiche (pag. 2)
Marco Gallo
Assaggi PDF
Studi
Una comunità che accompagna e accoglie (pag. 4)
Walter Ruspi
Iniziare alla liturgia mediante la liturgia (pag. 8)
Giovanni Mariani
Evangelizzazione e celebrazione (pag. 16)
Gilles Routhier
Accompagnare i catecumeni all’assemblea domenicale (pag. 21)
Pina Ester De Prisco
«Il regno di Dio è vicino»
Celebrare la conversione dei catecumeni (pag. 26)
Gianandrea Di Donna
Parola e preghiera (pag. 31)
Filippo Margheri
La mistagogia: «mantenere» nei misteri celebrati (pag. 36)
Jourdan Pinheiro
Formazione
Formare gli operatori pastorali
2. Il modello catecumenale (pag. 41)
Michele Roselli, Salvatore Soreca
La Messa e il Messale
2. Lo spazio liturgico (pag. 48)
Marco Gallo, Silvano Sirboni
«È veramente cosa buona e giusta»
2. La gioia della Pasqua (pag. 54)
Gabriele Tornambè
Sussidi e testi
Celebrazioni per catecumeni (pag. 60)
Markus Muth
La prima confessione dei neofiti (pag. 66)
Filippo Margheri
Vespri della domenica in albis deponendis a Albano (pag. 69)
Jourdan Pinheiro
Santa sede
La liturgia: via maestra che accompagna la vita cristiana (pag. 73)
Jorge Mario Bergoglio (Francesco)
Cronaca
Lo spazio liturgico, uno spazio d’iniziazione (pag. 76)
Gabriele Tornambè
Si riflette sulla corporeità attraverso la provocazione delle neuroscienze. Se il ruolo del corpo (cervello e mente) è così centrale nella persona, che significato hanno il credere e i valori?
Esercizi spirituali sul quarto capitolo del vangelo di Giovanni: l'incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo di Sicar. Una donna si reca al pozzo ad attingere l'acqua. Il racconto parla di una persona concreta con storie e relazioni proprie; al tempo stesso, però, la donna rappresenta il popolo dei Samaritani, di cui rispecchia la mentalità. Di più, l'assenza del nome dell'interlocutrice fa assumere alla donna un ruolo universale, la personificazione dell'umanità alla ricerca del rapporto con il divino. E Gesù, la fonte, è lì che aspetta al pozzo profondo della sapienza che ha dissetato molti ricercatori del senso vero dell'esistenza.
Oggi il sacramento della riconciliazione è in crisi e la poca affezione al confessionale vale sia per il confessore che per il penitente. Una crisi da rintracciare in molteplici fattori: la parola peccato che a molte persone non dice più nulla, l'aver caricato di significato negativo la celebrazione di questo sacramento, il rischio che il sacerdote si impadronisca del sacramento impedendo che Dio agisca nei cuori. Ecco un testo in cui si riflette soprattutto sulla prassi di questo sacramento. Infatti, a partire da un quadro d'insieme biblico, storico e dommatico, e guidati dalle indicazione dall'esortazione apostolica "Veritatis Gadium", gli autori riflettono su possibili vie pastorali, per la chiesa in uscita, atte a rispondere alle difficoltà che il sacramento della riconciliazione incontra nel nostro contesto e come questo sacramento può essere vissuto nella prassi pastorale in prospettiva pasquale e come diaconia sacerdotale alla formazione delle coscienze dei fedeli per una loro piena maturità in Cristo.
Emil Fackenheim ha vissuto in prima persona, da ebreo, il dramma del XX secolo in tutta la sua terribile profondità. Mai come allora si è rivelata la volontà esplicita e scientifica di annientare l'uomo ebreo e, perciò, l'uomo tout-court.
Per moltissimi, ancor oggi, Auschwitz e la Shoah sono un semplice episodio nella storia europea: un episodio che, per quanto triste e umiliante per la "cultura cristiana", appartiene irrimediabilmente al passato. Quando ai cristiani stessi, il più delle volte questo dramma non ha posto un vero problema alla loro fede in Dio.
Non è stato così per svariati filosofi e teologi ebrei, i quali hanno sviluppato una vera e propria "teologia dell'Olocausto": questo saggio impressionante di Fackenheim ne è uno dei testi più significativi.
Introduzione all'edizione italiana di Cornelis A. RijK, «Il lettore cristiano apprenderà qui a discernere meglio i segni della presenza divina nella storia. Al tempo stesso, la coscienza della storicità della fede contribuirà in lui a sviluppare un maggiore senso di responsabilità verso la storia».
Dio è forse un Assoluto che resta silente, al di là di ogni parola terrena? Oppure ha rivolto la sua parola all'umanità?
