
Il sacro esperimento ricostruisce le vicende della colonia fondata in Massachusetts nel XVII secolo da un gruppo di puritani inglesi, con l'obiettivo di creare una società pienamente cristiana composta dai predestinati da Dio alla salvezza, i Santi. Il disciplinamento civile e religioso era attuato con una severa supervisione dei comportamenti sociali e morali in cui avevano un ruolo primario i magistrati e le famiglie, sotto la continua guida dei pastori. Su questa delicata costruzione giunse come un uragano una donna, Ann Hutchinson, che - prima di essere scomunicata e bandita dalla comunità - denunciò una dottrina che legava i singoli al buon operare privo di valenza spirituale, una delle trappole che il demonio tende agli esseri umani. La sua sconfitta portò al consolidamento di un sistema che dava voce al popolo e limitava il potere centrale in un modo assolutamente moderno ma legava i coloni a una rigida supervisione sociale e religiosa, secondo un comunitarismo che poco aveva a che fare con le spinte della modernità. Il sacro esperimento si rivela così un brodo di coltura nel quale matureranno molti elementi importanti per comprendere la storia, l'identità (e le contraddizioni) degli Stati Uniti.
Per conoscere la religione, la cultura, l'ambiente in cui visse Gesù e comprenderne più a fondo il messaggio.
Si può affermare di amare qualcuno e allo stesso tempo rimanere indifferenti alla sua casa, alla sua nazionalità, alla sua cultura, alla sua fede, impassibili nei confronti di tutto quello in cui lui crede, di tutto quello che lui pensa, desidera, spera, sogna? Gesù non è una proiezione ideologica né la personificazione di un mito, bensì di una promessa divina. I cristiani hanno nel loro Primo Testamento quella Torah radicata, respirata, spasimata attraverso il suo corpo, la sua mente e il suo spirito da Gesù, quella stessa Parola di vita che li lega tutt’oggi in un indissolubile vincolo fraterno al popolo d’Israele. Riconoscere l’ebraicità di Gesù per i cristiani vuol dire far ritorno alla propria originaria identità di suoi seguaci, tornare a vivere l’autentico spirito della primitiva Chiesa apostolica, sentirsi rivelare dal Risorto il senso più profondo delle Sacre Scritture, condividere l’appartenenza al mondo del loro messia e salvatore.
Breve biografia e antologia di testi significativi per conoscere Romano Guardini, filosofo, sacerdote, teologo e grande maestro del Novecento.
Per le grandi religioni monoteiste l'affermazione cristiana dell'Incarnazione di Dio è, nella migliore delle ipotesi, un'aberrazione e, nella peggiore, una bestemmia. L'onnipotenza di Dio non coincide granché con quello che sembrerebbe essere il suo abbassamento. Forse che gli opposti possono coesistere in Dio? Essere onnipotente e, allo stesso tempo, debole e fragile? Essere infinitamente grande e apparire nella carne di un bambino? Essere il «Vivente», l'eterno immortale, e condividere la nostra condizione facendo esperienza della morte? Essere il totalmente Altro e il farsi vicino come «Dio con noi», l'Emmanuele? I cristiani professano che in Gesù Cristo, nato da donna, pienamente uomo, sottoposto alla morte, ha preso dimora la pienezza della divinità. Difatti Dio non è mai tanto grande come quando, per amore, si fa piccolo.
Fratelli tutti è un'enciclica visionaria. Nella situazione attuale dell'umanità, così difficile e confusa, si rivolge a tutte le persone di buona volontà, cristiane e non, per invitarle al dialogo e all'impegno comune, all'insegna dell'amicizia sociale. Papa Francesco parte dal presupposto che il messaggio sociale della fratellanza (e sororità) universale, fondamentale per il vangelo, sia stato inscritto dal Creatore nel cuore di ogni persona. Ed esorta a non arrendersi mai nella ricerca del bene comune, collaborando alla costruzione di un mondo più umano e fraterno. Questa collezione di saggi, curata dal card. Walter Kasper e dal prof. George Augustin, chiama a raccolta svariate voci autorevoli e prestigiose del panorama internazionale per illustrare e commentare con competenza l'enciclica papale che propugna un ordine mondiale fraterno. Ne esce un'analisi fine e articolata, che svela le chiavi concettuali e illustra le sfide teologiche, etiche e sociopolitiche lanciate dalle proposte del pontefice.