Se è vera la prima ipotesi, tutti i sentieri sono aperti per tendere verso l'Indicibile. E tutte le forme di meditazione dell'umanità fatalmente si assomigliano, in fondo. Se invece è corretta la seconda ipotesi, «allora entriamo nello spazio biblico, nello spazio delle tre religioni monoteiste; e la meditazione può avere significato solo come riflessione e appropriazione sempre più profonda della parola che Dio ha pronunciato su se stesso, su di noi e sul mondo».
Attingendo ad una profonda esperienza spirituale durata tutta una vita, un gigante della teologia del Novecento come Hans Urs von Balthasar sviluppa qui le sue riflessioni sulla specificità della meditazione cristiana. E lo fa in maniera straordinariamente ricca, intensa e precisa.
La Bibbia come prosa narrativa: l’analisi di Robert Alter, divenuta un classico, ha definitivamente ampliato la nostra concezione della Scrittura come racconto artistico, come opera letteraria.
Descrizione
La Bibbia è un grande libro di fede, certo. Ma, insieme, è un grande libro della biblioteca dell’umanità. Si può e si deve accostare la Bibbia non solo nella sua dimensione religiosa e teologica, ma anche nella sue dimensione narrativa e letteraria. È quest’ultima la specificità dell’approccio inaugurato da Robert Alter, che legge la Bibbia in un’ottica inedita: quella, appunto, della critica letteraria.
Il suo libro introduce a gustare le storie bibliche nel loro tessuto narrativo e letterario, come autentiche opere artistiche. E, così facendo, aiuta a penetrare più a fondo nel loro messaggio religioso.
I procedimenti usati dagli autori biblici mentre raccontano (o mentre tacciono, con reticenza, su certi aspetti) richiedono da parte dei lettori di oggi nuove modalità di attenzione.
In questo fondamentale lavoro, allora, Alter illustra come gli scrittori biblici usassero convenzionalmente determinati stili, dispositivi letterari, tecniche espositive, per raccontare una delle storie più rivoluzionarie di tutti i tempi: la rivelazione del Dio unico. Quegli scrittori hanno rimodellato così non solo la storia, ma anche la stessa arte della narrazione.
Alla morte di Kari E. Børresen, nell'aprile del 2016, alcune sue colleghe e amiche (Sara Cabibbo, Franca Ela Consolino, Cettina Militello, Marinella Perroni, Emanuela Prinzivalli) hanno deciso di renderle omaggio pubblicando in traduzione italiana una delle sue prime opere, Anthropologie médiévale et théologie mariale (Oslo 1971), e rendere così partecipe anche il pubblico italiano di uno degli apporti magistrali del pensiero della grande ricercatrice norvegese. La sua investigazione sul rapporto tra antropologia medievale e mariologia ha infatti segnato un punto di non ritorno della riflessione mariologica. Benché datata, quindi, essa non può comunque essere ignorata dalle nuove generazioni di studiosi, a cui il metodo di indagine di Kari Børresen mostra come soltanto la ricerca storica possa fornire lo strumentario adatto a un'adeguata comprensione della mariologia oltre che di tutta la storia del pensiero teologico. Da studiosa di storia delle idee e, in particolare, come studiosa dell'interazione fra linguaggio su Dio e antropologia, Børresen concentra il suo interesse sulla tarda antichità e sul medioevo, una stagione quanto mai decisiva per l'elaborazione dottrinale della teologia cristiana in cui affonda le sue radici, in modo tutto particolare, il pensiero mariologico. Da femminista, poi, Børresen cerca di portare alla luce i motivi alla base di quel forte androcentrismo che connota la teologia cattolica tradizionale e di cui il pensiero mariologico è stato e continua a essere uno dei vettori più potenti. La traduzione del saggio di Børresen è seguita da un suo articolo sullo stesso tema, apparso nel 1983 sulla rivista Concilium. Completano il libro una prefazione di Cettina Militello e una postfazione di Arianna Rotondo, alla quale si deve anche la cura dell'intero volume.
L'occultismo rappresenta una delle più gravi sfide alla fede cristiana nell'epoca attuale. Secondo le più recenti statistiche, in Italia operano oltre 22.000 maghi e occultisti. Indubbiamente la stragrande maggioranza di essi sono ciarlatani che ingannano gli "sprovveduti", ma in alcuni casi è certamente presente lo Spirito del male. Secondo gli autori del libro bisogna rivedere la pastorale giovanile; e non solo quella. Certo, perché spesso corriamo il rischio di svuotare il messaggio evangelico della sua dimensione più vera, quella che sa e può mostrarci la strada per essere pienamente felici già in questa vita. Ciò che spesso emerge è una dimensione moralistica, del fare o non fare e del peccato, che prende il posto della dimensione dell'essere. Vengono offerte nel libro piste concrete per la risoluzione del problema che la sfida dell'occultismo presenta alla fede cattolica del ventunesimo secolo.