Che cosa conta davvero, nella vita, e che cosa è destinato a restare? Quali sono i capisaldi irrinunciabili, per vivere un'esistenza buona? Che cosa non vorrei rimpiangere, alla fine del cammino? Sedmak, filosofo salisburghese e studioso di etica, va alla ricerca di una risposta sondando differenti esperienze di vita, reali e letterarie, e lasciandosi istruire da queste esperienze. Così facendo, ci accompagna in un viaggio suggestivo in cui scoprire i luoghi dove si nasconde il senso della vita e dove può fiorire e portare frutto l'amicizia con se stessi. Ecco dunque un'autentica e affidabile fonte di ispirazione per quanti hanno a cuore la propria vita: un libro che insegna a guardare consapevolmente e serenamente a se stessi.
Nel 1999 usciva in Italia "Lo scisma sommerso" del filosofo Pietro Prini. Un caso editoriale, che denunciava la distanza fra la dottrina ufficiale della Chiesa e le coscienze vive dei fedeli, in particolare su temi scottanti quali sessualità, bioetica, valore della confessione, accoglienza di culture diverse, dannazione eterna, peccato. A distanza di oltre vent'anni una teologa e un giornalista esperto di temi ecclesiali si avventurano in una inchiesta senza infingimenti nella vita della Chiesa cattolica di oggi, alle prese con le sue diverse "anime scismatiche" e con un "fattore modernità" che ha reso ormai palesi le tante contraddizioni, le divaricazioni, le ipocrisie e i conflitti. Le questioni in gioco - che emergono dalla miriade di fatti raccontati - sono molteplici: dalle difficoltà di ascolto autentico della vita dei credenti all'esaltazione del devozionalismo, dalla solitudine dei sacerdoti allo scandalo delle vocazioni forzate, dalla discriminazione di genere all'oblio dell'ecumenismo, dal Dio che punisce con la pandemia all'ossessione del demonio, dai conflitti di potere alle sfide della comunicazione della fede, dalle posizioni conservatrici nostalgiche della messa tridentina a quelle iper-progressiste deluse dalle lentezze della riforma bergogliana. Per gli autori, parlare di "scisma emerso" significa allora portare alla luce questi "punti di divisione": «Di fronte al Vangelo ci troviamo tutti come in una stanza in cui improvvisamente si accende una luce. Tanto vale guardare come siamo disposti, come ci collochiamo, come reagiamo. Per poi muoverci, là dove quella luce ci fa strada».
La Commedia è il "Credo" cristiano che si è fatto poesia. Dante non semplicemente trascrive la dottrina, perché la rappresenta. Figurandola, la ricrea, mostrandone la coerente bellezza. La missione profetica di Dante dischiude l'orizzonte di un umanesimo autentico, nel segno di un incontro che non può compiersi senza il concorso della libertà personale di ciascuno, perché il principio che lo rende possibile è lo stesso che lo compie: l'Amore. Il viaggio nell'al di là è l'esperienza di un pellegrinaggio al cuore della storia, che, proprio perché si misura senza infingimenti con gli abissi del male, può lasciarsi sorprendere dall'eccesso grazioso del Bene. Massimo Epis Creati liberi per indiarci. L'ordogratiae nel poema dantesco Claudio Doglio L'Apocalisse di Dante. La rivelazione di Giovanni riletta nella Divina Commedia Marco Ballarini Dante maestro di preghiera Ivan Salvadori «L'amor che move il sole e l'altre stelle» (Par. XXXIII, 145). "Metafore" di redenzione nella Commedia di Dante Francesco Bargellini La "poetica della fede" nella Commedia
Intercedere per chi soffre è un’opera di misericordia. Per Papa Francesco, una delle più belle forme di evangelizzazione: è proseguire l’azione di liberazione Gesù nella storia, il quale abbraccio e guarì il dolore, la malattia, il lutto, il peccato.
Possiamo esercitare questo ministero? Come e con chi farlo? In quali contesti? Con quale metodo e dentro quali limiti?
Partendo dal fondamento biblico della preghiera d’intercessione nell’Antico e nel Nuovo Testamento, l’Autore affronta le dinamiche del dolore fisico e spirituale; il pericolo di affidarsi alle sette, all’esoterismo, al satanismo, alla negromanzia; alcuni aspetti sensibili, alle volte controversi, come le terapie non convenzionali, la guarigione dell’albero genealogico, l’imposizione delle mani, il ruolo dei laici.
Alla luce del Magistero della Chiesa, si offre una proposta per una pastorale integrata dell’intercessione, attraverso la via sacramentale, carismatica e comunitaria. Grazie anche all’esperienza sul campo del Rinnovamento nello Spirito Santo, il testo prova a rispondere, senza improvvisazioni e regole precostituite, all’invito di Papa Francesco a che la Chiesa, tutta, sia davvero un “ospedale da campo”.
Dio sta svanendo dal nostro orizzonte. Chiunque rifletta sul senso della vita si trova di fronte a questo silenzio. Non ci sono prove. Nessuna traccia di una Presenza. Viviamo e pensiamo in mezzo al silenzio. Siamo noi stessi una domanda senza risposta? Dire Dio nella gloria non è difficile, ma dov'è Dio nel suo silenzio, quando la parola tace e gli uomini si confrontano con la loro radicale solitudine? Una domanda ossessiona il nostro tempo: perché Dio tace, perché tace davanti al grido delle vittime del nostro tempo? La domanda ci costringe e ci perseguita. Il libro non pretende di fornire una risposta definitiva, ma piuttosto rivisita storie bibliche per arricchire la nostra riflessione, a partire da Giobbe, passando per i Salmi e giungendo in modo inaspettato anche al Cantico dei cantici.
L'autore è convinto che la Sindone sia autentica in quanto, confrontando quello che è scritto nei Vangeli sulla sepoltura e sulla resurrezione di Gesù e i suoi esperimenti, constata che c'è perfetta corrispondenza fra quello che è scritto e i risultati da lui ottenuti. Tutto comincia dall'interpretazione dei dati forniti dai quattro Evangelisti, che non sono affatto in contraddizione fra loro. V'è, in essi, la presenza certa di un lenzuolo funebre, detto in greco sindòn, di una quantità esorbitante di migma (che vuol dire mistura) di mirra e aloe, di un sudario e di una o più bende. Ebbene, se questi furono gli elementi fisici usati, adoperandoli noi oggi, potremmo ottenere, per ipotesi, quella particolarissima immagine corporea che noi vediamo sulla Sindone. È quello che di fatti avviene. Il migma di mirra e aloe, in presenza di umidità, diventa resina. La resina, così ottenuta, si attacca al tessuto. Il tessuto, in presenza di questa resina, si modifica chimicamente, colorandosi di ambra. La presenza del sangue sulla Sindone è dovuta ugualmente alla presenza di mirra e aloe, le quali riescono a rendere di nuovo liquide le numerose croste presenti sul corpo, facendo penetrare così il sangue in profondità nelle fibre, fino alla parte opposto del lino. L'aspetto più difficile da decifrare di quest'immagine è la sua tridimensionalità sul piano. L'autore riesce a spiegarla mediante la sua scoperta di quello che lui chiama "rilievo di carne di tipo gotico". Il corpo di Gesù, infatti, all'interno della Sindone, era talmente coperto di mirra e aloe, avanti, indietro e soprattutto di lato, che emergevano fuori dal migma solo la parti anteriori e posteriori del corpo. Queste parti soltanto riuscirono a riprodursi sul lino.
Agile strumento per la preghiera personale degli adolescenti: dal mercoledì delle Ceneri alla solennità di Pentecoste, ogni giorno segue il semplice schema: ascolto (alcuni versetti del Vangelo del giorno); dentro la vita (brevi esperienze); punto di domanda (una domanda provoca a pensare); prego; la Parola di Dio del giorno (citazioni bibliche della liturgia quotidiana).